Studi Sociali - anno III - n. 18 - 25 aprile 1932

• \ S'l'UJH. SOCIALI · 5 ===============================:e·.================= ·«àrrabbiati", come furon chiamati ·allora);· Danton e i dantonisti a causa della loro moderazione .. Il dit– tatore Robes·pierre e il suo Comitato di .Salute Pub– 'blica, senza volerlo, furono trascinati e. accecati, come sempre succede a chi si lascia attrarre suì terreno del terrore e del sangue, dall'ingranaggio ;stesso che av-evano montato e messo in movimento. A un certo punto .quest'ingranaggio divento più .forte di loro. Commisero il grave errore di elevare a prin– ci-pio sistei:natico la violenza, che non era che UJl in– cidente puramente passeggero della lotta, e di cre– dere l'autorita e l'accentra1nento più uti-li mezzi ri– voluzionari della libé,rta e dell'iniziativa popolare; e il dispotico ingranaggi.o alla fine li stritolò. Fu cosi che trionf6 la reazione di Termido– ro, e Robespierre,' Saint-Just e gli altri sa– lironO la ghigliotti·na su cui essi avevano man– dato tanti altri; la rivoluzione fu soffocata, af– .fogata nel sangue, e la Francia divenne facile preda dell'av,venturier-0 Bonaparte, il quale a sna volta di– ·strusse con la prepotenza e violenza armata quanto •Timaneva ancora della rivoluzione, ci6 che non era passato per la ghigliottina. durante l'anteriore mutuo sgozzame,nto. Molto di simile si potrebbe dire· deHa Rivoluzione Russa, per ~quanto dopo quasi 14 anni ancora non si ~possa dire chiuso quel grande avvenimanto storico. La ri'voluzione russa, che nel 1917 e uer un paio d'a-nni appresso fu il faro luminoso o la stella po– .lare del. proletariato inte•rnaziona,J,e nelle agitazioni e lotte del post-guerra per la sua emancipazione eco– nomica e _politica, una volta caduta nelle mani del ·partito bolscevico venne costretta nel letto di Pro– custe del programma del partito, degli" interessi del partito, della politica del partito; ed il partito, e per esso i suoi- c:api ne divennero i padroni assoluti, Tautorit:i suprema. ,Che gli apriorismi cui il partito bojsc_evico ha as– :soggettata la rivoluzione siano o non siano 1narxi– $IDO, o piuttosto leninismo; che il_ partito sia o- 110 restato fedele a qu·est'ultimo, ecc. sono questioni che ·non c'interessano. Fatto ·sta. che si é creato ed im– ·posto alla rivoluzione un dogmatismo che la soffo– ca, come il credo d'una chiesa sorf.oc6 il cristiane– •simo. L'autorità del partito, piccola minoranza, per 1·eggersi non poteva non ricorrere alla violenza se-m· ']:ire più sisteìuatica, accentratrice e intollerante di •qualsiasi libertà·; e ci6 tanto più inevitabilmente che ii -partito bolscevico era ·già, a_nche da prima dell'an– data al potere, il più autoritario dei partiti socia- 1isti. E cosi av·venne che la Rivoluzione Russa, nelle mani di un partito ultra-autoritario e assoggettata a forza· ai fini politici di ,questo, ·non poté dare' tutto quello di buono che da essa era possibile as,pettarsi. Con tutto ci6 non vogliamo punto af.fermare. che la Rivoluzione russa non abbia avuto benefici e,ffet– ti, come non si potrebbe dire ci6 per la Rivoluzione del'89 e per la rivolu_zione cristiana: la rivoluzione, quando emana dal •popolò ed abbatte i vecchi regimi, segna sempre un progresso. Ma il progresso deter– minato dalla rivoluzione russa non sani vis•ibile-, sa– -ra al contrario oscurato e -Sempre in pericolo, finché ìl popolo russo non riprenderà l'iniziativa dell'azione e non abbatterà