Studi Sociali - anno III - n. 19 - 10 giugno 1932

nismi attuali possono tramontare e sfasciarsi, e la' lotta antifascista proseguire _lostesso, ripren– dere pi'fi audaé() .ed efficace COI). formaziona nuo~ ve, da, noi. non intraviste, € con direttive di– verse. Se questo avverra, tanto meglio. L'im– port.:mte é che niun_a forza resti inutil izzafa; e le varie· forze non elidano a vicenda le propri€ atdvit[i per eccesso_di spirito partigiano, ·a tut– to vantaggio del nemico. Non perdiamo cl 'occhio il nemico. Il fascismo: ecce, il nemico! La causa dell'emancipazione proJetar'.1 come quella deila lioorta umana di– p-~ndcno in gran pa,rte dall'esito della lotta con- 1 ~:a il fascismo, in tutti i paesi ma sopratutto in 1ta 1 ia. Il rovesciamento del fascismo in Ita– lia é indispensabile per la ripresa di tutti i pro,g-r€ssi di liberazione in Europa ed altrove. Possano gli italiani assolvere l'arduo compito chs>loro viene dall '€ssere stati p·ei primi aggio– gati alla più esosa tirannia che la storia ricordi, € possa la r.ivo 1 ur.ion€ italiana aprire la via al trionfo travolgente della nuova civilta socialista e libertmia in tutto il mondo. LUIGI FABBRI. Arrestiamoci sullachina (A proposito dell'Attentato di Buffalo) Mc Kinley, il capo dell'oligarchia nord~americana 1 lo strumento e difensore dei grandi capitalisti, il traditore dei Cubani e dei Filippini, l'uomo che au– torizz6 il massacro degli scioperanti di Hazlaton, le torture dei minatori dell'Idaho e le mille infa– m:0 che ogni giorno si commettono contro i lavo– r~tori nel1a "repubblica modello", colui che incar- 11ava la politica militaristica, conquistatrice, impe– rialist'.ca in cui si é lanciata la grassa borghesia americana, é caduto vittima della rivoltella di un a:iarchico. Di eh-e volete che noi ci affliggiamo, quando non fosse per la sorte riserbata al generoso che, oppor– tunamente o inopportunamente, con buona o cattiva tattica, ha dato s·a stesso in olocausto alla causa dell'uguaglianza e della libert{t? L ·a.mo in questa, -come in tutte ls O"Cèor- renze analoghe: poiché la violenza ci circonda e ci ber.saglia da tutte le parti, noi, continuando c1 lottare serenamente perché finisca questa orribile, necessita di dover rispondere colla violenza alla violenza, pur augurandoci che venga presto il gior no in cui gli antagonismi -d'interessi e di passioni tra gli uomini si potranno risolvere con mezzi um:1- ni e civili, serbiamo le nostre lacrime ed i nostd fori per altre vittime che non siano questi uomini i quali, mettendosi alla testa delle classi sfrnttatri– ci ed opprimenti, assumono la responsabilita ed e!,[· frontano i rischi della loro posizione. Eppure s,i son trovati degli anarchici che har1 creduto utile e bello l'insultare all'oppresso che ;,i ·, ribella, senza avere una parola di riprovazione· p,:-:– l'opprersore che ha pagato jJ fio dei dBlitti chs avt~· va commesso o lasciato commettere! E' aberrazione, é desio malsano di avere l'appro– vazione degli avversari, o é malaccorta "abilita·' che vorrebbe conquistare la liberta di propagare 1 e proprie idee, rinunziando spontaneamente al diritto di esprimere il vero e profondo sentimento dell'ani– mo, anzi fals-!ficando questo sentimento fingendosi diversi da quello che si é? Lo faccio con ricrescimento, ma non posso esi- 1 mermi dal manifestare il dolore e l'indignazion 3 cha han· prodotto in me e .i.n