Studi Sociali - anno I - n. 6 - 10 luglio 1930

2 to da apparire agli occhi di noi che guardia– mo ,le cose spassionatamente e da lontano piu conciliabile e, almeno su molti punti piu for– mai e che sostanziale; 2) che i seguaci di tale tendenza souo apparsi assai meno numerosi che nei due congressi precedenti; 3) che questa volta la discussione era stata amplissima pri– ma del congresso, durata parecchi mesi dalle colonne del "Lib<:rtaire" e sempre mantenuta sopra un tono di relativa cordialita; e che co– si pure il congresso si é svolto senza troppe a– sprezze e persoJJalismi, e in ogni modo meno che le due volte antecedenti (1). Tutto cio se– gna un progress•J di cui e' é da essere lieti. La discus$ione ,di ante-congresso (cui é inter– venuto con una 'sua lettera da Ro1na anche •il compngno Malatesta) é stata moltò importan– te, perché le due, parti · vi hanno ·sviluppato a sufficienza i loro plmti di vista; e dai loro seri tti ci si puo fare una idea,. di ehe cosa gli uni e gli altri intendono per "responsabilita collettiva", argomento su cui sopratutto si é discusso. Qualcuno di noi, in un prossimo nu– mero, si oceuppera a parte di tale questione; , quindi per, il momento non entriamo a parlar– ne. Qui ci limiteremo a dare ai lettori un rias– mmto delle risoluzioni piu importanti adottate dal Congresso. o • • Nel congresso "allargato" della prima gior– nata si é fatta sopratutto una discussione di principii. Forse l'errore di parecchi compagni é stato di far consistere la questione discussa, eh!) é sopratutto ,di volonta, - lo scopo che si vuol raggiungere e le vie piu utili ad esso - in una questione sociologica e filosofica fr; in– dividuo e societa, fra classismo ed umanismo, fra materialismo ed idealismo, ecc. In ,realta si potrebbe essere d'accordo e volere lo stesso fi. ne e gli stessi meZ¼ianche .essendo di parere 'diverso sulle motivazioni scieÌltifiche ed etiche spesso dipendenti da diversita cli coltura, di e'. ducazionc, ,di temperamento, sboccanti piu in una dil'isione di ìavoro che in un contrasto, fra compiti diversi ma tutti necessarii. La conclusione é stata che a maggioranza (14 su 23) si é riconfermato il manifesto cli Or– leans, che ìa minoranza trovava troppo largo e impreciso. Cioé: lotta contro lo Stato e il Ua– pitalismo, come contro le forme d 'autorita mo– rale della religione, del patri'ottismo e della morale ufficiale; quindi contro tutte. le ditta– ture di oggi, cli ieri e di domani, _.:_per in– staurare una organizzazione sociale basata sul- 1 'associazione libera dei produttori 'e consuma– tori in Yista della sodisfazione di tutti i bisq– gni materiali e spirituali. Gli anachiri della U. A. C. R. sono quindi: eo– mUllÌsti, in quanto il comunismo é la forma di societa che meglio puo assicurare a tutti e a ciascuno il benessere; individualisti, in quanto rivendicano per ciascun individuo nella socie– ta,_ il diritto di sviluppare in ogni 'senso la pro– pria personalita, cio che viene ,reso material– mente possibile dalla organizzazione economi– ca su basi comuniste; rivoluzi'onari, perché re– putano inutili e illusorie le riforme in piena societa borghese, la quale non potra essere ro– vesciata che rivoluzionariamente • educazioni– stì, in quanto sono convinti che i'a rivoluzione sociale andra tanto piu lontano per la via del– le realizzazioni anarchiche, quanto le singole jndividualita rivoluzionarie saram10 piu eleva– te. Iu base a tali principii gli anarchici della U. A. C. R. non costituiscono un partito né al– tro che pretenda assumere il potere o l 'am– ministrazione della societa; ma credono neces– sario onganizzarsi fra loro, sulla base dell 'as– sociazione libera, per la propaganda, per la lot– ti e per la partecipazione alla necessaria azio- (1) Pure non sembra siano mancate I~ note.,. stonate. Fu letta al congresso una lettera in cui Io sc.rivente arrivava a trattare da "miserabili cani" I compagni contrari alla sua tendenza. Un'altra let– tera del compagno o nostro amico Makhno qualifica– va di "balbettamenti Infantili" l'ideologia e la tatti· ca dltesa dalle "vecchie barbe" dell'anarchismo (Volx Llbertaire", di Limoges; n. 63 del 10 maggio u. s.). Anche