Studi Sociali - anno II - n. 10 - 18 marzo 1931

2 turita degli stessi anal'chici .ad .associarsi lioe– ra:rnente con una sufficiente concordia per ri– costruire oltre che .per ,distruggere, senza tener conto del loro numero non ·certo abbondantis– simo. Gli otto anni ·e P,iù di comrproosione ed antieducazione fascista hanno aggravato ancor più tali ,difficolta. Nel giugno de·ùl'.arnnoscorso Errico Malatesta si ~iforiva ,evidentemente a quest'ultima condizione negativa, in un ,punto d'un suo articolo suù. compito attuale ,degli .a– narchici, quallldo chiedeva: "Si pu6 ragionevol– mente sperare -che iJ ,prossimo rivolgimento, in U:11 ,paes,e ridotto nelle c.ondizioni ,descritte, sa– rii ù.a .r,ivoluzion.i sociale in tutto il senso ampio e profondo 0he noi diairno alla ,parola! non sembra <Jheoggi il i[)Ossibilee l'urgente sia ·piut– tosto la riconquista delle condizioni necessarie alla prnpaganda e .all'organizzazione?" ( Sl7n– cln Sodavi, n. 7 ,del 10 agosto 1930). Mi pare inutiile insister-e su ci6. Obiettivairnente bisogna riconoscere, pure, ,0he una rivoluzione italiana, pur augurandoci ohe si spinga in senso rifor– matore e liiberator.i piu in la oh 'é possibile, vedrebbe limitata enorm·emente la sua portata se qualooe .altro ,paese non insorga a sua volta (qualcihe speranza ve n'é, in questo momento), ed essa resti ciTcondata da un mondo COllllPle– tamente ostile in cui prevalgano le forze rea– zionarie e iliber~icide di tutti i p.aesi sog,getti all '.attuale feroce plutocrazia internazionale. Ma non facciamo un .quadr,o troppo brutto, e p.resci<ndiamo da quest 'ulti,ma peggiore ipo– tesi. Per6, ammettendo a.ncù1ela migliore, per quanto la rivoluzione italiana possa andare a– vanti, .pensare che questa possa essere la rivo– luzione sociale, nel senso •colllJPletoche le ,dia– mo noi anarchici, resterebbe lostesso un volar sulle nuvole. Il ,che non imped~sce, avvertiamo– lo subito a scanso di equivoci, -che gli anar– c11i,cidebbono p.artecipare .all.a rivoluzione come tali e con mezzi anarchici, senza servire ad ail– cun potere o 'partito ,di governo, e senza rinun– ciare a iilllprimere alla rivoluzione tutti que– gli S'ViJuppi verso l 'anaucJ1ia -di •cui la rivolu– zione sia o diventi suscettibile, sia pure limita– taimente. M.a la ·condizione pri11Jcipale rp-er po– ter fare ci6 é che gli anarnhici partecirpino con tutte le Joro forze alla rivoluzione an0he se ne prev,edono risultati troppo scarsi per -essi, sfug– gendo all'altro errore ,che non sarebbe men.o esiziale cli appartarsene indifferenti perché non possono sperarne l'anamhi.a. .Accenno appena di volo a tale errore, sintetizzato nel motto "tut– to o nulla", perohé ·non mi pare temibile fra gli anar,chici, i quali sono quasi tutti troppo appassionatamente rivoluzionari per cadervi dentro come in una pania imnnobilizzatrice. Ma v'é llll altro errore, in senso oprp.osto,che pu6 derivare da un soverchio pr,evaler·e de1la brama rivoluzionaria su-1 senso anarCJhieo. E' clessa un.a :brama ingannatrice, anohe ,dal sem– plice punt,o di vista rivoluzionario, perché QlOn sacrificherebbe solo le tendenze e gli scopi a– nar0hici, ma la rivOlluzione medesima . .Alludo all'errore, di ,cui vedo traece e indizi in .aleu– ne r-ecenti ,discussioni ,di qualche COllliPagno: l'errore di voler sorpassare il CO'lllq)ito legittimo di ogni