Studi Sociali - anno I - n. 6 - 10 luglio 1930

del 1920, unicamente per la difesa. delle vitti– me politiche; ma alla fine d'ottobre esso era giii svanito. . . In quanto ali' appunto del con– gressista Barcellone, che /gli anarchici italiani concepissero la lotta in un modo un po' trop– po romantico, é un'affermazione che non dice nulla. Bisognerebbe sapere che cosa il Barcel– lone intende per romanticismo. Cosi pure non é vero che le diverse tendenze rivoluzionarie perdessero il loro tempo solo, per criticare Le– nin e Trotzky; ~e mai, era vero proprio il con– trario. . . V 'era piuttosto una tendenza a se– guirli, perfino fra alcuni anarchici, che pero si 1:icredettero quasi subito. Nella discussione sul sindacalismo il con:ipa~ gno Lashortes mette fra coloro che negano O· gni valore rivolu1:ionario ai Sindacati anche Bertoni e Malatesta., i quali pretenderebbero che "un anarchico non potrebbe lavorarvi dentro senza deviare". Anche qui c'é grave er– rore. Mal atesta e Bertoni non nelgano ogni va– lore rivoluzionario ai sindacati; negano solo che questi possano avere tale !valore per loro stessi ed in quanto sono tali; affermano che invece i sindacati hanno solo il valore rivolu– zionario dato loro dall'intervento dei rivolu– zionari; e che gli anarchici possono a!girvi den• tro senza deviar.i. se non cessano anche li den– tro di essere anarchici e di algire in coerenza con le proprie idee rivoluzionarie e libertarie. Essendo noi all'incirca d'accordo con le te– si sostenute dai compagni della maggioranza, non abbiamo gran che da dire su quelle: l 'a• verne riassunte le risoluzioni, come sopra ab– hiam fatto, é sufficiente. Per le idee sostenute dalla minoranza, le due .sue tesi principali, - quella sulla "responsabilitii collettiva" e l'al– tra sulla "difesa armata della rivoluzione" - r,er la loro importanza debbono essere esami– nate a parte, e lo faremo prossiqiamente, so• pratutto in base alle discussioni di ante-con• grcsso. La prima, dal punto di vista anarchi– co, doveva secondo noi essere scartata senz'al– tro; ed é stato bene il farlo. La secon'da non ci pare che potesse essere risolta da un congresso né che qualsiasi risoluzione su cio potesse esse– re i11trodotta in un programma di organizza– zione costituita per un compito che non é quel– lo di monopolizzare a priori la rivoluzione o imporle una sola via. I diversi pareri dei com– .pagni su cio non sono un motivo sufficiente di divisione, mentre piu importanti sono i compi– ti d'azione immediata su cui é possibile l 'nc• cordo su pi (t vasta scala. Se il congr~sso aves– se. posta "la U. A. C. R. come situata in pe– riodo post-rivolnzionari'o" (come voleva il Fre– mont) avrebbe esorbitato dai suoi compiti e commesso un errore. Il che non toglie che la questione della dife– sar della rivoluzione deve essere studiata seria– ment.e per considerarne tutte le soluzioni pos– sibili, - non potrebbe esservene una ·soltanto, - e da questo punto di vista ci pare che cio che é stato detto in proposito da elementi del- . la maggioranza risentisse d'un semplicismo troppo comodo, mentre quelli della minoranza erano più nel ~iusto a preoccuparsene, benché avessero torto '.I farne argomento di divisione nell 'organizzazi',me. Fremont, per esempio, ·a– veva del tutto ragione a sostenere che sbaglia chi dice che "la rivoluzione sara anarchica o non sara" mentre gli anarchici. debbono parte– cipare a tutte le rivoluzioni e svolgervi la loro fun'zione specifica. A un certo punt'o il Fremont (che col Bar– eelone é stato l'oratore piu importante della minoranza) ha eletto che non si tratta d'im- . porre la propria dittatura, ma di avere la "funzione di guida ideologica della rivoluzio– ne". Che significa ci6? Se si é "guide"nelsen– so della propaganda con la parola e l'esempio, tutti gli anarchici ne hanno la buona intenzio• ne; ma se si tratta d'imporre per forza le pro– prie idee allora si cade nella dittatura piu antianarchica. Il linguaggio -del compagno Bar– cellone é stato poi pi(t. antianarehico ancora, uella sua incomprensione dell'anarchismo at– tuale, da lui presentato come una qolciastra ·a– ~pirazione sentimentale al paradiso terrestre della felicita universale, çome una