Studi Sociali - anno III - n. 18 - 25 aprile 1932

6 S'fUDI SOCL\.LI Il Pericolo Cattolico (Continuazione. Vedi n. precedente) Da quanto precede risulta chiaramente ,quale sia il carnbiamento di rotta che a me sembra che i tempi e gli uomini mutati impongano alla lotta degli s.pi – riti liberi contro il tradizionale assolutismo cattoli– co. Il •mio discorso sarebbe nelle sue linee generali finito con la seguente conclu~ione a cui tendono k molte parole che ho ormai spese intorno a quest0 problema: r.v la lotta contro la Chiesa deve essere una lotta pratica contro la forma centralista e auto– ritaria che assume nel cattolicesimo il sentimento religioso; n.v le discussioni sull'esistenza di Dio, sui rapporti fra spirito e materia non sono parte inte– grale della propaganda anarchica, ma rispondono semplicemente al bisogno che sente .ciascuno di noi di diffondere ci6 che pensa, anche indipendente– mente dagli obiettivi pratici che vuol- raggiungere; III." in ogni modo non bisogna legare con vincoli lO'gici la nostra lotta anticattolica colle nostre per– son!'.!.li opini-ani filoso.fi.cbe. Quest'ultima clausola mi sembra assai importante. El' molto probabile, infinitamente probabile se vo– gliamo, che Dio non abbia u_n'esistenza propria al di fuori della fantasia umana. Come persone, il pro– blema ci pu6 interessare e anche tormentare; come anarchici c'importa sopratutto di poter convincere le masse che, anche -se •si 'I)Otesse toccar con mano (colla mano di carne o con quella della ragione) !'esistenza di un principio spirituale superiore che abbia rispetto all'universo la stessa funzione di in– tell1gente direzione che ha il nostro pensiero nel nostro. corpo, .questa scoperta non sposterebbe d'un atomo la necessita di combattere la ·Chiesa. In que– sto momento s•pecialmente é necessario lumeggiare l'importanza generale del legame profondo fra l spirito cattolico e lo spirito dittatoriale che sta mi– nacciando di r'iportare il mondo al Medio Evo. Com– battere il. cattolicesimo colla propaganda matéria– lista é - secondo me - un mancare completamen– te il bersaglio. E' peggio, anzi: é la sostituzione (l'un dogma con un altro dogma· che ha pure i suoi peri– ~oli. La propaganda materialista come si é fatta finora da, nelle sue li;;-;;e co,;i semplici, alle masse che non· hanno l'abitudine dell'investlgazion,e una falsa vi~pres·sione di sicurezza scienUfica che le por~ ta alla negazionè a,ssoluta e all'incomprensione del-• le posizioni altrui. Se poi si pensa che la scienza ha superato ormai da ·t~mpo la .posizione materialista per assumere una veste più dubitaUva e più· apar· ta a tutte le possibilitli, si vede quale sia il danno .di ,questa propaganda consuetudinaria, che non het un'"1'!icacia .pratica di liberazione dello spirito dagli assolutismi teorici e che arresta tutto un movimento a una posizione ormai arretrata rispetto al progres– so dello spirito umano. Nel 1860-70 eravamo all'avanguardia del pensiero; ma siamo -rimasti sempre allo stesso punto, ed orr ci tr◊-viamo, per quel che riguarda questi problemi, alla retroguardia. Veramente una forte reazione contro la tendenza kropotkiniana a cercare un fo' damento scientifico alle nostre idee c'é stata ir• mezzo a noi, per6 essa s'é fatta sentire nel campo della lotta anticlericale assai meno che altrove. Combattere la Chiesa ·cattolica cercando di pro– vare che Dio non esiste era radicale e seducente. Senonché un bersaglio troppo ampio -fa perdere i col– pi, tanto più che il nemico che noi vogliamo colpire non si trova precisamente al centro. La Chiesa cattolica é un nemico ohe ha una vita mortale, come tutte le istituzioni umane. Una lotta diretta contro di lei ha dunque molte possibilità di succes– so. Dio, ammes,so che sia un nemico, é un nemico quasi certa.men te immortale, anche se non esiste. D'altra parte, come ho ce:1 ...,;atodi. dimostrare, 1.'ipo• tes•i deista, sinché non é eretta a sistema e s,frutta– ta da organizzazioni sacerdotali,' non ci da un gran ....c.tidio. Di pifl, enen,ifo tanto radicata nello spiri– to umano, costituisce un errore tatti-ca jdentificare con essa il nostro vero nemico, che é la Ohies~. Noi dobbiamo partire dal principio che la vita sta nella libera iniziativa individuale, nella forma– zione personale della coscienza e che qualsiasi or– ganismo che cerchi dj irreggimentare gli spiriti. d'·imporre loro un'uniforme, deve es.sere combattu– to. In questo senso d'Ob'biamo lottare contro il to– talitarismo settario della Chiesa; in questo senso: cioé senza cadere nello stesso errore che