la nuova tirannide di sfruttamento e· di violenza rapp1•èsentata dall'auto rità ,sta tale bol– 'Sc~vica, la ,quale, come un nuovo czaris.mo, con la sua enorme burocrazia civile e militare su cchia con avidita d'affamato il sangue vivo di quel g,rande pae– se, La Rivoluzione Russa non é morta, é soltanto im– bavagliata. Elssa per6 non riso1•gerà, pel bene del -proletariato russo e· insieme per tutto il proletariato int,ernazio·nale, finché.non .si sara. liberata della ditta– tura, la quale si é imposta al popolo russo con la vio– Jénza, affogando nel sa1Ìgue ògni protesta," ogni i·i- bellione ed ogni libertà: · ' · * •',(• E' sorprendente osservare l'atte,ggianÌe~io· 'c'he .as– sumono alcuni anarchici· dÌ fronte a ToÌstoi ·ed alle sue· idee,· quando parlando· o _scrivendo· si ·ac'corgono che· le. loro idee hanno -qualche aneJogia con queJ.le di Tol~toi. Essi hanno una-singqi~re ed immancabile _~ura di a:vve)'tire subito che 11.011. sono. tolstoiani; e lo dicono con una forma ta1e, come se condividendo la fede di .Tolstoi si commettes·se un delitto, o .qual– cosa ,cli simile . Coi:;;ipure, alcu.ne, .vo,He si sente, qualche anarclii– CQ ac.cusare il . comp~;gno .di cr.istianesimo, e questi si _sente offes_o e si difenc~e come d'un vero e ·pro– prio reato di 1eso anarchismo. Oggi é di mo.da· il g8,n. dhis·mo, e v'é chi ·si 'preocctÌpa degli argomenti di Gandhi contro·, l'impiego , della violenza come d\m p~ricolo per la rivoluzione e .l' anarchi a .. Vi sono al– cun•i che 1;1onvogliono neppur sent.ir parlare di .Cri• sto, o di Tolstoi, o di Gandhi, pe r il semplice mo– UVo che essi cont"iannarono l'uso della violenza, come se su-1 serio la salv-ezza cle,l·mondo riposasse Unica– mente sul principio ,sistematico della violenza. A mio modo di vedere, non v'é niente di condan– nevole ·nel pro.fessare certi principii cristiani in rap– porto alla questione sociale, applicando alla risolu– zione dei -vari problemi materiali di questa le grandi massime del cristianesimo, la paternita di molte del– le quali del resto non appartiene a Gesù. Come anar– chici non· possiamo solidarizzarci con Nietzsche né ripet~r con lui che il cristianesimo, avendo ucciso 1D s·pirito dionisiaco, ·inaugur6 la morale degli schiavi e dei falliti. Se fossimo davvero dei super-uomini· la. cosa. cambier,ebl:ie; ma, ·dato che non lo siamo dobbiamo prefei'ire la ·morale cristiana, tolta .dagll Evangeli, alla morale decadente della civiÌtà -grecò– romana al suo tramonto. La 1)10rale anarchica non apparve a1l'imprOiVviso co– !ne un· fungo cl'Opo,· un~ _:pioggia,~ ben,&i é la: sintes·i delle aspirazioni' umane;· la -parte pili buona ·di esse, come si sono sviluppate attraverso secoli di lotta e d_ievoluzione, sia nella vita materiale che in quella del pensiero e del se1Ùimento. Se ne .rifrovano le traccie Precorritrici in·tutte le rivoluzioni Precedenti ,politiohe, sociali e spkituali, e· 1 cosi pure in tutte le più varie co,rrenti filosofiche, religiose e n1ora,li, compreso il cristianesimo. Se quindi. un anarchico ,fa sue certe massiine cli quest'ultimo; come ,e an1a il prossiino tuo come te stesso" oppure "non fare ad altri ci6 che non vuoi che sia fatto :a te stesso", non sò per qual motivo lo si dovre-bbe, condannare né quali obiezioni gli si potrebbero fare dal punto di vista anarchico, poiché quelle massime mi pare ri– flettano appunto uno dei lati della morale anarchica. Secondo me l'anarchismo fa suoi i princi-pii b\loni