Studi Sociali - anno II - n. 10 - 18 marzo 1931

re. La distanza di telllJI)o fra un nu,m·ero e l'altro da un Iato renderebbe tardivo ogni commento a fatti già remoti, e il coonmento non farebbe che ri,pet,ere ciò che é stato detto prima in altri pe– riodiol nostri; e dall'al,tro lato, Ja moltepllcita dei fatti basta.-ebbe o quasi a riempire le nostre pa– gine, e toglierebbe ahla rivista il carattere preci– puo c0n cui sorse e la sua principale ragiou d'es– sere. Og.gl, per esem[pio, di quante cose non dovrem– mo occuparci, ap.partenenti alla CTonaca di questi ultimi due me.si! L'abortita rivoluzione S[pa-gnuo- 1a e il sacrificio -su·premo di alcuni suoi pionieri, l'acut.i!fZarsi del,la reazione argentina e la fucra– zione a spregio d'ogni princLpio umano e giuridi– co degli anarchici Di Giovanni e Scarf6, i recen– ti delitti del fascismo ita-liano col processo a un grU;PllJOd'!ntellettuali (di cui uno assassinato in carcere) di cui si commuove in questo momento tutto il mondo civile, !'arresto a Roma dell'anar– chico Michele S<:h!rru e la sua proba,blle illlJlllola– zione per le sue intenzioni di giustiziere, la faime che minaccia tutti i paesi a, co·minciare dagli Sta– ti Uniti che pn,esa per essere il piU l"iicco del mon– do, la cacciata di mig11iaia d•i lav,oratori e profu– g1hi politici dnlla Francia, il minaccioso ulteriore avanzar del faecis-mo in Ger,mania, la fine rLdico– la delle smargiassate del go,verno ita liaJlO con la rinuncia alla ,parità navale con 1a Francia, la pa'1..1- II Comune STUDI SOCIALI rosa crisi de;1a liberta di l'ecent<\ ag,gravatasi an– che nei 11aesi che si conservano democratici, com– preso quello che attualrmente ci ospita, il mistero sulla cattura in Sicilia di Paolo $chicchi e due altri co,m 1 pagni e stUlla sort,e fatta loro dagli schia– vizzatori d'Italia, ecc. ecc. Su quale, di ta-nti fatti, soffermarsi senza ripe– tere il già detto da altri e senza lasciare s1propor– zionatamente nell'om1bra la maggior parte degli avve.nLmenti, altrettanto imJporta.-nti ed anco di 1pill.? Meglio rinunciarvi; tanto pi(1 -che cias'-cuno di noi, che lavoTiamo in questa rivista, collaboria– mo contemporanearrnente in altre pubblicazioni so– relle nel Nond-A,m-erica ed in Europa dHfuse fra lo stesso pubblico della nostra,, e là diciamo più 1presto quel che non diciam:io qui con ritardo. I lettori, SIJ)eriamo, se ne contenteranno, conside– rando "Studi Socis.ll" qua&! come un com-plemen– to dei periodici ohe difendono le medesLme nostre idee sul terreno dell'attualita, specialistzand.osi il nost1·0 nelle questioni e trattazioni cui pili. sopra a,bbiamo accennato. Gli a-miei e comipagni dhe ci com,1,rendono, che ap,provano l'indirizzo dehla nostra rivista e riten– gono utile alla causa co.m,urie il nosti:o lavoro, sia– mo certi ohe non ci lesinera.nno il concorso della loro solidarietà mora,!e e materiale. LA REDAZIONE di Parigi 18 MARZO 1871 I. Uno storico insigne, il Lecky, disse che spesso la leggenda é più vera della storia; e cosi dicen– do espresse, con forma alquanto paradossale, un pen– ,si,ero ve1·0 e profondo. La leggenda é pili vera e più interessante della storia; poiché, mentre la storia cerca fatioosamen– te di stabilire dei fatti concreti riguardanti situa– ztoni, avvenimenti, individui determinati, e riesce tanto chlfricilme•nte, tra la complessita degli elemen– ti semp•re incompleti e tra le contraddizi001i d,ei testilmooi, ad acceirtare la verita; la leggenda in– v•ece formatasi inconsciamente ed esprimendo, non il ra.'tto, ma il modo come Ja gente ha visto il rat– to, rivela lo stato cl'~nimo di un popolo,, il signifi- ca o mfimo un nm=to st:1>rlco. E' avvenuto c~i per i1 movimento rivoluzionario ,conosciuto con il nome di Comune di Parigi, che scoppiò il 18 marzo 1871, e fu soffocato