specie di cri· stiauesimo, per non vedere per suo..c_o~tpelle un BibliotecaGino Bianco ~TUDI SOCI.A:Lt problema di forza materiale, fino a giustifica– re (fra la disapprovazione unanime dei con• gressisti) certe esecuzioni s6moiarie dei bol– &cevichi russi. Naturalmente la mozione sul metodo orga– nizzativo, presentata dalla minoranza e respin– ta dal congresso, risentiva di tutta· 1a conce– zione a tendenze larvatamente dittatoriali, an– tiautonomiste, della· minoranza stessa. Basti citare la proposta 'di proibire ai membri ora– tvri dell 'U. A. C. R'. di fare giri di conferen– ze per proprio contò• e non a nome dell'Unio– ni:; ed ai gruppi d\ chiamare per· conferenze oratori non iscritti all'Unione. Cio equ~valeva, per esempio, 'a un boicòttaggio anche delle con– ferenze di S. Faure, che µon é ora inscritto al- 1'Unione ma ne condivide al completo le idee. Era la negazione as,soluta, in 1)ratica, del prin– cipio d'autonomia individuale e di gruppo an– che nell'ambito dei principii piu ortodossi del- 1'anarchismo comunista. L'a discussione stù sindacalismo ha messo in luce un 'altro dissenso, anche in· seno alla stes– sa maggioranza, fra quelli che di fronte alla divisione proletaria francese in tre centrali di– stinte e in sind.acati autonomi, proponevano l'adesione degli anarchici ad una sola organiz– zazione - la '' Confederazi'one operaia sinda• calista rivoluzionaria" corrispondente alla no• stra "Unione Sindacale Italiana" - e 'gli al– tri che, pur dichiarando ila loro preferenza e simpatia per la suddetta C. G. T. S. R., so– stenevano in linea di principio l'unita sinda– cale, e praticamente la liberta degli anarchi– ci di aderire a qualsiasi organizzazione, a pat– to di seguirvi una condotta rivoluzionaria e li– bertaria. Di cio abbiamo gia parlato, e detto che ci sembra piu pratica e possibile, ed ugual– mente anarchica, la seconda corrente. La questione meriterebbe una trattazione piu esauriente a parte; ma per noi italiani sareb– be superfluo, perché sia nei nostri congressi in Italia, sfa nella stampa in Italia e fuori, se ne é discusso a sazieta, venendo alla medesima conclusione del congresso· ultimo di Parigi. Del resto é ovvio che il congresso di una organiz• zazione anarchica avrebbe esorbitato dal suo compito, che é quello di discutere e decidere &ull 'indirizzo della propria organizzazione e sull 'attivita degli anarchici nel proprio seno, incaricandosi d.i altre organizzazioni ad esso e– strimee e di fissare pei pr-opri aderenti una de– terminata linea di condo'tta rispetto ad esse. 'Inoltre, essendo l'organizzazione sindacale per .ln sua natura piu soggetta a considei:azioni d'interessi di mestiere e di opportunita contin- gente, noi siamo i meno indicati da lontano a suggerire una soluzione definitiva piuttosto che un 'al trii; e ai1che da questo :punto di vi– sta amiamo credere che il congresso di Parigi nb~ia scelto la migliore possibile __ in rappo.rto all'interesse superiore del mov.imento anar- chico. ' · • • Poiché vi furono, dopo il congresso del 1927 che. devio verso il "piattaformismo", dei com- . pagùi anarchici-comunisti che si staccarono dall' 'U. A. C. R. e fondarono una organizzazio– ne nuova (tra essi S. FàÌ.1re) ..:...l 'Associazi'o– ne Federalista Anarchica, - puo interessare il vedere quale atteggiamento hanno essi preso, 4opo. cl)e due congressi _hanno rettificato l'er- rore. . , . _ Alcuni di' quei' compagni, tra cui Lentente, sono ritornati in seno all 'U. A. C. R.; altri tra cui S. Faure, ne son rimasti fuori e restano nell'A. F. A. Per questi ultimi Sebastiano Fau– re spiega nel "La Voix Libertaire" di Limo– i;·es n. 65 del 24 maggio u. s. il suo atteggia– mento. Pure, le sue spiegazioni non ci sembra• , no persuasive. A parte ·la ragione personale, eh 'egli adduce fra le altre, della mancanza di · terripo per dedicarsi a un lavoro di organiz– , zazione, - su cnf·non discutiamo, ma che pu– . rè non poh!)bbe impedirgli d'aderire in segno di solid*rieta alla vecchia organizzazione, che anéh'egli contribui a fondare, - gli altri mo– . tiyi che adduce ci paion poco fondati. Egli di– . ce che non ha buone ragioni p·er lasciare i com- 1,agni :fedeli :che restano nell'A. 