Studi Sociali - anno III - n. 22 - 16 novembre 1932

4 gresso, il compagno Lehning, secretario deirAsso· ciazione Internazionale dei lavoratori e della Com– missione Internazionale Antimilitarista, accompa– gnato da altri cinque o sei compagni, tutti muniti di carte di accesso, entrarono nella sala del Con– gresso senz'altra intenzione che quella di •distri– buire pacificamente il manifesto deil'A. I. T. e del B. I. A. Erano appena entrati che furono, prima di aver distribuito un solo maniteslo e senz'altro av– vertimento, afferrati da un gruppo di comunisti e gettati fuori della sala, mentre i manifesti veniva– no loro strappati dalle mani. Il furore dei comuni– sti si sfog6 principalmente su Mùiler Lelming che fu picchiato aila testa; e fu solo grazie ail'inter– vento del segretario del Congresso, Dehmut, che l'incidente prese fine. La diffusione dei manifesti fu per6 interdetta." Come si comprende, tale attegiamento, forse ti– picamente bolscevico ma certamente antisociale, se ebbe poco liete conseguenze per gli aggrediti, valJie d'altra parte a mettere in luce l'impossibilita di fare alcunché di buono con certa gente, cosa che non pochi congressisti presenti compresero e manife-– starono. Ma "passons !" Al Congresso aderirono e parteciparono perso– nalitA notevoli: Valabhai Patel, in rappresentanza dell'India oppressa ed anelante alla libertà; Sem Ka– tajama, il vecchio e inrlomito comunista giapponese, partigiano dell'azione illegale di disgregazione nel– le file dell'esercito; Henri Ba1•busse, lunga e guan– tata mano di Mosca nel campo intellettuale e gior– nalistico; il tedesco Munzemberg, il pill autorizzato rappresentante del Cremlino a1 Congresso; li depu– tato Popy, in rappresentanza della mirwranza i-ivo– luzionaria della Sezione francese della Il.a Inter– nazionale; l'ex guerraiuolo Marcel Cachin, gran ser– vo sciocco <lel bolscevismo russo e franc~se; l'ex deputato "popolare" italiano Guido Miglioli, passato dal dogma chiesastico cattolico a quello bolscevico, ed in virtù di ci6 bombardato alla presidonza del congresso; Victor Basch, noto e$pouente della Lega dei Diritti dell'Uomo, ecc., ecc. Avevano aderito, ma erano assenti per ragioni di salute, Clara Zetkiu deputata comunista al par– lamento tedesco, i noti scrittori Vietar Margue– ritte Massimo Gorki e Romaiu Rollaud, dei quali furo; 10 lette delle lettere e appelli; notevolissima quella del Rolland in quanto dichiara apertamente "guerra alla guerra", rivendica l'e.desi~ne e C?lla– borazione per tutte le correnti del pensiero sociale avveniristico, e stabilisce un identico valore di lotta fra il principio del rifiuto d'ibdossare la casacca militare e quello d'indossarla per fare opera di pro– paganda d'odio alla guerra e di disgregamento fra gli elementi e forze militari: la vera linea che, se– condo noi, avrebbe dovuto adottnl'e il Congresso. " " . Fatto questo fuggevole cenno di cronaca, non ci sembra inutile, dato che al Congresso se n'é par– lato, e la stessa 11 Humanité" vi ha accennato ri– ferendo qualche battuta polemica con un oratore anarchico-cristiano svedese, di spendere qualche pa– rola per illustrare il dissenso che ci distingue dai compagni partigiani della resistenza passiva e pill ancora per quello che ci divide dai comunisti statali e dittatoriali. Nei riguardi dei primi non mancheremmo <li ren– dere omaggio al loro umanitarismo se non sapessimo che, nella situazione attuale, d fronte alla deter– minata volontà dei detentori della ricchezza e del potere ;;tatale di difendere con la violenza i propri -privilegi, la rinuncia da parte nòstra all'impiego del– la forza rappresenterebbe un prolungamento inde– finito del nostro stato di schiavitù e !ors'anche l'e– ventualitA. d'un pili grande mas.sacro. Dai comunisti dittatoriali ci divide il principio in– formativo della propaganda e dell'azione. Mentre infatti noi, pur riconoscendo uu certo valore a tut– te le altre forme cli propaganda e di azions contro · H militarismo mossi dal 111ostrop1·incipio antiauto– ritario ed antistatale eleviamo al primo piano il ri– fiuto individuale e collettivo di entrare a far parte deil'esercito, - rifiuto che, nel concetto del sotto– scritto, supera la semplice "obbiezione di coscien– za" per divenire rivolta contro lo Stato e contro la sua missione di difesa del privilegio, - i bolscevi– chi, partigiani della conquista e dell'esercizio dit– tatoriale del potere statale, combattono tale rifiu– to, non tanto per la ragione addotta della sua scarsa efficacia pratica, ma piuttosto perché v'é in esso la negazione fondamentale di quel potere statale cb'essi ambiscono, e la rivolta