Studi Sociali - anno I - n. 5 - 21 giugno 1930

Non si é uomini civili ed a maggior ragione non si é socialisti se non si sente, per bisogno quasi in– cosciente del proprio essere, amore per i suoi simi– li; se non si soffre degli altrui dolori e non s'i gode degli altrni godimenti. Questo sentimento di simpatia verso gli uonl'ini, che alcune volte giunge fino al sacrifizio del pro– lH'io benessere e della propria vita, fa cert'ament_e 11.-iarle ùel nostro essere morale, o (se si prefer'isce una. frase piti pretenziosa) costituisce un bisogno della nostra vita nervosa, e la sua esplicazione é un'a soddisfazione ùel nostro io: quindi pu6 ben'is– simo chiamarsi "egoismo". ~la é un egoismo di una specie superiore, differente da quella del bruto che non sente altro che !"istinto di conservare sé stesso e non ha ancora contratto abitudini di simpatia col mondo che lo circonda; - ed a questa specie eleva– ta di egoismo si é dato il nome di "altruismo", che a noi sembra utile adottare, poiché rimedia all'incon– veniente di dover chiam'are cono stesso nome due modi di sentire che, sebbene partono d.alla stessa · origine, rappresentano due stadii tanto distanti del– l'e,r•oluzione psichica e sociale. Comunque, che si preferisca il titolo di "egoisti" o quello di 11 alt.nùsti" ci pare che non vi possa es• sere né divisione tra noi, né confu&,ione coi òorghe. .si, sempre c.he il s·ocialismo resti nei nostri cuor'l e non diventi una vuota parola atta a coprire ambi– ~doni e mire personal'i che nulla hanno di sociali. stico. Tutti gli esseri sani mirano al proprio benessere, alla piu completa esplicazione della propria perso– nalità; ma la. <lifferenza tra noi ed i borghesi, tra i socialisti ed i volgari "lottatori per l'a vita", é che noi vogliamo 'insieme al benessere nostro ed al no– stro libero e completo sviluppo, il benessere e lo sviluppo di tutti quanti gli esseri umani, mentre il borghese non pensa che a sé; noi sentiamo tanto b'isogno del ~enessere altrui che spesso g:t sacrÙi– chiaino il nostro, mentr~ il borghese - il borghese tipo - tut:o sacrifica al proprio egoismo. E d'altronde, smesse le bizze e le questioni di pa– role, e rientrati nel torrente della Vita, non ci rico– nosciamo noi fratelli al nostro modo di pensare o di sentire? Non Ci commoviamo noi alla memoria dei nostri martir'i che sacrific'a.rono la vita per la redenzione llell'umanità? Non ci sdegniamo al racconto delle sofferenze, che pur non toccano le nostre perso.ne? Non fremiamo d'impaz'ienza ~Ila speranza delle lot– te che ci aspettano e delle quali purtroppo sappiamo che difficilmente saremo noi che raccoglieremo i frutti? Non lottiamo tutti 'i giorni una lotta lenta, ma continua, snervante, da cui non riceviamo che sofferenze fisiche e piu dolorose sofferenze morali? Non ci appassioniamo noi per la soluzione di proble mi scient'lfici che non interessano che i nostri lontani nepoti, che noi non conosceremo e non sapranno di no'i? Tutto questo dimostra che noi siamo assurti ad un'altezza di sentimenti morali, da cui non varran– no certo a farci discendere i sofismi e le astruser'le, con cui, per uno strano ienomeno di atavismo, ci sforziamo a volte di tormentare i nostri cervelli. No, non ci priviamo di quello che é il meglio del– la nostra forza, che é il segno della nostra superio– rità; non diventiamo gli evlratori tli noi stessi. La– sciamo che la borghesia s'impantani e muoia nel culto delJ:interesse individ11ale: noi viviamo tutta quanta la vita morale di cui siamo capaci. * Alcun'i compagni nostri, credendo, a torto secondo noi, di fare, come dicono, k :1.el "positivismo scientifico'' vorrebbero proscrivere (in