combat– tiamo nei nostri nemi'ci. Noi dobbiamo d,imostrare ·nelia propaganda che la Chiesa, depositaria del principio d'autorità, é la più sicura alleata degli oppressori, non incidentalmente, ma per la sua stessa .intima natu.ra , dal tempo in cui costituendosi in organis·mo ufficiale, si mi– se in contrasto collo spirito del Cristianesi– mo. Il presentare la Chiesa come l'espressio– ne genuina dello spirito religioso e indentificarla con esso,. é piuttosto r_enderle un servizio che dan– neggiarla. La Chiesa sa che, finché i suoi nemici si presentano come nemki d 1 ogni cred-ellza in Dio 1 essa pu6 contare su tutto un esercito di fedeli che, di– fendendo lei, credono di d;fendere uno dei propri sentimenti pili gelosi. Il giorno in cui lasceremo la questione religiosa all'arbitrio individuale e com– batteremo solo il dogmati-~mo deformatore della Chiesa, dimostrando che questa non .fa che portar& i1 sentimento religioso a un 11vel1o inferiore, avre– mo assai maggiori probabilità di successo, specia!– mente in mezzo al popolo italiano che é tanto por– tato - per tradizione storica - all'anticlericalismo. I nostri propagandisti hanno pili d'una volta esperi– mentato ,quanto sia imprudente prendere di petto, direttamente la fede semplice che regna da tempo immemorabile nelle campagne. ,E questo é tanto ve– ro che in alcune regioni dove questo sentimento é stato ferito nell'immediato dopoguerra più brutal– mente, il tramonto ciel socialismo é stato più rapido é meno apparente che altrnve. Del resto é tanto più semplice e logico provare che la ,Chiesa inganna il popolo proclamandosi la rappresentante dello spiri– to del Vangelo (cosa evidentissima), che provare che Dio non esi-ste! A noi poco importano le contrad– dizioni che si possono trovare tra l'uno e l'altro van– gelo o tra l'uno e l'altro dei loro esegeti. Noi ten– diam'O dritti ai nostri scopi pratici: le massime e– vangeliche che sempre han fatto pid impressione sulle masse ·ao!Ìo quelle che inalzano gli umili e che ·abbassano i potenti, queJ.Je che separano il regno del bene dal regno cli Mammona e che condannano l'ac– cumulazione deJ!a ricchezza. In certi ambienti queste massime sono state ribadite per secoli e seco-li ed hinno fermentato talvolta fino a produrre, special– mente nelle campagne, delle correnti confuse ed istintive di rivolta in cui J'impuleo generoso si me– scola,va strana·mente alla super,stizione. Ora, ,quan– do .operiamo in terreni permeati da questo spirito, da queste massime bisogna partire per la propagan– da delle nostre idee che, volere o volare, hanno anch'esse I! il loro punto d'origine. Bisogna ritor.ce– re contro il cattolicesimo ,quest'arma di cui eglf si serve e ~he é ben più nostra che sua. NatÙralmen– te questo non seinpre, né in tutti gli ambienti pu6 essere opportuno. E' questione di tattica; e la tatti– ca non esclude la ,sincerità. Kropotkin racconta d'aver visto in azione questo metodo in Russia ed io ·,'.cordo d'averlo visto adoperare in -piccolo in Ita– lia. Intendiamoci: non si tratta d'adattarsi nella propaganda alle credenze ·delle masse; non c'é bi• sogno di toccare la questione più propriamente reli– giosa., su cui ognuno pu6 fare le sue personali ri– serve. Assai più importa dimostraré ai credenti quanto profonda sia la contraddizione insita nella loro fede abitudinaria che unisce in una stessa ado– razione il Vange!o e la Chiesa, Cristo e Mammona. Il popol'o ama la figura ·di Cristo e sente ch'eesa non merita insulti; ed ha molte più probabilità d'entrare nel cuore delle masse e di sloggiarne la superstizione cattolica chi sappia rispettare questo amore che chi lo ferisca. N"oi possiamo in tutta co– scienza rispettarlo: esso non ha nuJ!a d'antianar– chico. In ogni modo, prescindendo da quest'aspetto particolare della questione, ,sempre e dapertutto noi dobbiamo predicare (ed é predica anche l'esempio) la libertà delle opinioni e il ris·petto, fatto di com– prensione, per J.e opinioni e I sentimenti altrui. ,La propaganda contro il dogmatismo e il settarismo é già propaganda anticleri-cale. Questo per la propaga~-da spicciola· in mezzo al– le niasse. Nel campo poi della discussione dottrina– ria, noi dobbiamo combattere la speciale visione cat– tolica della vita, che, c·ome quella di tutte le caste sacerdotali, tende all'assolutismo teocratico; dobbia– mo combattere la svalutazione della ragione uman:1 di fronte all'autorità della rivelazione; dobbiamo combattere il rimpicciolimento del grande efflato cristiano nelle meschinità della politica pontificia; dobbiamo combattere insomma nena Chiesa tutta la fati.