Studi Sociali - anno I - n. 6 - 10 luglio 1930

8 lmpegn'i, fa fallire l'iniziativa, tutti diranno che lui é il colpevole e quindi il responsabile, e non coloro che han fatto fino all'ultimo ci6 che dovevano tare. Ancora una volta, parliamo come parlano tutti gli altri; cerchiamo di farci capire da tutti, e forse ci troveremo In minori difficolta nella nostra pro paganda. ERRICO MALATESTA delle fRivisle l\i~iste di ling1111 france,.e Pa11ait Istmti: CONFIDENZA. - ("Europe" di Pa– rigi. - n. 86 del 15 febbraio 1930). Il rumore solievato dalla pubblicazione de'l tre li– bri di Panait !strati sulla Russia e contro la tiran– nide bolscevica ha fatto credere a certi inte;llettuali borghesi che l'autore avesse ripiegata la sua bandie– ra di rivoluzionario. Egli, rispondendo a una signo~ ru francese che, credendo ci6, se n'era congratulata con lui, le rivolge questa "lettera aperta in risposta ad una lettera semi-chiusa" per disiJ1gannarla e. riaf– fermare le ragioni per cui rimane fedele alla causa della rivohnione. AYendogli la signora scritto che, pur restando nella sua classe era artivata alle stesse conclusioni del!'A., cloé alla solitudine, all'isolamento, alla convinzione che l'umanità cercata é possibile solo In alcuni Individui, perché la collettivita é un mostrn, l'universo é stabilito su basi di ferocia, e sem– pre I grossi mangeranno I piccoli, Pana'it Istrali le risponde che queste conclusioni non sono affatto !& sue. Con sottile Ironia l'A. spiega alla signora france– se, che se questa pu6 cullarsi nel suo scetticismo o pessimismo, continuando però a godere tutti I vantag– gi della classe privilegiata In cui é nata e In cui re– sta, egli, operaio, resta con gli operai e attaccato al– la classe dei diseredati, nella quale é entrato volon– tariamente dall'eta d'i dodici anni e per la quale vuol continuare a combattere. Attraverso la rie,·oca– zitne della sua vita, spiega la formazione della sua coscienza, dinanzi alla Quale non val nulla tut– to ci6 che costituisce l'orgoglio della civ'ilta borghe– se; e non vai nulla neppure ciò che fa l'orgoglio del– la stessa c:asse operaia, laddove questa esercita il suo potere e razionalizza la vita, in nome d'una li• berta avvenire, ancor p'ii>.crudelmente che gli altri regimi. Egli ama bensi la solitudine come un rifugio dat:a bestialita umana, ma sente la solidarietà con l'umanità che, malgrado tutto, tende col suo desi– derio alla pace, al lavoro, alla liberta, e Yorrebbe nell"immensa. sua maggioranza e con tutta l'anima bandire dal mondo l'egoismo, la ferocia, Il delitto collettivo. L'A. esclama: "E' un desiderio 1iii>.uni– versale che la pretesa "legge" del male di cui voi parlate; noi non viviamo, non creiamo, non pro~ gred'iamo che con questo desiderio; l'avvenire gli appartiene, e vincerA! ". Non si tratta di salvare degli individui, ma l'u– mani ta intera, Non si salvano gli alberi, se si lascia a.nn' ientare la foresta. "Per cl6 io sono rivoluziona– rio, n ei miei libri come nella mia vita privata ... Voi chiudete gli occhi sulle ignominie deJ!a vostra clas– se, e tacete, aderendo cosi a tutti i suol delitti. Io no. E il giorno in cui la mia classe s'é assisa ad una Immensa tavola, e mi sono convinto delll!- sua ghiot– toneria, avete visto come l'ho colpita nel grugno, Pul' dopo averla teneramente abbracciata". Comoda é la morale della classe dominante, che parla di mezz'l pacifici, di dolcezza, al rassegnazio– ne, di carita cristiana, di solitudine, perché non c'é altro da fare e il mondo restera sempre come sem– JH'e é stato. Cosi essa domina l'universo oon la sua arte, Il suo Insegnamento ufficiale, le sue chiese, la sua politica, e prepara nuove guerre. Cotesta prete– sa civ!lta é come u na gigantesca sanguisuga, attac– cata al corpo sa.no dell'umanita che fatica, divoran– done ed ane mizzand one ogni energia creatrice ciel pensiero e del lavoro. Scienziati ed opera'i non vivo– no che di hricciole; essi