minoranza rivoluzionaria, - -che é quel– lo di .abbattere le tiraimidi e gli altri ostacoJi materiali che impediscono a tutti (maggiornn– ze e minoranze) l'uso della J.iberhL ed il dirit– to ,di disporre •come vogliono di sé e del pro– prio avvenire, e insieme di difendere questo diritto airnhe per se stessa contro eventuali prepotenze e coercizioni -della maggioranza, - per assumere a sua vo,lta arbitr.arie funzioni ,di potere e di coercizione sulle maggioranze e m~– noranze dissenzienti, e costringerle a piegarsi . ai suoi voleri ed a fare per forza ci6 0he essa minoranza (anarc,hica ?) crede meglio. Non diseuto l'intenzione originaria, che é quella cli voler ci6 pel bene cli tutti, di voler limitare al minimo nel tempo e ncl,la misura il ,proprio potere, ecc. poiché, per quanto sin– cera, é intenzione destinata ad essere frustrata e tradita dalla posizione che ha te,ndenze op– poste e sviluppa tendenze liberticide in chilm– que assuma un qualsiasi potere. Se si va al BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI potere, sia pure con l'intenzione di starci un giorno solo, sorgono per chi ci sta infinite ragio– ni per a,ccr,escerlo e prohmgarlo; e ragioni, si badi, che possono apparire serissime in perfetta buo,na fode a chi si trovi a quel posto. E' cosa vecchia che la storia di tutte le rivoluzioni ha dimostr.1to, e trova abbondante illustrazione in tutta la letteratura anarohica; ma quel ohe sor– pre11Jdeé che non se ne scorga il lato ridicolo : dal punto cli vista logico che sian proprio de– gli anarCJhici a 'Premeditar-e una tale stravagan– za antianar.ohica, e dal punto di vista pratico che non salti aigli occhi la sua impossibilita assolut'l, data la situazione italiana e il posto che vi occUIJ.)anogli ana1'chici nel gioco de!Jle varie forze. Ché se, per disgraziata e inam,mis– si,b~le ipotesi, ,degli a.narchici di ,cosi curiosa spe-cie riusciss•ero per il concorso ,clicir,costanze miracolose ad occupare un ,posto ,di comando un p6 notevole, l'esito ne sa:rnbbe ,certo cosi tragico per gli uomini e per le idee, ooe la no– str.a mente rifiuta di soffermarvisi un istante di ,più. Ma forse una simi1e premeditazione non v'é in a1cuno; e niuno sospetta 0he da ,certe af– fermazioni, ancor.a vaghe e co;:;fuse, ~ possano derivare le conseguenze sopra accennate. Per ci6 non insisto, e mi limito a concludere: at– tenti ai ma-li 'P-3ssi! una volta sul piano incli– nato, non ci si arr,esta più che in fondo, sia nella teoria ohe nella pratica. . Ma allora, mi •CJhiedera qualcuno, a che si riodurrebbe l'azione degli anarchici nella rivo– luzione it.'J:liana 1 Non si "ridurrebbe" affatto, riS'po,ndo, pe110hé potrebbe ,espliearsi nel modo più ampio in tutta. I 'estensione ,consentita dal– le loro forze materiali nella ,direzione voluta dai loro ,principii. Cosi fossero essi capa,ci e riu– scitSe1'0 a realizzar,e al completo questo pro– gramma in aPJParenz.