Studi Sociali - anno IV - n. 26 - 1 ottobre 1933

Iatto poco fa, clopo ricevuta la tua. Ecl eccoti le rettifiche eia fare. · «Ti scrisei che il 18 luglio (1932) Errico si ag– g1 :;i.v6; é vero, ma non cosi "irreparabilmente" come ti dicevo; e non é vero che "cla. allora non si alz6 più''. Al contrario. A letto non ci poteva stare. e stava quasi sempre seduto allo scrittoio. Quanclo era più stanco si riposa-va in una poltrona. Cosi fu an– che dopo il 18 luglio, fino alla sera ciel 21, vigilia della morte. Il 21 a mattina c;iedé a colazione coi .suoi come al solito, le~-;-se il giornale, e quando ar– riv6 la ;posta si fece leggere la corrispondenza dal– .rEieua. Quando venne il dottore a visitarlo chiac– •cl1ier6 un p6 con lui. «L'episodio del saluto alla Gemma due notti prima Aella morte era esatto; ma non che quello sia stato ""il suo ultimo addio" e che ''dopo non parve più sentir nulla e non guard6 più''. Al contrario. :E~gli non perdette mai la coscienza, la sua memoria re– sto sempre precisa e sicura, la sua intelligenza non parve mai subire alcuna alterazione, malgrado il male. «A mezzogiorno del 21 luglio sedette a taYola e, i come sempre, si sforzo cli mangiare un poco; poi STUDI SOCIALI torn6 al suo scrittoio. P1:ov6 un momento a sdraiarsi sul letto, ma non ci poté stare; e cosi pass6, fra il tavolino e la poltrona, il resto della giornata fino alle 9 di sera. Allora si mise a letto; e non si rialzò più. Entrò in agonia verso le 3 ciel mattino (ciel 22); non parl6 più da quel momento, ma couserv6 la conoscenza anche dopo, continuando a rispondere con cenni della testa a chi gli parlava. :Mori a mez– zogiorno e 20 minuti, come ti sdl:issi. «Tutto il resto della lettera clell"anno scorso credo che fosse esatto ... > I particolari rettificati dal nostro amico di Rom.a non sono, come si vede, di molta importanza per il pubblico: possono esserlo, pero, per coloro che furono intimi cli Malatesta. Per ci6 e t)er l'esattezza abbiamo voluto renderne informati i lettori. A proposito dell~1 morte di ·Malatesta. dobbiamo dire che a luglio cli quest'anno. pel primo anniver– s8.rio cli quella, noi avremmo voluto far uscire "Stu• di Sociali"' con qualche pubblicazione ricordativa. Ma le circostanze avverse, interrompendo la stampa della rivista da aprile a settembre. ce lo llanno im– pedito. .Alcuni documenti sulleorigini dell'Anarchismo c munista ( 187 6 Assistiamo da qualche tempo allo sforzo cleglt .anarchici <li ritornare dalla unii:ormità delle idee canonizzate alla. varietà vivente, che é la ,·era vita. Con che diritto, infatti, aspireremmo noi a criticare, rivoluzionare e rinnovare la vita sociale del globv intero, se non sapessimo noi stesai tollerare al fianco !1ostro un compagno che d!ssente, per quanto poco '-·ia, su questioni economiche, d'organizzazione, di ·tattica ed altro, d:ille nostre proprie concezioui? Se tre anarchici di tendenze diverse non possouo tollerarsi e rispettal'si mutuamente, se quegli che pensa d'aver ragione su qualche cosa. si crede in diritto per ci6 d'ingiuriare e vituperare un compagne con l'intenzione di affliggerlo, umiliarlo e schiac– •Ciarlo; se questo é possibile, insomma, come mai trecento, o tremila, o tre milioni, o trecento milioni cli uomini potranno accettare un'anarchia, ogni rap· presentante della quale sta più o meno col coltello aperto cli fronte ai suoi compagni, quando non sta