sopportano Il peso d'un re– gime, d'una tecnica e d'un progresso, di cui non co– noscono che i lati obbrobriosi. Po'iché ci6 che v'é cli veramente civile in tutto ci6, il 90 per cento deil'u– manlta l'ignora. "So che non ho che una vita da perdere; ma des– sa mi sarebbe Insopportabile se dovessi tacere e ade-· r1re a un ordine di cose che !a la !ellcita di pochi, del Pii>.cattivi, e la sventura d'una umanita del tut• to innocente.. . Cosi, non fate,·! illusioni sulla mia solitudine e la mia rottura .coi Soviet.. , Io l'ho rot– ta solo coi cattivi bolscevichi e con l'incomprensibile sabottaggio della Rivoluzione ... Ma questa serba tut– ta la mia fiducia, tutta la mia speranza, tutta la mia combattivlta. Io sono stato sempre e resto l'appas– sionato soldato, il franco-tiratore della mischia so– ciale, a fianco dei veri rivoluzionari e per una ml• gliore umaniti". A. Rossi: L'UNIVERSITA• ITALIANA IN CAMI– CIA NERA. - ("Monde" di Parigi. - n. 98 del 19 a])rile 1930). L'ultima sessione del Gran Consiglio fascista in Italia ha studiato "le misure da prendere per comple– tare la !ascist'izzazione della scuola". Queste misu– re sono, anzi tutto che I rettori delle unlversita deb– bano essere fascisti, e Iscritti al fasci almeno da cin– que anni. Questi rettori debbono controlla.re jn che Biblioteca Gino Bianco STUbtsòctAtt modo i professQri si comportano nella. loro azione e. du cativa, se s i Ispirano alle direttive del fascismo e se partecipa.no alle mantfestazlon1 fasciste e nazio– na liste. IJ Gran Consiglio ha. deciso altresl che i gruppi universitari di studenti fascisti si dedichino alla preparazione militare e alla formazione di quadri di ufficiali. SI faranno da professori delle scuole mili– tari dei corsi nelle UnJ,·ersita; e gli studenti dovran– no segÙlrè corsi pratici militari le domeniche e nel– le vacanze per almeno due anni; cosi usciranno dal- la scuola. ufficiali di complemento. - Nelle sedute della Camera fascista, tenute poco dopo, durant.E> la. discussione del bilancio dell'istru– zione pubblica, tutti i deputati han chiesto che sia.no cacciati dalle loro cattedre tutti I professori "sor– passati", c'ioé non fasci_s,ti, senza preoccuparsi so cl6 possa causare "un abbassamento della coltura". Il deputato Paolo Orano, ex sindacalista rivoluziona.rio, ha. dichiarato che, dopo il Concordato col Vaticano, il Cattoliclsmo e il Fascismo bastano a tutto; e che la filosofia, di cui non c'é bisogno, é una forma de– caduta dello sviluppo umano. li !ilosoto é un tipo mentale inferiore; l'unlca verlta é quella del fasci– smo, per li quale tutto consiste nel credere ed obbe– dire. Il parlamento fascista ha applaudito con entu– siasmo questa roba. Gli studenti fascisti ·so.no anch'essi IDQlto lieti di queste nuove formule c he li liberano dalla fatica di studiare e di pensare. Per procedere negli studi e ne!Je carriere bastera indossare la camicia. nera, sen– za passare per lo, stadio noioso delle preoccupazioni culturall,!llosotlche e scientifiche. Il fascismo non ha bisogno di questi imbarazzi, che son cose del diavo– lo. Il fascismo ha soltanto bisogno di conservare. Che cosa? Lo stesso Orano lo disse alla fine del suo di– scorso: "Conservare l'ordine e le sue forme: fami– glia, diritto, disci])llna domestica e sociale, Stato e ChieS'a.". Si capisce bene che per tutto ci6 non v'é al– cun. bisogno di scienza o di filosofia; bastano gli squadristi col bastone e le camicie nere. Lo11is Pierard: L'ONDATA DI PUDORE IN A1"{E· RIC'A. - ("Les Nouvelles Lltteraires'", di farlgi. - n. 392 del 19 aprile 1930). Gll scrittori e gli artisti sono da qualche tempo preoccupati della rovina che st'a producendo in Ame– rica (de! Nord) una certa corrente di virtuolatrla e le misure prese da vari governi, a richiesta di certe leghe sedicenti moraliste, contro la liberta d'espres– sione degli autori e Ja cb·co\azione delle loro opere. Negli Stati Uniti Il senatore Smoot si distingue