Studi Sociali - anno II - n. 10 - 18 marzo 1931

ANNO II MONTEVIDEO, 18 marzo 1931 NQ 10 • • • RiVIST A DI LIBERO ESAME ---------------------- -:..;:.:.,:_ _______________ ABBON .A:UEN'l'I: l'er ye11tiqm1ttro numeri Per (Iodici numeri $ 2.– ,, 1.20 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO La pelle dell'O,·so (Luigi Fabbri) F'nori d'attu,alit'a (La Redazione) n Commne di Pw,rigi (Err~co Malatesta) La fimzione c&,ll' Anarchismo ruella lotta so– ciale (Luigi Fabbri) Eliseo Becliis e la Cornwne ( Giacomo Mesnil) Il p,·oblema rivolnizionario nel meridionali; cl'Italia (Santiago Barca) Pietro Gori a Montevideo (Emilio Frugoni) Il determinismo e la qi.estione SOC1j11,le ( Tor– quato Gobbi) Libri ricev11,ti in dono La pelledell'Orso Un.a d·elle piu forti preocimpazi-oni. elci pr.o– fughi it.11-iani all'estero é •il problema ,del da fm-si in Ttaliia quando J,a ,caduta del fascismo ce ne aprirà ]e porte. J\foJti ,prev.eclono ,e.osiirrn– min n e 1 1 ieto even O C no,n po • 1 a em,– ban. cominciato .a bisticciarsi ée•ri-amente, per contenclergi la succ,essione del po1Jere g1i uni; per ,contcncl,er,,,iig:li altri il diritto di dare agli avvenimenti la direzione c he vogliono loro. 0- g·nuno, s'1,ntencl'e, partito o coa1izi.on; ecli parti– ti <lheesso sia, vuole Il poteDe o p1·etende sem– plicemente cli determinare i fatti con la lode– vo}e 1 intenzione di far felire il popolo 'ital,iano e di assicurargli tu t.to il benffl!lere e lia feli,c.i- 1f, po , ibili ~es.suuo o quasi si domanda che cosa poi m realtit voglia il popolo italiano, e se questo sa– ra disposto a seguire o clar retta aila p~ccola m'inoranza ,di geni:e cib.•f!,prohabi1nrnn1Je, ,arri– verà la sesta giornata da Parigi, New York, Montcv~deo o Melbourne con in tasca i più va– rii e co-ntrastant,i p,rogramm~ ! Qu,a1c1moha ac- cennato da queste colo n.ne, a dir vero, e qual– cJ1·e altro vi · accenno altr-ov e, a questa turbant,e qu·l'l,tione del mutwme n.to ohe ,nei lunghi anni della schiavitu fascista sara avvenuto nella men– tal'ita e ps,icologia, e quindi nelle idee e inten-. zioni, delle masi;,e restate in Italia, sipeci-e del– la parte -attiva e più volitiva che scriver.i la primi&oi'!na pagina cli storiia italiana in nostra \/lSSenza. l\Ia in generale no,n vi si pensa, né si pensa <:hc al ritorino si avra a cJie farn con una Itali.a a noi in gran parte sc:onosciuta: quella delle generazioni che ,quando partimmo dal pae– ~. era ancior troppo giovane o fanciulla pe-r ,capirne i futuri prnpositi Da parte nùa, mi s.CLllO domandato sipesso S'e' non s,i é fatto male .a lasciare I 'Italia in tan– fi, nrnlgrado la forza maggiore che Stl noi prc– mern, perdendo cosi quasi completamente il contatto con ambienti ed uomini, ,amici o nemi– ci che fo ero. E 1•ico1Jclo, con una punta di contin no ùmorso, i-1 consiglio ,cl,ire tare che a q•ua.lcnno di moi clava, fra gli altl'i, il nostro Errico Malatesta, quando lo salutammo pet· an– cla1J0ene; invidiando, rpiù tardi-, la capacita cl'e– rdismo dei rarissimi che, partiti, ebbero il co– caggio ,clirito1m.are ,con i.a quasi certezza del sa– crificio. Ma quello che é fatto é fatto; ed é inu– tile clis,cutern:e, tanto più che non poc1hi son BibliotecaGino Bianco P.er la redazione e l'Ammi,niSJtrazion,e ri– volgersi a: LUIGI JèABBRI, rhista "Studi Sociali" Cnsilln de