Studi Sociali - anno II - n. 11 - 15 aprile 1931

4 no più o meno l'esercizio delle liberta cosidette politiche più elementari. Dove é [Possibile la lotta aperta, nei paesi dove le suddette liberta elementari di pensiero, di stam_ pa, di ass-ociazione, di riunione, ecc. restano a,cqui– site e di diritto comune, é evidente che bisogna 1,referirla al lavoro cosl)iratiYO, perché quest'ul– timo, fra l'altro, é assai più difficile condurlo con criteri molto liberte,rL Ne vedremo poi le ragioni, Prima per6 non ci pare inutile accennare a quella, che ci sembra la condotta migliore, dove é possibilie sviluppare con una certa liberta un movimento all'a,perta luce del sole. Vedremo d'es– ser brevi, perché in fondo si tratta di un pro– gramma eqw~to molte volte, semu.lH: all'Incirca il medesimo tlell'anarchismo so-::!ialista da Bakunin a Malatesta, - tanto per dire due nomi che ci l'isparmiauo molte parole, in quanto essi ne fu· T~no tra i più chiari e completi espositori. Lo riassumeremo il phi succintamente possibi– le, sopratutto insistendo sulla necessita per l'a– narchismo di tracciarsi uno schema di lavoro, un indirizzo coerente e continuativo, una via, deter– minata da seguire senza continui va e vieni in_ concludenti, senza cambiar di continuo di obietti– vi pratici, mettendosi seJlllPre dietro a nuove ini– ziative dimenticando di condurre a termine le pre– cedenti. So bene che l'anarchismo non é unico, che vi sono in esso correnti diverse e spesso in contrasto, - contrasto che taLvolta, é veramente inaanabile. Ci6 non illl[Porta. L'illl[Portante é che ,ciascuna corrente sappia bene, essa, quel che vuo– le e che cosa intende fare, e si metta risoluta- 11nente per la via che ha scelta; dopo di che le va,rie correnti possono con chiarezza vedere e de– cidere se e su ohe cosa fra loro concordare e cooperare, oppure andare ciascuna per la propria strada, senza con<fondersi e senza intralciarsi il cammino. Il che non esclude che, anche al di fuo– ri o al di sopra delle singole correnti e fra,zioni, ir.divldui o gruJll]Ji di ser.arati settori possano in– tendersi fra loro per iniziative che occasionaL me";'te li unisca. Il programma anarchico che, dall'esame suo in– trinseco e dall'esperienza di piU che cinquant'an– ni, risulta, più rispondente alle necessita sociali e più in armonia col concetto libertario della rivo– luzione é (per usare le parole di Malatesta, nel– l'introduzione delle Dichiarazioni di Principio ap– provate nel 19 2 O a Bologna da un congresso del– la, Unione Anarchica Jta!ia,na) "il programma co– munista-anarchico_1•ivoluzionario, che gié. da cin– quant'anni fu sostenuto in Italia in seno della Prima Internazionale sotto il nome di program– ma socialista,, che più tardi si distinse col nome di socialista-anarchico, e che poi, in seguito e per reazione alla crescente degenerazione autoritaria e parlamentare del movimento socialista, si disse semplicemente anarchico''. Non ci pa,re vi sia alcuna ragione nuova che d spinga a mutare quel programma. Al contrario! 'l~a.nto nel campo economico, come in quello poli– tico, tutti i fatti piU clamorosi avvenuti nel mon– do, sopratutto quelli più recenti, dimostrano dhe 110n v'é salute possibile per l'umanita finché duri H regime monopolista della proprieta privata e oell'autorità sta,tale, e ohe solo un regime basato sulla solidarieta associata e volontaria pu6 far ces– sare i mali indescrivibili prodotti dalla miseria economica e dall'oppressione politica; mentre fin– ché queste durano resta impossibile qualsia.si pro– gresso morale e materiale apprezzabile. Vani rL sultano tutt'ora i tentativi di un qualsiasi miglio– ramento sostanziale delle condizioni delle grandi maggioranze umaine e dei loro rapporti in senso più pacifico, nell'orbita dell'o!'dinamento attuale capit-àlistico e