nel– l'incitare gli uffici postali e di dogana a sequestrare opere letterarie ed artistiche, battezzate ner oscene, provenienti da quel luoghi di perdizione che sono re– putati Parigi, Londra o Berlino. Ma il pudore nord-americano non si limita alle ope– re straniere. Per esempio, recentemente Il "Bolletlno <lei Servizio legislativo" (specie di giornale u!!iclale del parlamento) additava come specialmente licen– ziosi de'i brani di un libro di Brlgham Young, capo della setta dei Mormoni alla quale appartiene lo stes– so senatore Smoot! La facolta di censura della posta e della dogana d•gll Stati Uniti é enorme; gli a– genti possono sequestrare tutti I llbr'i ch'essl repu– tano osceni. Cosi, sono stati considerati tali la "Sonata a Kreutzer" di Tolstoi, "L'Amo; e coniugale" d I Swedenborg, un catalogo In cui era annunziata un'e– dizione del "Decamerone" di Boccaccio, e perfino un rapporto urticia\e della citta di Chicago sul vizio !. quella citta! Nel 1908 la po.ta e la dogana compilarono d'ac– corrln ·una Fst a nera di 739 libri da interd'ire e se– questrare. Nel 1929 le autorlta doganali vollero im– pedire a un Museo d'importare delle pitture cinesi, perché credute oscene; e nello stesso anno si seque• str6 una copia rara delle opere di Rabelais ordinata da un biblloCilo americano, 11 quale con tutt& le sue proteste non ha potuto ottenere la restituzione del suo libro. Alle proibizioni di orig'ine federale si ag– giungono quelle, s_pesso rldlcoJ41, del singoli Stati fe– derati, tra 1 quali si distingue Il Massachusetts (ce– lebre per l'assassinio di Sacco e Vanzetti), il q1111le ha una legge per cui un llbro pu6 essere condanna• to anche per u.n breve passaggio o qualche parola reputata llcenz.iosa. Cosi, J)erfino la Biblla o il tea• tro d'i Shakespeare potrebbero essere proibiti! In !orza di questa legge mostruosa si sono condan– nati dei libri, come "Il Petrolio" di Upton Sinclair, la "Tragedia Americana" di Teodoro Drelser, il "R'i– so tetro" di Sherwood Anderson, ecc. Quest'ultimo llbro, strano ma pieno di grandi bellezze, contiene appena qualche parola che potrebbe tar arrossire un carmelitano; e bisogna essere d'una 1nsigne malafe– de per accusare di l)ornografla li suo autore. Pare che questa censura grottesta cominci a com- · muovere la gente di buon senso. Nell'"Atlantlc Mon– thly" lo scrittore Edward Weegs ha pubblicato in gennaio un lungo articolo di alta protesta contro tan– to sciocca esagerazione. Cosi, ha avuto un gran snc– cesso 'in America uno scherzo satirico, consistente in un piccolo libro In Yersi per !anciullJ, conosciutissi– mo, Intitolato "Mia Madre l'Oca" pubblicato con a traverso, sulla copertina, la parola: "Censurato", e dentro con parole qua e la sbarrate In nero e segu1- te da un "Hum!" slgnl!lcatlvo. Il libriccino é andato a ruba, e l'e!!etto ne é stato veramente assai butto. CATIMNA, !BIBt IOGRAfll\l Federico Urales: MI VIDA. (Tomo 1) - Edit. Pubblicaciones de "La Revista Bianca" Bar– celona, 1930, - Un volume (pagg. 247) - Prezzo pesetas 2,50. · oh! 0 {.: ~ra mogli~ asp,ettarc a s cr'ivere queste linee lt •i . avesse fm1ta 1opera i.ua e fossero usciti g!l a ' volumi di questa sua a utobi ografia. Pu6 dar– si. ~~ se scri;erne un cenno subito puo incoraggiar" qua c ie lett~1e a farne acquisto, questo giovera so ~o~ altro a mcoragg!are a sua volta Il compagno Fc- er co Urales a procedere alla Pubblicazione ùePll' altri volumi. ~ l' Questa autobiografia di agitatori e scr1tto1'i del- anarchia ~a.ranno un giomo un oWmo materiale per lo storico futuro, che voglia ricostruire 11 sor– gere e s, ilupparsl del movimento anar,;hico, che 8 chiamato a dil'e la parola d'ordine della futura ri– voluzione sociale. Per noi, contempo 1•anei O di poco seguenti net corso della vita gli autori di questi scrit– ti la lettura n'é prevalentemente di contorto e •l'am. maestram~nto, o, Pei piU vicini, occasione di ricor– dare fattt e avvenimenti ui.11? hanpo In sciata foJ te impronta anche nella vita n%tra. E' rloto che il vero nome di Federico Urales é Juan Montseny, sotto il qual nome egli aveva cominciato a militare nelle file anarcl.Jiche. n;corrJo che uno dei primi libri di lingua spagnuola ,, di 1rlee anar– chiche che ho letto, Yerso Il J 896, fu :1:>p11ntoun di– screto volume del Montseny: "Soètolngia 1..uarqui– st;,.". Assunto poi '.I pseudonimo di l•'eclci·ico Urales, sotto Il quale é pii: noto da llent',,ani 111 qua, que– sto nomt~ C le-gato a molta ilr > lu1.i1,n,? h-tt,:ra?