Studi Sociali - anno II - n. 11 - 15 aprile 1931

no al nuovo doi contadini ed .al tempo che in tutti i casi occorrerebbe per generalizzare i nuo– vi modi di coltura e di distribuzione. •Come sempre Kropotkin vedeva le cose qua– li egli avrebbe voluto che fossero e com0 noi tutti speriamo eh 'esse saranno un giorno: egli considerava esistente o immediatamente realiz– zabile ci6 che deve essere conquistato con lun– ghi e duri sforzi. In fondo Kropotkin concepiva 1a Natura co– me una specie di Pro-vvidenza, grazie alla qua– le ].'armonia doveva regnare in tutte le_ cose, comprese le societa umane. E' ci6 che ha fatto ripetere a molti anarchi– ci questa frase di sapore squisit.amonte Kropot– kiniana: L'anarckia é l'm·dine natitrale. Si potrebbe domandare, io penso, come mai la Natura, se. é vero che la sua legge é l'armo- 1.1ia,ha aspettato che vengano al mondo gli a– narchici ed aspetta ancora ch'essi trionfino per ·distruggere le terribili e micidiali disarmonie di cui gli uomini hanno sempre sofferto. Non si sarebbe più vicfoi alla verita di,cendo ~h<Jl' anar0hia é la lotta, nell<J societa umane, contro le disarmoni<J della Natura 1 Ho insistito sui du<J errori nei quali, secon– do me, é caduto Kropotkin, il suo fatalismo teorico <Jdil suo ottimismo eccessivo, per.ché io credo cli aver co·nstatato i cattivi dfetti eh '=i hanno prodotto n<Jl nostro movimento. Ci sono stati d<Ji compa:gni i quali pr<JSero sul serio la teoria fatalista - che p€r eufemismo chiamano determinismo - e perd<Jttero in con– sogu<Jmmogni spirito rivoluzionario. La rivolu– zion{), essi dissero, non si fa; <JSSav<Jrra quan– do sar[L il suo tempo, <Jd 6 inutile, anti&cienti– fico e perfino ridicolo il vol<Jrla far€. E con queste buon€ ragioni si allontanarono dal mo– vimento {) pensarono ai loro affari. ]\!La sar<Jbte un errore il credere ch<Jquesta fu una comoda scusa per ritirarsi dalla lotta. Io ho conosciu– t0 par<Jc0hi compagni dal temperam<Jnto arden– te, pronti ad ogni sb.araglio, che. si sono esposti a grandi p<Jricoli <Jd hanno sacrificato la loro liberta ed auch-0 la loro vita in nome clell'a– nanihia pur ess<Jndo convinti dell 'inutilita del– la loro azione. Essi lo han fatto p<Jr disgusto della societii attuale, per vendetta, per dispera– ziooo, per amore del bel g<Jsto,ma senza crede– re con questo di servire la -causa della rivolu-. zione € per consegu<Jnza s<Juza scegli<Jre il ber– saglio ed il momento € senza curarsi di coordi– nare la loro aziono con quella degli altri Da un altro lato, qu<Jlli che senza oCDuparsi tii filosofia han voluto lavar.are per avvicinare è' fare la rivoluzione, han cr<Jduto la cosa ben pi(1 facile eh '<Jssa non fosse in malta, non ne hanno preveduto le difficolta, non si sono pre– parati come occorr<Jva... e cosi ci si é trovati impotenti il giorno in cui vi era forse la pos– sibilità di far€ qualche Co&c'l di pratico. Po~sano gli errori d<Jl passato servir€ di le– zione per far meglio nell 'avvenfre. Ho finito. Io non credo che le mi€ criti0he poS&ano di– rn i11 uire la figura di Kropotkin 0he r<Jst.a,mt.l– graclo tutto, una dell<Jglorie più pur€ del no– stro movimento. Esse serviranno, se sono giuste, a mostrare che, nessun uomo é esente di errori, neanche se ha l 'al.t.