ed umani dovunque li t!'ova, senza badare o interessarsi di dove. vengono e cli chi prima li profess6. Per tornare al. concetto de.Jla violenza, - coneetto che d'altronde scaturisce da tutto ciò che ho detto fin qui, - credo necessaria una distinzione tra. due specie di violenza: la violenza che viene dall'alto, quasi sempre organizzata e· inquadrata nelle leggi, e quindi violenza legale, e la viole,nza che parte dal basso, c.ioé esercitata dal popolo oppresso, per di• fendersi e liberarsi dai suoi oppresso1:L La prima, la violenza esercitata dallo Stato e dal– le cl8.ESi possidenti organizzate intorno a questo per sfrutt 0 --~- ed~ opprimere il popolo, abbraccia tutte le manHestazioni della vita, e- l'indi'Vi-cluo n0n fa uh pas– so senza sentirne il peso. Incomincia ne.Ila, sc-uola, violentando la mentalita del. fa;1ciullo. con un~ falsa educazione, ve-ro imbottimento dei cervelli, .con fa)si principi-i di vita. e di relazioni d'ordine politico e re– ligioso, ohe gl'insegna'.110 àd uhbidir'e, tibbidiref Sem– pre, e a confidare soltanto in coloro che comandano e che 1>ossiedono. Dopo la. scuola, viene la cas~rma che s'incar-ica cli diStruggere nel gi.ovane ciQ ch0 -.,''era rii11asto d'indipe'ndente nella sua person_alita. Nelle relaiioni sociali viene s·frùt"tato, sia come pro– duttore che comé' cousumatb_re; e: co·me se ci6 non bastasse il fisco· governativo gJ.i rnba ,quel che non gli fu tolto dal capita!.ismo. Dunque lo Stato non eser– cita la violenza solo quando sciogl ie un c ort~o o ,qual– che dimostrazione di protesta, o quan.do difende con !è armi gli interessi dei capitalisti e dei governànti a danno del 'lavoro. Non solo manWme in piedi !'in– .giustizia con la, sua violenza organizzata,, bensi viq– lenta gli .individui fin dalla. loro infanzia al so_lo scopo di consolidare la prop_ria esistenza e quella della classe da lui 'cl_ifes::i. Ché se poi alla easta statale ec!' alla classe possi– dente la violenza legale e ufficiale non basta ad as– sicurar loro H paci>fico e tranqujllò sfruttamento del– le masse, a difendere il ,proprio privilegio del potere e cl.ella ricchezza ed il .diritto all'ozio, allora quelle non hanno ritegno alcuno di violare le proprie leg– gi medesime, di ricorrere alla violenza illegale-, sia ipocritamente come· spesso avviene anche sotto i re– ghni sedicenti democratici, sia ap·ertamente e cinica· mente col gettare a mare ogni legalita e calpestare ogni diritto individuale e collettiv~ come sotto i re– gimi dittatoriali. E' noto che in quest'ultima forma é sorto il .fasciSmo interna'Ziona.le. · 1 • Contro tanta e •cosi inumalla"violenza .dall'a,lto 'eta naturale ed inevitabile -èl1e.scaturisse dal -basso· -una vio1'enza opposta, sia cOme reazione ~nc_osciente prp· vocata dalla disperazionE> della ,misera carne umana calpestata e martoriata, sia come legittima. difesa .,· tentativo cosciente· cii liberazione di indivi'dul e gruppi resisi ·conto dell'ingiustizia enorme della prò– pria situazione ·dt oppressi e .di .sfruttati. Questa vio– lenza della. rivolta é a11tica come la violenza del– l'oÌ:>pJ'.essiOne, e si é' n1anife8tata. sempre attraver~o i seco1i ora sconfitta da repressioni sanguinose/ ora vittoriò~a con le rivoluzioni cui abbirimo 'già accén· nato piU: Sopra·. Q'uesta violenza dal basso; eserc-itàta •da.gli .oppres' si contro· gli oppressori, 1qualunque ;s~a la forma con c-ui·si, esplica, é umanamente .e.l_ogicamente compren– sibile, spiegab_ile