~ ta,nto semplice e limita– to, ma 0he in realtà non é punto sempli-ce ed é suscettibile di uno svilup.po senza limiti! Gli anarchici renderebbero con esso alla propria cau– sa, alla rivoluzione,, italiana ed al progresso ge– aer.3le de.Ha lioertà nel mondo un servizi,o in– comparabile, che d.ar ~bbe i più grandi risulta– ti, i ·più solidi e durnturi che possano prati,ca– mente s•caturire da un apostolato dj, pensiero e ,d'azi•~ne de ha di mira il bene di tutti e pone disinteressatamente il suo scopo al di la degli i-ntere.ssi co11tigenti e del su0cesso imme– diato della SLK1l'istl'ctta falange di militanti. Il programma degli anai·0hici nella prossima rivoluzione italiana é inna.nzi tutto la vittoria di questa contro la tirannide fascista e gli isti– tuti che ne furono e sono complici; la difcs.a in seno ad essa, snl t.irreno pratico, del principio di libertà con.tro i colpi e le i-nsidie del fa ci– smo sconfitto nrn forse non domo del tutto, e contro op1i eventuale 1irannia nuova che ten– tasse sostitnir·si a,cl es,so; •e, ,come ,diceva Mala– testa, riconquista delle condizioni necessarie al– la propag.ancla ·e all'organizzazione. Utilizzazio– ne immediatn, come CO•lllScguenza, di taJi condi– zioni riconqui ·tate per a&sociarsi e sping,ere tut– te le forze ,popolari all'associazione libera e al– l'es,ercizio ,di tutt,e le autonomie po ibili; ag– giornaunento e .coordinazione d'intenti fra ,com– pa,gni. potenziamento e preparazione propria e di tutti gli elementi attivi libertari e proleta– ri 1w1· una rivoluzion<' pia a1111pia, 0he sara tan– to più prossinw quanto più sara stata ener– gica, indi,pendente è lontana da ogni potere sta– tale f'azione precedente. Questi i propositi immedittti tangibili e pos– sibili, sn cui si pu6 prev-entivarmente e&s-ersi– curi ,del consenso dei cotlllpa,gni resi,denti in I– talia, pur esse-ndone lontani e senza contatto con essi, finché pensiamo ad una azione c.ipen– dente dalla volontà ,deg·li anar-chiei, sulla qua– le soltanto, per ora, po iamo cont.are. Quan– do poi saremo in Italia, - ,di cui ,pel momento ignoriarmo troppo lo stato reale ,e ,CJhenon ci po· iamo illuder-e di trovare bell'e pronta a u– na ricostruzione ra,dicale come noi la vorrem– mo, - vedremo quali altri sviluppi sar.ann.o possibili, ,cl'a0cor,docoi compagni vecohi e nuo– vi CJhela ritroveremo, in rapporto alla somma e concordia delle nostre forze, ed in armonia con le disposizioni e tendenze delle mass·e po– pola,ri, c,he oggi non possiamo prevedere e da cui domani non ·potremo prescindere. Fuori di questi limiti, - che sono del resto tanto ampi, che s.1ra gia gran fortuna se 1e nostre forze basteranno a riempirli, - a rr,e pare ohe si corra ,gnm ris,chi,o di cadere nel- 1'accademia e nel nullismo. Non faremmo che dar-e anche noi il poco divertent,e spettacolo di quei fratelli che litigavano sulla spartizione del– la pelle dell'orso, prima a,nc•oradi uscire a cac– cia ,contro di esso. O, se il paragone sembra im– proprio agli anar,ohici, poiché a dir vero essi non han da sipartirsi nulla, cl1é l'int 1 mzione ce n'é solo fra i partiti autoritari voghosi d 'a11Jdar,e ail governo, dir6 tllleglio e più pedestremente che fai·e=10 i conti senza l'oste; e non varrebbe proprio la pena che ci a0capiglia&sirno p,er dei conti -quasi certo &bagli.1.ti ,che ,dovremo in ogni caso rifare da •capo. Studiamo, si, ·con ser.inita di spi rito e co•o– perazione r•ecÌIJ.)r-oca i problemi de1la rivoluzio– ne, del movimento e della ric·ostruzione; ma pensiamo che le nostre eventuali soluzioni non potrebbero oosere eh~ provvisorie, rivedibili poi al contatto d;ella vita italian,s:t. Potr,emmo solo proporle, sa-lvo a fare a modo nostro, se ne sentiremo il ,dovere e le nostre forze basteran– no. Guar,diarnoei quinrcli dalla