sotto l'anatema delle onlni.Q!1i collettive di ciunlcl!e gruppo fanatizzato? ::-.ron mi trattengo eia! dire che é lo spii•ilo della dittatura quello che si manifesta con simile intolle– ranza; e mentre abbiamo \'i sto lo spirito autoritario delle polemiche social-democratiche tradursi nella. repressione fisica, con la prigionia o la morto degli avversari socialisti nella Russia sovietica, si credo forse che questa triste evoluzione sarehbe rispar• miata all'anarchia, se una tlelle sue tende11ze arri– Yasse ad esser potente e in possesso -dei mezzi atti a réprimere tutte le altre? ~To! é necessario pro– ,,~crivere questo spirito intollerante e persecutore dal• le nostre file fin da oggi, o altrimenti es:;o cre~-;cer:l e non si po tra più andare a vanti. Come respingiamo il panmarxismo, ngpalmente dobbiamo respingere il pancornunismo Nl il vanindi• vidualismo in a1iarchia. •Come ripudiamo il nazioua lismo e vogliamo il vero internazionalismo, cosi dob– biamo volere anche ci6 che io chiamerei l'"inte1·– socialismo·• o l'"interanarchia"; vale a dire che, a lato dell'uguaglianza, amicizia, tolleranza e ri.spetto mutuo fra le nazioni. debbono prevalere gli stessi sentimenti e la medesima conactta tra tutte le cor– renti del socialismo e :lell'anarchia. L'aggettivo economico sarà allora puramente de– scrittivo, come avYicne in scienzri mtlurale per rani– male o la pianta. e non aft'ermativo 1 trionfatore e banditore della ,·erilù unica. Come la specie bianca, scura o grigia 1 grande o piccola 1 di pianura o di montagna, di un genere di uccelli o di erbe é consi– derata di Yalore uguale ed esisle pacificamente in natura, cosi veramente anche l'anarchico comunicyta, il collettivista e l'incliviclualisla potranno convivero amichevolmente. Altrimenti ne deriverebbero rap– porti sociali completamente antisoeiali e dillaloriali. Ora vorrei risalire alle origini della situazione attuale clell'anarchismo 1 con l'aiuto ùi documenti ine– ·cliti o rari dei primi tempi dell"'anarchismo comu• nista•·, dal 187G al l 880. Si sa che giù nell'autunno ùel 1874 Jamp:3 Guil– laume scrisse 1 riassumendo le idee conenli per lui e non penisanclo di produrre un programma nuovt,, le sne "Iclées sur l'organisation sociale" pubblicate solo nel 1876. Egli preconizz6 quivi il lavoro e la distribuzione seconclo il principio comunista ulterior- I 8 SO) m~11tu desiderabile, dipendente pero in ogni caso per la sua realizzazione pratica dal ~rado di abbon– danza: lasciando ai .;ruppi il comt)ito di regolarsi come vorranno, cioé t·on sistemi meno liberi ed ampli, se é necessario. fino alla introduzione del comunismo integralo al momento propizio, quando !°abbondanza ed altre circostam,~.-.. favorevoli lo per– mettano. Bra quella. insomma, la liberlù dei metodi economici altamente proclamata. )-J"erisultava allont l'anarchia come una nelle aspirazioni, variata nelle applicazioni, solidaria o 1,el tem1w stesso indivi– dualmente differenziata: t11tto quello cho era necc~– sario ad una idea vivente e progressiva. Cosi che, quando nel 187G Dumartheray publJlic() il suo opuscolo, ,quando Reclus pronunci6 il suo di– scorso anarchico comunista a Losam1a 1 quando gl'in– ternazionalisti italiani a Firenze si pronunciarono per la distribuzione in comunismo del prodotto •del lavoro, gli anarchici colleiiivisti, quelli del prodotto integrale non si commossero 1 non 8i credettero