Studi Sociali - anno I - n. 5 - 21 giugno 1930

sare che tutto ci6 possa camb'iarc il corso dell'atti. vit::i ùi coloro che, fra l'altro, si _;;forzano di raggiun– gere una certa superiorita. Sarebbe, po{, del lutto illogico lamentarsi che questo individuo o quella col lettivita. non sia in qualche p1,nto conforme esatta• mente ag:i scopi della nostra propaganda; perché, se cosi non fosse, non ci sarebbe bisogno di propagan– da. Non si propone questa, uer l'appunto, ancbe lo scopo di cambiare mentalit8, costumi, tendenze? u come riuscirvi, se non affrontandole con tenacia, in. vece di sfuggirle alzando le braccia al cielo in un gesto di disperazione? Tutto eommato, non é permesso di lagnarsi in un 1lato ambien~e della mancanza di attivita che dopo aver dato noi stessi prova d'una forte perseveranza di fronte alle più ingrate necess'ità. •Come d'altra parte proporsi un programma. di forte azione, se questa non é in rapporto che con forze unche troppo ipotetiche? Abbiamo un bel di- re che le forze scaturir-anno sempre, improvvisamen– te, come nel passato, non appena scoppiato un. mo– vimento! Ma tali forze potrebbero anche non sorge- re o eclissarsi altrettanto prontamente di come si sa– ranno rivelate. Putroppo l'e5perienza storica. l'ha di– mostrato a esuberanza; e una insurrezione pu6 aYer successo e non esaurirsi troppo presto solo alla. con– dizione, per lei indispcnsab"ile, dell'esistenza ùi vo- I lontà decise, di fronte alle peggiori diffico:tà, a non , lasciarsi piegare o vincere dagli alti e bassi di cui la massa ci d{t cosi spesso Io spettacolo. Non si tratta di formulare un l,lrogramma nPi più minuti particolari su c·.to che si dovra fare. Ci6 sa– rebbe in fondo 1111 vo' contradiditorio. Noi vogliamo agire -in conformit:i delle necessità e dere nspjraz~n·i dei lavoratori, ai quali facciamo appello per parare 1n1ma ai pericoli che li minacciano, e poi per con– quistare con essi una sicurezza ratta di libertà e di benessel'e. Il nostro programma risulta cosi dalla som– ma ctere rivendicazioni di ciascuno e idi tutti. Ben inteso, noi concepiamo l'azione e l'abbiamo tal– Yolta esposta nelle sue grandi linee nel modo come ci sembra più augurabile; ma non avendo alcun po· tere da imporre né alcuna autor.i.tA da esercitare, per noi il programma si riassume nella mig:iore utiliz· z-azione possibile degli organismi utili esis~enti, pl'O– via distruzione di quelli inutili e nociv'.i, salvo a la– vorare energicamente a rerndere migliori i prinl"i, a trasformarli radicalmente, n, crearne dei nuovi, sen– za niente distruggere di ci6 che ci serve tnale pr'i• ma di aver:o sostituito con altro che ci serva meglio, con servizi pubblici mcgl"io concepiti e di maggiore rendimento. Ma che cosa, fare adesso, subito, senza rinviar sempre ogni cosa alla panacea-rivoluzione? - ci si obiettera e ch'iedera senza dubbio. Ebbene! anzitutto ritrovarsi, , 1 eclere qnnl'é 1o sfor– zo necessario per l'opera éhe possiamo fin da. ora intraprendere, formulare ciascuno il suo parere il\ proposito, educarsi alla volonta. per l'appunto uscen– do dalie aspirai.ioni vaghe col cJar loro una forma sempre pi(l precisa, s~udiando anzitutto i mezzi di difesa che siano suscettibili cli sv'ilupparsi anche in mezzi di conquista. Una larga azione popolare diret• ta che, invece di girare attorno al potere O ad una qua1s·1asi mangiatoia, invece di mettere in gioco i sentimen:I pi(1 bassi, il che potreb·be ricondurci al pnssato invece che spingerci verso l'avvenire, posasse imperiosamente, e facendo appello ai sentimenti su• periori cli fraternitA umana, i problemi della disoc· cupazione, de:l'alloggio, dei viveri, del disarmo, del– la difesa contro tutti i flagelli della cattiva organiz• zazione sociale; una tale azione dic"!amo, potrebbe a breve scadenza diventare appassionante, creare situa– zioni