nel sangue nel maggio successivo. Ciascuno, prima :lincom che ,si avesse alcu'Il dato p-OSitivo .su di es.so , lo inter– petrò secondo i proprii desliderii; e la leggenna Clhe ne corse in Europa e nel mondo ebbe più grande influenza ehe non ne avrebbe ,potuto averla la co– noscenza esatta dei ~tti. Ed il risultato é questo: che il Comune di Parigi é rivendicato da tntti i so– eialisti del mondo, mentre in realta non tu un mo– vimento socialista; che esso é rivendieato da tut– ti gli anarchici, mentre non fu un movimento a– narchico. Nel 1871 g!,ì animi erai>o perfettamente prepara– ti peJ' dare al mov.i·mento parigino il significato che gli fu dato; e molto probabilmente, se la repressio– ne non fo3se riuscita a spegnerlo in sul nasèere, esso sarebbe diventato realmente qu-ello che si cre– deva che fos,se gia fin dal principio. La forza reazionaria nata dalla sconfitta della ri– voluzione europea del 1848 si era esaurita, e tutti .senttvano maturo il tempo per una nuova rivolu– zione. L'impoteinza dei principii "liberali" lascia.ili in re– taggio ai posteri dalla rivoluzione francese della fine del secolo pr-ecedente, er,a di.-v-enuta mani.festa; e niuove correnti d'idee, nuove ruspirazioni agitava– no le masse. La '"qu ~tio.ne sociale'· era diventata la grande questione. La nasc1ta ed i.! rapido gigam– teggiare dell'Internazionale, conseguenza diventata causa a sua volta di questa situazione, avevano rat– to nascere s•peranze negli tUli, paura negli altri di prossimi radicali cambiamenti politici ed econo,mici. In questo mentre scoppia la guet'ra fra-neo-prus– siana. Tutto é sospeso; tutti guardano con ansie– tA sul campo di battaglia e fan proiwstici su quel– lo che avverr.i dopo la giuerra: la sospens,ione non fa ohe aum·e.ntar-e la tensione degli animi. SconJ'ittio l'esercito frAncese, datosi p~igioniero l'i,mperaitOJ·e, gli elementi conservatori e reaziona– rii accettano la repubblica come unica soluziooe possibile per il momento, ma con fermo proposito o di mstabiUre la monarchia appena fosse possibi– le, o di fare i1J1modo che la repubblica n.on diffe1·en– ziasse in nulla. dalla monarchia. Ii p~olo, stordito dal ,rumoreggiar-e della guena, scorato dalla soon– fitte e dai tradimentJ:i che continuano con la r•2<pub– b1ica come con l'impero, a.spetta incerto tra la spe– ranza, La paura, il sospetto. Il popolo di Parigi vuol combattere contro il ne– mico ohe l'aseedia, ma é buT.labo, tracllto, ratto scon– figg,ere in sm·tite parziali che sembrano, o sono,, or– ganizzate apposta per essere respinte; é sottoposto infine ad una cacpitolazi,one veTg0g·nosa. BibliotecaGino Bianco Gli elettori di provincia nominano un'assemblea compoota di tutto quello che la Francia feudaJe e m•ilitarista oontien.e cli pi'l1 reazionario; e guest'a,s– semblea, C'he é stlg,matl,-,ata col nome di ,·u••aJe, ac– cettJa in fretta le condizioni di pace imposte da Bismarck, e ,si acci-nge a sottomettere la Francia. al r.egilme della sciabola e d•~ll'aspersorio. La misura é ooJma. G-li elemen,tii ri.Yoluziona.rii incominciano ad atria– tarsi: gli operai di Parigi, di Lione, di Marsiglia fre– mono, un po' -per il ,profondo malessere economico, un pò per il sentimento patriottico oMeso dal tra. d!mento e dall'incapacità dei crupi militari e civili, 1 1,n pò per odio alla monarehia. di cui si minaccia Ja restaurazione. '---'='-""'='--"w'<ll.I.