quanti compagni ho avuto occasione di vedere in questi giorni, le in– consulte parole che L'Agit~zione ha dedicato all'a'"– tentato cli Buffalo. "Czolgosz é un incosciente!" - Ma lo conosco· no essi? - "Il suo atto é un reato comune cht"l non ha nessuno de-i caratteri indispensabili perc1é un atto consimile possa ritenersi _politico"! Credo che nessun pubblico accusator.e, regio 0 repubblicano, oserebbe sostenere altrettanto. , Tn– fatti, v'é forse qualche motivo peT giudicare Czlu:– gosz animato da interessi o rancori per·sonali? Non é chiaro ch'egli agi per motivi d,i ordine pubblico, ed intese, con ragione o senza, ma certo con sin• cer:itA e abnegazione, sacriificarsi per una causa? E non son questi elementi che danno al fatto ,il piu spiccato carattere di attentato politico-socia– le? Già, é improprio parlar~ di delitto in casi s-imi1'. S'rUDI SOCIALI . ~ - ·•;.. r' I1 codice lo fa, ma il codioe é fatto contro di noi, contro gli oppr,essi, e nol1 pu6 servire' di criteriQ ai no-stri ,giudizi~.-• 111 Ji•·· 1.,·.,_i Questi sono atti di guerra; e se la g\1erra é- c1e– litto, lo é' per chi in e'Ssa sta dalla parte dell'ill•g;,;. stizia e dell'oppressione. PòsSond ess-ere; 'sono, ùe– linquenti gl'ingl'esi invas~ri. del ·Transwaa·l; ~O!l ]o sono i boeri, quando -difendono la loro liberta, anche se la difesa fosse senza speranza cli riuscita. "L'atto di Czolgosz (potrebbe ris_pondere L Agi– tazione) non ha avanzato per nulla la causa ()pl prpletariato e della rivoluzione; a Mc Kinley aui> cede ,il suo pari Roosevelt e tutto resta na-~lo <,t.J.::– di prima, salvo che la posizione ·é diventata un poco piu difficile per gli anarchici". 'El pu6 d'arsi che L'Agitazione avrebbe· rag.ione: anzi, nellrambiente americano, per qua:nto io ne sappia, mi pare, r~ e:· babile che sia cosi. Ci6 vuol dire che in guerra ci sono 1-e mosse indovinate e quelle sbagliate, ci sono i combattenti accorti e quelli che, Iascia11dosi trasportare dall'en: tusiasmo, si offrono facile bersaglio al nemicr.. P magari compromettono la posizione dei compagni; ci6 vuol dire che ciascuno dev,e consigliare :J di– fendere e praticare quella tattica che crede più atta a raggiungere la vittoria nel plU breve tewp·> e col meno di sacrifizi possibile; ma non pu6 n I– terare il fatto fondamentale, evidente che chi com– batte, bene o male, contro il nostro nemico e cug!! stessi intenti nostri, sia nostro amico ed abbi l cli· ritto, non certo alla nostra incondizionata approva· zioirn, ma alla nostra cordiale simpatia. Che l'unita combattente sia una collettivita o 1w individuo solo non pu6 cambiar nulla all'aspetto morale della questione. Una insurrezione armata fatta inopportunamente pu6 produrre un da.1-:110 reale o apparente alla guerra sociale che noi i:!0tn· battiamo, come lo la un attentato indi:viduaJe che urta il sentimento popolare; ma se l'insurrezl.,ine é fatta per conquistare la libert:.