<1 int<Jlli,g-enzaed il cuore eroico di un Kropotkin. In ogni modo gli anarchici trov<Jranno sem– pre nei suoi scritti un tesoro d'idee feconde e nella sua vita un es<JmpioBel uno sprone nella lotta p€r il ben€. ERRICO M"A'.LA'l'ESTA, E' irlutiie d1iederci ~rnmeri anetrati, Essi sono restati tutti. . . pr1g'l0nieri a Uueuos Aires. Qui a Montevideo non ne abbimno. BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI 3 Lotta aperta e Cospirazione II regime dittatoriale e a.s.solutista, -sia civile che militare, si va estendendo 1sempre pill a nuo– vi 3:>aesi. La -macc,hia d'olio del fascismo si allar– ga ' nel mondo -con un, crescendo impressionante. Quasi tutti i paesi dell'America latina sono stati soggioga.ti, ciascuno da un loro tirannello paesa_ no, mosso nell'ombra ,dalla plutocrazia inte1·nazio– nale: ultimo la Re.pubblica Argentina, che .pure a– veva le maggiori tradizioni democratiche da sal– vare. DeU'Europa, già per due terzi dittatoriale o fas·cista, s·e vi si include la Russia, é no1:o ? tutti il fatto delle elezioni in Germania, in cui pili di sei milioni di elettori si sono dichiarati esplicita– mente per il fascismo, facendo del partito fascista tedesco (che •si chiama, a scopo di truffa demago– gica, sociali-sta nazionale) il secondo partito impor– tante dell'impero repubblicano. E' inutile farsi illusioni. Pu6 anche d~rsi che ,;i tratti di una specie di follia collettiva passeg_ gera di disperazione, determinata dilla crisi e– ,:onomica mondiale che diventa sem.pre piU. acuta. J>u6 darsi che questa foliia, di reazione libertici– da, di cui anc,he tanta parte delle .folle operaie é contagiata, paÈsi presto e sia sp;;i.zzr-tta via da una 1·iscossa dello spirito di Hberta. Ma 1, a -parte il fatto che quando certe follll'e arrivano a tanta estensione non p.ossono guarirsi ·cosi presto com,e si vorrebbe, - il ''•presto" nella storia ha un si– gnificato molto relativo, niente affatto in relazio– ne con la breve vita dell'individuo, - e c!he anno in ,ogni modo conseguenze funeste incalcolaibili, bisogva pure ammettere l'i-potesi tutt'altro che in– verosimile o·pposta: che cioé la reazione in sens-0 autoritario, contro la libertà, si consolidi in mo– do da tradire tutte le nostre speranze e previ– sioni. In tal caso debbono gli amici della libertà, le !razioni pur cosi numeros-e popolari e proletarie che da,nno alla questione della libertà il maggior 1:osta nel loro de-siderio ,di progresso, disarmare e adattarsi al fatto co-m:piuto o che si va co,m– •piendo? No, assolutamente no! L'amore per l.a hberta non é una moda, uno sport, un capriccio, che si pu6 mutare con un altro cwpriccio, un aL tro siport, un'altra, n1oda: esso é un forte bisogno dello s1pirito u-mano, che s'é fatto sangue del no– stro sangue e carne della nostra carne fino a ma~ terializzarsi, arl essere prepotente come il biso– gno del pane e dell'amore, per tutti quanti - e siamo a milioni ne-1 mondo - la priva,zione asso- 1 uta di ii'berta sare,bbe una soflferenza altrettanto forte di quella provocata .dalla fame fisica. In tutti i casi, anche i pili disgraziati o disr,e– ra-ti, la lotta _per la libertà deve continuare per la salvezza e il .progresso della civilta umana; e continuera in ,forme molteplici e diverse, come sempre nei secoli si é sivolta inillterrotta la lotta iper il pane, andhe prima o quand-0 meno era sen– tito il bisogno della libertà. Gli anarchici, ohe costituiscono la collettivita militante di coloro che ,pili sentono questo bisogno e se ne rendon-o inter– r:etri nel modo più completo e consa,pevole, non rinunciano alla lotta per la libertà malgrado tut– te le più avverse circostan~fe, e non vi rinunce_ ranno n~ 1 pptne sotto le tiranniò.i piti soffocanti ed DP'l}ressive. Ma come continuerartno gli anarclhiei, e quanti con essi in m.isura più o meno grande condivido– no la stessa, tendenza spirituale, la lotta