@de ~ pe esser sicuro ~eL- I la sua 01pera reazionaria ha bisogno che Parigi sia disarmata. La notte dal 17 al 18 marzo, se– ,g,·etamente, manda i sol-dati a prender •possesso dei cannoni che la guardia nazionale possiede dal tempo dell'assedio; ,ma il tenta-tivo é scoperto, é ùato i'al,lar.ine; i militi della guardia nazionale svegJlati di soprassalto accorrono per difendere i Jcro cannoni; le donne che Ii accompagnano si get– tano tra i solda'li, li pregano, li insultano, li ab– bracciano; i soldati alzano i calci in aria e fra-– ternizzano col poq,olo.. Due generali, Thomas e Lecon,te, famosi come massacratori, sono fucilati, quasi pa,tto di sangue tra i soldati Tibelli ed il ,ropoio in,sol'to. L'indomani mattina, 18 marzo, tutta Parigi é commossa dalla notizia; le autorita scappano . . l'insurrezione é trionfante. ,&parsasi in Europa la notizia degli a-vvenimenti di Parigi, come d'istinto, tutti i rivoluztionar1, so– cialisti, anarchici, repubblicani e.be nella repubbli– ca vadevano una traSlfor·mazione radicale dell'or– dinamento socia.le , tutti gli a.miei de! progresso i cui istinti generoi3i non erano paraJizzati dalla fede in do 1 mmi religiosi e po.litici, tutti, da Bakou– nin, a Marx, a Gari,baldi, dai metodici operai te– deschi a,ll'entusiastica gioventù rivoluzionaria, ita– liana, furono per i parigini, furono per il Comu– ne. E tutti i reazionari, tutti i dominatori, i mas– sacratori, gli abrutizzatori del popolo furono per il governo che, rper avere, dopo la fuga da Pari– gi, scelta a, sua sede la città di Versailles, fn chiamato versagliese. Doloroso il trovare fra que– sti uHimi Giuse1>pe Mazzini, cui l'istinto ieratico fece velo all'intelletto ed al cuore. Rivoluzionarii e Teazionarii ritennero cosa a,s. sodata che la rivo,luzione sociale era scoppia•ta a Parigi, e con questa persuasione giudi-carono il movimento conformemente alle loro tendenze. La leggenda fu creata d'un colq)o solo, e fu grande ventura poiohé ebbe un effetto immenso di propaganda. In tutti i paesi il movimento so– cialista (nel senso Ja,rgo della parola) se ne av– va.ntaggi6, ed in alcuni, conte in Italia, quasi ne nacque. Tanto grande e tanto benefica fu quell'in– fluenza che Ja leggenda persistette , e persiste a-n-· cora, a Iato -della storia ora.mai nota. ,Ma se é bene profittare della leggenda, il che significa in fondo profittare delle tenden~e po.po– lari CJ1e si concretizzano idealizzan·do una Tealta storica, é necessario anc;he conoscere i fa-tti reali cosi come sono accaduti per poter profittare del– le Jezioni deLl'eS[per!enza. II fatti storici anche i più sem[plici essendo sem– ~>re il risultato di mille fattori diversi, variamen- 3 te modificati da mille circostanze, non cor~i.,pon– dono mal esattamente all'idea-le di un partito o di una scuola, e non possono trovar posto in nes– suna , c,Iassificazion.i ideologica. Tanto più poi qu.ando <-i tratta di quei grandi avvun!menti socia– li oha tutti i bisogni, tutti gl'interessi, tutti i sentimenti, tutte le !dee esistenti nel popolo d1 un paese, cos.~ientemente o incoscientemente, con– corrono a detenmina-re; di quegli avvenimenti che non sono stati vo!'ut!, e preparati da un partito e provocati dalla sua iniziativa, ma sono nati &pon– taneamente dalle circostanze .e si sono iD11Posti ai va.rtit; ed a,gli uomini d'idee, che han dovuto a<,– cettarli cosi come si presentavano. L'insurrezione del 18 marzo ed LI "Comun&'' che ne risult6 furono U!llO di questi avv.-enimenti. A,lla vigilia del 18 mar2'0 tutti gli uomini avan– zati ed il POIJ)olo in generale delle grand'i città sentivano il bisogno di Una rivoluzione, ne ave– vano desiderio intenso. Ma di ohe specie di rivoluzione si tratta,va? Ohe cosa si voleva ragigiungere'? Negli ultimi anni dell'i:l'mpero si era in Francia molto discussa la questione sociale e si andava allargando la coseienza della, necessità di una tra– sformazione che andasse più a fondo della costi– tuzione politica. Tutte le idee e sistemi socialisti– ci che agitarono gli spiriti nella decade anteriorè a,! 