Studi Sociali - anno III - n. 19 - 10 giugno 1932

4 s·.rum·sor-lALI =========-------,=-==== I .d-,·_ Re·pubb.1-ica. :I· te, le probabilità di riuscita, - non s'incomincerebbe . mai!· -"perché bisogna itr.fondete .... una fede nuova., Spasna '·,.'..... 1·,·PO}"l'e_.nellemas,se-~n lil!vl\o>pjù emcace che non il semplice c~lcolo di uomini politici avveduti e scal• tr'!. Per· qÌiéÌifo·· il $ùo • tentativo di Jaca, del 12 tli– Guardiamo alla Spagna. cembre 1930, fu lasciato fallire dagli allora di re· Un anno in Dopo gli entusiasmi unanimi dei primi giorni, la 1· cente còrnertiti alla repul:)blica, gli Alcalà Zamona, gioia di tutti p.er la caduta de! vecchie regime e le i Maura, ecc., ecc. speranze nel nuovo, é passato tempo su!ficiente per A costoro o11e con scuse, silenzio e voluti ritardi guardare alfine alla realtà spagnuola. con occhi ben I allontanavano sempre il momento della rivolta cli -differenti. Con troppa chiarezza si vanno giorna!- tutta !a Spagna, col pretesto di aspettar d'avere mente precisando le aspirazioni reazionarie d-ei di- tutte le possibilita cli riuscita, Galan diceva: "le riganti del -nuovo governo repubblicano, in deciso rivoluzioni non si possono fare col doppio decime- contrasto con quelle delle masse più sofferenti che tro"; ed inizi6 la lotta, nella speranza che 1'esem- speravano ed aspettavano, dal movimento incomin- pio suo si sarebbe diffuso come una macchia d'olio ciato con la cacciata dei Borboni, una migliore rior- e presto avrebbe guadagnata tutta la 1 Spagna. ganizzazione sociale; ed in contrasto altresi con. le Ma, nell'organizzazione del complotto che doveva aspirazioni, 1a propaganda e. la fede dei pionieri portare a1la sollevazione di Jaca e (nell'intenzione di quel movimento, i quali pel suo trionfo avevano cli G~lan) ad un movimento rivoluzionario generale data la vita. Il contrasto é troppo stridente per spagnuolo, egli e gli amici suoi· avevano gia avuto cullarsi ancora in qualche illusione. occas.ione di trovarsi davanti alla difticoltA od in- Gli avvenimenti che si svolgono da qualche tempo ciampo costituito dai non rivoluzionari che purtanto nella peni.sola iberica sono estremamente seri, e s-em·bravano volere una rivoluzion,e. Fn cosi che per ·nessuna ragione devono e possono passare in: essi si convinsero che una rivoluzione, per riuscire, osservati, non solo a noi anarchici ma a tutti gh occorre sia fatta da rivoluzionari, perché col fare uomini cui interessa ogni movimento tend-ente al entrare in lei uno spirito non rivoluzionario le si progresso ed al ·maggior benessere dell'umanità. La prepara la -disfatta: i complotti si scopr_ono, gli en- realté. é che in 1Spagna si é voluto stornare al com- tusiasmi si smontano, gli uomini d'azione vengono pleto il senso che alla rivoluzione avevano impres- scoraggiati e stroncati. so i suoi pionieri, gli uomini che l'avevano prepa- rata con la loro opera ed azione. Una terribile contra<lizione della storia fa si che, quasi sempre, i precursori di un movimento, quelli che col loro pensiero e la loro azione cercarono gettare le basi o tentarono realizzare un loro sogno di una società migliore in un momento ,d'incompren– sione· generale, pagarono questa loro audacia con la vita mentre molti di quelli che vennero dopo, pur rich 1 iamandosi sempù~. al pensiero e al sacrificio dei primi, noR seppero far altro che 11rofittare ~el la: voro di quei precursori, smentendone per6 coi fatti il pensiero e le aspirazioni. Sopratutto ci6 si puù costatare con frequenza nelle rivoluzioni e nei gran– di movimenti di masse. Coloro che il giorno innanzi propagavano le idee più. belle, rappresentanti qualcuna delle aspira.zioni massime della collettivitA, li si vedono, raggmnto il loro scopo p~rsonale, non occuparsi d'altro che di frenare gli slanci delle masse saturate dalla loro propaganda di ieri e illuminate dall'idea dei pre– cursori: idea che esse masse vorrebbero trasfor: mare in fatto, in realtA. Numerosi sono gli