statale; e sempre più appare indi– J:>pensabile una rivoluzione che rovesci com'Pleta– mente quest'ultimo, per dar luogo ad una orga– nizza1zione sociale pili libera ed egualitaria. Infi– ne, tutti gli esperimenti e tentativi rivoluzionari ,del Tecente dopo-guerra, riurciti o no, hanno con– fermato, dandogli quasi il valore di una vera e Jll'Opria profezia, l'insegnamento che gli anarchi– ci del secolo scorso avevano derivato dall'esperien_ .za delle rivoluzioni precedenti: ohe qua,lsiasi in– clirizzo statale della rivoluzione, democratico o dittatoriale' che sia, condanna la rivoluzione al– l'insuccesso o Ja conduce a rinnegare se stessa e a mutarsi in controrivoluzione. - e che quindi la concezione libertariai della rivoluzione resta la so– la che possa affrontare vittoriosamente le prove dell'avvenire. Restando ferme queste linee fondamentali del– l'anarchismo come tendenza generale e come o– biettivo concreto, tutte le altre vrevisioni che in .armonia con quello si sono fatte fin qui sono di secondaria itniporta,nza, sempre discutibili e modi– ficabili; ma non potrebbero in ogni caso dichia– rarsi erronee finché non siano state tentate od -t;jS-perimentate coi fatti, il che non é stato possi– bile fin qui. Quelli ohe han fretta di scartarle sono quindi in errore; errano per lo meno di trop_ pa fretta. Gli a,11archici non ha!.1no che da prose– guire per i! loro cammino. che é quello suggerito da tutta }a loro scienza ed esperienza. Nel campo più ristretto delle varie corr.:.nti di pensiero e di tattica che si manifestano in seno all'anarchismo, quella che, dove e fino a quanto é BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI res" possibile dall'ambiente politico-sociale una l<'.'tt.i aperta ed alla luce del sole eon un mini– mo indispensabile di liberta, ci sembra la piU cor– rispondente alle necessita della propaganda e del– la battaglia quotidiana ed insieme la migliore p1·e– lH>ratrice di una rivoluzione della Jiberta, é quel– la più completa (cosidetla "unionista") che con– cilia anarchicamente il bisogno di autonomia con quello di associazione, che fa a!)pello all'azione rlelle collettività organizzate ed a ,quella, dell'io_ dividuo cosciente, sfuggendo agli eccessi ugual– mentJ autoritari del ,sacrificare l'individuo alla societa o la società all'individuo, e propiziando tutte le rivolte individuali e collettive consapevo- lI ed in armonia col fine rivoluzionario ed uro~ no dell'anaTChia. Pili particolarmente, per le vie e mezzi d'azio• ne, sul terreno dei metodi, il programma che ci sr,mbra sempre il più adeguato é quello che pro– t•ugna, dovunque é possibile e con i temperamenti richiesti dallo circostanze ambientali. l'a-ssociazio– ne anarchica e quella sindacale, indipendenti l'u– na dail'alLra: la prima, organizzata col criterio della ma,ggiore continuità ed estensione possibi– li sulla base del libero accordo, a formazione fe_ -O.eralista e discentrata, in cui, nell'ambitf> dei patti e impe9ni volontariamente accettati do. cia– scuno, sia piena ed intera, l'autonomia e liberta d'iniziativa e d'azione individuale e collettiva; - la seconda, quale consente il grado di coscienza raggiunto dagli operai che la com 1 pongono, in cui gli anarchici f.:VOlgnno intransigentemente lat pro– •paganda delle proprie idee ed una attivita in coerenza con qupste, cercando d'influire con la parola e l'esempio perché il movimento operaio diventi sempre più rivoluzionario e l'organizza– zione sindacale si modifichi e sviluppi in un sen– so sempre pili Iiberta-rio. Per6, accanto a questa duplice attivita, l'anarchismo dovrebbe sviluppar– ne altre, come già faceva nei tempi 1passati, e non rinchiudersi in se stesso. separandosi sem!pre più (come é andato facendo in questi ultimi an– ni) dalle manifestazioni della vita socia.le non e– sclusivamente