teoria, s'intende) tutte quelle tendenze affettive, quei bisogni di simpatia, di disinteresse, di solidarietà, cu'i si suoi dare il nome Kli sentimenti. E si domandano: perché l'1w11w é un vrodotto, tan.to fisica1nente quanto 11wrnim1e1'.tè, della selezio~ie, donde mai votrebbe venir l'idea di eoliaarieta, che é il sacrifizio del provrio intere$se a quel~J <leyli altrif Qttesto sentimento é ctp!)osto alla conservaz-ilJne i111,me{ljih·ta 1 nella lotta per 1 l 1 esistenza e non vn6 esiistere che mnnnett'endo 1a creazione divina e la cornservazione ae1r-n1namita ver opera della prov– videnza. Prim'a di tutto si potrebbe rispondere a quei "po– sitivisti" che il vero metodo pos'itivo, il solo che conduce sicuramente alla scoperta della verità ed alla costituzione della scienza pos1tiva, insegna che bisogna accettare i fatti per loro stessi, quan?o é provato che esistono, indipendentemel\te dalle spie– gazioni che se ne possono o non se ne possono d'a– re Il sentimento di solidarieta, lo spirito d'abne– ga.zione e di .sacrificio sono cose che esistono e che hanno esercitato ed eserc'itano un'azione potente nella storia uma.na : se la scienz-a. non avesse sa- 1iuto spiegarli, tanto J'P.ggio per l" scienza. . Ma in realta la scienza - anche quella pedante- Biblioteca Gino Bianco STUDI SOQIAt,J' mente d'arwlnlana - pu6 spiegare benlss'imo II na– scere e lo svilupparsi di quei sentimenti coi van– taggi ch'essi danno nella lotta per l'esistenza del– l'individuo e della specie. , · Quegl'ind1vidul e quei gruppi che sono meglio do– tat'i d'istinti sociali, di sentimenti altruistici, e che perci6 s'uniscono, si associano, si federano tra loro, posta ogni 'altra condizione uguale, vincono nella lotta per la vita e raggiungono il maggior progres– so.._Lo dimostra nel suo complesso tutta la storia umana, ed incomincia in oggi a dimostrarlo anche lo studio gener'ale della biologia. E d'altra parte l'esistenza di quei sentimenti é la controprova della utilità generale e costante dello spirito di soJidarieta, poiché in fondo il sentimento non é altro che un abito psichico, sorto per una cir– costanza qua.lsiasi, con l'interi·ento O senza del ra– gionamento, trasmesso e fissato dall'eredita, e di– ventato una necessita, un modo di muoversi e di sentire, spesso incosc'lente, del nostro essere morale. I sentiment'i sono In certo modo i 1novi11ienti' ,·,i/lessi della· vita psichica, e costituiscono il fondo dell' es– sere ·morale, poiché sono le acquisizioni plu ant'iche e quind·1 meglio fiss'ate dell'organismo senziente e pensante. Noi _non potremmo negare o d'istruggere i senti- 3 menti senza negare o distruggere l'uomo; e Jung'i dal desiderare, cosa impossibile del resto, di vederli ~parire dovremmo cercare di affinarl'i, di allargare la loro portata, di sostituire quelli che hanno per– duto la loro ragione di essere con altri nuovi p'iu consentanei alle esigenze moderne; insomma cerca– re di far passare allo stato di sentimento, quanto più rap'idamente é possibile, le conclusioni del ra– gionamente illuminato dall'amore e dalla scienza. Lo ripetiamo a modo di conclusione: Se il socia– lismo e la rivoluzione trovano la loro ragion d'es– sere materiale nell'impossibilita per il proletariato di raggiungere individualmente la propria emancipa– zione, essi trovano la loro forza morale, la loro po– tenza di attrazione nella volonta che hanno rivolu– zionari e soc'ialisti di non cercare l'emancipazione propri'a che nella emancipazione collettiva. Da questo il disprezzo che noi tutti sentiamo per quel poveri di cuore, che riusciti, per eecezione, in un modo qualsiasi ad assicurare la propria posizio~ ne, si ritraggono dalla lotta, dicendo cinicamente: Io l'ho fatto il m'io soci'alismo, o la mia anarchia. El'rico MALATESTA (Dalla 1·in,-fsta,"IL PENSIERO" tU R}Jma.. - N,,o 11, àel 1. 