esempi che si possono citare di ci6, sia nell~ lott~ p~r la indipendenza di un popolo, sia nelle ;1voluz!on1 che tentarono gettare a terra un veccluo re.g11ne .per ___ __,·sta_ur_a..rneuno nuovo e.. migliore. La rivoluzione Francese, quella Russa e più recentemente 1a i,a:– a-nuola sono li a provarcelo. ~ In Spagna la repubblica, benché giovanissin~a, _gia si é macchiata di terribili delitti a danno dei rivo– luzionari, per impedire lo sviluppo che. ~Ila rivolu~ zione volevano -dare le masse lavoratr1c1, le .qu~h erano ispirate dagli uomini che avevano contr1bu1to a prepararla ,non solo col pensi~r_o ma altre~! c_on l'azione, il sacrificio ed il mart1r10. Senza nsahre troppo indietro nella storia, basti guardare alla-_sto: Tia di ieri e ricordare gli ultimi martiri sacnflcat1 dal regime monarchico spagnuolo: specialmente la figura grande e simpatica di Firmin G_alan, che h~ qualche cosa di comune col nostro P~sa~ane .• ~0s1 si comprenclera meglio una delle rag10m dell irre– quietezza del popolo spagnuolo, che av~v_a ed ha bisogno non solo cli cambiare degh uomm1 alla di– rezione delle cose del governo, ma cli mutare tutta la costituzione sociale vigente. Firmin Galan, come molti altri che gettarono la loro vita in olocausto per l'avvento della repub– blica spagnuola, non era anarchico; per6 egli aveva visto che il male era ben più profondo e non po– teva g~arirsi col semplice camb.iame~to degli uo_mini al potere. Egli, mentre ancora mfur1ava la reaz10ne, condannato a morte in conseguenza del suo tenta– tivo rivoluzionario noto sotto il nome de "la Ri– volta di Jaca'', cosi firmava la sua sentenza: "É questa la firma che scrivo co~1 p_iù piacer~,. perc~é, convinto che la repubblica é il regnne che p1u conv1e_– ne alla Spagna ,spero che il mio sacrificio non restera sterile". Ed !~fatti la repubblica é venuta in Spa– gna tra l'entusiasmo di tu~to il popolo_- Ma quale Te pubblica! No, certamente. quella d1 cm Galan get– tava le basi in nn libro, piccolo di mole, ma denso di considerazioni, di pensiero e d'inquietudine, che aveva intitolato appunto "Nueva Creacion''. Repubblica significava per lui, come 1,e,· i! gruppo di entusiasti che aveva organizzato e partecipato alla rivolta -di Jaca, - cosi riferiva il capitano .Sediles, - "elaborazione del benessere dell'Uma– nit3.''. Erano que'ribelli un gruppo di militari giunti, sotto l'influenza di Galan, a una comprensione nuo– va de la vita: pronti a lottare e sacrificarsi, ma non, come disse lo stesso Galan, per un movimento che fosse nient'altro che una "militarata" di più. "Per– ché l'esercito deve andare insieme al popolo, ser– vire il popolo. ·E questa é l'unica maniera per scuo– tere il giogo sotto cui viviamo, dalla Restaurazione in poi". Galan concepiva la rivoluzione non solo come nna semplice spinta iu avanti, ma come un vero princi– pio per tutta una nuova creazione della societa, e sopratutto come un vasto movimento abbracciante tutto un popolo e spingente questo verso forme n110- ve e migliori di vita. Una rivoluzione come questa non si pu6 tentare con tutte, matematicamente tut- " • • Aprire qui una parentesi, e parlare della vita e del pensiero di Firmin Galan che é stato uno dei più attivi preparatori della repubblica, sarebbe sicu– ramente utile, ma ci porterebbe troppo lontano. 11 1 suo pensiero e la sua critica sono racchiusi nel libro giA surricorclato "Nuova Creazione"; e la critica ne é rivolta, oltre che contro la civiltà moderna che dichiara in bancarotta, anche contro tutti i partiti e le tend·enze sociali e politiche, fino a Marx e Bakunin. Si potrebbe perci6 dedurne qualche utile insegnamento e sopratutto coglierne occasione per una discussione proficua, se purtroppo l'autore non fosse tragicamente assente. Il Galan partiva dalla seguente constatazione: "La gravita del momento presente sta nella enorme con– fusione esistente ed iu aumento ogni giorno più. in forma veramente allarmante; non vi é nessuna solu– zione per le