1848 e che furono soffocate dalla reazione era– no state rimesse in discussione. L'Internazionale procla-mava il princiJpio che l'ema.nclpazione dei :lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi, ed andava organizzando le masse operaie fuoTi e cc,nlro di ogni partito borghese. Ma 1a guerra aveva- arrestato tutto questo mo– vimento. L'Internazionale <li Francia protestò be– ne contro la gu.erra ed affenm6 la solidarleta del lavoratori fra:ncesi con i lavoratori tedeschi co– me fecero a loro volta gJ'internazionalisti tede– schi, ma il preg!udiztio patriottico prevalse, e la guerra non si potette im1Pedire. Le sconfitte de– gli eserciti francesi, la ,ca,pitolazione di Sedan, do– vuta alnn.caipacità ed alla codardia di Napoleone, quella di Metz dovuta al tradimento di Ba-zaine, queLla di Parigi sospetta anch'essa di tradimen– to, la pace ve11gognooa dopo le vanterie, offeseTo ed irritarono semwre pili. il sentimento nazionali– sta·. Le intenzioni d:i restaurazione monarchica, che chiaramente mostravano il governo e •l'assem– blea, fecero si ohe quasi tutti gli elementi r!volu– zionarii credettero che la sola e grande questione del uw1l}JSnt.o_ ei:a..sal iu:_.la re11.U!bl!llca_d a-l.D.eti.co – lo della restaurazione. li desiderio prevalente fra il popolo d! Parigi era cli costituire un governo veramente rewub.bli– cano. . . e rifare la guerra a-Ila Ger,mania per prendersi Ia rivincita. Quando ad un tratto, iina– ,;pettatamente, in seguito a,!Ja fuga del governo dopo il fallito tentativo d'impossessarsi <lei cannoni che la guardia nazionale era riuscita a salvar dai Prussiani, Parigi si trovo padrona di se stessa, e nella necessitP. di provvedere ai suoi destini, e di difendersi c001tro i tentativi di re,presaione che il governo rifugiatosi a Versailles stava per fare. Si fece fronte alla situazione secondo che le circostanze Jo im1poneva-no; ma senza comprende– re la necessità di riYoluz!onare la S-Oc!etlà e di portare la rivoluLrione fuori Parigi, fra i contadini, non fosse che come il solo memo di poter vincere nella lotta materiale. V'era certamente chi intendeva svHu•p(!)a-re il movimento in rivoluzione sociale, ed il popolo, in quello come in tutti i movimenti insurrezionali, e– ra animato da un'asipirazione piU o meno vaga alla giustizia ed al benessere. Ma l'idea- dominan– te era resistere alla prepote•nza del governo, sal– var la re-pubblica, vendicare l'onore francese. Si proc,Iam() il Comune libero ... in fondo per– ...;nénon si aveva, mordo cl 1 imporre a tutta la Fran– cia la volontà di Parigi, ma si nomin6 subito un goveruo di Parigi, i1 quale fu un governo come tutti gli altri. . . non osta!Ilte che nei giorni in cui Parigi era rimasto senza governo - tra il 18 marzo ed il 3 aprile - quando si fecero le ele– zioni - si era, visto ohe le cose d'interessa pu,b– blico, meglio che per gli ordini di un governo, si .potevano com'J)iere per opera di tutti quel!! che se ne interessavano, mediante associazioni e comi– tati che non aveva,no altra forza che quella che dava loro il consenso po.polare. ,Si tentò di fa-re la pace col governo a patto che tosse garent!ta l'esistenza della repulbblica; ed l tentativi fallirono solo per l'ostinazione crimino– sa del governo, per l'odio ed U desiderio di ven– detta dei generali bona,partisti (pe! momento fat– ti.si repubblicami) contro i Parigini, per la sete ,di sangue e di potere di quel mostro morale, Aidolfo Thiers, che stava a capo del potere esecutivo. Nell'orgauizziazione del1e forze armate, nerlla di– fesa e nell'attacco, si seguirono le vecchie tradi– zioni militaristiche. Non vi furono, é vero, le pag.he scandalose de– gli a,ltri governi, ma fu ris•pettato il princfvio di privilegio e della gerarchia delle paghe, poiché queste andavano da sei mila franchi all'anno che 1pigliavano i governanti a trenta soldi a-1 giorno che si davano ai soldati.

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