cl6 pu6 servire a comprendere la men• talita plattaformlsta. BibliotecaGino Bianco S 1 ftJbj §é)éi.Af,j ne colletiva e popolare delle masse, ahe non e- scluda lo sforzo indiviclualè. , Il programma di Orleans, ora riconfermato, si dilunga un po' nel precisare l'ideale d'avve– nire attorno alla concezione della comune li– bertaria come ùase d'organizzazione federali– sta della produzione, del consumo, degli scam– bi, dei servizi pubblici, ec'è. estesa poi alle fe– derazioni regionali, nazionali e mondiali. A questo programma, che qui ,abbiamo cer– cato di riassumere il piu brevemente ·possibile seguivano ,nel "manifesto d'Orleans" poche norme pratiche sulle modalita dell'att~rnle or– ganizzazione della propaga.uda e della lotta della Unione. Il congresso di Parigi, pur re– stando sulle stesse direttive, ha sviluppato mol– to di piu questa seconda parte: sviluppo reso necessario dal delinearsi in seno al movimento della tendenza cosidetta· "piattaformista ". In rapporto alle discussioni del Congresso questa parte. riveste la maggiore importanza in que– sto_momento. Essa definisc(l in modo chiaro la forma di organizza>zione 11n~rchica che il Con– gl'esso ha ritenuto piu conforme alle proprie idee. Secondo queste idee la U. A. O. R. risulta formata da tutti gli indivìdui, gruppi e federa– zioni che ne accettano il programma, lottano per attuarlo, e aderiscono all'organizzazione. La U. A. C. R. é organizzata a indirizzo fede– ralista, in modo che sia salvaguardata al com– pleto la libertl;i 'd'iniziativa degli individui, gruppi e federazioni. Il gruppo locale é la base di tutta l'organizzazione; i gruppi si federano regionalmente; e la U. A. C. R. é l'insieme di quelli e delle federazioni. Ogni aggruppazione :versera alla cassa dell'unione una quota fissa di 6 fr. ali 'anno per ciascun aderente: danaro che deve servire esclusivamente per spese d'amministrazione, di propaganda e iniziative decise dai congressi o, per referendum, dalla maggioranza dei gruppi. Gruppi e federazi'oni determinano da sé, come vogliono, le forme amministrative, i metodi d'azione, il modo di quotarsi, ecc. a seconda dell'ambiente. Il con– ,gresso, che si tiene dgni anno, nomina una commiRsione amministrat~a, con carattere pu– ramente amministrativo e non direttivo. Se– guono altre norme organizzative di carattere secondario e tecnico, su éui é inutile ,soffer– marsi. Per coloro che ric•ordano le modalita d'or– ganizzazione della' Unione· Anarchica Italiana, fissate nel suo "patto d'alleanza" diremo che a questo nella sostanza é molto simile l'altro adottato ora dal Congresso francese. Vi sono solo due punti in cui potrebbe insinuarsi una divergenza: la U. A. C. R. non prevede il caso dell'adesione per~onale per forza maggiore (senza dover passare per i gruppi) pur senza e– scluderla formalmente, mentre la U. A. I. l 'am– metteva .dichiaratamente; l'intervento ai con– gressi della U. A. C. R. é riservato agli aderen– ti ad essa da almeno tre mesi, restrizione (di cui.si comprendono le giuste ragioni, ma che p otevano essere risolte diversamente ) che i compagni italiani rion vollero fare, per scru– polo di principio e piu ancora per utilita pra– tica. Ma sono differenze su particolari secon– darissimi e di poca importanza. Il congresso ha creduto necessario anèhe fis– sare a sommi capi I 'azione collettiva ,da svolge– re dall 'U. A. C. R. in modo principale: Par– tecipazione a ogni movimento di rivolta contro gli oppressori e sfruttatori del proletariato; smascheramento di tutte le manovre dei poli– ticanti; opposizione. energica ed eguale al so– cialismo parlamentare e al bolscevismo; soli– daricta con le vittime politiche di tutte le re– pressioni e lotta contro di queste, compresa quella russa a danno dei nostri compagni; propaganda contro il parlamentarismo come contto tutte le dittature, contro le ipocrisie pa– cifiste statali o di difesa nazionale come contro tutti i militarismi, incluso quello delle armate rosse bolsceviche ; azione seria ed efficace, con carattere internazionale, contr:o la guerra, per– ché il proletariato si rifiuti ad essa ed alla sua preparazione; difesa del diritto d'asilo a fa– vore dei compagni