Studi Sociali - anno I - n. 5 - 21 giugno 1930

4 1,>r'iodella stampa comunista, il loro "Orldine Nuovo" vant6 20 mila partecipanti e "La Internazional" ad– dirittura 30 mila! La stessa differenza di 10 mila da un giornale all'altro dello stesso partito é una prova della nessuna serietà delle loro cifre... In colonna, portando numerosi cartelli, e urlando a squarc'lagola le loro grilda, i manifestanti sfilarono da piazza On– ce a piazza La valle. Non si pu6 negare che, malgrado tutt0, la mani– festazione comunista fu la seconda per importanza di numero. Ciò potrebbe far credere all'effetto della loro propaganda. Ma non é cosi. Se osserv'lamo da , 1 icino la percentuale degli operai di ogni nazionali• ta. partecipanti alla manifestazione, troviamo che, meno rarissime eccezioni, essi erano tutti stranieri che si possono distribuire cosi: un 3 per cento di italiani, 1'80 per cento di ebrei, e il resto polacch'i, bulgari, ungheresi e jugoslavi. Che pensare di que– ste cifre? A, primo colpo, si potrebbe forse pensare che l'e– lemento israelita, oltre ad essere comun'i.sta o sim• patizzante, sia anche rivoluzionar·ro. Ma saremmo in errore. Chi conosce un po' a. fondo questo elemento, frequenta le manifestazioni proletarie e sta in mez– zo alle lotte del lavoro, sa che gli israeliti si mostra– no solo nelle grand'i occasioni e quando non c'é al– cun rischio da correre. B', poi, elemento piU vicino ~lla borghesia che al proletariato, poiché si dedica prevalentemente al commercio., non pa.rtecipa alle lotte operaie, specie se sono rivoluzionarie. Ebbene, é proprio questo elemento che ,·a con pili simpatia e in maggior numero verso il partito della dittatura boJscevica nell'Argentina. La manifestazione indetta dalla Unione Sindacale Argentina (U. S. A.) fu la più scarsa dÌ aderenti: non più di 1000 persone, a dir molto; forse non supe– ravano ùi troppo le 700. Eppure quest'anno alla manifestazione della. U. S. A. aderi, invitata, nnche la "Confederazione Operaia Argentina" e, d'ietro richiesta, fu accettata l'a– desione del "Sindacato della Industria Metallurgi– ca" maneggiato nel vero senso della parola dai co– munisti che formavano il disciolto "Part'ito comuni– sta obrero". Tale silldacato era stato espulso dalla U. S. A. l'anno passato. Un'altra adesione degna di nota alla manifestazione della U. S. A. fu qu_elln del– l'altro Partito Com1rnista che fa capo a Penel6n, o perci6 detto "penelonista.". Si e:ap'isce il motivo di queste due ultime adesioni. I comunisti dipendenti da Mosca avevano tentato pa– recchi colpi di mano per impadronirs'i del Sindaca– to Industrie Metallurgiche, 1"iuscendo a un certo mo– mento a farlo aderire al loro "comité classista"; ma poi i "comunistas obreros" ll'anno reagito facendolo ritirare dal "comité". Ora tutto fa prevedere che fra non molto quel sindacato ader'ira alla U. S. A. Il Partito "penelonista", che ]'anno scorso si era in· corporato 'alla manifestazione 1d·e1partito socialista, incappando cosi in una grossa polemica, quest'anno, poveretto, non aveva altra v'ia che di unirsi alla U. S. A. senza di che con una 1nanifestazione propria, avrebbe potuto restare senza pubblico e fallire mi– seramente, senza contare gli incerti di qualche pu– gilato con i comun'isti moscoviti, sempre accaniti contro di loro. La U. S. A. dette alla sua manife– stazione il carattere di "protesta contro la di– soccupazione e contro l'intervento dell'esercito ne'i conflitti fra capitale e lavoro". !Ifa la protesta contro la disoccupazione n1i pare un poco inutile, senza avere un chiaro programma !d'i lotta, tendente, se non ad eliminarla, a d a 'ttenuarla almeno in modo sensibile. In quanto ~1.ll' intervento dell'eserc'ito nei conflitti operai, la prot esta , oltre all'essere momen– taneamente di scarsa attualit8., mi pare che poco potesse raggi ungere le orecc11ie del sordo potere ese– cutivo, fatta da una frazione limitata delle forze O· pefaie in un giorno come il primo maggio in cui il governo bada a tuU'altr©. Per una protesta re-ale e "sentita." c'i vorrebbe almeno uno sciopero generale che si riferisse a qualche caso concreto, e fatto in modo !