Studi Sociali - anno I - n. 4 - 1 giugno 1930

4 Infruttuoso tira e molla ad un movimento simile a quello del pendolo, nel 'quale importa poco che noi di funzionari e di aspiranti a divenirlo, ed ogni al– tro concetto etico, culturale, pofitico, nazionale vie ne subordinato alla realta di tale associazione per lo spolpamento sistematico dei popoli. Ecco qui un telegramma che avevamo ritagliato e commentato fin dal principio del 1928 stri bl1anci francesi: "Nel 1923 II totale delle riscossioni per impocl:e e tasse assimilate ascendeva a 25.924.000.000 franchi. Nel 1927 la riscossione medesima s'i elevò a 49. 609. 000. 000. La totalita delle imposte riscosse durante tutto il periodo compreso tra Il 1923 e il 1927 fu di 174.361.000.000, senza contare I bilan– ci comunali e d'fpartimentali, i quali risultavano an– ch'essi notevolmente aumentati. Da dette cifre si cle– cl.1me che nel 1927 1a media delle Imposte per cia– scun abitante fu di 1.217 franchi unicamente per le imposte statali; ossia sette volte d1 pili che prima della guerra". Ii bilancio della Polonia nel 1928 era del 35 per cento pili elevato che nel 1927, e la pro– gressione non ba ancora a,uto fine. Abbiamo pili vicino, per altro, l'esempio dell'Ar– gentina. 11 suo bilanc'io nazionale ha tenuto la se– guente progressione: 1915-16 . 1917 ]918 1919 1920 1921-22 . . . . 1923 ..... . 392.870.744 347 .895.826 390. 989. 480 389. 675. 480 482. 665. 365 512.910.075 687. 264. 782 1924-25 . . . . . . 682 .108. 039 Dal 1923 al 1927 il bilancio nazionale era cresciuto quasi a 200 milioni cli pe(l:)s. E le spese non hanno alcuna tendenza a decrescere. ( La fine al p1·ossi11~ nmnero). DIEGO ABAD DE SANTILLAN L'Internazionale e la rivoluzione Una sc,ria manchevolezza del movimento anarchico consiste nella deficienza del mezzi di relazioni in– ternazionali, le quali potrebbero facilitare la com– prensione degli uom'ini e degli avvenimenti che a· giscono e si svolgono nei diversi paesi. Questa defi– cienza l'abbiamo costatata a pili riprese, ma sopra– tutto quando, incalzali dagli avvenimenti non aYe– vamo pili tempo e mezzi per rimediare. Cofli allo scoppio della guerra del 1914. Cosi durante lo svol– gersi della Rivoluzione Russa e delle lotte rivolu– zionarie che ebbero luogo un po' 1n tutti i paesi du– rante gli anni 1918-1920. Cosi ora, mentre imperversa la pili feroce reazione noi slamo qua.s'i impotenti ad estendere la nocltra a– zione di difesa e di solidarieta dal campo naziona– le a quello internazionale, non solo perché la rea– zione Infierisce un po' in tutti i paes'i, ma piuttosto perché noi non sappiamo sufficientemente coordi– nare I nostri ceorzl, lasclanrlo che questl si com– piano a caso, pili ancora che a seconda dei casi, rin– r.hludendocl sempre pili in noi stessi, paese per pae– se. E tutto ci6 corrisponde nostro malgrado al1'1n– timo decl:derlo dei nostri avversari, cui tale nostra deflclenza fa comodo per jDeglio colpirci. Se veramente andiamo al fondo della cosa, la que– stione ci si presenta sotto un lato piii grave ancora, perché si pu6 riferire non soltando al campo Jnter– na.zionale, lbensi anche a quello pili stretto delle re– lazioni Interne ln una stessa nazione. Per e!.kmpio, in molti casi noi, in Italla, durante i periodi arro– ventati del 1919-20-21, pe~ la mnncanza di adegua– i.i rapporti fra le varie località, delle volte nemme– no fra. prov'incie vicine, non riuscimmo ad estende– re nazionalmente un'azione che lo meritava ed avreb– he potuto torse precipitare le cose In senso rivolu– zionarlo. Cosi si la.sciarono Ll:ugglre dei momenti buoni e molti sforzi rivoluz'tonarl si esaurirono nelle singo– le localita, Isolati, essendo cosi molto facile al go– verno il reprimerli. Vero é che ci6 dipese anche da stltre cause, che é inutile pel momento di esaminare; ma é certo che la deficienza dl uno ,lp!rito che sa– pesse guardare un po' pili lungi del proprio campi– cP.IJoal di la del campanile della chiesa, in modo da tenere in considerazione non soltanto gli a1•venimen– ti locaJ'I, ha avuta la sua importanza. Non sempre é sufficiente capire che l'essenziale é agire; bisogna che si comprenda anche altrove la necetbita di a– gire all'unisono. L'esperienza ci ha provato infatti r.he , quando cl si accorgeva che J'az'ione svolgentesi altrove era seria e meritava d'essere fiancheggiala ria un'azione simile, era ormai troppo tardi: quella BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI era gia stata domata e repressa appunto perché lascia– ta troppo a lungo sola. Questo, per non parlare che dell'Italia, nell'ambi• to