0 gi11gno 1909) . Considerazioni sulle manifestazioni del lo. Maggio a Buenos Aires P-otra semb1arc 1ardi per dire queste mie osser– vazioni, che non so quanto potranno essere condi– vise- dai compagni anarchici argentini:. Pur~ esse possono servire, anche a distanza d'lln po' di tempo a '.iare una idea rlel movimento proletario a Buenos Aires, l'a piu grande e popolosa citta dell'America ·uel Sud. Le manifestazioni proletarie del 1.o maggio hanno avuto• questo di caratteristico, che tutte le organiz– razioni operaie ed I partiti politici di tendenze avan– zate hanno fatto per conto lQro la propria fìimostra– zione di forze, e ciascuno ha dato alla sua: uno sco– po di versso dagli dtrl. · Non Yoglio 'includere fra le manifestazioni prole– tarie quella del "Partito Socialista Independente", per ché ormai questo ci tiene lui stesso a non aver ca– rattere proletario e a rinnegare perfino quel!,, tinta social-riformista che port6 con sé uscendo, per scls-. s'ione, dal vecchio partito socialista tradizionale: é evidente che il suo fin.~ ben determinato er,,. di tra– sformarsi in un partito borghese e nazionalista, per prendere li porto della demagogica "Unipn Civica Radical". Per ci6 tale partito, fin dal suo sorgere, introdusse nelle pr~prie manifestazioni, al posto d'o– r~ore, la bandiera naziOnale argentina, ec~- accetto che ad esse intervenisse una organizzazione a tipo nettamente fascista. conie la "Liga Patri6tica Argen– tina". Ma non- par)jamo oltre di questi avventurieri 0.e11apolitica "criolla" che attraverso rinunzie e lrs.t– dimenti alla rncchia politica social-riformista, sono r-iusciti ad avere l'appoggio incondizionato· di gran parte !lei grosso capitalismo argentino. Le manifestazioni di carattere proletario (esdusa s'intende quella del P. S. I. suddetto, che del resto rivesti scarsa importanza) sono state quàttro: quelle tl.-.1 Partito Socialista Argentino, della ''Federaci6n Obrera Regional Argentina" (F. O. R. A.), del Par– tito Comunista Argentino (S.e'zlone dell'Tnternazlona– le Comunista) e della "Uni6n Slndlcal Arge.ntina" (U. S. A.). • •• La manifestazione piu importante per numerc di ;,artecipanti é stata quella dei Partito Socialista Ar· gentino. La sua particolar'ita é che ad essa aveva a– derito piu specialmente l'elemento operaio paesano, in quanto la massa lavoratrice indigena. segue qua:. si compatta il Partito Socialista. E' una· osservazio– ne che ho fatta 'anche tenendo conto di altre man'i• festazioni, non escluse le recenti elezioni politiche, in cui votarono pe~ i socialisti (da non confondersi con i "libertini" et.e! partito indipendente) tutti i <;uartleri operai di Buenos Aires. •Si dice spesso che la massa viene ingannata dai socialisti. Ma cl6 non é nel senso che si é abituati a dare alle parole. In realta 1 socialisti della "Casa del Pueblo" (cosi eletti perché in questa han la ioro sede) non nascondono affatto· il loro riformismo e non giocano sulle parole- quando si dichiarano contro h; rivolte armate dei lavoratori e contro la rivolu– zione. Sono socialisti-riformisti, e lo dicono in tutte le occasioni; e se la massa di tanti proletari argen– tini li segue, gli é, secondo me, che anch'essa é ri– for1µista, e non ingannata. Se mai, é lei che s 'ingan– na, e l'inganno sta: nella dottrina che predica-1a·pos– sibilita delle trasformazioni· pacifiche e 'dèi placidi tramonti. Al contrario cloé dei partiti socialisti di certi paesi europei,- i quali ·parlano •tanto spesso di rivoluzione e poi praticano la politica pio