Studi Sociali - anno III - n. 19 - 10 giugno 1932

ANNO III MONTEVIDEO, • Rl\'IST A DI LIBt:RO (SAME ABBONAMEN'fl: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri t 2.– ,, 1.26 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO La Cr1si dell'Antifascismo (Luigi ]<'abbl'i.) Arrestiamoci s11l/a china (Errico Malatesta.) Un anno di Rep,tbblica m Spaona (H~o 'rr;,ni.) Possibile ot·ientazione dell' Anat·chismo (Dome– nico ,Jacovelli.) Uno f01·nw pratica r/.i O!'ganizzazione =arnhica (Oaston Leval.) 1 1 Pericolo Cattolico (Lucia Fe,.rari.) Le, t·edenzione delle prostitute nell'IJ. H. S. S. (Camillo Berneri.) Biblinyl'afia ( Catilina e Bibliofilo.) LacrisideWAntifascismo Ci arrivano dall'Europa, insistenti, gli echi di polemiche, da qualche tempo piu vivaci e diffuse, tra le varie frazioni dell 'emigr.azione italiana antifascista a tendenze democratiche e :;ocialdemocratiche. Evidentemente questo anti– fascismo, il più conosciuto come tale perché a \'CV, s,iputo- d,u-.si una -fo~·ma- cl 'organizza,zione comune nella "Concentrazione Antifascista" con sede a Parigi, sta traversando un periodo di crisi che, ci sembra, supera questa volta il limite dei soliti dissensi interni inevitabili in s-eno a qmlsiasi col'ettivitft militante. La cosa interessa anche noi, benché doppia– mente lontani dalle frazioni politiche interes– sate: lontani per lo spazio che ci separa ed attenua i rumori giuntine fin qui, e lontani so– prMutto per programma, indirizzo e modo d 'a– zione. Per noi l'antifascismo, pur costituendo un serissimo problema di lotta e di rivolta che ha speciali esigenze e supera le strette necessita di partito e di classe, rientra lostesso implicita– mente nd nostro anarchismo rivoluzionario, che non é soltanto una teoria .avveniristica ma al– tresi um norma di condotta e cli pratic.a quoti– diana, la guida. migliore nel combattimento con– tro i nemici della liberta e del proletariato. Pure, la lotta antifascista che si svolge in un campo cosi distinto dal nostro, come queEo de– mocratico e social-democratico, non puo lasciar– ci !oste ·o indifferenti; e ne seguiamo dal di fuori le vicende con l'attenzione che merita un movimento avversario e diverso, ma destinato ad essere per qualche tempo ed in certe cir– costanze collaterale o convergente col nostro con– tro un nemico comune, salvo a divenirgli a sua volta nemico anch'esso sul terreno dei fatti in altre circostance ed in un tempo piii o meno lontano. A parte il fatto tutto materiale e contingente dell'avvicinamento nella sventura. comune e del– la. simpatia istintiva per uomini fatti segno agli stessi colpi nemici che colpiscono anche n-0i, ed alcuni danno bella. pro-va di fierC'.i:za,coraggio e ardimento, - come avviene del resto in ogni altro campo e settore dell'antifascismo proleta– rio e rivoluzionario, - non possiamo non rico– noscere che l'antifascismo democratico e so– cialista, cosi lontano dal nostro, compie pur esso una sua. funzione utile, non foss 'altro con l 'im– pegnare nella lotta contro il fascismo, in misura e forme diverse, tant 'altra gente di cui megli0 interpreta le tendenze più moderate e che per Per la redazione e l'Amministrazione ri- I volgersi a: LUIGI l<'ABBRI, rivista "Studi Sociali" Casilla tle Correo 141 MON'l'EVIDEO (Urug·uay) mentalita e stato d'animo non verrebbe mai con 1101. TI fascismo (• tale un nemico contro il quale nessuua forza ostile, piccola o ;rr.ancle che sia, da qualunque parte lo colpisca, si puo dire inu– tile; ·e ninna opposizione abbiamo noi interess;, di disarmargli o diminuirg!i, per quanto lontan;i od avversa ci sia. Nulla di cio che é antifascista ci trova indifferenti. Senza invidie e senza riva– lita, se altri, anche non amici nostri, riescono. arrivando dove non arriviamo noi, a. fare qual– che danno .al fascismo, noi diciamo sempre: '' tanto meglio!'' Ogni en·ore, anche di avver– sari nostri, che si tra.duca in un vantaggio pel fascismo, ci fa dispiact>re benché avvalori la. nostra. critica a Il.a tattica altrui. Per tutto ei6, noi facciamo bensi eia noi e con le nostre forze la. 1 otta nostra, andando intransigentemente p'Cr la nostra via coi metodi nostri, senza. c.onfon– derci né patteggiare con gli .,1ltri, senza rinun– ziare a propagare e difendere in libere e serene discussioni le idee e criteri nostri, e senza tacere le nostre critiche oneste alle idee e criterii al– trui; ma teniamo il dovuto conto cli tutti gli altri movimenti anti fascisti , cominciando da que o democratico e· soci.al -democratico, di cui non ci dissimuliamo l' importa nza., e la crisi del quale risveglia il nostro maggiore interessamento. * * :i!< Quando sorse in Parigi qualche anno addie– tro la "Concentrazione Antifascista", r.