{fu non mostrare anche di pill la propria de• bolezza e incapacità di agire, com'é avvenuto alln. U. S. A. il p1'imo maggio, sopratutto a causa dello scarso numero degli intervenuti. .L'elemento italiano, fra l'altro anche perché disgu stato certo dalle manovre comuniste, quest'anno ha partecip'ato, prevalentemente ma non. in gran nu– mero, alla manifestazione dei soc'ialisti. E' da nota. re che i comunisti italiani e la. "Alleanza Antifa• sc·rsta" in cui essi prevalgono avevano indetto per yuel giorno, alle 9, un comizio nel salone della "Casa Suiza"; ma, benché vi avessero fatto aderire alCu– s0cietà ricreative italiane, il f'jsultato fu disastro– so: non più di 60 intervenuti, compresi una decina di anarchici. . . curiosi. Ho gia detto che l'elemento ri1•01uzionario piu avanzato a Buenos Aires é prevalentemente stra. niero, per spiegare perché quello argentino V'a. in gran parte coì socialisti riformisti. Oltre alla sua psicologia gia accennata e ad una. certa sua antl• pat'ia verso i rivoluzionari stranieri, c'é anche il fatto che gli operai argentini non hanno visto al– l'opera. i socialisti, come li han visti gli opera'i eu• ropei emigrati, 'in mezzo agli sconvolgimenti socia• li di quasi tutti i loro paesi di orig'ine. l comunisti agitavano nella loro sfilata cartelli Biblioteca Gino Bianco STUDI SOCIALI con la scr'itta 1 tPane e Lavoro". Esso era stato il grido della social-democr!fzia, che l'adoJlrava per far– s, In reclame tra le masse. Oggi i comunisti· l'hµnno rispolverato e messo a nuovo. Per me oggi, pratica- 1nente, upane e lavoro" significa lotta per la conqui, sta delle "se'i ore", perché solo lavorando di meno' si potrebbe dare occupazione a gran parte della ma no d'opera disoccupata. Ma i comunisti di Stalin.. da questo orecchio non ci sentono: essi sono contro la campagna per le sei ore intrapresa da altre organizza• zion'i, perché... in Russia (malgrado anche la vi siano dei disoccupati) si lavQra 8 o 7 ore come sotto i regimi capitalisti borghesi. Anche da questo punto di vista della giornata di 6 ore, io ho pensato in occasione del .Primo maggio al male dell'isolamento reciproco di due organizzazioni come la F. O. R. A. e la U. S. A. e del loro mutuo combattersi cosi a~pramente. L'aspiraz'ione 'a lotta• re per le "sei ore", se la volontà dei militanti delle due organizzazioni vi intervenisse seriamente e deci– samente, potrebbe far si che 'il prossimo Primo Mag– gio possa farsi un'unica manifestazìone proletaria, a cui ·certamente sareb·bero attratti a partecipare tut– ti i gruppi anarc:bici e tutti 1 sinceri rivoluzionari amanti della liberta. Ai più oggi sembrerà utopia; ma non é stato sempre detto che l'utopia di oggi é la realtà d'i domani? Certo é che soltanto allora sa– rà stato fatto il p1imo passo verso una grandiosa battaglia proletaria che, come gia per la lotta per le otto ore, col suo intensificarsi e dilatarsi pe! mon- do, potrebbe aprir forse una breccia insanabile nel• 1" bast·iglia capitalistica. Mentre, finché i lavorntorl di una sola città saranno dirisi in tre o quattro cen– trali e circ'a venti sindacati autonomi, tutte le pro– teste contro la disoccupazione e contro l'intromissio· ne dell'esercito nei conflitti fra capitale e lavoro 1 co– me tutti gli ."actos de afirmaci6n anarquista" reste• ranno pura accademia. E gli anarchici? Essi restarono in certo qnal modo jsolati, e si sparsero qua e 18. in tutte le manifestazioni. Senza un movimento proprio, divisi non poco anche fra di loro, e quindi senza forze sufficienti per organizz·,1- re una loro manifestazione od aderire ad un'altra con una forza visibile e dignitosa propri'a, essi pote– rono costatare quanto s-arebbe necessario che desse– ro vita a'a un movimento anarchico indipendente da tutte le formazioni sindacali .. Anche a questo propo– sito, se la volonta degli anarchic'i attivi e militan– ti si farà valere, il prossimo "primo maggio" potreb• be essere un giorno di grande affermazione rivolu– zionar'la e libertaria. Innanzi all'esercito degli Sfrut• tati, al posto d'onore, sventoleranno