t.entazione cli fa– re delle nostr.,e soluzioni dei nuovi dogmi, e ,da ogni più piccollt intenzione d'imporle come che si.a agli altri. E non dimenfacù1iamo i compiti più Ìtlllportanti ohe ,c'incombono all'estero: la lotta antifascista, la lotta anarchica cliov'é pos– sibile in solidarieta ·coi compagni ,dei pa,esi in cui ci troviamo, la propaganda delle .nostr,e i– dee, l'unione •delle nostre forze, J.a creazione ,di una atmosfera ,di fraternita superior,e anche tra le forze diS<',enzienti. Miglioriamoci; e pre– pariamoci, ·qu;,lli fra noi CJheintenaono torna– re in Italia, a p@ta.re fra i nostri fratelli lon– tani, non la prosecuzione d'infecon,d,e ire inte– stine, ,m.a, col frutto de 0 1 studi ed esnene fatte .attraverso il mondo, una forte e pura volontà ,di ,concor,dia, cli lotta e di libe– razione. LUIGI F.ABBRI. Fuori d • Attualita Le rliffirili c0nclizi)ni, in cni pros·eguc a usci.:. re la, presente rivista, le im1pongono di aocentuare anche di più quel caratter,e di inattualità con cui, un po' per vo·lonta degli inizia-tori ed un p-o' per forza di ciroostanze, ''Studi Sociali" sor1se orso no dieci inesi. Come i lettori vedono da sé, manca onmai co1nrpletamente in queste colonne qure1 com– m•ento dei fatti d•el giorno, per lo meno ,degli av– venimenti pill im11ortan,ti, che pure parre'bibe indi– sperusabile in ogni pubblicazi.one cihe s 1 i Tis!petti. Noi sorgen111no a dir ver-0 con la, ,pre.meditazìo– ne di sfu,ggire più che fosse pos;sibile a tale ob– bligo. Per le cose d'attualità ci sono altri perio– dici delle nostre rnedesime idee, che ne trattano dovunque e dicono tutti all'inciTca i medesimi com.menti ohe direnmno noi; avrebbe baSitato qu'ln– di, secon,do il nostro ,parere. •dire qualcosa sul fat– to più i,m;porta.nte della quindicina, e dedicare il resto ,d,el foglio alla trattazione dei 1iroblemi più vivi della dottr.ina e del movimento in ra,p,porto alle circostanz~ s,ociail.i in continua mutazione; al– la elucidazione di certi per.iodi sto1,ici xecenti e alla parte rappr•esentatavi dalla nostra collettivi– ta militan te; a-l!a correzione di quelli che a noi sem ,bra.no errori in seno a questa •collettiviit:i., sia come stato d 'ani.mo , s,ia com-e inte11pire,tazi-0ne del– le idiee e dei fatti; aLla d,i,scrns1Siionecortese e s.e– Tena con gli avveT.sari e coi n1e,desimi nostri a– m,ici su quesitioni dt teoria e cli tattica ancora1 controvertS•e, e cosi via, - s,enza contare il pT,o– DOSìto di continuare la riesumazione, ,che comin– ciamnno altrov,e, di scritti im,portanti di autori no– stri, oggi introvabiii o dimenticati, che 1)0~~ono ef– ficacem•ente contribuire a chiarire e docmmentare a•nche ora la bonta delle nostre convinzi-0ni. Tutto ci6 é semJ])re nei nostri !PTOPositi. Ma il disastro liberticida argentino, ohe ci ha cacciati di casa e tagliati i viveri, facendo cessare la pub– blicazione regolarJlllente quindicinale della rivista e rendendone salutaTif:! e aleatorie le pubblicazio– n,i - questo numero esce a due n1esi di c1.istaEza <lal precedente! - ha fatto si c,h•e il caratt <0re d i "Studi Sociali" diventi ancor più fuori d 'attua.li– ta, :per ci6 c,he riguarda i fatti d·el giorno, pur re – sitandovi, naturrabnente, al .com)pleto per quel che si rifenisce a,11e id•ee ed ai profble,mi da esamina~

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