nazionale. Peggio ancora si sono svolte le cose sul terreno lnternazionale. sempre per la mancanza dello spirito che ci permettesse di sentire, vectere ~ valutare le co,IJ internazionalmente. Su ci6 si gira in un circolo vizios~. da cui é difficile usc'ire. Eppu– re donebbe esser chiaro per tutti elle non v'é pos– sibilita di svolgere un'azione internazionale qualsla– s'i senza prima conoscersi ed aver ben valutato le posL'ibilita degli uni e degli altri. Il male sta ap– punto in ci6, che noi disgraz'iatamente ci conosciamo molto poco e dimostriamo anche poco Interessamento a conoscerci maggiormente da paese a paese. La guerra con tutto il suo "bourrage des cranes" ba •-•~avatoabissi profondi, separando ancor pili i po– poli ed eccitandone gli antagonismi e gfi odi! reci • 1>roci. Scavo cosi profondo, che ancor o~gi, dopo 1o– clicl anni, non si é riusciti che poco a ricolma,. re il baratro che divide popolo da popolo. L"av• velenamento del cervelli e degli spiriti intrapreso e prosegu'it~ dalla "grande stampa" non solo é giunto a dividere maggiormente I popoli, ma, pili ancora, é riu,:J::ito a deformare la loro reciproca conoscenza, a rendere ad un popolo incomprensibil'i i caratteri ed i fatti dell'altro. E tutto questo cosi prorondamente, che quando ebbero a nrificarsi avNnimenti rivolu– zionari, alla cui buona riuscita sarebbe occorso l'in– tesa ed il concorso d'i tutti i popoli, sorse Invece fra loro la dlfridenza che permise ai nemici d'ogni pro– grefho soèfale di uscirne vittoriosi e sopratutto di crearsi l_a possibll'ita di spezzare ogni nuovo e pos– sibile tentativo di riclJllevamento delle classi oppres– se. Ci6 che avvenne all'initio della Rivoluzione Rus– sa ci donebbe insegnare qualche cosa. Quando quel grande movimento ebbe inizio, un blocco ermetico, formato da tutte le grandi potsnze, separo la. Russia dal resto del mondo, rendendo dif• ficile una immediat,i conoscenza esatta dei fatti, che non si poteva certo avere dalla ,Jtampa borgheM, che li deformava a vantaggio della causa reazionaria che era interessata a difendere. In queste condizioni, brancolando per lungo tempo nel buio quasi assolu– to, la maggioranza de'! rivoluzionari e molti anar– chici si trovarono cosi sperduti che dal precipitare degli avvenimenti furono portali a commettere nu– merosi errori. Fu allora Pili che mai che si fece !.kn– tire la mancanza di legam1 per lo meno informati– vi, la mancanza di un mezzo qualunque internazio– nale di notizie e di collegamento, fosse pure risul– tato di semplici relazioni pe,·sonali. Non si a,·eva nulla d'i nulla! Questa mancanza fu fortemente sen– tita da noi come pure dai compagni che in Russia lo{ta,ano per la riuscila della rivoluzione e per l'af– fermazione in e!ka del nostro ideale. Essi si sentiro– no isolati, troppo Isolati nella loro lotta, G questo li rese pili facilmente battibili. Un compagno rutilo, A. Ascharoff, in un interes– sante articolo apparso nella rivista da lui diretta, "L'Unlversalist", che vide la luce nel febbraio-mar– zo del 1921 a Mosca, ricercando le ragioni che impe– dirono al movimento nostro d'i affermarsi nello svol– gersi della rivoluzione scriveva: "Il ristretto oriz– zonte politico, la tattica dell'isolamrnto, la repulsio– ne per l'organizzazione, il carattere localista del me– todo, la mancanza di una base alle aspirazioni de– molitrici e creatrici, ecco I tratti caratteristici del ,·eccbio anarchismo, gra.zie al quale si é marcato il passo durante tre anni, sciupando la maggior par– te del nostro tempo senza ricavare alcun profitto dalle nostre energie". E questo, per nostro disgrazia, non fu tbltanto uno stato di cose particolare della Russia o di qual– che altro raro paese, ma di tutti I paesi, di tutto ·a nostro movimento Internazionale, perché dappertut– to le stesse cause provocarono li medernmo risultato. Un altro caso, che pure ci dimostra come la man– canza di un mezzo internazionale d'l coesione e di lolla ci impedisce di portare un massimo di aiuto con un minimo di sforzo la dove l'aiuto sarebbe mag– giormente necessario, é quello attuale della retli– stenza, la quale pure tanto urgerebbe, contro la reazione fa.scista. Abbiamo la tragica dituazione dei compagni Italiani e spagnuoli, e del loro movimen– to: situaz'ione cl1e speriamo possa presto migliorare. ed a migliorare la quale anche noi tendiamo. Anzi, in Spagna, questo miglioramento appare gia: la ,J'. tuazlone vi é cosi tesa, che non é improbabile atib-ia a scatenarvisi da un momento all'altro un movimen- to di masse, o che si tenti un moto rivoluzionario. E noi dobbiamo