per la Ii– berta quando loro ne sia ostacolata od impedita ogni manifestazione libera ed a)Perta? E.eco un problema che bisogna affrontare e ten– tar di risolvere, finch•é s'é in te.m.po , mentre le forze reazionarie e liberticide stanno per prende- 1·e il sopravvento, pur mentre si tenta d'im11Jedire questo, ne1,l'ipotesi che ogni tentativo att 1 ial-e di àifesa venga frustrato. La lotta pe1· l'anarchia,' liberta delle libertà, nel– la sua fonna di agita1zione rivoluzionaria colletti– va, si é s-vilu:P'Pata ed é diventata tutto un com– r.Jesso movimento sociale in seno alle rivol:izioni della fine del secolo XVIII e in tutt-0 il secolo XIX, e posteriormente ad esse, solo quando tali rivoluzioni ebbero determinato un ambiente che permise al pensiero libertario, - prima vivente solo nc--ll'a•2ipirnzione astratta e vaga di pochi pre- 0urs-0ri e ribelli isolati, - sia di concretarsi in un programma pratico di riforma e rivoluzione sociali, sia di diffondersi tra le 1nasse e diven_ tare cosi una forza collettiva cli progresso. Questo ambiente, dete~·minato dalle riYoluzioni r-assate 1 ebrbe l&!sua estrinsecazione pratica nel li– lJerali.sm-o e democraz1ia giunti al loro apogeo sul– la fine del secolo scorso e al p1·incipio di questo. Le formule di libertà del iiberalismo e della de– mocrazia, restate nell'ambito borghese e costituen– ti di fatto ed in maggior ,parte un privile.gio di classe, in guanto a,lle maggioranze p-overe era di fatto dalla miseria inibita anche quella libertà relativa che di diritto veniva riconosciuta a tutti, si sono rivelate in un secolo d'esperienza troppo parzi:1li 1 insufficienti, aleatori-e ed insincere: piut– tosto una finzione della liberta che liberta vera per le grandi masse e per le stesse minoranze ohe la concepivano nel senso integrale de-lla parola. Pure es-sa fu una finzione che gi-ov6, in mancan– za d'altro, al•la causa della vera, libertà, sia per– ché la stessa necessità del fingere costrinse a la– sciar godere una parte, per quanto _poca, di li.ber_ tà Tea.le al popolo o alle sue minoranze più co– scienti, e l'a,vere il popolo assaggiato il frutto proibito svilupp6 in lui la bra;ma di saziarsene; sia perche il soffio d'ossigeno, per quanto scar~ so, introdotto nell'ambiente rese possibil<, il na– scervi e srvilu:pparvisi di un movimento politico e sociale di masse rispondente al cresciuto biso,gno di libertà, uel quale movimento l'anarchismo rap– vresenta l'a,vanguardia pili conscia e coerente in rrupporto allo scopo liberatore e libertario. Una attivita anarchica, nel suo du1plice aspet– to libertario e rivoluzionario, non poteva suffi– cientemente e coerentemente a se stessa svilup– parsi senza quel minimo ài libertà acquisite di pensiero, cli stam1p~, di riunione, di associazione, ecc. che prendono il nome di democratic 1 he, ma di cui la democra.zda per se stessa non ha gran me– t itoi in quanto ci6 che in esse v'é di sostanziale i popoli se l'erano direttamente conquistate con le riv-oluzioni e agitazioni di tutto un secolo, e non le hanno maRtenute (contro le stesse democrazie a•ndate al 11otere) l!he con la loro resistenza e- a_ zione diretta; e oggi le vanno perdendo solo per– ché 1-3 sentono meno e non le difendono pili con la necesf'aria energia. Pure sare'bbe stolto negare che quelle libertà, per quanto limitate, inadeguate e transitorie, non costituissero e non costituiscano tuttora un bene prezioso che bisogna difendere per estenderle, ren– derle più ,durature ed adeguate, e per mezzo di es– se proced-ere più avanti; come puTe sarebbe stolto