rlform1- sta ed antlrivoluzicnaria,. , .. L'atteggi!',l)len.tQ .de)lllc !)lassa arnenth1a si spiega con là ·paicologla "crlolla" per sua natura piu t'.trda e. ai,comodante, .meno disposta allo sforzo; il che la distanzia, con anche un po' d'antipat'ia, dal 1novi– mento rivoluzionario di tutte le tendenze, che per il 90 per cento é formato da elementi st.ranieri. Qncsta Spiegazione, lungi dall'essere esagerata, mi pare la p'i'ti.vicina alla verita. L'elemento straniero é certa– mente piti deciso nella lotta, sia per le sue con.dizio– ni di vita sia per l'esperienza portata con sé dai pae– si d'origine. Biso~nerebbe dedicare di più a questo elemento l'attenzione e la propaganda anarchica. Il numero dei partecipanti alla manifestazione SO· clallsta super6 i 1.5 mila. Come gli altri anni, anche f[uest'anno tutta la loro propaganda, i discorsi, ecc. si limitarono 'alle cose di partito, alle elezioni, alle questioni parlamentari, ecc. Né c'era da aspettarsi altro da questa tranquillissima gente d'ordine. • • * Parliamo della F. O. R. A. La "Federacl6n Obrcra Locai Bonaerense" (raggruppante I sindacati della Capitale aderenti alla F. O. R. A.) aveva indetto la sua manifestazione come "acto de afirmaci6n ana1 (Juista". Ci6 poteva essere infatti un lodevole deside– rio degli. organizzatori; ma essi, secondo me, s'ingan– uavano, poiché una organizzazione come la loro, che <li fatto raccoglie lavoratori di varie tendenze e non soltanto anarchici, e che non pu6 dirsi anarchica 'in teoria e nella pratica nel senso vero della parol,i, do– vf.va in realtà richiamare alla manifestazione pHt che a ltro la sua massa propria di composizione pi(t sindacale che idealistica. E cosi in· fondo é stato. Il numero dei partecipanti, a detta di molti pre– senti, non and6 certo al di la dei due mila. Qualcu– no dei più fedeli "foristi" ha detto che raggiungeva– ri.o i 5 mila, ma con una esagerazione visibile-. Par– larono al comfzio degli operai, ma mancarono ora– tori efficaci. Gll argomenti trattati furono il marti– rio di' Chicago" lo questione della liberazione di R'a– dowitzky, l'agitazione per le, conquista della giorna– ta di 6 ore di lavoro, e l'eterno e angoscioso conflit– to operaio del Porto, che tanto tiene idivis'i i lavora– torL Questo, ed altri contrasti che dividono cosi profon– damente il campo operaio é ci6 che di piu doloroso v~ possa essere, non solo da un punto di vista gene– rµle, ma perché tal'i contrasti paralizzano enormemen– te l'azione proletaria anche sullo stretto terreno del– le conquiste di classe economiche e politiche. La campagna iniziata dalla F. O. R. A. per le "sei ore" cosi giusta come obiettivo, pu6 risolversi 'in un inu·– tile spreco di forze ed in una sconfitta se non si cerca che ac\ essa partecipino tutti gli operai secon– do la norma "uno per tutti e tutti per uno". Ma pur– troppo é prevedibile che questa campagna, che coste– rA energie o forse sangue, avré. contro di sé i comu– nisti e non l'appoggeranno né l'Unione Sindacale né la Confederazione Operaia. • • * Il Partito Comunista (sezione 'argen_tlna dell'In– ternazionale Comunista) svolse in antecedenza una grande attività di propaganda per preparare la sua manifestazione del Primo Maggio. Fin da 15 giorni prima furono affissi all'uopo manifesti comunisti in tutti i punti di Buenos Aires, superando in ci6 gli stessi socia:listl. Ma In un ambiente quasi totalmente ost'ile la piu vasta propaganda diventa sterile. Calcolando tutto ti numero del!e persone intervenute alla manifesta– zione comunista, si pu6 dire che esse raggiunsero appen·a i quattro mila. Eppure, col solito bluff pro-

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