mi• nacciati. Lasciarono a quei compagni la libert{t inte– ramente naturale cli ernellere la loro opinione, ed es~i rimasero con la pro1Hia. Nel 1S77 la propaganda pubblica in llalia fu osta• colata dalle persecuzioni, e Cafiero, Malatesta e tanti altri {per "la banda del Malese") furono im• JHigionati. An-drea (!osta, rifugiato in Svizzera, anar chico comunista. come gli altri italiani, fin clall'au• lunno del 1876, fece molta propaganda allora cohi e nell'ambiente della Federazione del Giura, e formo parte coi giurassiani, Paul Rrousse, I<ropotkin e uno dei deiegali della Federazione spagnuola, di una conferenza intima, - sconosciuta fin r1ui e che io conosco 11er una lettera cli Paul Brousse del 17 aprile 1880 cornunicatami pochi mesi fa, - celel>rata a La Chaux-de•Foncls {Cima), prima che i parteci– panti partissero per i due congl'L 1 ;;.;i tenutisi nel Belgio, n Vervion; eù a Gand, i11bettembre del J 877. Si creo ii il gruppo i11lernazionale intimo, vale a dire l'ultima reincarnazione dell'Alleanza segreta. del 1872. che era stata a. sua volta la continuazione della societù segreta fondata da Bakunin ne1 1864 e rifusa nel lSGS e fors"anco nel 18G9. Di quella "intimità internazionale'', come Brousse la chiama, Pietro Kropotkin ru il segretario corri– spondente del comitato. V'erano quivi, fianco a fian– co, i giurassiani, i francesi 1 gli spagnuoli, J<ropot– kin, allora tulli collettivisti, o l'ifaliano Costa co– munista. Essi si erano pronunciali per ''l'autonomia delle intimità nazionali", cioé si erano impegnati di riconoscere mutuamente al gruppo segreto di ogni paese il dirillo di stabilire la propria tattica spe– ciale. Nel Congresso c.lell'IUternazionale tenutosi a Ver– viers, 6 - 8 sellembre 1877, secondo delle note mano• scritte inedite prese in gran parte eia Kropolkin, il quale, con Emile Piette e Jnles Montels, fu segreta– rio del Congresso, - note conservate solo in parte e molto sommarie, ma che completano molto il parco resoconto 1iubblicatone (vedi J. Guillaume, "L'ln– ternationale", IV, pag. 258 - 265), - nella settima seduta si vede Rodriguez (J. Garcia Vifias) clire, co– me notò Kropotkin: " ... Vogliamo la collettivlta de– gli strnmenti cli lavoro, per6 della collettività dei produttori (non dello Stato), e cosi pure della terra. 5 Ma questo nell'autonomia cli ogni collett.ivitti di pro– duttori1 e ciascuno riceva sec-ondo la sua produ– zione'' ... Costa: " ... Per me, non 8olo la terra e il capitale sono strumenti di lavoro, ma anche i nostri alimenti, i vestiti, ecc. Una volta ammesso che gli strumenti ciel lavoro de'bbano eGSere proprietà collettiva. non possiamo determinare la parte cli ciascuno nella produzione. E' [)recisamente per questo che viene proposto lo Stato (si era discusso il comunismo autoritario tedesco). A ciascuno secondo !a sua vo• lonta. Anche noi vo~liamo il comunismo, ma .solo non vogliamo che i:iia antol'itario". Lo stato imperfetto di queste note (11 Kropotkin é deplorevole, ma irrcmediabile. Nonostante leggen– dole ciascuno può renden;i conto clte Costa, nel differenziarsi dal collettivismo proposto da Vifias e condanuando insieme il comunismo statale, profes– sava chiaramente il conrnnismo libertario. ''Rodriguez {\'iiias): :1 cia-sc·uno secondo la sua volontà; per6 vi 6 anche la volont{1 cli non far nulla . Ognuno deve lavorare nor mangi.ire. T con111nisli tedeschi con le loro st:tti!