e quasi' <Se-mpr'egillstificabi_le. Pe_r6, se consideriamo 1a violenz:1, ·non solò come un fàtto è'ompmto c1e1 pa.s~.ato ·cl-a· studifire;. m3. come ·mt ·pro'– clotto della v.olonta ·nostra -da. attuai'e o consigliar,e in vi :;ta cli uno ,sco-po preciso da ragg.iungere (nel ca.so nostro, lo. scopo liberator e e rico struttore del– l'a n8.rc hism ÒL allora 'bisogna ricorda.re che un'a cosa spi.ag~ l.bi! e -~ sotto clivel·si' ::ispetti 'giustiff.cabìle, non· s èmpce é · di ·per se· stessa buona· ed· utile e, quindi consigliabile- o 1-.raccomandabile. Tanto, 'meno .pqi. pu6 ,Jessa essere ele,vata, a princip_io ..o. a sis.tema, senza pei·ico,\o _cli ti:a,sformarsi in elemento darin6s,o, m.~1- grado la violenza sia esercitata 'in nome· di un ide'a-· le superiore. Appunto petché· idealè superiore;: que-· sto per rimanere tale eleva,~ispirare- u1rn, lin~a di condotta ed un sisten,1a cl.i ._lotta., in concordanza coi suoi i:ù:incipii e postulati. ·- · · L'itnai·chlsmo, essendo un icieafe \ùharlo, non ··pu6 e non deve 1 f'ar ·scempio ·della vita altrui,· e tanto meno deve far uso della violenza i,n modo stordito, pretendendo rip'!-rare .una ingiustizia col commetter,I\e un'altra equival~nte o sul)eriore. Quando le sante ire dei popolo scoppiano comÉ,\ina tempesta, 110Ì1saran: no c"e,rt6·gli anarchici a far· da pompieri; ben'Si cer– chel'anno di aiutare il ·popolo a profittare dello sfor– zo realizzato per distruggere-.tutlo. ci6 c}w si consi– der~ pernicioso .ed inuµiano, c1:.eando . quaI_cps 1 ~ 1 çli, nuovo in ·concordanza con le loro as_piraziòni 1 ed in armonia ·coi piii iminl,diati bisogni 'di lu"ttf. · lVIa, come iniziativa propria, essi porteranno ne-Ila rivoluzione il pr,oprio .spirito. ·umano e .libertario, ,sop_ratutto ri– 'volto all'avvenire, fr1 C:6ére1ìz.a. ,con l'ideale•;:·superiore ·dell'a:narchismo forzosarilente "'nemiao della· violenza, senza di che non potrebbero arrogarsi il diritto di dirsi patrocinatori di una sempre maggiore felicita, fs.lta di libertà e di benes.sere, per gli uomini tutti. Nemi~o della violènza, l'anarchismo deve evititrla più che poss{bile, non ricorre-re ad '6ssa se non. iì-ei casi estremi di necessita superiore, co·me legittima d-ifesa e abbattimento d'una violenza ,opposta be11 ,determinata; che ,si~_rivolta cio.é contro di qu(:lsta ben dir-ettameute e non ciecamente, °quasi a caso, col pericolo o magari con le' maggfori proba·bilita ct'i' se– .111inare il dolore e là morte in pura, perdita pto'prio àove e fra chi noli si dovrebbe. La sm·ania di fare u.on deve trascinare a far male; bi-sogna fare per fare jl bene, .e quando il bene _11011 fosse possibile a causa ài circostanze .avverse più forti, occoiTe aver la for– za di padroneggiare la proprfa ira e i propri impU.1· Si ed aVer rà pazienza di ,creare j;)rimà le condi– zi~ni neces•sarie ad agire utilmente nel senso più -ri– vbluzionario ed umano nel medesimo tempo. Bi,sogna ricordarsi s empre che in fin d.ei_conti, ~1-~cl1ese .si .può ·e,ssi:ire• .. costret.ti dalla necessità creataci dagli op– nressori ad 'u sare la violenza., grave errore é quello ~li lasciarsi spìnge,re da essa- ffno ad elevarla ad i• dolo e br"uciare incen:si ai suoi piedi/ come a volte suol farsi a discapito dell'anarchismo ed a suo esclu– sivo da1:ino: , . ' SALVATORE CORTESE. Questo articolo _fu scriÌto, e èi fu fatto avere clàndest;inamente nel gennaio scorso: dal nostro col– làbora'fo're SàlVatore .corte~.e, · mentr·e ·r 11 •esti si tro· ,ia\fa rinchiuso nel carcere di- Villa Devoto a B~enos Aires, insieme a .qualche centinaio di a.Itri deten~ti po libici, p~r una mis_ura arb_it~aria. di polizia .del governo dittatoriale della Repubblica Argentina. L'amico e compaQn0 C0rtese rest6 in carcere all'in– circa· finché dur6 nell'Argentina il· regime del,lo stato d'assedio, da ,•poco dopo il settembre del. 1,930 'iino alla secon-dà meta del febbraio di quest'anno (1932); quando, per· colmo d'infamia, un"itament~ .a_d altri tredici italiani (fra cui" anarchici e comun1st1, e alcuni délin"quènti c0muni) f"u deportato in Italia a boi"do della nave ,militare il j'Chaco" e consegna– to allo sbarco in Napoli, il 23 marzo, alla polizia fa– t'cista del governo -italiarao, . , . , . , , .. Il nostro Cortese, contrariamente alle menzogne ~alUnniatì-iCi ,della polizia argéhtina che ha cercato di fa.i-f0' 'p•as·sare pe"r delinqù·ente c?mune, era ~n onèst0 lavoratore, impiegato da anni nelle ferrovie, setiza niun precedente penale o giudiziario; uno ~tu– dioso mite e buonò, amato ,e sHm.atò da tutti color~ che l'avvicinavano, anche se suoi avversari d'idee. Falsissima, a\tresi, oltre clhe 1 per se :stessa non Provi' nulla, l'altra voce della polizia che Cortese fòsse iin relazioni con Severino .De Giovanni, condu– cente allo-ra vita estralegale. Prescindendo da ogni giudizio su tutto cié che rig,uarda il De· Giovanni, di fatto ,Cortese non avev·a con quegli rappòrti di sorta ed era· dliv'iso da lui a·n·che ,da un· profondo dfssenSo-·d'ide'e ·,e·1di )metodi, ...:-.come si pu6 arguire del resto da ,parecchi suoi scri.tti ,passati.. Tali men• zogne, con cui il gove~no argentino ha voluto co– p~i•re o dfminuire la sua· infamia, ''non· sono che un'arma di piu · data· iM mano agli a·guzzini fascisti d'ha•lia Per ·coJp•ire ,C0rtesè rhaterialme·nte e mor-al– m-ente, per fargli infliggere in patri 1 a pe~e immeri• tate. piU lunahe e piu gravi. . ... :,. . In quanto all'articolo d,i -Cortese, pubblicato qui ora noi 'pur condividendofle in generale 1 i concetti ed 'i _.se~tim·erlti chè l'ispiran'o, d~Vremmo forse fare 1· qua:!Che p"iccola; riserva - q-ua e la su, qualch e aff~r– mai:ione incidentale e· secondaria. Ma ce.ne asten 1 1a– mo, oggi che !.'autore .nori p_otrebb"e. piU replicare,; e preferiamo invece lirrlitarci · a r'iafferÌ'l'fargli, nelle circostanze dol0rose 'rin' cUì una' ingfuStizia• malvagia l'ha ·traV0\to; insieme agli altri suoi· compagni d.i sventura, ·1a I nostra commossa, ed .incondizionata .so• lidarieta .. Dia-mo mii, per nonna dei ·voléntei'osi, gli in– cli/izzi di -alci-mi cle'i principali 'Comitati· cli soè– c01·sÒ,cni rivolg_e·rsì con le offerte :pe1·venife ~n ai1ito a_llev·ittime poz.itiche: Comitato ·Na.zionnle :tinanihico pro Vittime politiche. --- Rivolgei·si a: JEAN-RE~EYRON, 51, nie Pernetty, PARIS, .H· (Francia). , çomitato pro figli,. ~1,e(çr~rç,~1·~/i. po!,itÌci .4'I– .(alia. ~ Rivolge1·si ,a,; CAip:;19 F'RIGERIO, Case poste Stand 128; GINEVRA _(Svizzer~) .. Coniitcìto . lnternaz·ionale Libàt(J)i·io cl'assi– stenza alle viftinie politicliè. - Rivolgersi a·= COMI'fi'fO IN'l'ERNAZIONA'LE LIBERTk RIO, :r. O. Bo~ ~-65, WE}STFIELD',' N." JER– SEY (Stati 1J11iti). CÒ,nitat; "'p·i-'o vitii;;ie 1jozitiche clell'Unàone S·i~dd~ale 'italiana. :_.:._ Ìi-ivolgersi a: J. BAR: BIERI 6 rue Ren.<irdière, FON'l'ENAY SOUS– BOIS(S~ii°iej'(i,\~1;cia).·· ..·.. - -. . .

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