inquietudini sociali nelle teorie e princi– pii attuali. La civilta soffre di una profonda crisi in tutti in suoi ordini. La magnifica impalcatura del progresso scricchiola da tutte le parti, sen– za che vi sia cli pronto nulla per sostenerla, raf– forzarla e migliorarla. La salvezza della civilta di– pende solo ed esclusivamente da una nuova creazio– ne che, assumendosi l'eredita dei secoli, modelli razionalmente la vita civile eYS0 nro stato supe rio1~e". Vi é chi spera la salvezza dai partiti socialisti. Illusione! Ci6 che essi fanno lo vediamo tutti i giorni. "I partiti socialisti occupano il potere. !~1 varie nazioni, 1na in nessuna hanno solamente 1111- ziato delle riforme. Nessuno tiene una maggioranza propria; per6 se anche essi l'avessero non po~reb– bero portare a compimento ninna trasformaz10ne importante". Di qui la necessità di elaborare un nuovo pro– gramma che, secondo il Galan, eliminasse gli errori dei partiti socialisti, e con elementi nuovi portasse la societa verso la "nuova creazione". E benché Ga– lan critichi, e non poCo, la concezione anarchica, non rifugge per6 dall'adottare per il suo programma molte delle conclusioni libertarie. Perché in realtà ci6 che sembra lo allontani in certo qual 1nodo dall'anarchismo non é il trovarne brutto o clife 1 ,– toso l'ideale; al contrario egli dice che, "idealmente non pu6 esservi più perfetta idealité.". Per6 lo trova un p6 utopico e di troppo lontana realizzazione. Cosi, per rendere più aderente alla realtà il suo programma, che potremmo definire social-inclividu~– lista istintivista, contrappone alla formula auarcl11- ca "a ognuno secondo le sue necessita e da ognuno secondo le sue possibilità'' quest'altra: "a ognuno secondo le sue necessita e eia ognuno secondo le sue capacita ed il suo sforzo fisico''. Egli crede questa formula pilj, semplice e chiara di quella anarchica, rnentre in realt~ é cli molto più compii· cata e anche di -difficile realizzazione. Per quanto 1·iguarda lo Stato, il Galan é per uno di forma "semplice e che perda la sua vecchia ca– ratteristica cli Stato e ne pigli una nuova pili. ele- 1;1entare ed umana di Comitato di Relazioni Interne ed E$t~rne; in una parola uno Stato che non sia Stato, 'uno stato per governanti nuovi, con una nuova visione, -e che in nessun caso sia un baluardo auto– ritario cli tiranni come quello dei governanti avutisi fino ad ora". Insomma il suo programma potrebbe essere piut– tof.to per una societa di tra passo, una societA in cammino verso forme sempre più pet 1 fette e civili. Fn pp1· q11csto programma che Galan si batté ed é mort::> ;n I-Iuesca, come é per la i:;peranza nell'av– ven1o di una soci eta nuova, non perfetta ma perfet– tibile, che i! popolo spagnuolo ha gridato la sua gioia al proclatharSi della repubblica, sperando in una repUlbblica che rappresentasse almeno il princi– pio di questa nuova societa in elabo]ìazione e che sopratutto permettesse tale elaborazione. • • • In -~pagua, l'anno di repubblica testé trascorso non rappT8senta punto un anno 'cli v-ero progresso sociale. La medesima violenza repres$iva contro la classe– la.·voratr!ce, ohe uea.va prima la Monarchia, l'ha usata <> continua ad usarla la Repubblica. Non si è nemmeno cercato -di tentare la pili. ;semplice ri– 'forma tesa 11 migliorare il livello di vita delle classi produttrici e sofferenti. Alle mass·e, - spe– ranzose nelle ,parole che fino al giorno pi-ima di prendere il potere avevan loro rivolte quelli che divennero poi i nuovi governanti, - é bastato che formulassero alcune richieste, che ricordassero al– cune prom-ese, o esigessero alcune r-ealizzazioni,,...., perché si rispondesse loro con del piombo, con gh arresti e con le deportazioni in massa di rivoluzio– nari. Citare (atti ed episodi ci sembra superfluo. Basti semplicemente una sommaria statistica, tolta dal quotidiano "Solidariclad Obrera", organo <!ella Confederazione Regionale del Lavoro della Cata– logna, che la stendeva per la ricorrenza