~cco– gli€llte tutti i partiti italiani aventi per comU11 denominatore un pr-ogramma. di democrazia, <les– sa ci parve obiettivamente cosa buon.a ed utile. Il programma era di per se stesso erroneo, se– condo noi; ma poiché v'eran 'tante forze disperse che s'ostinavano in esso, era bene che almeno cotali forze si mettessero in grado di rendere al fascismo il maggior danno possibile con l 'unirs1 fra loro. Speèie in esilio, la lor-0 disunione ave– va. una ragion d'essere poco solida; mentre il loro accordo rendeva più chiara la loro posi– zione, sgombrando molti equivoci, anche cli fron– te a noi anarchici che non potev,qmo confon– derci in nessun modo con la. loro formazione politica.. D-el resto la stessa. lor-o forma cli rac– coglimento, quella federativa che lascia.va ad ogni forza distinta la sua autonomi a, parve s ag– giamente scelta. Infatti per qualche tempo la "Concentrazio– ne" svo'.sc un lavoro da un punto di vista. ge– nerale assai efficace, raccolse attorno a. sé molte simpatie, mise in attività molti elementi che altrimenti sarebbero rimasti inerti, suscito nell' Ita 1 ia martoriata non poche speranze. L'odio piii furios.:i che subito le acldimostr6 il fascismo fu la. prova migliore della. sua non inutile fun– zione antifascista; la quale segno irrdubbia– mente un progresso sull'antifascismo precedente caotico e confusionario, che conobbe i pasticci "'iornalistici del clis"'raziato Donati e le losche imprese del tradito1; Garibaldi. L'antifascismo. della. "Concentrazione", che aveva preso le mos– se da una opposizione piu che cauta.. e mode– rata. si ando accentuando in senso sempre piu antimona.rchico, giunse a riconoscere la necessi– ta di pas.:.1re sul terreno rivo! uzionario; ed avrebbe potuto progredire anche di piu, sia. in allargamento d'influenza .al di fuori, sia in radicalismo di tendenze all'interno, se a. un certo N.• 19 RIVENDITA: Per ogni cop_ia $ 0.06 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di doll~ro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) mom;,nto le fone dissolventi della. discordiR non ,aveoSero cominciato a minarlo e rallentarne il moto, per alla fine spezzame formalmente la compagine. Lasciamo da parte le cause generali della crisi p1ima di tutte l 'cssere l'antifascismo un.a ne'. gazione condannata a. restar tale finché il fa– scismo continua ad esistere; e pift il tempo passa e piii il disagio di questa posizione tende a iHasprirsi. V 'é poi, piu interiore ali 'antifasci– smo st;,~s o d'ella "Concentrazione" il peccato 01lgina.le tante volte denunciato cl~ noi anar– chici com e causa di degenerazione penmm<>nte: quello, tutto democratico, cli vedere la. salute d€l popolo italiano soltanto o quasi in una. so– st itu,.:ione d i poteri ed in un ripiegamento verso il pasf.1.to piuttosto eh<>in uno slancio verso l ' avvcnire. 'Restano poi, cause concomitanti, i veechi errori cl 'uomini e di partiti, il persistere <li menta 1 ita e psicologie superate dai tempi, opportunismi determinati da vanita e interessi settarismi a stento larvati e og nor.a riso rgenti'. me:,c>hinità e ripicchi inerenti a natura.li debo– lezze pt>rsonali, ecc., ecc. A parti~ tntt:i cio , ,pero, Q,fmhra d, vedere P=P<J-nder~, 4'1.·a le cause di crisi del! 'antifascismo d- 0 11:Jcratico, - crisi che app.1re evidente ali 'esL•r,10 dalla fiacca suc– ceduta in quest'ultimo periodo allo slancio dei p,·imi_momenti, dalla. diminuzione d'energia ag– gr<'ss1va, da un abbassamento di tono di tutta 'a lotta, - lo spirito d'incomprensione e d 'in– t0ll-ernnza tra la varie fon,e d'opposizione al fascismo, benché non divise affatto da una so– stanziale differenza programmatica di scopi e di metodi. lla. un lato v 'é ! 'errore unitario, il primo che s '(, manifestato ed ha in parte provocato gli altri ed opposti errori, il quale ha cercato fin dall'inizio cl'i'Il1porre a forza cli maggioranze non sempre reali un indirizzo unico a.Jla "Con– centrazione", e precisamente il vecchio indirizzo riformist.:i del! 'antica destra del partito socia– lis1'a italiano e della sua alleata Confederazione del Lavoro. Poco per volta questa. impo8izione, nelkt sostanza se non nelle forme esteriori, ha finito con l'urtare e indisporre le altre forze meno ricche d'uomini influenti e di mezzi ma– t-eriali, e col ledere il patto federalistico d 'in– terindi penclenza comune. Praticamente l'errore ~i manifesto, fra l'altro, in un primo tempo col tentativo di unificare i due partiti socialisti italiani .1derenti alla "Concentrazione" (''uni– tario" ed "ufficiale"): tentativo fallito com– pletamente e riuscito quindi a nna rnagg-iore e pi(1 aspra divisione. Non discuto le ragioni ciel tentativo: esse era- 110ottime, e una riunione "vera." dei due par– titi rnrebbe stata logica ed utile, sia dal punto cli vista teorico che da quello p1·atico. Ma le ragioni contano poco, ~e gli uomini non le capiscono; e dal momento che una forti,;sima minoranza - se non addirittura la rnaggio– nrnza - cli uno dei due partiti non voleva saperne di unificazione, meglio sarebbe stato rinunciarvi piuttosto che attuarla a dispetto di tutta una collettivita non indifferente, che ve– niva cosi messa automaticamente fuori della " Concentrazione" e che del resto se ne distacco anche formalmente. La ''Concentrazione'', co– prendo con le sue ali la forzata unificazione favori in realta una piu seria divi~ione nelle

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