Correo 141 MONTEVIHEO (Urug'uay) quelli che possono accaJU/Pare ragioni cl'ot,dine superiore ed aver scelta la via dell'esilio come la realmente migliore_ Lasciamo anelare! Nc,n so s,e La previsione ,della ill1/1Jlinente-ca– duta ,del :fusc,i;;mol'lia c:osi sicura come molti credono, moltissimi sperano e tutti si vorrebbe. Riconosco che questo stato d'animo d'ardente aspettativa é una forza morale ed un incitamento a lottare. Pure mi sembra un errore anche quel continuo voci.are in riunioni ,e giornali ,che il fascismo é be!J.'e morto, che siamo al princLpio della fine, cib.eil tllemi,co non ha più fiato, eoo. ciomesi fa ;ill'estero dall'i,rudoman:i cl·ella "mar– cia S'll Roma''. A Parigi tre ,anni fa tutti par– laiv.ano, e forse se ne par1a tutit '.ora, di un no-- to ex rprimo ministro italiano ,cihetutte le sere prepara le valigie per peenclere l'indomani il direttissimo per Roma! Mi pare che non si deb– ba esagerare né in un senso né nell'altro, per non alimentare un pessimismo debilitante od un ottimismo troppo roseo r'iserbante disillu- r sioni.Jl.i..lL.l:lfhilitwJ.1:i allilQr _ Il fascismo caclra, certamente. Ed il fatto che non riescie mai a trovare un equilibr'io un po' stabile ed é ,costretto a vivere alla giornata, clisclicendosi cli continuo e commettendo errori e perpetrando orror'i ,che g-1 i scavia,no sem,pre pi 6. profondo l 'a· biss.oi, otto i piedi, cl•imostra che il ,colosso d.ai piedi d'atigiUa prec~pifora 'in u.n tempo non tro,ppo lungo. Ma, pur troppo, la stor-ia non ha fretta: non ha cierto la fretta che abbiamo noi. L'~mprevisto, che nella storia ha 1a sua parte, pu6 farci tr.òvare domani stesso dinanzi -3clun fortunato fatto compiuto; ma il fatto potrebbe tardare amco assai piu d,i quel che p·ensianno. Bisogaa dunque star sempre prouti, eome se l'ora sia rper scocioore da un minuto aU'alt,:o, ma. non lasciarsi abb,agliare dalla visione cli questa radiosa eventualità fino a trascurare il duro e paziente dovere ,che ci imporrebbe una probabilita meno fortunata; sa– rebbe ancih'erno un modo di tmdire l',avv-enire_ Del resto, nc,n é qm~sto il problema p-iu a&– silante. Noi che stiamo .lontano dall'Italia, fin– ché stiamo fuori. abbiamo un compito che é indipendente dalle p1-evisioni piu r.osee oome <la quelle piu nere. A que to compito pu6 sfug– gire, scegliendone volonfariamente un altro, qu,ello dcll 'eroismo ·e del martirio, solo chi ri– torna •al paese c,o,lvirile proposito cli forzare la lentezza delb storia, come n '11ft dato l 'esem– pio am,c,hecli recente qua ],che tempra cl'·uomo su- ) perio.re, non importa s,e con esito sfortunato. A– ',('li altri resta /.l dovere piu -oscur-oe modesto, ma imperiosissimo, di continuare senza stan– •carsi a fare .iW tero tutto ci6 eh 'é possibile contro }l fascismo, di va,Jo1·izzaregli esempi d 'a- 1 zione -e di rivo,!ta che ci Yengon clall 'Italia rper- ché e~si fruttific.hino, e di preparare gli anim~ e le forze per gli ev,enti che maturano e pos– sono, domani o un po' piu tardi c,he sia, asse– g,nare anche ad essi u_n posto cli efficace com– battimento. Perché quest'ultimo compito possa essere as– solto col maggior rendimento, e per evitare non soltanto uno spreco e sbandaimento di forze ma an.ehc un loro uso collfus,ionario, negativ.o o, RIVENDI'f.A: Per og'ni copia $ o.o;;. (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) peggio, dannoso alla ,mrns.adella liberta italia– na, bisogna renders] ben conto della realta at– tua le e delle sue proiezioni che si spostano man mano nell 'avven:ire dinanzi a noi In base alla realta, qual'es;-.a é e non quale vorrelllJllo che fosse, ogni forza combattente deve studiare qual'é -il posto Clhe le spetta, la funzione che deve escrcitar,e, i risu.ltati che so,no cli possibi– le raggiungimento, per non rovin.ar· e imllnedia- bameute "con l'impossibile il poss~bile di oggi i. di domani. Colpisce nel bersaglio il tiratore che mira nel bersaglio dove si trova -e non piu vi– '<Jinoo piu lont.3no; ché se pur·e é difficile ve– derne il punto preeiso, é sem:pre possib~le ap– prossimarlo abbastanza percl1é le probabilita di coglierlo siano maggiori. A me sembm invece Clheoiascuna delle varie forz·e rivoluzionarie che lottano contro il fasci– smo italiano - sono tutte rivoluzionarie per fo1·za, anche quelle ehe non l[o sarebbero cli lo– ro volontà e per princ,ipio - non si preoccupi èll<"-cli : il'al' l 'a0jtia ifl suo !'hutlno, prescinden– do com,pletamente claUe possibiEta reali. Alcu– ne limitano molto al cli sotto di t,a,J,ipossibili– t{i i propri obiettivi, e saranno castigate dal vedersi sorpassate e sommerse dagli ,avvenimen– ti ; .1ltre invec·e, in sensi diversi, si p~·opongo– no degli obiettiv,i cosi al ,cl,isopra da camparli addirittura n€lle nuvole e dann.irsi preventi– vamente aUa st,erilita, per caderne prima o poi su cli una rea;lt,i tanto dura cl.a rompervisi la t·est.:i e cion:upromettere seriamente il divenire degli stessi obbiettiYi che si proponeva,no. Per non clilungam~i troppo non sto qui ad analizzare 1'errore Clhev'é in coloro che si e– sclusivizzano in obbiettivi cli cui sono avversario (costitm;ionalismò parlamentare, repubblicani– smo rappres·entativo ,popolare o proletario, bol– seevi mo soviettista, ,eec.); mi limito, più mo– clestaimente, .a notare ci6 -che di er,ronco v'é in qualche atteggiamento, in rapporto aUa spera– ta rivoluzione italiana, clie s'isipira alla mia stessa fede anarchica. 'I'r.ascuro, per le stesse ragioni di br-evità ed anco ,d'inutj]itit, l'ipotesi meno probabile ma non del tutto impossibile, ehe il fascismo cada non per insorgente forza di popolo ma per iuti,i,go oppodunista di for– ze conservatrici,· reazionarie o magari fasci te, che ci l.a cerebbe, almeno noi a,narchici, all'in- 0it•C'.lnella ste. 0 sa ò 1 is,graziata posizione iu cui eravaimo sotto il fascismo fino al 1926 o sotto 1·egimi liherticicli &nteriori, •come ne,l 1894 o nel 1898_ La posizione sarebbe trop:po chiai'a, da doverla ora guardar-0 al micros,copio. Se mai, bisognerebbe tratta.rne a parte. Ma l'ipotesi che più c 'interefsa é la più proba bile cli un rove– s-0iamento 1:ivoluzionario del regime fascista. :-,on so se vi sia seriamente cihi pensi che gli an.archiçi debba-no intervenire nella rivoluzione per fare l'anarchJa, e con tale intento soltan– to_ Nol credo. 'I',rcippe sono le condizioni nega– tive avver-se all'organizzazione del libero ae– col'Clos~nza governo: sin le condizioni oggetti– ve ·clell 'Ttal-ia, s.ia la dis:posizione ancor.a servile ,d.elJ.egrandi masse semprn al seguito e alila ri– cerca di ,ca,pi; sia la im![)r-eparazio,ne e imma-

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