Studi Sociali - anno I - n. 4 - 1 giugno 1930

STUDI SOCIALI Molteplicita delle forme di sfruttamento dell'uomo sull'uomo Il concetto dello sfruttamento dell'uomo sul!'uo– mo é stato a poco a poco limitato al terreno pura– me~te produttivo dell'industria; e per la grande maggioranza delle vittime de1 presente regime so– ciale, quando si parla di sfruttamento, il tipo dello sfruttatore é il padrone della fabbrica o dello sta– b.lim~ntc dove si larnra. Eppure lo sfruttamento ac4 sume molte altre forme, delle quali qui noi ci rife– rir~mo alle piu importanti, le quali sono intima– mente legate a tutto il regime sociale neJ quale vi– v',amo, tanto che sarebbe difficile fare un passo sol– tanto in cui la disuguaglianza umana non si riper– cuota: disuguaglianza nella vita che implica privile– giati e defraudati e qu'indi sfruttatori e sfruttati. Poiché nessuna teoria economica ha potuto ,J;o- 1n·ire altro mezzo di creare ricchezze e di elaborare pro,Jottl all'infuori del lavoro, quelli che iu forza di un priv'ilegio qualsiasi o abilita. vivono a spese del lav•Jro altrui sfruttano i produttori sia direttamente come l'inùustrinle e il commerciante, sia indiretta– mente come lo Stato, il cui gigantesco apparato pa– rass·itario non vive di aria ma del sudore de1le nrns– se laboriose. Per6 Il vero tipo di dfruttatore indiret– to, che non ha nessun contatto coi In,·oratori sfrut– tati, é Il capitalismo finanziario, Il quale ha ragg',un– to tale potenza da legare al suo carro di trionfo fin le industrie pili poderose e gli imper'i pili temibili. Disgraziatamente, l'esempio delle ri roluzioni c'in– segnano che i popoli non hnn tenuto che una vis'io– ne unilaterale e imperfetta dello sfruttamento cli cui erano vittime; un giorno si levano contro il feu– dalismo, vedendo in es<JJ un nemico 1>r'lmorùiale e quasi unico, ma il feudalismo cade e lo sostituisce la borghesia. Il marxismo insegn6 ad odiare la bor– ghesia, e gia abb'iamo avuto dcae rit'oluzioni che han tentato di so1>primerla creando nuove caste di sfruttatori, come in Russia. Solo l'anarchi<Jmo -pre– conizza una trasformazione sociale su tutta la li– nea, contro tutte le forme di monopolio e d'i pri l'i– legio, contro tutte le modalité. dello sfruttamento. 1\1'a. ncl!a pratica ci avviene di osservare anche nell"anarchlsmo un adattamento eccessh·o alle in– fluenze del marxismo, perché fin iji.i.l !!:::, ~•:-hivau, di far fronte e resistere praticamente e sistematiC'amen– te ad ogni forma cli sfruttamento che non fosse rap– pÌ·esentato dal capitalista industriale. Pur tuttavia é nostra opinione che, essendo multiple le modali– tf. dello sfruttamento, mult,ple altresl dovrebbero eu– _scre le fronti e Je armi di lotta contro di lui. LO SFRUTTAMENTO DEL PRODUTTORE Lo sfruttamento pili diretto e palpabile contro produttori si fa dal capitalismo industriale. Il sc– cialismo 11 scientifico" ( e coincido con esso anche l'a– narchismo) lo ha denunciato quasi come l'unica forma, e si studi6 di porvi un termine, di diminui– re i suoi arbitrii e di mantenerlo entro certi limiti. La .storia del proletariato militante é la storia della resistenza allo sfruttamento industriale. Contro cli questo si sono levati o diretti I s'indacati operai di lct:a, combattendo le pili belle battaglie. Non ab– biamo nulla da deplorare a tal proposito, all'infuo– ri dell'oblio delle altre forme di sfruttamento. Lo sfruttamento industriale consiste nel oottrarrc a.J. prodotto del lavorò dell'opera:10 quanto più é pos– sibile a beneficio del capitalista. Non é indiff eren te per chi lavora né per !'impresario la auota r.he va a ciascuno, per l'ope_raio in forma di salari o, p er ,I capitalista In forma di guadagno, di dividendo, · ccc. Un aumento della parte dell'operalo nel'.a pro– duzione significa una diminuzioni' nella parte del capitalista: é una verità es[rcrr.::.rnènte semplice. E siccome il primo vive tbmpre fra stenti e privazio– ni, tende sempre a riYendicare un salario maggiore, una parte maggiore del risultato proe1utt1vo cne g:i spetterebbe intero. Il capitalista s"i difende In mil– le modi, non ultimo di questi la forza armata dello Stato. In tale situazione, l'operaio s'é interessato Hmpre, oltre che del1'aument 0 del suo salario, an• che délla diminuzione della giornata 01 1avoro, e la sua lotta Lii é' esplicata sopri'tutto per questi due fi– ni, poiché una 1unga giornata di lavoro, an._clle se corrispondente ad un a1to salario, pu6 significare uno sfruttamento delle forze