~osa so-vrast.ruttura teorica che serve a giustilfi- care il ritorno dei sacerdoti che si chiamano .di Cri– sto al farisaismo contro cui ,cristo lot:t6. In una parola la Chiesa é per noi una speciale ma– nifestazione dello spirito d'autorità, e contro di lei bisogna lottare sul suo stesso terreno che é terrena. pacifico e di propaganda, tenendosi pronti a passar& al terreno della violenza ,quando le armi ·de1l'avver– sario da spirttua11 divenissero materiali. Queste, dicevo, le conclusioni a cui arriva il mio, lungo ragionamento. Ko:i voglio per6 mettere il pun– to finale al mw disc:::i!·~osenza accennare a qualche. a-spetto pratico della lotta anticlericale, anche se ci6, turberà un po' l'unita logica di questa serie d'arti-• coli. C'é, prima di tutto, un aspetto della vecchia bat– taglia che ci fa e ci farà sempre onore e che si può, continuare su per giU nelìo stesso senso. Voglio par– lare della lotta minuta e locale contro l'invadenza. delle istituzioni cattoliche, contro la posizione privi-– legiata che la Cihiesa occupa in quasi tutti gli stati, contro l'insegnamento religioso, etc. Gran parte della potenza morale della Chiesa si basa sulle sue "opere" di beneficenza e sulle aue– scuole. La lotta condotta contro queste istituziont ha dato in passato buoni risultati. Per6 ora assistia– mo in molti paesi al risorgere progressivo di ci6 che, . era stato demolito dalla propaganda di -mezzo seco– lo. E questo a'V'Viene forse perché la nostra opera é stata in passato, anche per ragioni di impossibilita. materiale, più di cri\ica e di demolizione ·che di ricostruzione. Indubbiamente l'elemosina é una cosa brutta ed u– miliante. Per6 in tempi di orribile crisi come quelle,, che attraversiamo, le istituzioni di beneficenza per-. clono agli occhi delle masse la loro odiosità. Finché' noi ,non con parole, ma con realizza-zioni pratiche, non sostituiremo a11a ·carità il principio della giusti– zia sociale, la· Chiesa avrà sempre nelle sue lstitu-. zioni di beneficenza una valida arma di propagan– da. E questa é una ·prova di più che la lotta conti-o la Ghiesa é intimamente legata a tutto l'insieme del– la vita sociale. Per quel <Jhe riguarda l'insegnamento, la lotta per· la scuola laica é stata una de11e glorie della demo– crazia _mod~rna. In questo campo s'é ricostruito e ·gli. ànarchici, per conto loro e in separata sede, han pre– so parte alla ricostruzione. Per6 bisogna osservare che la battaglia per la scuola é una di queUe battaglie, che richiede lottatori vigili e duttili, pronti a cam, biare metodi e a rinnova.re idee. Per è._.empio 1 le scuo-r– le a basa d'insegnamento materialista che nel primo, decennio del secolo contrapponevamo ai collegi re– ligiosi, sarebbero ora anacronistiche. La pedagogia moderna che é .finalmente giunta a una visione com-· pletamente anarchica de11a scuola e ·della vita, non ammette più che s'insegnino ai. b\mbi teorie .fatte .. La scuola deve essere ora solo un vivaio cl'energie e, di ricerche -in cui il maestro non é che una guida che aiuta il fa'nciullo a sviluppare la sua intelligen-· za nel senso che le é proprio. E' l'esatta applicazione· pedagogica de11e nostre idee. Nella battaglia contro, la scuola confessionale il nostro posto é dunque tra. le file di coloro -che combattono per un rinnovamento dell'educazione nel senso di queste .teorie. La Chiesa, che é essenzialmente "tempista", ha gia adottato In molte delle sue scuole i nuovi metodi. In molti co11e– gi religiosi ci sono per esempio giardini d'illlfanzia– Montessori. Per6 quelli di noi che si occupano della questione dovrebbero studiare la profondila di que– st'applicazione, che deve essere assai relati.va , giac– ché mai e poi mai la Chiesa nel suo unitarismo potra. rispettare veramente il libero sviluppo de11'anima in-– fantile, come non lo possono rispettare il fascismo,. il bolscevismo e tutte. le altre correnti politiche essen-· zialmente autoritarie. Nei luoghi dove le scuole pub– bliche sono defi-centi e per conseguenza le scuc;tt;· religios,e sono in piena etficenza, nessun mezz-o ,di lotta migliore contro l'invadenza cattolica che la crea-– zione ,d'istituti !1,COlasUcimoderni in cui i bimbi sia-– no allevati liberamente secondo i principi d~lla scuola, attiva. (La fine al prossimo numero). LUCIA Fi;'.RRARI. Non si deve coll'aspra contraddizione far de– sistere chi vi contraddice. Si d.eve invece istruir– lo, poiché non si medica un pazzo montand9 in, furore come l1ti. ,i\NTISTENR.

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