·J,t e– soci~logica dell'anarchismo, :om:u11.i, pubblica,ionl teor,cbe e sopratutto giornalisticl.Je, come "La Re– vista Blanca" delle due serie, "Ti,11·rn y Libertad" dl Madrid, Cd altre. Per chi conosce e rta un pezzo se– gue tutt:L questa attiYita, la leitura ,lei rlcotdi per-– sonall di Urales non pu6 non Interessare. VI apprendiamo che Il nostro am'ico ha gla sessan– tllsel anni d'eta; cosa che non credevamo, data la sua attivitii. e la giovanilita del suo lavoro Intellettua– le. Dh•enuto anarchico a ventun anni, egli pu6 co– si raccontarci le fasi del movimento anarchico spa– gnuolo <11 circa quarantacinque anni. Vero é che egli scrive deJle memorie pii>. soggettive che obiettive, e racconta solo i fatti ai quali é stato personalmente mescolato •(mentre sarebbe stato anche meglio il rac– conto completo di tutto quanto ha avuto occasione di vedere); ma questi !atti sono di per sé sufficien– ti a darci lo stesso un quadrn dei tempi da lui attra– versati. Infatti egli cl racconta le prime commemo- 1·azionl dei martiri di Chicago, le celebrazioni del 1.o maggio, fin dal 1890; poi le prime prigionie, di con– tinuo rinnovate in seguito, finché nel 1893 non si! ebbero 'i due attentati famosi: la bomba di Pallas c.ontro Il generale Martinez Campos e quella di San– tiago_ Salvador 11el teatro "Liceo' di Barcellona, che suscitarono l'anno seguente, le pii>. terribili perse– cuzioni In Spagna, culm'inanti due :umi dopo, nel 1896 in seguito all'esplosione dell'altra bomba durante una processione nella via Cambios Nuevos sempre In Barcellona, nella fosca e sanguinosa tragedia di Mon– tiuich. Questa tragedia, é certamente troppo nota alla ge. nerallta dei nostri lettori, perché cl diffondiamo a parlarne. Qui bastera dire che questa parte é la più interessante del volume di Urales. L'autore del libro fu Implicato nel gran processo, fra gli arrestati, jn– sieme a Tarrlda del Marmo!, Anselmo Lorenzo, Co– rominas, Teresa Claramunt, Llunas, Torrents, Ollé e tanti altri. Il raccontq, di Urales, pieno di vlvacitn, é Impressionante; una dozzina d1 capitoli lo com– prendono e sono !orse ci6 che di pii, diffuso si é pubblicato tino ad oggi su quel tristissimo episodio <!ella storia spagnuola, coronato dalla sofferenza di tanti torturati e dal martirio di cinque Innocenti !ucllati: Ascheri, M>ls, Nogués, Molas e Alsina. I ricordi di Urales proseguono ancora, narrando Ja l'iberazione sua e dei suoi compagni, l'esilio e le bre– vi vicende di Londra e Parigi; poi di nuovo il ri– torno in Spagna nel 1897. Aspettiamo ora la pubblicazione del secondo volu– me, che sappiamo prossima. CATILINA J. Mes;nil,F. Bonnaup, J. Mettt ed altri: AU SECOURSDE FRANCESCO GHEZZI, UN PRISONNIE'RDU GUEPEAU. Poche di numeM, queste quarant'otto pagine sul caso Ghezzi che I nostri lettori certo conoscono ,so• no piene d;interesse per i particolari eh' esso narra, pe1 la descrizione d'ambiente. ccc. Molte cose vi so– no su Ghezzi, sulle prig'ionl della Guépeau, s•1lla vi– ta del deportati, sui precedenti. ecc.. dette qui per la prima. volta. Vi sono confutate anche tutte le accuse mosse successivamente a Ghezzi dai bolscevichi. li nitido libretto, con una buona fotografia di Ghez– zi, tale, indipendentemente dall'argomento speciale– cui é dedicato, anche da un punto di vista generale di propaganda e di Informazione. BIBLIOFIL-0

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