Studi Sociali - anno III - n. 22 - 16 novembre 1932

ANNO III MONTEVIDEO 16 NOVEMBRE 1932 • RIVISTA DI LIBERO tSAl\1[ ABBONAl'IIENTI: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– ,, 1.25 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mane• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO Dieci anni dopo (Luror FABBRI) Unn coda . .. alla "coda volemica" (L.t REDA– ZIONE) La gllerra e gli Anarchici (Emuco llIALA'rESTA) Echi cl'Enropa. Il Congresso Internazionale cli Amstei·clam contro la guerra (P. FELCINO) Le Rivol1izioni clell'Americci latina (TORQUATO Goum) Gli anarchici e la, Rivolnzione (Huoo 'l'RENI) Dalle bolgie del "Confiuo" fascista (A. H.) Responsabil-ita personale e responsabili/a cnUet- tiva (Ll11c1 FABBRI) Libri ricevuti in dono Dl[CI ANNI ooro La compagnia di ventura del fascismo che, risuscitata con gli orrori della guerra dalle tenebre del piu nero passato della sto– ria, occupo dieci anni orsono l'Italia come altre volte le orde degli Unni e dei Vanda– li, - e vi si antierre utto1a 011 l-a lo– lenze piu crudele e la menzogna piu sfac– ciata, - ha voluto nei giorni scorsi festeg– giare, con un baccanale chiassoso e paro– laio, l'anniversario dei giorni in cui la vilta degli uni e la complicita degli altri le resero cosi facile e comoda ·l'ormai tristemente ce– lebre "marcia su Roma". Ed ha avuto ragione di far festa per quel– la sua vittoria che, pur essendo stata ri– portata senza gloria alcuna e senza onore, le ha oonsentito lostesso di raccogliere le spoglie piu opime di ricchezza materiale e di potere politico, e schiacciare il popolo itaJJano sotto il sistema piu barbaro di la– trocinio e di tirannide. Mai la fortuna, pro– stituta svergognata, favori maggiormente nella storia, degli avventurieri politici che meno se la siano meritata con l'opera pro– pri;l.. Anche la storia, purtroppo, é talvolta un gioco d'azzardo nel quale vince chi meno rischia, forse perché anche nel giuoco del– la storia si puo vincere barando. Ma biso– gna dire che é facile barare, quando tutti quelli che hanno in mano le carte, dall'u– na e dall'altra banda, avevan gia deciso in anticipo l'esito del giuoco, e chi gioca nulla puo perdere di suo, poiché la posta n'é costituita dalle spoglie altrui. Tale fu la commedia della "rivoluzione" fascista nel 1922, che dei finti avversari, - il sedicente Stato liberale e le bande fa– sciste, che esso stesso aveva armate e fa– vorite, - conclusero senza battaglia con l'affidare a quest'ultime il governo e la fun– zione di depredare e ridurre a una schia– vitu piu esosa e completa il popolo italiano. Vero é che nella successiva ripartizio– ne delle spoglie, come fra i proverbiali la– dri di Pisa, sorse qualche forte contrasto, e il fascismo, avendo ormai il coltello pel manico, si fece la parte del leone, truffan– do non poco i suoi complici della vigilia. Ma questo non importa gran che. Coloro Per la redazione è l'Amministrazione ri– volgersi a: LUIGI :FABBRI, rivista "Stu<li Sociali" Casilla de Correo 141 MONTEVIDEO (Uruguay) che per due anni di seguito avE)vano spal– leggiato il fascismo, soccorrendolo di ar– mi e di danaro, garantendogli l'impunita di tutti i delitti elencati nei codici, lascian– dogli bastonare e assassinare i suoi avver– sari, derubarne, distruggerne e incendiar– ne i beni collettivi o privati, non potevano meravigliarsi, ridotti a una condizione d'in– feriorita, d'esser trattati anch'essi con po– chi riguardi dai nuovi padroni. Lasciamo– li alla loro sorte di servi sciocchi in attesa che anch'essi paghino, nel giorno della giu– stizia, l'infamia di prima e la vilta di dopo. Poiché il successo é quel che conta per la gente senza scrupoli e per gli stupidi e gli incoscienti, che purtroppo sono anco– ra tanti nel mondo, ripetiamo che il fasci– smo italiano ha ragione di far festa. Ma la nostra posizione di vinti, come non ci scoraggia né ci toglie la speranza e la vo– lonta della rivincita, - che potrebb'essere tanto piu vicina quanto piu sembra lonta– na, - cosi non c'impedisce di scorgere tut– ta la menzogna e il ridicolo che v'é in questo spettacolo da saccomanni che tripu– diano sul teatro delle loro ribalderie. Pri– mi fra tutto la menzogna e il ridicolo di chiamare "rivoluzione" un colpo di mano concordato coi dominatori di ieri e di oggi, coronato dal consolidamento dei privilegi preesistenti e dalla restaurazione delle peg– giori servitu politiche, economiche e spiri– tuali, che un .secolo e mezzo di rivoluzioni