\, nessun anarch1:.u le negherA la sua simpatia, nessuno sopratutt'J o– sera negare il carattere di combattenti politic 1 S!J ciali agli insorti vinti. Perché dovrebbe essere :i~– versame-nte se l'insorto é uno solo? L'Agitazione ha ben detto che gli scioperanti han sempre rttgione, ed ha d·e,tto bene, quantunque sia evidente che non tutti gli sciope.t.i sian.a. c011siglia– bili, perché uno sciopero non riuscito pu6, in d~te circostanze, produrre scoraggiamento e dispersione delle forze operaie. Perché quello che é vero nella lotta economica contro i padroni non lo sarebbe nella lotta politica contro i governanti, che col fu– cile del soldato e le manette dei gendarmi vogliono asservirci a loro stessi ed ai capitalisti? Qui non si tratta di discutere di tattica. S.e si trattasse di questo io direi cbe in linea generale. preferisco l'azione collettiva a quella individuale, anc.he perché sull'azione collettiva, che richiede qualita medie abbastanza comuni, si pu6 ;are più o meno assegnamento, mentre non si pu6 contare sull'eroismo, eccezionale e di natura sua sporadi....-1, che richiede il sacrificio i'ndividuàle. Si tratta o'::1- di una questione più alta: si tratta d-elJo spiritr rivoluzionario, si tratta di quel sentimento quasi istintivo di odio contro l'oppressione, s.znza d:!1 quale non conta nulla la lettera morta dei prJ~ grammi, per quanto libertarù siano gli affermati propositi; si tratta di quello spirito di combatti– vita, senza di cui anche gli anarchici si addomesti– cano e vanno a finir'e, per una via o per l'altra, nel pa;1tano del Iegalitarismo ... ' 1 Francamente, io non posso crederei che l'articolo dell'Agitazione corrisponda ai sentimenti veri dei redattori cli quel giornale, e li conosco troppo per esser sicuro che nessun pensiero codardo di itran– quillita personal-e li ha ispirati. Per questo bastruva· tacersi. 'Essi ha:n doVU<to credere di salvare la rew lati va (oh! ben relativa) li berta di prop3.ganda che in questo momento é lasciata loro, han clovut~ credere di far gl'interessi del nostro partito, de!le nostre organizzazioni, dei nostri giornali: tutte cose che io credo ottime; ma che non compensano il danno che pro-duce il mentire alle proprie convin• zioni. E' sto.lto;,.. per salvar-e la vita, ,distruggere le rn.• g!oni del vivere. A che possono servire le organiz– zazioni rivoluzionarie, se si lascia morire Io spir~– to <rivoluzionarlo? A che la liberta di propagar.·la, se non si propaga pili. quel che si p•ensa ?, Ed il peggio si é che gli anarchici antiorganizza– tori, quelli che s-ono contrari alla partecipazione al la lotta operaia, aI-Ia costituzione in partito;, ece. 3 non mancl)eranno di dire e di credere che q 1 .te~:,> spe,gniei·_si. delio-. sPtrho '1·ivo!uii'ona,;·fo é- co1rse{11e1l– za del metodo ,che. essi_ disap,provano. N~11 avranno ragione, ma_ sembt'erarino· aver1a, -e ti6 fara più 1an· 110 al nostro" la.vofcl"cbe noti· t!I't'te 'I.e'' j,~1'niili per- secuzioni. . , Secondq me il segreto del -rtostro ·successo sta nel sapere cOnciliare lo spirito e i•azibne <rivolu– ziollaria c·o·n l'azione ·Pratica di iutti 1 i gforni; nel sapere partecipare aile piccole lotte senza perde– re di vista la lotta grande è definitiva. E ).a. cos_a a me non par-e c1:fficile. Spero' che gli amici dell'Agitazione sapranno fa.:– dimenticare un momento dt cattiva ispiraZione, a mantenere al giornale il carattçre schi'ettamente ri– voluzionario che, corrisponde ai principii an~rchici. ERRICO MALATESTA. (Dal periédico "L'Agitazione" di Roma. - Numero del 22 settembre 1901,) Malgrado ~I suo carattere polemico, anzi appun– to per ci6 questo vecchio scritto di Malatesta com– pleta molto bene gli altri suoi articoli ripubblicati nei tre numeri precedenti all'incirca sugli stessi ar– gomenti. Mostra cioé quakhe lato del pensiero del nostro amico, che pu6 evitare e_ventuali interpetra– zioni