nuove, forzare molti indecisi a pronunciars'.i, rinn.ovare il m0vimento sociale che diviene presto stagnante se non sbocca che nella palude parlamen– tare. "La legalità é senza usc'ita" ha potuto dire un giorno Jules Destrée, uno degli assi della deput?.:~io– ne socialista belga. Pensare, infatti, che la legisla– zione elaborata in regime boi-ghese, con una proce– dura borghese, in rapportù con tutto un formidaliile insieme di istituzioni borghesi, poss'a mai darci il socialismo, é veramente nudrire l'illusione pi(1 pe– ricolosa. Da tutte le altre illusioni che inevitabil– mente ne scaturirebbero de1·ivera nei lavoratori la mancanza di fiduc'i.a in se stessi, la convinzione che anche da una vittoria vi sia poco da sperare, la cre– denza nella quasi fatalita della loro triste sorte, e in definitiV'R una indifferenza, che pu6 favorire gl'i even– tunli peggiori tentativi dei reazionari, sicuri di non trovare una viva e pronta opposizione. Vi sono alcuni che, per scusarsi de1la loro inat– tivita presente, protestano che se mai l'ora dell'a• zione suonerA, essi si troverm1no pr'.imi al loro posto. Ma come, per6, potrà mai quest'ora suonare, se cia– scuno l'aspetta dagli altri, se nessuno lavora a pre– pararla ed affrettarla? E ci6, in fondo, che cosa ver- BibliotecaGino Bianco s'i'bì>ì soctAtI rebbe a significare se non il volgare gesto di met– tersi al fianco del vincitore? Andia.n10! la vita socia• le non prenderà un vero significato che dall'idea che noi avremo aiutato a trionfare o, almeno, a far }\– vanzare. Fuori di questa idett, non v'ha che una vi– ta anima~e. specialmente per no'i la"oratori, privati data nostra stessa povertà della maggior parte dei godhncnti superiori: Prendiamo dunque tutti il nostro posto di batta• glia, sappiamo restarvi m'algrado tutte le prove; non rimpiccioliamo la nostra vita rimpicciole-ndo O elimi– nando il nostro ilcleale, e siamo pronti per il giorno forse prossimo in cui si combatterA. la battaglia de– cisiva detti nuova. civiltA. contro la vecchia barbarie della Chiesa. del Ca1iitale e dello Stato. LUIGI BER-rom BIBll OGRAflA Luigi Galleani: FIGURE E FIGURI (meda– glioni). Edit. Biblioteca de "L'Adunata dei Refrattari" di New York (Stati Uniti) 1930.-Ind'irlzzo: P. O. Box J. Sta. 18, Newark, N. Y. (U. S. of A.). - Un vo– lnme (pagg. 232) .-Prezzo $ 0.80. I nostri amici de "L'Adunata del Refrattari" di New York, coi quali ci troviamo in dissenso su pun• ti importanti d'l teoria e di tattica, non possono. ci6 nonostante, avere un consenso p"ill fervido del nostro in questa loro ottima iniziativa di pubblicare in volume gli scritti di Luigi Galleani. Galleani, come Malatesta non ha fin qui dato di suo che poco di lavori sistematici, di getto, se se ne toglie il rolume cli teoria "La fine dell'anarchismo?'' e qualche altra cosa. Agitatore e combattente, il suo miglio1· libro é 1a. sua vita cli propaganda e di battaglia fii circa n:ezzo •secolo attraverso i due emi– sferi; e 1a vita travagliata che ba menato, tra.esili, carceri e deportazioni ( recentemente egli era anco– ra a rlomicilio coat'.o, in Italia, da poco liberatone) non gli hanno consentito il lavoro lungo, tranquillo e documentato d'un Krovotkin o di un Reclus. Ché altrimenti anche lni avrebbe potuto darci opere mo· numentali come questi ultimi, essendoci _in lui for– tissimi il pensatore ed il letterato. Ma questo non gli ha impedito lostesso di dare al– l'anarchia un lungo lavoro di vensiero e di arte. sia f•Ulù nella forma frammentaria del lavoro giornali– stico. I periodici anarcll'ici da lui redatti, dai lontani tempi del "Combattiamo" di Genova fino alla notis– sima "Cronaca Sovversiva" cli Barre Vt., Lynn Mass e Torino, sono stati dei migliori che 'il movimento auarchico internazionale abbia avuti per profondità di idee, per efl'.icacia. della forma e per coerenza