di partito o classiste. Dire che non v'é proprio nulla da cambiare nell'andamento del movimento, nelle sue ~Oitudi– ni, nei suoi atteggiamenti, nel suo linguaggio, ecc. sarebbe una esagerazione. Le idee fonclrt· mentali critiche e ricostruttive restan le stesse, e restano i medesimi i criteri tattici pili impor– tanti, sui quali l'anarchismo non potrebbe transi– gere senza rinnegarsi. L'anarchismo resta cioé nel senso ampio della paroìa, socialistico e rivo– luzionario, autistatale, alieno da ogni transazione coi governanti e capitalisti, antiparlamentare, an– timilitarista e contro tutte le guerre, anti-chiesa– stico, partigiano nella lotta operaia e popohre dsl– l'azione diretta di piazza e dell'insurrezione. Su lutto ciò non v'é luogq a discussione. Per6 nel modo d'essere di tutto ci6 si sente dovunque un bisogno di rinnovamento; ed é questo rinnova– mento che bisogna perseguire finché n'é tempo, nei paesi dove la non ancora del tutto addormen– tata o avvilita coscienza popolare permette di e– splicare con una certa liberta la diffusione, la e– laborazione e la difesa delle proprie idee. Da un quarto di secolo in qua, tutto il mondo intellettuale, politico ed economico é andato mu– tando radicalmente di condizioni e d'indirizzo, non sempre in meglio! Quindi l'argomentazione e docu– mentazione critica contro di lui di venticinque anni fa, pur restando giusta nelle sue idee infor– mative, non é più suflficiente; ed il modo e ma– niera di combatterlo di un tempo, pur es.sendo– ne giustP4 la direzione, non han piU l'antica effi– cacia, non colpiscono pill nel segno cosi bene co– me una volta. Non si tratta. per6, né di cambiare direttive né di fare il contrario, bensl sulla stes– sa direttiva, di fare di pill, di aggiungere argo– mentazioni ed armi nuove alle vecchie, ed ado– perare le une e le altre in rapporto alle mutate condizioni di fatto, allo spostarsi e avvicinarsi del bers~glio. Non disprezziamo il sasso di Balilla, che all'occasione pu6 sempre servire, ma studia~ mo anche l'uso dell'aeroplano e della mitragtia– trice, a-issai più concludenti. Ci6, si badi, tanto nel campo dell'azione pratica come in quello del pensiero e della pro11agancla. Bisogna ben~i avere una casa propria, ben ma– ti:::riata d'idee e di fatti, ma non rinchiudervisi a dormire o sogna-re, tappando porte e finestre; bi– r.ogna al contrario a1wirla all'aria e al sole dell'es– tE-rno, e uscir fuori, - fuori del partito ed anca della classe, - per affratellarsi nell'umanita, per mescolarsi alla vitai del mondo e restare a con– tatto deìb. realta, sia pure per reagire c.... 'l·1tro di essa. Bisogna insomma ohe l'anarchismo sfugga alla 1cn<lcnza, comune a qualsiasi movimento d'i– c!N) di rinchiudersi nelle sue formule e fa;r di que– ste una barriera fra sé e tutto il restant? movi– mer:.tJ sociale. Una formula ha valore, come una bandiera solo quando il suo senso vitale primitL vo nGn viene subordinato alla lettera, alla, fredda ed arida figurazione esteriore. Altrimenti la lot– tera uccide lo spirito, e l'apostolato degenera nel– la ripetizione retorica e meccanica di parole vuo– l€: di contenuto e mai tradotte in a•zione, o tra– d9tte in una azion9 incoerente. contradditoria, pili impulsiva che ragionata, e non di rado in stridente contrasto col senso umano e l'interesse avvenire dell'idea. Tutte ]e suesposte considerazioni valgono in li– nea generale, ma é possibile conforma-rvi la pro- 1i,ria azione pratica individuale e collettiva in sen– so ampio soltanto dove le popolazioni godono di un minim0 di diritti acquisiti, dove l'eserciz10 del– le puJ.ibliche liberta non viene totalmente impe– dito dall'autorità statale. Dove inv,ece l'autorità statale non permette ai sud– aiti altra liberta che quella di obbedire ai suoi or– dini senza discuterli, dove vigono