il misconoscere che senza quelle parziali e insuf– ficienti liberta non avrebbe potuto sorgere ed in– grandire il movimento proletario moderno e me– no anc-ora la frazione pill avanzata di questo che é il movimento anarchico. Infatti questo si é svi– llrppato assa•i più nei _paesi democratici o nei qua– li certe liberta si sapevano meglio difendere che in quelli autocratici dove il popolo si curava me_ no di esse. Per esempio, la Russia che pure ha da– to all'anarc1his,mo i primi e 111igliori teorici, non ha visto sorgere un movimento .inarchi-ca vero e ,proprio che molto tardi, dopo il 19 OO•, dopo cioé che una a,gitauione popolare meno determinata e di co.mposizione varia ed eclettica ebbe srpezzato i primi ghiacci, - specie do~o la rivoluzione del 1905. Ma se ,questo é vero per il primo nascere di un movimento anarchico, ci6 non significa che, quanrlo tale movimento é gia adulto e vasto, co– me lo é divenuto in questi ultimi cinquantanni in quasi tutti i paesi civili, esso debba, scomparire col riapparire dei regimi più autoritari e dic.potici. In Ru~sia stessa lu si é visto. Dupc che la 1 iv,_ h1zionc: del 1905 r-lJbe pctmesso all'an:trchisrr-.o di uscir8 dalla stretta cerchia di pochi inteH·ettuali e operai di qualchè grande c~tta e gi11ng·ere a·ll'o– recchio e al cuore di masse 1>iù vaste, la re&.zione I)~ 1·1 t"1~:'.)<•~ del desp::Jtismo c•zarista dal 1906· al 1917 non riusci ,ph1 né a soffocarlo né ad impe– dirne l'ingrandirsi. Non si tratta in fatti d'una "legge fatale" che c-.rei una im1possibilita assoluta. I~ sorgere d'uRa tirannide crea indubbiamente delle enormi diffi– colta ohe posEono uccidere sul nasce-re un movi– mento ancora in g,erme, privo di smfrficiente forza di resistenza. Ma quando un movimento é gjU, sor~ to ed ingrandito, come lo é l"ana•rchismo contem_ poraneo, le difficolt;l e le persecuzioni non lo uc– cidono pill, se negli elementi che lo costituiscono Y'é una sufficiente ''volonta" di vivere e resiste– !'e. Un bimbo in fasce viene uccis-o facilmente da una forza nemica aippena più forte di lui; non cosi un uomo adulto C:he ha volontà di difender– si. E l'anarohismo aidulto di -ogigi pu6 difender– si, ed anc·he controattaccft!re una tirannide nemi– ca soverchiante-, se i suoi ·militi lo v-0gliono, assai meglio di prima del 1870, o del 1848, o del 1789, quando lo si poteva facilmente sof1focare o ritar– c..lar11cdi molto il sorgere col solo eliminarne qual– che isolato )pensatore o ribelle precursore. V'é dunque oggi la possibiliti per l'ana•rchismo di co!1tinuare a vivere, di resistere, di combattere, ~ prima o poi di vincere, malgraido l'attuale offen– siva, ohe par travolgente nel mondo. della rea_ zione più autoritaria e tirannica. Mai· la "possibi– lità" non é di per sé una realtà di fatto\ se non si cerca di profittarn-2 con uno sforzo volontario e con il necessario spirito di rivolta e di sacrifi– cio. E' sem1pre possi1bile uccidere un tiranno; ma se nessuno vuol correre i rischi che il fatto com~ ·porta, il tiranno restera semipre indisturbato a,1 po– tere. Cosi la lotta per la libertà, che é il compi– to precipuo degli anarchici, 1pur essendo possibile anche in regime dispotico, cesserà se gli anarchici non vi si disporranno cc-n forte volonta c1·azion-e e di sacrificio, previo uno studio adeguato dei mez– zi e delle vie da adottara, che non potranno esse– re più gli stessi (per lo/ meno non sempre) di quelli ad-ottati fin qui sotto i regimi che, sia pure senza loro merito intrinseco 1 fin Qui permetteva-

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