d'in– dirizzo. In questi veriodici egli ha profuso tutto un te::.oro ùi coltura è di propaganda; ed i suoi articoli, che g!ornali di tutte le lingue andavano a gara nel ri1n·odm·1·e e tradu1 re, hanno quasi tutti un valore 1,erenne superante l'attimo fuggente in cui furono scritti. Oltre che per le ltlee ,molti di essi per la lom vi.brante el alta fo1·ma letteraria sono veri squilli di fanfara, inni di battaglia incitanti e confortanti al ccmbattimento. Ottima iniziativa, qu·.indi, quella del periodico nord-americano é etata di estrarli dai periodici e rac– coglierli in volume. Già é conosciuto l'altro di poco L.t ucontro la guerra, contro la pace, per 1a rivolu– zione soc·~ale'', ed ora ci viene dato quest'ultimo di "medii!glioni": Ji 1 io1ire ~ F' iuu.ri. Questo nuovo volu· me, - un grosso volume di fitte pagine di largo formato, - raccogEe una o.uantitti. di biografie, boz– zetti, ricordi, impressioni, ecc. sugli uomini e don– n•~ più diversi della mischia sociale, "figure'' eccelse cli rivoluzionari pensatori e uomini d'azione libera– trir:e. ed insieme, benché in minor numero, "figur'i.'' di grandi e oiccole canaglie della reazione e del tra– dimento che han -lasciato dielro di sé macchie di sangue e òi vt!rgogna. Fra. i primi uon manca la rie,·ocazione d"i qualche ncbile persnnalita. di ribelle sconosciuta al grall pub– blico, m a ben degna di essere ricordata fra le altre, cc.me quella di un nostro amico da tempo scomparso: l 'op~raio anarchico Antonio Cavallazzi; poi Icilio Panini, Guglielmo Castellano, Carlo Colombo, ecc. F 1 rit i secondi, la strisciante figura del traditore Azeff, l'altra del carabiniere che aveva arrestato Di-esci e suicidatosi oscuramente in quel di I~olo· gi:a; e qualche altra ancora. Bollati con mano maestra de1 marchio deil'infam"ia, o del disprezzo o dt-11a maledizione passano dinanzi a noialtri "figu– ri" per 1•agioni diverse esecrabili: Enrico Ferri, Pierpont Morgan, Guglielmone, Hindemburg. Sca,·· nillcat.i ne escono. sotto la critica corrosiva e pas– skn~le ançhe uomini che ebbero od hanno rinoman– za. migliore come \.Vilson e •rurali. Viceversa la se– rP-na ammirazione di GaJleani si dilata dinanzi a fi– gure storiche universali, e stimate come quelle di Gamault, Zola, Carducci, Bjorson •BJornstjerne, 'fol– sloi, Raplsardi, Galileo, Darwin, Mazzini, De Ami– cis, ecc. pur se per alcuni (come Mazzini, Carducci, 'fvlstoi) l'autore non tsice !~.sue riserve ed anche la sua. critica inesorabile. r-. Su ci6 che riguarda Tolstàl, 'chi scrive queste righe vorrebte dire qualche parola di dissenso. Ma a che scopo? Non ne é questo il momento, né per il tema in sé, né per la situazione dell'amico autore elle non potrebbe discutere. Discuteremo più tardi, se ne var· ra I.a pena, quando il nostro fratello maggiore sarù. accanto a noi (o meglio, noi accanto a lui) nel campo della lotta aperta contro il nemico comune ed in qiiello della serena competizione d'idee. Oggi non v'é posto che per il consenso; e tutto il libro lo merita completa, nel suo complesso vasto e mul– tiforme. Dove poi la penna del nostro Galleani raggiunge il più alto grado di efficacia commovente, incisiva e pe:rstiasiva, dove eccellono i suoi pregi di scritto– re, di anarchico e di uomo di pensiero e di cuore in Dodo assolutamente superiore, é nei bozzetti biograw fici, impressioni è ricordi sugli uomini dell'ideale e della lotta dell'anarchismo, specie quegli ch'egli co– nobbe ed am6. Oltrt ai suddetti meno noti, Cavallaz– zi, Parrini, etc., oltre alle figure storiche di Baku– nin, Proudhon, Blanqui, Rapisardi. Owen, Scarlatti, ed altri, che egli non aveva conosciuti, Galleani tratteggia mirabilmente e con vipo sentimento d'a– more le figure di Berkmann, Elisco Reclus, Johan l\ ic.st Pietro Gori Voltairine de Cleyre, Kropntkin, C ipriani, Malatest'a. Ci pare che questi