aperta contro di lui. E per vero essi sarebbero illogici se tale rifiuto praticae– sero (l'errore é alla base), coi\ìe sono illogici pra– ticando l'azione illegale cli disgregamento nelle n– serme borghesi, ma reprimendola ferocemente al– iorquando tale azione é esercitata da altri laddove il potere statale é nelle loro mani. Questo sul terreno della 1}ropaganda; ché su quel– lo più specitico dell'azione rivoluzionaria, li dissidio non é meno evidente. Supponiamo un decreto di mo– bilitazione. In tal caso i comunisti dittatoriali-sta– talisti preconizzano la risposta all'appello e l'an– data alla caserma al fine di fornirsi di armi per in– traprendere poi il movimento insurrezionale. Noi, invece, prevedendo il pericolo che la caserma di– venti la fortezza assediata dei rivoluzionari, pro- S'l'UDI SOCIALI pendiamo per l'insurrezione rivoluzionaria di piaz. za quale immediata risposta all'ordine cli mobiliz– zazione militare, ritenendo che la piazza si presta meglio alla mobilizzazione delle masse, e per inton– dere ad esse l'ardore che le spingerà all'assalto dei depositi d'armi privati e statali e alla lotta a fondo. I bolscevichi si appellano sovente all'esempio del– la Rivoluzione Russa, ma a torto; quella rivoluzio– ne non scoppi6 cli fatto all'atto della mobilizzazio– ne, ma quando l'orrore dell'inutile strage apparve chiaro alle mass•3; e d'altra parta la vittoria dei ri– volazionari sul governo Kerensky non fu che la vittoria della volontà popolare di finirla ad ogni costo col massacro. Il fatto poi che i bolscevichi siano riusciti ad accaparrarla e sfruttarla é altra. cosa. e non fornisce alcun appoggio o apporto alla loro tesi. Comunque gli anarchici restano partigiani dell'u– nita per Ja lotta rivoluzionaria contro la guerra, da qualunque parte essa venga e sotto qualunque man– to o velo di menzogna nasconda il suo vero volto reazionario e nazionalistico, e per la conquista del– l'eguaglianza e della liberta, che, rtpetiamo, nessun governo, nessuna dittatura potrebbe mai dare. Parigi, settembro 1932. P. FELCINO Le rivoluzioni dell' America latina Da qualche mese il Cile é in piena ebullizione [ come i suoi vulcani.. In tutt:t l'Arnerica Latina, da:- la Ten", del Fuoco al Mai• dei Caraibi si odono boat, di rivolta. Perù, Brasile, Argenti:ia, Cuba, Bolivia, Nicaragua, ecc. cospirano e lottano per rovesciar~ tirannis e dispotismi. Nel Cile ; cotp1 dl stato, : cambiamenti di governo, i tentativi cl'insurrezionc si succedono l'un altro fram·misti a tetri saturnal: di reazione ed a demagogiche dichiarazioni in fa– vore dal proletariato e dei socialismo. Ma non c'é da farsi soverchie illusioni. Disgrazi'1- lamente quesli paesi sono ancora Tittime del loro vecchio male del "caudillismo'', cioé deil'esistenz3. di partili che seguono ciecamente un capo ("cau– dillo") e si battono, ora sul terreno politico ed ora su quello militare o insurrezionale, senz'altra mirn che quella degli interessi che quel capo rappresenta. Lotte politiche di programmi e di idee non esistono, fuori ,che per Ie ·minoranze pill avanzale, cli una influenza ancora scarsa uella vita pubblica. I p1r– titi dominanti sono per lo pill fazioni personali, gui dato da un 11 caudil10'', specie òi condottiere che generalmente ha aderenze nell'esercito, tra i con– servatori e i latifondisli, talvolta con P'!ntare}ie demagogiche verso -sinistra. Per esempio, quan•do nell'autunno del 1930 nel Bra– sile avvenne la rivoluzione che 'POrt6 al potere Ce– tulio Vargas, a San Paulo si ebbero ep<sodi di osti– lita contro il fascismo italiano e si permiae al noto romanziere antifascista Mario Mariani, espulso dal governo rovesciato, dl ·rientrare nel Brasile; ma poi a Porto Allegre i fascisli, -con tanto di scudetto Inneggiavano alla rivoluzione. ,Cosi nr-ll'Ul'uguay i ,me partiti tradizionali che si disputauo il potern, Jl 11 Blanco,, e il "Colorado", sono partiti co'IHter...a– tori; ma ambedue hanno nel loro seno in propor– zionJ diverse •clelle frazioni che i::i confondono coi J)a!'tili proletari!. Da tutto ci6 risulta un complicato e confuso a– malgama di progetti e di programmi per conqui– stare il govemo. Ogni cambiamento di governo, sia esso legale o il risultato di un colpo di m•no, port,, generalmente al cambiamento della burocrazia go– vernativa, a cominciare dagli agenti di polizia. In questi paesi quasi spopolati ma ricchi di ma– terie prime i partiti e le frazlbni vengono a lor volt,, manovratl da gruppi di finanzieri e di capltalis•,f stranieri. Quando costoro vogliono stmttare questo b quel prodotto, oppure ottenere condlzioni di fa– vore ,pei loro monopoli o per conquistare nuovi