immigrati da altri paesi, per conquistare anche per essi l'uso delle ma• gre liberta comuni a tutti gli altri cittadini. Di deliberazione a parte é stata O!m'etto la questione dell'azione degli anarchici nei sinda– cati. Essa é molto breve, ma in pratica é risul– tata la piu giusta, piu coerente alle nostre idee, ed insieme l'unica possibile, benché vi' sia scivolata dentro una motivazione teorica su cui c 'é da fare uirn grossa riserva. Alludiamo all'affermazione che "il sindacalismo, perse– guendo i suoi scopi, realizza di fatto le nostre concezioni nel campo economico della produ– >zione ". Sare,bbe stato piu esatto il dire "puo realizzare", perché l'organizzazione sindacale potrebbe anche proporsi scopi in contrasto coi nostri e, lungi dal realizlzare automaticamente le nostre concezioni, puo realizzarle solo se vi èoncorre vittorioso il nostro intervento vo– lontario, cosciente ed attivo in senso anarchi– co. Ma in pratica la cleliberazione ci sembra la migliore possibile: riconoscimento del val'ore del movimento sindacale, scuola di solidaric'.a operaia e preparazione della rinnovazione so– ~inle; rifiuto di subordinarlo ai propri gruppi; d·overe morale dei. compagni operai di aderire dovunque é possibile al proprio sindacato di mestiere, e parteciparvi in senso rivoluziona– rio; affermazione della necessita della unita o– peraia, e praticamente impegno di sviluppare nei vari organismi in cui gli anarchici si trova– no ,iscritti, data l'attuale divisione del movi– mento operaio francese, uno sforzo coordinato nel senso libertario. • •• A parte il nostro compiacimento per i risulta– ti _pratici del Congresso, le discussioni di que– sto ci spingono a fare alcune altre osservazio– ni. Qualcuna ne facciamo, anzi. tutto, nella no– stra qualita di anarchici italiani, poiché due o tro volte é stato citato inesattamente da qual– che oratore l'anarchismo italiano. Per esempio, il compagno Fremont ha detto eh~, per l'occupazione delle fabbriche 'del 1920, gli anarchici non avevano previsto nulla ed hanno mancato al loro compito di minoranza attiva. Per ·le mancate previsioni non v'é cla dire altro che non era possibile prevedere l'im– prevedibile, ma che gli anarchici nella loro pro– paganda non avevano mancato di additare a– gli operai le officine come loro primo campo d'azione, e di fare tutto qu 0 el che poterono in tal senso con la loro _partecipazione ai consigli di fabbrica dove questi furon possibili, per e– sempio a Torino. All'occupazione anch'essi parteciparono nella loro qualita di operai, lii organizzati, organizzatori, oratori, pubblicisti, ecc. ed in molti luoghi ne furono iniziatori od esponenti, specie nel raggio d'azione della U– nione Sindacale Italiana, in cui certo non ave– vano posto quei timorati, che immagina il Fre– mont. Durante l'occupazione delle fabbriche gli a– narchici furono al loro posto, assumendo tutte le responsabilita inerenti, opponendosi alle ma– novre riformiste, cercando di estendere il mo– vimento, occupandosi dell'armamento degli o– perai, sia all'interno delle fabbriche che in tut– te le riunioni, nelle ,manifestazioni di piazza, nei comitati d'azione, nell'azione individuale, nella stampa. Ebbero anch'essi, naturalmente, le loro deficienze, commisero errori, si lascia– rono sfuggire qualche occasione buona, ecc. Ma in sostanza non fu loro la colpa se le mas– se, pur applaudendoli nei comizi e mostrando loro della _simpatia, nei momenti decisivi non ne seguivano i consigli, "la parola d'ordine" come dice il Fremont, ma seguivano quella dei social-riformisti. Un altro compagno, il Lo~eal, riconobbe in– Yece che gli anarchici italiani proposero delle misure rivoluzionarie, ma che le organizzazio– ni socialiste non ne vollero sapere; pero ag– giunse che i compagni nostri ebbero" il torto cl'aver fatto il fronte unico coi socialisti ed i sindacalisti riformisti". Ora, questo non é ve– ro. Qualche anarchico ha parlat'o spesso di fronte unico, e questo fu l'aspirazione di molti in un primo momento; ma in realta non se n '~ fatto mai nulta, e u fro.nte unico non é mai esistito. Si,•tento un accordo, a meta d'agosto

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