'F. A. e _che ·,cì'.11l~ra, piirte. ~sseudo i. ''.p_ia~tàf9rJ11i~W: ,;· +a- 3 ti nella F. A. C. R. essi potrebbero in seguito ridiventare maggioranza, e sarebne poco serio da parte sua entrare ed uscire periodicamente da una unione a seconda delle oscillazioni del– la maggioranza o minoranza. Il secondo ragionamento ~ giusto; ma esso dimostra semplicemente che :tion era necessa– rio uscire dalla U. A. C. R. neppur la prima volta; egli non ne sarebbe stato diminuito, né avrebbe sacrificato alcun at'omo della sua li– berta d'iniziativa, come cio non é avvenuto a• gli altri compagni della sua stessa tendenza che vi restarono. Bastava. per cio che avesse fatto come gli altri: proseguire per la vecchia strada, non tenendo alcun conto delle delibera– zioni limitative invano prese nel 1927. Se an– che, rientrandovi ora, i piattaformisti ritornas– sero mag·gioì·anza, egli potrebbe continuare a fare come prima, insieme a tutti i compagni del suo parere, non uniformandosi di fatto al· le deliberazioni maggioritarie ritenute anti– auarchiche. Basterebbe cio a rendere nulle ta– li deliberazioni; e con cio egli renderebbe daÌ di dentro un ottimo servizio all'idea e al mo– vimento anarchico. A meno che la mag~ioranza non arrivasse al– la "estrema ratio" di tutti i partiti autorita– ri: nll 'espulsione in massa degli indiscip!inati. Allora si che sai·ebbe necessario far casa a par– te; e tutti gli anarchici di certo prima 6 poi• verrebbero nella casa nuova la quale avrebbe la solidarieta degli anarchici di tutto il mondo. !Ifa l'espulsione sarebbe tale un fatto evidente d'autoritarismo che l'averlo provocato sig1ùfi– cherebbe ancora un servizio reso all'idea, poi• ché darebbe la dimostrazione tangibile dell'anc ti-anarchismo 'di quella eventuale maggioranza. E' questa una ipotesi a puro scopo dimostrativo, perché non la crediamo verificabile, in quanto la minoranza del congresso cli Parigi (all'in– fuori forse di qualcuno che finirii con l'abbai,· donare il nostro campo, lealmente riconoscen– do di non starvi a suo posto) resta anch'essa di idee e sentimenti anarchici, ed é più che al– tro vittima di equivoci di parole ingranditi da un po' cli puntiglio. E col tempo le differenze si appianeranno da sé. · Non vediamo una difficoltii neppure nella questione di delicatezza verso i compagni del- 1'A. I<'. A. Questa associazione non é un dupli– cato della F. A. C. R. (nel qual caso pqtrebbe esserne senz'altro una sezione) ; essa, per esse– re un aggrupameuto di anarchici delle piu di– verse e opposte tendenze, ha fisonomia e com– piti diversi, in parte, da quelli della U. A. C. R la quale ·svolge una atti vita con indirizzo determinato che non potrebbe essere svolta dalla più eclettica A. F. A. Che cosa potrebbe impedire a S. Faure ed ai suoi amici anarchi– ci-comunisti aderenti alla A. F'. A. di aderire contemporaneamente alla U. A. C. R.1 Non si potrebbe fare a cio alcuna obiezione cli princi– pio; essi svolgerebbero in, ciascm1a orgar..izza• zione i compiti inerenti al carattere speciale di ciascuna. Oi6 servirebbe in piu a mantenere cordialita di rapporti fra l'una e l'altra, e po– trebbe automaticamente risultarne una profi– t:na divisione di lavoro senza nessuna abdica– zione né rinuncia da ·J,Pa parte o l'altra ad \m atomo solo dei proprii principii e dei propri propositi pratici. Essere partigiani dell'organizzazione anar– chica non significa pretendere per la sola or– ganizzazione propria il monopolio dell 'anar– chismo, né significa per l'anarchismo unicitii d'organizzazione. Ecco un'altra idea, quella della molteplicita delle forme organizzative dell'anarchismo, che meriterebbe, a sua volta d'essere sviluppata. ·Ma cio esorbita dall'argo- . mento di questo articolo che del resto é dive– nuto anche troppo lunigo. Chiudiamolo, adunque, rimandando ad altre . occasioni gli argomenti collaterali o secondari. LUIGI FABBRI Il compagno Fabbri rivolge appello ai vecchi compagni che han conservato vecchie raccolte di giornali, per avere· in prestito, - con pro– messa ai tutto restituire al piu presto, - delle pubblicazioni anarchiche· amteriori al 1900, u– scite. ~ia !ll_ I~a C?.e ?-W ~s~~~- ... . . ..

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