dell'individuo molto pili grande di una giornata minore con i1 medesimo sa– lario per ogni ora. Fisiologicamente é dimostrato e hc il maggiore esaurimento delle ore di lavoro straordinario non é compemht<> dall'aumento straor– dinario del 50 o del 100 per cento di salario che per solito viene pagato. , Quindi é tempo che il proletariato avverta i gran– cli cambiamenti dell'economia moderna e compren- . eia la crescente insufficienza dei vecchi metodi di lotta. Il capitalismo si sta sempre pili organizzan– do In grandi trust, nei quali il fattore salario corno il ta.ttore giornata di lavoro contano e"mnre meno. li professore André Philip di Lione, che ha studia– to accuratamente la vita industriale ed operaia de– gli Stat'i Uniti, ci dice che la con<J,guenza di queste concentrazioni in trust formidabili é cJ1e la mano d'opera entra per una percentuale debole nel prez– zo di vendita. Il prezzo della mano d'opera pu6 es– sere considerato come il 20 per cento contro 1'80 per cento che sareb,lle !'interesse del capitale impiegato BibliotecaGino Bianco e lmmob"ilizzato. Per ci6 un impresario moderno ra– ra. poche obiezioni, se gli preme conservare il pro– prio personale, a una richiesta di aumento di sa– htrio. L'elemento salario si converte nell'elemento meno Importante. Infatti, un aumento del 10 per cento di salario non rappresenta pliì che un aumento generale del 2 per cento che si pu6 far sopportare facilmente al consumatore (1). Tutto ci6 ci ha fatto intuire che gli scioperi, quan– do si producono nelle grandi imprese (il che avviene raramente) e non si accordano l m'iglioramenti cli salario richiesti, possono essere dei movimenti ben• venuti per eludere una super-produzione pericolosa. Del re,Jto, la storia registra pochissim"i movimenti operai contro i grandi trust moderni; soffocando nelle grandi fabbriche ogni liberta. dell'individuo, o– gn:i Iniziativa, ogni indipendenza di fronte alle mac– chine, si soffoca anche la dignita dell'operaio e si esclude la comprensione e la possibilité. dell'organiz– zazione di resistenza. Le grandi concentrazioni ca- 11italisticbe l1anno ogni giorno meno di che temere dai vecchi metodi di lotta del proletariato, sopratut– to perché Je sue ri1•endicaz"ioni d'aumenti di sala– rio e diminuzione della giornata di lavoro sono sem· 1>re meno fondamentali per quelle. Abbiamo visto lo stesso Ford Iniziare la riduzione della settimana di lavoro a cinque giorni, facendo con ci6 il proprio in– teresse e non certo per giovare ai lavoratori. Del re· sto la riduzione della giornata non implica necessa– riamente una diminuzione di produttivité. dell'ope– raio; al contrarlo, poiché tutto il macchinismo mo– derno tende a ridurre il fattore umano ad una quan– tile. trascurabile. Inoltre, siccome l'intensité. del la– voro é variabile, ci6 che si riduce del tempo si gua– dagna con una Intensificazione dello sforzo, Col tay!Qrismo od il fordismo si pu6 ottenere che un operaio renda tre o quattro volte pi ti che col pro– cedimenti usati nella piccola industria. Di qui il fatto che l'operaio industriale degli ,Jl;abilimenti ra– zionalizzati. anche se lavorasse tre o quattro ore sol– tanto, usc'irebbe pi\l esaurito dal suo lavoro che 1'0- 1>eraio dei campi che lavora dall'aurora al tramonto. Un profesrore tedesco, Rosemberg di Breslavia, ha potuto stabilire che l'aumento della produtti,•ité. e del rendimento dell'operaio con l'impiego del taylo– riclmo o del fordismo non sono proporz•ionati con l'enorme sciupo di energie uman~ ohe quei metodi esigono. Egli dice che un operaio di 75 chili di peso necessita, per c'iaccquistare le energie spese col la– voro taylorizzato, di 339 grammi di grasso o il suo equivalente Invece di 50 grammi occorrenti per il lavoro normale. E' per questo che noi abbiamo lanciato un grido d'i allarme contro l'accrescimento e intensificazione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, proponendo una difesa inmediata, benché non completa: la gior– nata massima di laYoro di sei ore ·(2). Per6 la conquista della giornata di sei ore, che no– nostante i progressi della tecnica produttiva non po– tra raggiungersi senza lotta, metterti. le avanguar– die del proletariato di fronte al problema dell'insuf– ficienza delle vecchie armi di battaglia e di fronte alla necessita. di pensare al modo di rendere pi(1 ef· ficace lo sforzo 1'ivendicatore. LO SFRUTTAMENTO NEL CAMPO DEL CONSUMO Un'altra delle forme importanti e dirette rlello sfruttamento del nullatenenti