nrnr– cali, dapprima cercano con favori e ricatti l'appog– gio del governo; e se questo resiste, si :rivolgono al partito di opposizione per fomentare una nuova rivoluzione. Di conseguenza i conflitti fra i diversi grnppi di finanzieri e capitalisti diventano i con– fli tli dei partiti che si disputano il potere. Cosi, non é un mistero per nessuno il [atto che i capitalisti e sopratutto le compagnie dei potrolio del Nord Àmerìca aiutarono largamente héll' .frgentina 11 colpo di Stato •di Uriburu del 1930, perché il vecchio "caudillo"' Irigoyen non vedeva d) buon occhio l'inva– sione economica degli Stati Uniti e preferiva favo– rire i capitalisti inglesi, Il conflitto fm la Bolivia e il Paraguay é ancora il conflitto fra finanziere :aord-amoricani e finanzieri inglesi. Ed anche dietrJ la vertenza più recente fra la Columbia ed il Perù non sarebbe torse difticile scoprire qualche influen– za della stessa indole. Il Messico da anni lotta eon– tro la stmpotenza lnvadente degli Sta.ti Uniti. La feroce dittatura di Machado a Cuba ha la stess.1 origine straniera. E cosi via ... Spesso sono direttamente i governi che, per con– servare il potere e superare demagogicamente situa- :doni critiche, contrag~ono prestiti usu1arl all'este– ro, ipotecando in cambio te risorse vi.ve del paese e indebitandolo fantasticament•. In questo modo il capitalismo straniero é 1•iuscilo a ridurre queste popolazioni, pur cosi fiere dellu propria indipendenza, acl uno stato di servitù colo– niale appena larvata. . . Fino allo scoppio d-alla crisi mondiale che stiamo attraversando, fino a quando il mondo assorbiYa. tutte le materie 11rime che i capitalisti stranieri esportavano, Io stato di servitù coloniale delle popo- lazioni era poco avvertito. Si esportavano verso il vecchio mondo e verso l'America del Nord carichi e carichi cli cereali, di caffé, di carni, idi lana, di pelU, di minerali, ecc. Benché i capitalisti stranieri tacessero per sé la parte del leone, c'era ugua'.- mente da mangiare per tulti. 1'.::t)poi era allora cosi facile f<'.re dei debiti all'estero! I banchieri di New York e di Londra eran cosi generosi, che parev:!. un peccato non approfittarne! Ma, sopravvenuta la crisi mondiale, caduti i prez. zi degli arlicoli esportabili, •diminuita enormemente l'esportazione, questi paesi, pur essendo ricchi, si son trovati privi di risorse ed in uno stato fall,- mentare. Poiché essi debbono comperare all'estero quasi tutti i prodotti industriall di cui abbisognano; ed inoltre le compagnie estere che gestiscono ser- vizi pubblici e industrie private mandano enormi dividendi ai toro azionisti, mentre i governi ,devono pagare gli interesli e l'ammortizzamento dei colos– sali prestiti contratti all'estero nel passato. Di più: un costoso· e mastodontico apparato governativo, che, cresce continuamente per mantenere le clientele po. litiche e per 1a mancanza di una. borghesia capace, intraprendente e volontarista; le città capitali con una grande popolazione, sproporzionata in paragone delie campagne quasi deserte; tentalivi di industria- lizzazioni fatti in perdita per la collettività, a causa. delle differenza tra l'alto costo degli impianti mo- clerni e la scarsa capacita d'assorbimento dei mercati interni; infine la svalorizzazione della moneta, do– vuta ai fattori sopra elencati, ecl altri coefficienti di minore importanz.a. Di qui ta situazione fallimentare cui abbiamo gii a}iuso. I governi Cileno e Brasiliano già da tempo hanno sospeso i pagamenti dei loro ingenti clebitl con !'~stero. Gli altri governi, per far onore ai loro impegni, condannano alla fame e alla miseria centi– naia di migliaia di lavoratori e isteriliscono le forz~ vive della produzione. . . E' quindi naturale che lJavversione e Podio éon– ! ro le imprese e le finanze straniere vadano esten- 1lendosi se!llpre più fra le popolazioni sud-americane, e non meraviglierebbe che in qualche paese una volta o l'altr,1 si producesse qualche scatto d'irn niente affatto 'Piacevole pe; capitalisti stranieri. Cile, Bolivia, Perù, si sono rivoltate contro i ti– ranni vecchi ed hanno plaudito ai nuovi col griodo: "Liberateci dal capitalismo straniero!'' Nei Nicara– gua é d:i anni che il generai Sandino riesce a ter.ere in scacco le truppe legali e Je truppe mandate dal governo degli Stati Uniti. Marmeduke Grove, nel Cile, si conquist6 una subitanea popolarità per aver osato mostrare i ,denti alle compagnie straniere più che per il programma socialista che ostentava. Ma in verità la colpa non é tutta dei capitalo straniero. Una delle cause é anche la mancanza di

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