troppo unilaterali di qualche altro 1uo 5critto. Que.st.a ripubblicazione, dopo trent'anni, mi offre l'occasione di ricordare quello che fu un mio pri• mo ... infortunio sul lavoro. L'articolo su "L'Atten• tata di Buffalo" comparso - se ben ricordo, poiché ristab-ilisco a memoria - 1'8 settembre 1901 ne "L'Agitazione" dl' Roma (redatta allora da me), che provoc6 la severa critica di Malatesta, pur• troppo l'avevo scritto io. Veramente m'era uscito dalla penna, malgrado le migliori intenzioni, qual– cosa di molto stupido e ingiusto; ,e Jo riconobbi lealmente, se non subito, a distanza di poco tem• J?O. Fu per6 un errore .soltanto mio, personale, che sollev6 sub.ilo e p-er prime le recriminazioni dei migliori compagni (di Roma, Ancona, Napoli, ecc.) che allora si raccogliessero col nome di "sociali• sti-anarchici" attorno al period-ico, in quell'a'nno trasportato da Ancona a Roma. E fu· in conseguen– za di quella mia "gaffe" che lasciai i] giornale do· PO un paio di mesi. A mia parziale discolpa, per6, debbo dire che quella cattiva piccola prosa (un ar– ticoletto brevissimo, di poche righe) Io scri,ssi in gran fretta, - l'uccisione di Mc Kinley era avvenu– ta a Buffalo il venerdi 6 -settembre, - credendo in buona fede a notizie ùel tutto fals---- !~lle agenzie telegrafiche su Czolgosz, la sua pc:-~c:1::., i -suoi mo• venti, ecc. che mi trassero co;:-;p:etamente in in• ganno sul carattere dell'attc:1t:!.to. Fu una lezione per me, che non ho mai più •dim-enticato, sul grave errore di basare in casi simili il proprio giudizio [;Ulle notizie della stampa nemica. Malatesta mand6 subito il suo articolo di protesta a L'Agitazione; ma quiv.i, a mia maggiore morti– ficazione, il suo scritto fu sequestrato dall'autorita giucliz;iaria ùi Ro-ma, e -comparve ... in bianco. Pe– r6 1 fu suh;to dopo ripubblicato ne Il Risveglio di Ginevra e ne La Questione Sociale cli Pater-son. LUIGI FABBRI. Rico1·diaino il clo'Vere cli aintare le 'Vittime politiche! Ragioni di spazio e 'impediscono di riprodnrre appelli, cù-colari, resoconti, ecc. che "ppaiono in altri perioclici, cliffnsi fra co,npa– gn i ancor pù, della nostrci rivista; nw ci6 é 1i- 11u. mgione di nifr ver noi di rarconilin'dare a.i letto1·i il co1npimento ala.ere e solerte del sacro im1,egno della soliclariefft, clovuta cla tutti ai caclnti nella loffa cd alle loro famiglie. Diamo 12ui, per norma clei volenternsi, ifti in– dirizzi cli alcnni dei principali Comitati cli soc– corso, cni rivolgersi con le offerte per venire in aiuto alle vittime politiche: Comitato Nazionale Anarchico pro Vittime po!itithe. -- Rivolaersi a: JEAN REBEYRON, 31, rne P{'rn('tty. PAlUS, 14 (Francia). Comitato pro figli dei Carcerati politic-i rl 'l– tct!ia. - Rivolgersi a: CARLO FRTGERIO, Ca~e poste Stand 128, GINEVRA (Svizzera). CTomitafo lnternaziona.le LibPrtario d'assi– stenza. a'le vittime politiche. -' Rivolgersi a: CO.\HTATO !NTERNAZIONALIE LIBERTA– RIO. P. O. Box 563. WES'rFIELD. N. JER– SEY (Stati Fniti). ('omitato pro vilfimP politiche de/l'Unione Sindacale Italiana. -- Rivolgersi ci: ,J. BAR– BIERI, 6, ru<' Renm·dière, J?ONTENAY SOUS– BOTS (Seine) (Francia). I compag·nf che ricevono pm copie della l'ivista sono preg·ati ili avvertire~ s~ la ri• cevono e se dobbiamo semp1·e ,spe_d_ire io stesso numero di copie, opp,1re aumentarlo o diminuirlo. 1

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