fin da ora prevedere dJ iover con– Yergere, per lo sviluppo di tale movimento, tutti i nostri sforzi intellettuali e materiali a portargli un valido aiuto, rJia di assistenza, sia di lotta, sia dt !nforma.zioni, in modo che esso possa svilupparsi li pili possibile e non si trovi invece la via sbarrata dalla nostra impreparazione ed Incompremlione. Noi dobbiamo essere In grado di rispondere alla importante domanda che ei s'i p,·esenta: Davanti ad una eventuallla rivoluzionaria che cosa faremo noi? o pili giustamente, c.b.e cosa potremo fare? Che co– sa potremmo, se nel nostro movimento internaziona– le dura l'attuale incomprensione di qualsiasi altro movimento? Non dobbiamo dimenticare che, Interna. zionalmente, non vi é possibil'ita di sYOlgere una qua– lunque aaione di Intesa per uno scopo preciso e de– terminato senza conoscerei. Cio perché, pur essen– do l'anarchismo u~ico per tutti i paesi e EIJtto qua– lunque latitud'ine lo si propaghi, v'é bisogno lo stes– so di comprenderne, per tenerne calcolo, tutte le va,. rie espressioni che, senza ledere l'idea fondamenta– le, si manifestano i12 paesi divenl! per costumi, tem– peramen'tl e caratteri. Bisogna tener conto delle di• verse valutazion'i di metodo, perché le une pili con– i'acenti delle altre al carattere particola.re del luogo e degli uomini maggiormente capaci di favorire l'af– fermarsi e J'e.,;pandersi delle nostre idee In ogni lo– calita .. Senza questa primordiale conoscenza rec'ipro– ca, che sola puo .-iarazzare il cammino da tanti ma– lintesi, sara difficile anche fra noi stessi lavorare proficuamente alla riuscita dei nostri \ntentl. Cosi, l'incapacita e l'assenza di mezzi per tenerci anche soltanto bene Informali su ciò che avverra nel paesi o regioni in sommovimento, èi rendera di fatto inca– paci, pur se ne avessimo la forza materiale, di por– tare al compagni In lotta un ,·er-o e valido aiuto. Uno del nostri compiti attuali, adunque, che po_ tremmo con pili esattezza chiamare non rivoluzionari ma pre-rivoluzionarl é quello appunto di cer~r di tessere Immediatamente i fili per quella che potrà essere la tela della nostra futura azione, perché do– mani potrebbe essere troppo tanfi; perché domani, presi dalla lotta, non potremo plu occuparci che con molta fretta e sen,.a la tranqulJlita necessaria di una simile opera di ricerca e consolidazione del mezzi di collegamento necessari allo sviluppo del movimento. Questi mezzi di collegamento saranno Indispensabili ai compagni di fucri, perché questi, bene informati, possano afferrare l'occasione favorevole per agire a loro volta e aver modo di portare un valido aiuto a.I movimento nostro, svolgendo sopratutto un'opera consona e all'unisGno coi compagni e col popolo In lotta. •• Tutto Il lavoro pili sopra accennato é di grand~ necessita e importanza in quanto permette la riso– luzione di un altro lato della questione non meno importante del primo: quello dei rapporti interna. zionali In periodi rivoluzionario, c!oé dell'organizza– zione degli sforzi volta a propagare ed estendere an– che internazionalmente il movimento Iniziatosi In un P?,ese qualunque. Noi abbiamo sempre sostenuto che la rivoluzione, per essere veramente sq'!iale, occorre che sia !nter~ nazionale. Ma sani. inevitabile che essa si verifichi ed anco si approfondisca in un paese prima che In 1tn altro, oppure lo si tent1 prima nell'uno che nell'al– tro, perché favoriti da condizioni plu opportune e permettenti un maggiore ed immediato sviluppo. Ma altrettanto logicamente, bisognerà non lasciarla cir– coscriversi in un s0lo paese o regione, bensi elevando anche altrove la sua bandiera di Uberta, estenderla pili che sia possibile. Se anche le forze nostre e rl• voluzionarie degli altri paesi non potessero rare al– trettanto, esse avranno per lo meno il compito di non lasciar !!,1hiacciare la rivoluzione la dove questa si é gia sviluppata. Bisogna insomma che la rivoluzione possa contare su forze internazionali, che abbia in queste una ba.– se di resistenza tanto all'inizio, quanto pili tardi, du– rante I momenti del bisogno per la rinascita econo– mica, o quando la coalizione delle forze reazionarie esteriori tenteranno di a.i>battere la rivoluzione; e vi riuscirebbero sicuramente se non trovassero di fron– te a sé le forze internazionali del proletariato e ri– voluzionarie coalizzate a difesa di quella. Poiché si pu6 dire che tutti i varii e numerosi pro– blemi della rivoluzione si aggirino e faccian parte di uno solo, il pili grande ed assillante di tutti: quello

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