ritratti sia– no (insieme con qualche altro, come quelli di Baku– nin e Rapisardi) i migliori del volume. Fra i migliori, òa un punto di vista diverso pili tcore.tico e storico insieme, pur non rientrando nel novero del precedente, é lo studio (più lungo degli al· trl) su L~nin, con cui termina "il volume. Purtrop– p,1 esso non é stato ultimato dall'autore, poiché le persecuzioni spezzarono in mano a questi la penna; ma anche cosi com'é conserva tutta la sua importan– ,a. Fra l'altro, Ga:leani studia la figura di Lenin con una superiore serenità di spirito, che rende an– cor più important~ il suo giuaizio, benché ·questo non possa essere definiti,•o in quanto Io scritto risale al ·1920. Per bra vita di spazio non parliamo di altre "figu– re" e "tig-uri'' tratttggiati da Galleani, ma di mino– r,q in,portanza dei gié. nominati. Ci limitiamo a ter– minare ì'eleuco: JGhn Altgeld, Silvio 'famberi, L. Zinu J. 'furner, Elia Corti, A. Arta!, A. Costa, Nad,;r, Multat11li e qualche altro. Ma quello che all· ùin.mo detto ci par sufficiente per persuadere i let– t ori ad acquistare <- diffondere il libro. Il che, oltre alla soddisfazione personale del let– tore e alla propaganda, gioverA. in modo mer.1 pla– tonico di qualsiasi elogio, anche a permettere agli– editori di continuare in questo loro compita di rie· sumazione e ripubblicazione degli scritti di Galle:.L ni. Del qu'ale OJ'a secondo Ìl nostro parere, si do– vrebbero raccogliere gli scritti di carattere teoreti– co, di dottrina e di tattica, che certo sarebbero un utile contributo a!Ia divulgazione e successiva ela– borazione delle idee anarchiche. CA'flLINA Egeo Carcavallo: I PALLATINI DI FRAN, CIA. Edit. "Il Becco Giallo", di Parigi. - Seconda edizione. - Un volumetto (pagg. 72)-Prezzo Fr. 5. Questo é un libriccino ùi propaganda antifascista di. un genere del lutto speeia. E' una presa. in giro del fascism-o, una sua presentazione umoristica, o 1neglio satirica, in cui la satira arriva proprio, co– m.e suol dirsi, aU'osso. L'umorismo si muta in satL ra., e la satira in sarcasmo. In questo volumetto, scritto in una specie cli ver– nacolo ciociaro italianizzato, in versi burleschj, a!"ieggiando le cantate dei vecchi cantastorie, che strjmpellavano pe.i trivi le favolose avventure dei Reali di Francia ~ di Guerrin Meschino, si mette in secna Carlo 6\fagno Imperatore (Mussolini) coi suoi paladini (Arnaldo, suo fratello, Federzoni, De Vec_ chi, Balbo, De Bono, Bianchi, Giunta, Acerbo, Fa– rinacci, Rossoni e D'Annnnzio) nei loro più ridicoli o scemi atteggia,menti desunti dalla crinica del tem– p,, (1923-24). Lé illustrazioni, che presentano i ras_ cisti in caricatura, sotto le corazze di cartone e sbrindellate d'un teatro di burattini, rendono più corrosi va 1a satira. V'é chi ha criticato questo genere di letteratura, come poco dignitosa. E' un errore! N~lla lotta antL fascista v'é posto anche per esso, sia pure molto in sott'ordine e nei limiti dovuti. Far ridere del nemi– ce, farlo disprezzare:, metterlo in ridicolo, é a11_ che esso un modo d'indebolir:o moralmente. A patto, s'intende, che non ci faccia dimenticare il pill im– portante, ch'è l'indebolirlo ed -eliminarlo materiai. mente, politicamente. Del r<isto il volumetto ha valore sopratutto pel tempo e il luogo in cui fu scritto e letto la prima volta, canzone per canzone, ne "Il Becco Giallo" di Roma: In ·Italia poco prima e poco dopo l'assassinio di Matteotti, sotto la censura e mentre le squadre fasciste erano pili attive e feroci. .Scrivere queste cnnzoni era un atte, di coraggio; leggerle un buon sc:rso d'acqua per la nostra sete bruciante, n1entre soffrivamo sotto la sferza e non avevamo purtroppo forze e risolutezza bastanti di ribellarci altrimenti. che con parole e proteste passi ve. BIBLIOFILO

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