-itichc vogliono che lo Stato vi obblighi''. Si veae r-hc \'iiiìas é scettico sul lavoro a volontà cli ciascuno, proclamalo da Costa. "C:uillaumc: La dis('11ssio11e pro,,a che le discus– sioni teoriche anche r1 a di noi non sono inutili. lo non pooso ammetlere né comP Roclrignez {Vifias)i né come Costa. ::.\1'ell'uno o nell'altro vi sono idee ancora con[use.. Perché mescolare la questione ùel consumo con quella della produzione?. L·unica. soluzione possibile oggi é quella di ripartire (i pro• dotti del lavoro) come si vuole. Le diverse soluzioni potranno tron1rsi unite' negli stessi gruppi. Roclri– guez (Viiias) ha fallo l'ohiezionc che Garebbe gran– de ingiustizia il dare a ciascuno secondo le suo necessita; ma c·é il correllh·o: da ciascuno secondo lo sue forze. Credo 1 insomma 1 che non dobbiamo discutere altro che la. teoria della proprieta collet– tiva, lasciando cli mellerci d'accordo (sulla quei,tio– ne del consumo)". "Montels: d'accordo con Guillaurne. Dobbiamo pel momento laGciar da parte la questione del consumo". Dopo alcune osservazioni di l~. \'Verner, Mendoza (T. G. Morago) pn.rla. ancon,, annotato solo in fram– menti cli cui cito quanto segue: ' 1 •• .111 collettivismo é migliore del comunismo auarchico. In Spagna pu6 avvenire che ... {non continuato). I comunisti han– no l'idea cli garantire a ciascuno ... " (non continua– to). ì\rorago pertanto pronunci() un discorso colletti– vista ed anticomunista; é seguito eia Pani Brousse che par]a in favore del comunismo, trasmesso cosi: "Molto importante (questa questione). Per6 dob– biamo dividere rargomenlo: immediato e lontano. Su la questione teorica sono d'accordo con la collet– tività ciel consumo. li prodotto é il prodotto clella materia prima e clel lavoro; in[ine, l'uomo stesso é un prodotto della collettività; pertanto il prodotto deve anch'esso essere collettivo·• .. "'arnolle o Varnotte, un belga non menzionato nelle liste dei delegati (noie di Kropotkin e "L'In– ternazionale", TV, pag. 258), parla anch'egli: " ... tut– to si riassume in a ciascuno secondo le sue forze. La questione immediata é d'Impadronirsi degli stru– menti <lel lavoro. Dopo di ci6 1 ·1a cosa s·imponà cla se stessa immediatamente. Ogn'i gruppo farci ci6 che vuole. Si avranno contrasti tra i comuni. Sono anni che si discute; e in che sono state rischiarate le idee'! Mentre dhscutiamo, le masse ci osservano. Sta– biliamo i principii, le deduzioni verranno da se stesse"'. "Cnillaume: dopo di ,varnotte non ho nulla da aggiungere. Voglio solo fare una obiezione. Questio– ni che non sembrano altro che questioni di parole, spesso Bono questioni molto importanti di principio'·. "Costa: lo sono contrario al comunismo {autori– tario). Propongo il comunisrno antiauloritario". (Il manoscritto dice "autoritario", ma io ristabilisco il senso. Mi sembra che Guillaume era prevenuto con– tro radozione della parola "comunismo" a causa dei suoi precedenti autoritari). "Levachoff {Kropotkin): 'Ripartiziono degli stru– menti del la varo da parte delle federazioni. "Chiusura. La proposta di Guillaume con l'emen– damento cli Brousse é votata come segue. Allegato I<." Questo concerne, penso, la risoluzione stampata a pag. 263 (de "L'Internazionale"" del Guillaume) e non rientra nell'argomento qui trattato. (La fine al prossimo numero). MAX NETTLAU. ·

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