e di progressi avevano in gran parte eli– minate. L'unica rivoluzione di cui potrebbero parlare i fascisti, - del resto non vinta an– cora, questa, perché !a riforma del linguag– gio solo il tempo la decidè, né i governi o i partiti vi possono nulla, - é quella che essi, in contrasto col piu comune buon sen– so, tentano di portare nel significato delle parole. La "rea progenie degli ovpressori - cui f-n proclezrn il nwmero, - cui fii rci– gion l'offesa, - e dritto il sangue, e gloria - il non aver pieta (come cantava il Man– zoni un secolo addietro) ha sempre cerca– to d'ingannare il mondo dando un nome di bellezza alle piu brutte e luride cose. Ma senza riuscirvi. Altrimenti oggi, nella sto– ria, potrebbero chiamarsi rivoluzioni anco il sacco di Roru.a e la notte di San Barto– lomeo, o, piu vicini a noi, la vittoria della Santa Alleanza· nel 1815 e il colpo di Stato di Napoleone il piccolo nel 1852. V'é da notare, inoltre, che il fascismo ha commesso forse un errore di data a festeg– giare quest'anno il drnimo anniversario del– la sua vittoria. La vittoria del 1922 non fu sua che in parte. Quella, piu che sua pro– pria, fu la vittoria di tutti i partiti conser– vatori monarchici ed antiproletarii italiani, poiché ne risuìto appunto un governo, in cui coi fascisti andarono al potere i sedi– centi liberali, democratici e popolari, ai quali soltanto due anni dopo, in seguito al delitto Matteotti, il fascismo poté dare il calcio dell'asino per rimanere padrone in- N. 9 22 RIVENDl'fA: Per og'ni copia $ 0.05 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) contrastato e abolire di fatto e di diritto le ultime sparute liber~a costituzionali italia– ne. Poiché piace al fascismo di mascherarsi . da "rivoluzione", esso stesso deve conveni– re che la sua "presa della Bastiglia" non fu l'andata a Corte di Mussolini dopo un tranquillo viaggio in vagone-letto da Mi– lano a Roma, né l'entrata delle camicie ne– re nella Capitale col permesso del Re· ed a braccetto de suoi generali, bensi la tra– gedia dell'assassinio di Matteotti, con tut– to lo svolgersi delle sue scene cruente e macabre dal Lungotevere Arnaldo da Bre– scia alla Quartarella. Questa é la vera "glo– ria" della rivoluzione fascista- Fu il pu– gnale di Dumini, ché squarciando .la gola del deputato socialista, abbatté l'ostacolo costituzionale e parlamentare che impediva al fascismo il suo trionfo totalitario. Quel– lo fu il vero pa,ssaggio del- Rubicone, che poteva segnare la sconfitta definitiva del fascismo e segno invece - non per merito suo ma per colpa e cecita degli oppositori - il s,10 reaie•trionfo. Ma il fascismo ha bisogno di feste, per stordire se stesso e ingannare il mondo. Co– me ha festeggiato nel 1929 il decennale del– la fondazione dei fasci, fingendo d'ignorar– ne l'origine demagogica e scervellata su di un programma ch'era la negazione del suo attuale, cosi ha festeggiata ora la "marcia su Roma", esaltandone oltre ogni iperbole il valore. Ma se vuol esser logico - e sopra– tutto S!J il popolo italiano gliene lascera il tempo - maggiori festeggiamenti dovreb– be il fascismo preparare per il 10 giugno 19i4, pel decennale di quel non primo e non ultimo suo delitto, che piu degli altri gli giovo a dare fondamento al suo potere, ben– ché nella vile paura del primo momen– to tentasse rifiutarne quella responsabilita che, senz'alcun coraggio, accettava piu tar– di, dopo passato il pericolo. Il fascismo fece ai primi di ottobre cor– rere la voce di sedicenti "misure di cle– menza" in occasione degli annunziati suoi baccanali.; e le agenzie giornalistiche dei vari paesi la diffusero con molta compia– cenza. Ma chi conosce il fascismo sa che, quand'esso atteggia la sua odiosa figura ad una smorfia benevola, medita colpi non meno crudeli di quando fa la faccia feroce. Si é parlato perfino di amnistia e di abo– lfzione del "tribunale speciale" ... I giorni della "feste" sono infatti arrivati; ma il primo regalo fatto per l'occasione dal fa– scismo all'Italia, - oltre alle solite stupide vanterie da ciarlatani, - é stato quello del– la tragedia dell'ergastolo di Civitavecchia, dove si sarebbe repressa nel sangue una protesta dei reclusi politici e dove sono morti dopo dieci giorni di sciopero dell~ fame i noti comunisti Terracini, Li Causi e Pianezza. Questa é la vera commemorazione fasci– sta della "marcia su Roma": sangue e mor– te. Non altro. Tutto il resto son chiacchiere,

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