cioé regimi go. vernativi dittatoriali, assolutisti. militareschi, ecc. i quali impediscono con la violenza, la prigionia, la persecuzione e la fame qualunque espli~zione della liberta di pensiero, di associazione, di riu .. uione, di sciopero e di stampa, e costringono per forza tutti i sudditi a uniformarsi alle leggi fatte da loro, ai loro ordini ed arbitrii e perfino ai mutevoli e contradditori cayricci dei proprii espo– nenti ma•ggiori o 111inori, - sistema della pili coercitiva tirannide che trova oggi nel fascismo la. sua pili completa e torturante manifestazione, - tutta una condotta diversa e nuova s'impone ai rivoluzionari che vogliono continuare a com– battere per la libertà. (La fine al prossimo numero.) LUIGI FABBRI, La Guerra deiGas Grandi voci han detto tutte le miserie e tutti gli orrori della guerra passata. L'anima umana, mutilata ha gettato ai quattro venti ,del cielo il grido della sua safferenza.. Cuori sensibili 1han de– scritto col loro proprio sangue lo spettacolo in_ ferna,Je dei terribili macelli e l'immane tragedia dell'umanita. Tanto grande fu il flagello, tanto profonda la schiavitù d,ello Spirito alle forze scatenat~. tanto g~·avi le ruine accumulate, tanto chiaramente ipro– vata 1a sovrana imbecillita delle 1>assioni selvag– ge che lanciarono fratelli contro fratelli, - che si sarebbe potuto credere, all'indomani della Tr~gedia, che il mondo spezzerebbe le sue catene, e, infine rigeru:!rato, marcerebbe verso la riconciliazion-e un versa!e. Ed ecco che, lungi d'esser cosciente de suo sanguinosi errori, della sua, res_ponsabilitA dinnan zi al delitto, della sua increàibile viltà, l'umani– ta minaccia di ricadere nel cerchio infernale. Ec_ co che ancora si parla ad ogni istante della guer– l'a futura ed anche d'una, guerra imminente. Ec– .co lai corsa agli armamenti continuare, in tutti gli Stati. Ovunque t po.iticanti parlan di disar– mo, ,ed ovunque i fatti li contraddicono, çon tra– gica evidenza. I diploma,tici si rincorrono in as- , semblee, comitati, conferenze, -ma i lor discorsi rL dondanti non sono troppo spesso che retorica i– pocrita. Tutto é fatto 1>er celare l'atmos(era di menzogne, d'orgoglio e d'interessi di cui son cir– condate le potenze parassite che vivon del san. gue e della miseria. degli uomini. Non pu6, del resto, easere altrimenti, '"' la ~nerra non sa1·a soppres3a fin– ~hé i popoli non prenderanno essi stessi le re– dini dei loro destini. Giawhé ora, é come se si sottomettesse ad una commissione dt carnefiei, la questione della abolizione della, pena di morte. I libri sulla guerra futura son gia molto nu– merosi. Il piU iuteTessante ch'io conosca é quello di Franz Cari Endres sulla "Guerra dei Gaz", c~liaro, documentato, scrupolof;omente vero. L'au– tore non fa letteratura; é un osservaitore scientL fieo, che si appoggia u1nicamente sui fatti, e non parte da alcuna teoria preconcetta . Non si sa a qual partito politico egli pu6 appar– tenere; forse a nessuno. Egli ci present~ sem– plicemente un documento ammonitore. E chi ne ha preso conoscenza non pu6 impedìTsi di freme– re di orrore, in nome dei diritti imprescrittibili della coscienza e della vita, e di temere per l'av– Yenire della civilta, Una guena futura é probabile. Se ci6 non fos– se, .:,arebbe ridicolo di parlarne, ridicolo di pre– pararvisi. Non esistono ora fattori cauiaci di im_ pedirla. La Società dell,e Nazioni non é che una assemblea di manàatari dei governi. Essa non ha escluso la mancanZì8. di sicurezza collai quale son giustificati gli armamenti - e questi a lor volta non sono una protezione, ma un pericolo perpe– tuo giacché un giorno o l'altro si sara tentati di utilizzarli. Le industrie di guerra favoriscono gli armai. menti poiohé ne vivono, ed hanno una nefasta

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