del primo anniversario della Repubblica. In tale occasione il giornale su<ldetto presentava un terribile bilancio dei massacri di operai perpe– trati in questo primo anno dai governanti della giovine repubblica. Risultavano, da! 13 aprile 1931 al solo 21 gennaio 1932 (dieci mesi) cento morti di parte operaia nei varii eccidi e 365 feriti. Se a questo si aggiungono gli arresti e la deportazion-e nel– l'Africa equatoriale di una enorme quantita di sinda– calisti e di anarchici, possiamo avei:e il quadro della situazione spagnuola e degli intenti reazionari dei suoi governanti, come pure delle enorme <lifficolt{l in 'cui é costretta a dibattersi la rivoluzione per potersi far largo ed affermarsi nella vita e nella attività di tutlo i! paese. Pure, non ostante questo orizzonte cosi buio, che r.ovrasta la repubblica e la rivoluzione in Spagna, non ostante tutti gli ostacoli che si cerca di frap– porre al libero sviluppo delle energie proletarie e libertarie, non bisogna ,disperare. Molto buon seme é stato sparso nei solchi ancora dischiusi al sole; e se si saprà lavarar bene quella buona terra, -essa, non ostante gli sforzi reazionari, saprA far germo– gliare il seme gittato e dare frutti eccellenti: frulli di liberta e benessere per tvtli i lavoratori spa– gnuoli. Ma bisogna lavorare Attraverso e conlro tutte le reazioni e le insidie bisogna saper lavo– rare alacremente, con amore· ed entusiasmo; e gli anntversari che verranno non porteranno più, allora, con sé un bilancio triste come quello con cui si é chiuso questo primo anno. HUGO TRENI. Possibile orienlazione dell' Anarchismo ~'-=-'-'-'--=----,._- Lungi dal considerare l'anarchismo come un mo– vimento politico o, peggio, come un partito, in segui– to all'asper:enza e alla riflessione, m'induco a ri– ~enerlo piuttosto come una filosofia umana capa– ce di dare un indirizzo di vita a individui e a grup– pi d'individui e d'esercitare una funzione di critica, a volta a volta, eccitatrice o inibitrice, susc2ttibile d'essere altamente benefica alla società. Nego il carattere di movimento politico, nel 8en– so comune della parola, specialmente per questa ragione, che considero fondamentale: l'organizza– zione sociale va fatta con g!i elementi che effetti– vamente esistono -e- non gic\ con quelli che vagheg– gia la nostra fantasia d'idealisti. Orbene gli elementi che esistono sono prevalen– temente individui, le cui vedute, o per innato egoi– smo, o per la corruzione esercitata dall'ambiente corrotto o, finalmente, per l'abitudine di conside– rare la vita di una maniera piatta e disgraziata, sono troppo ristrette e volgari per permettere certe i11usioni. In altri termini, pili. grande ancora del– l'i111sieme di quegli uomini che aspirano a una mi– gliore organizzazione sociale, esiste una massa che, per incapacita o per perversione, rimane pesante e ostica. E di questa massa fan parte gli 01>erai troppo stupidi, gl'impiegati troppo vili, g!'inteliet– tuali troppo egoisti, i capitalisti troppo !cidri e, fi• nalmente, i ruffiani, gli ·sbirri, i preti, gl'indegni di tutti i mestieri, i furfanti cli tutte le risme. Ma poiché un'organizzazione sociale non pu6 non essere adeguata agli organizzatori ed agli organizzati, ac– cadrA fatalmente che l'organizzazione della societA, nell'·epoca attuale, potrà essere tutto quello che si voglia, ma non già anarchismo. Di ,realizzabile, invece, esiste, a parer mio, la formazione di gruppi d'individui particolarmente pre– disposti e preparati, che vogliono in comune espe– rimentare le possibilita del libero accordo e inten– tare di educarsi ad esso con !a pratica. cli tutti i giorni. E' questo l'unico tentativo degno, che ·si possa fare, nel senso di una realizzazione positiva, senza disvJrtuar-e il concetto cli anarchismo con pratiche ineluttabilmente autianarchiche. Né io dimentico di considerare i tentativi - in– vero più teorici che pratici - di quei cdmpagni

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