finalmente di nuovo le bandiere nere portate e difese d'agii anar• chic!. E la borghesia, il governo e la chiesa, come gli oppressori e sfruttatori d'i tutte le risme, non ri– deranno piti ! ·LINO BARBETTI ================== Il Determinismo e la QuestioneSociale II compagno Max Nett.lau, in due interessanti ar– ticoli apparsi nei numeri 310 e 312 del "Suple– mento Quincenale" do "L~ Protesta" di Bue– noti Aires sulla crisi che attraversa Ìl movimento f;Ocialista in generale, e quello ~narchico in partico• lare, si rirnlge a tutti gli uomini di buona. vo!onti, socialisti sinceri e libertari devoti all'idea, affinché da essi parta la felice iniziativa di far uscire il so– cialismo da questo desolante stagnamento. Salvo al– cuni dettagli noi siamo completamente d'accordo con lui e 11uecte note vogliono essere una risposta al suo invito e un modesto contributo alla discussione da lui iniziata. IL DETERMINISMO MARXISTA A nostro parere la crisi che attraversano le diver– se conent! del movimento socialista non é dovuta ad atteggiamenti dettati da circostanze special'i e dai quali atteggiamenti si sia poi conclucb "che la pro– paganda e l'organizzazione era quasi tutto quello che restava da fare in attesa deUa crisi decisiva" co• me inclina a opinare 11 compagno Max Nettlau. Questo vi ha certamente contribuito, ma la crisi del movimento soc'ialista ha cause molte piu profon· de; esse flJno la conseguenza d.lretta delle teorie de– terministe, meccaniciste e mater'ialiste in voga nel· la seconda meta del secolo scorso e che hanno ser• vito ,\i base all'elaborazione del socialismo moderno. Avendo queste teorie dato inspuati risultati nel campo della tecnica e delle scienze esatte si penso di generalizzarle applicandole alla interpretazione dei fenomeni soci~li per scoprire le leggi che rego– lano la società onde poter interpretare il passato e preve'.lere l'avvenire colla ritessa esattezza con la quale l'astronomo sa prevvedere un'eclisfte e calco!a– re la distanza fra due astri. Cosi .dallo studio della sccieta pa.~sata e presente I soc'lologi dedussero che: il progresso dell'11~nanita é cdntinlbo, elle l'es– sere passa da uno stai), inferiore a 1ino stato s-upe-– ,,.iorc, che la soc·ietd evo.i-vedtz 11,nosta,to 1nilitare a ''"" sta.to industria.le\ , ecc. Tra<;lotte nel linguaggio delle dottri ne socialist e significavano: la societa bor– ahc8e sboccherd nei social'bsm.o, la rivolnzion.e é 1,'ne– vitab~le, essa ve,ra da sé per forza di cose e oPerda il ,nirac,,lo di tr~sfor,nare il ,namdo e tutti ç>1anti. La concezione materialista della ·storia, formulata da C. Marx e dn F. Engels, é la piu importante d'i queste dottrine sia per il suo valore reale e sia an– cora per l'influenza che ha esercitàto e che eserci– ta sul movimento socialista di tutte le tendenze. Mentre i socialisti premarxislt'i erano determfnati ad abbracciare l'ideale socialista da rag'ioni morali come quello di costruire una societa piu giusta e piu- lf– mana, dalla sete .d'i liberi.a, da sentimenti di frater– nità e d'eguaglianza, di pieta per chi so.ffre, di indi– gnazione contro l'oppresR'i.one di cui sono vittime i nullatenenti in primo luogo e \n generale tutta l'u– manita., i socialisti marxisti irridono a questi sen– timenti; per essi i motivi' socialisti sono determina– ti d'alle condizioni economiche e materiali in cui vi· vono gli itidiv'idui. "L'appello alla· moralità e alla ,giustizia - scrive, C. Marx· - 110n cl avvicina di un dito, se ci poniamo da· un pùnto dl~vTiita scientifico, allo scopo cui noi aspiriamo, la scienza economioa non pu6 accettare come una prO'Va l'indignazione•mo– rale; essa ci vede tutt'al ph.i un sintomo". Per cui, rlvolgendosr ai suoi· contradditori, esclama: ''Cessa– te di polemizzare con noi finché non sapete. consi– cierare l'abolizione della socièta borghe,je se non al– la stregua dei concettl borghesi di libertà, di edu– cazione; di diritto, ecc. Le vostre idee sono anch'es– se un prodotto dei rapporti borghesi di produzione. e di proprieta, come il vostro diritto tÌon é che la volonta della vostra classe convertita iµ .lei.;~e: V\>- lonta che é la conseguenza delle Yolltre cond'lziont materiali". · Ecco come C. Marx sintetizza la sua concezione determinista: "Nella produzione sociale della loro vita, gli uomini obbediscono a rapporti determina– ti, necessari, indipendenti dalla ]oro volonta, rappor• ti cli produzione, i quali corrispondono nd un grado determinato della evoluzione delle forze produttive materiali. La struttura economica della società é co– stituita dall'ins'ieme di questi rapporti di produzio– ne i quali formano la. base su cui si eleva la super– struttura giuridica e politie'a ed ai quali corrispon– dono determinate forme della coscienza morale. Il mo,do di produzione della ,~ita materiale condiziona il processo dclla vita. sociale, politica e spirituale in ge-nerc-. "Non é la coscienza degli uomini che determina la. loro maniera d'essere, ma é la loro maniera d'essere che determina la loro coscienza. Ad un certo punto de! loro sv'iluppo le forze produttive materiali della societa entrano in conflitto coi rapporti di produzio– ne esistenti, vale a dire coi rapporti di proprietà nel cui ambito sin qui si erano mosse. Tali rapporti so• ciali che sino ad ora furono forme evoluti1:e delle forze di produzione, si trasformano in catene. Alloro. subentra un periodo di rivoluzione sociale ... "Trasformando5ii le basi economiche della societa presto O tardi si rivoluziona tutta la superstruttura sociale. Una forma. sociale non di~pare prima che le forze produttive alle quali essa corrisponde, non ab· biano r'aggiunto il loro pieno sviluppo e dei rapporfi di produzione nuovi e superiori non appariscono mai prima che le condizioni mater'iali della loro esisten– za non abbian0 raggiunto la loro piena maturiUi nel seno dell'antica società... L'organizzazione cli elementi rivoluzionari in una classe suppone che tut– te le !orze produttive che l'antica soc'ieta é stata ca– pace di sviluppare nel proprie, seno abbiano tenni– nato il loro sviluppo. . . I paesi che presentano lo sviluppo industriale piti avanzato rivelano ai paeLti meno sviluppati l'immagin~ del loro avvenire". L'importanza che il determinismo economico ha nei rapporti sociali degli uomini é stato scoperto gia av-anti Marx. Machiavelli, Montesquieu, Vico, Fer• rari, Tierry e molti altri se ne erano gia vantaggio– samente serviti nelle loro indagini storiche e filo– sofiche. Ma bisogna ricono,Jaere che é solamente do– po Marx che il determinismo economico, inteso in senso relativo, é diventato, uno dei migl~ori mezzi d'in– terpretazione storica. Per lo scopo' che ci s'iam pre• fi&si non é il caso di indagare qui fino a qual punto e in quali condizioni questo mezzo d'interpretazione storica pu6 essere utilmente impiegato. Basta stabi– lire che esso é ormai un canone ~cquisito e che ser– ve ottimamente per indagare il passato e il presen– te. Quanto alle previsioni dell'avvenire il mestiere del profeta é sempre stato un mestiere ingrato e non c'é da stupirsi che anche Marx e il suo sistema ·ab– biano fatto fiasco. E non iiltendiamo qui riferirci alla nota previsio· ne di Marx sulla concentrazione capitalista che tan– to inchiostro ha fatto Yersare, né all'altra sul pro– gressi,•o immiserimento del proletariato e sulla pr0- letarizzazione della piccola borghesia. Le critiche clie oggi ,li muovono al marxismo sono molto piu fonda– mentali, esse si riferiscono all'insufficenza e alla im– potenza delle condizioni economiche e materiali nel• le quali l'individuo vive, vale a dire dei suoi rap– porti di classe, a determinare la coscienza e la vo– lontà .socia.Jista. S;t'clndo al determinismo economico i paesi nei qur..– li i modi di produzione sono più sviluppati, gli Stati Uniti d'America e l'Inghilterra, dovreb.bero essere al– la testa del movimento socialista e l'organizzazione di elementi rivoluzionari in classe vi -dovrebbe esse– re plu sviflippato che altrove. Invece negli Stati U– niti d'America non solo il movimento socialista rivoluzionario non fa presa su.I proletariato ma çom~ Q~S~rva il De Man ....,..se Yi sono conflitt'i di

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