e diseredati da parte dei monopolizzatori e privilegiati, si espiica nel va– •to campo del consumo. Non é indifferente né pel compratore né pel ven– ditore 11 prezzo dei generi alimentari, degli oggetti di Yestiario, degli alloggi, del costo della vita in ge– nerale. L'uno ha interesse ad elevare i prezzi più ché possibile, per aumentare il margine del suo guadagno; J':>.ltro desidera pagare il meno possibile per sodisfare le proprie necesdité. e migliorare il suo regime e livello della vita. Da questa contradiz'ione. da questo contrasto di interessi, dovrcooe natcere, benché In realté. nasca molto imperfettamente, la lotta del consumatori contro i venditori, i commer· cianti, eex\ Diciamo che in realté. questi lotta si ma– nifesta ~ssai Imperfettamente, perché il proletar,nt~. che é Il più colpito dall'alto costo d.ella vita, crede d' aver tatto abbastanza con la rivendicazione di più alti salari nella fabbrlca, senza. accorgersi che l'au– mento ottenuto da un lato lo perde (se non perde an– che di pili) dall'altro; perché se egli viene sfruttato come produttore, e come tale suole ribellarsi, vien" sfruttato anche come consumatore, e come consuma– tore non si ribellà che poco. Pensiamo che il trascurare questo fronte della Jot– ta da parte dei malcontenti sul terreno del consumo é funesto e cl condanna ad un Infruttuoso o quasi (1) Riasmiito di téna confe1·enza. ne La Révolu· tion Proletarienne di Parig·i, 1 luolro 1928; e vectasi ~ure il libro Le Problema ouvrier aux Etats Unis, J'a,·igi, 1928. (2) La qtiestione <Dellaoi 0rnata di sei ore é stata specialm,ente ppsta 'àall"'Assac~1zione Intennazidnale deli Lavoratori" (A. I. T.) con sede a Berlin-0, e ia proposta di una agitazione per ci6 fu fatta dal mo uh tfm,o congresso del m,aggio 1928 a Liegi. 3 ci dichiariamo anarchici, 0 cattolici, o riformisti. La differenza dovrebbe consistere, pili che nelle de– nominazioni nella rottura delle oscllazioni del pen– dolo; ed é proprio ci6 che si manca di fare, tanto nel movimento nostro che in tutti gli altri movi– menti del proletariato. Come consumatore il fronte della lotta potrebbe esdare pili vasto poicM sono di pili quelli che han– no interesse li. difendersi contro l'alto costo della vita fra coloro che guadagnano il pane col sudore della propria fronte. La classe media ed anco Ja pic– o.ola borghesia, che sul terreno di lotta della prod 1,– zione sono forze ostili, potrebbero essere am'iche o simpatizzanti nella lotta dei consumatori contro gli alti prezzi. Vi interverre'bbe altres[ la donna, che 6 la principale lncar'lcata delle compere in ogni ca– sa ed é quella che pl(l direttamente ,:lperime11ta il costo della vita; e con l'allargamento del circolo de– gli interessati al miglioramento della situazione, 1>er l'affluirvi di una parte della piccola borghesia, della classe media e della donna, sopratutto della donna proletaria, la corrente di rinnovazione, le fo1· z,, di resistenza co1,1tro lo sfruttamento sui consumi aumenterebbero considerevolmente. Ma anche qui vie ne sul tappeto un nuovo proble– ma, benché non si sili.no ancor saputi risolvere i vecclti, In quanto l a coop erativa, che gli anarchici rigettarono presto ed é stata rld~tta a un semplice affare di speculazione, non é punto nelle sue forme attual'i una soluzione. Ci riferiamo alla trustifica– zivne capitalista che ha per coronamento delle sue nspirazionl la dittatura ,:lui prezzi per mezzo dell'e– liminazione della. l'ibera concorrenza. Per lottare in seguito contro il costo della Yita avremo molte pili difficolté. che pel passato, quan– do la concorrenza di un capitalista verso l'altro, di una impresa contro !"altra, era uno strumento pre· zio'-'o che s'i poteva utilizzare con esito quasi sicuro. Oggi ci troviamo di fronte ad una vera dittatura sui prezzi, creata dagli accordi, fusioni e combina– zioni degli lndufJ/;riali dello stesso ramo, nazion:il– mente e Internazionalmente, a tal punto che 1e dlfe– ~e locali contro la carestia sarebbero tanto insuffi– cienti come degli scioperi parziali. In un solo stabili– mento tra i cento appartenenti ad 1L~ 0 ditta qual• siasi. La stessa Incertezza che sentiamo al consta– tare il fenomeno della razionalizzazione nel terreno produttivo, la sentiamo di fronte alla dittatura dei prezzi e l'esclmlione crescente della libera concor– renza nel capitalismo moderno. Non. sappiamo cha mezzi raccomandare né che vie prendere. L'un'ica co– sa che diciamo é che l'umanité. sfruttata terribil· mente cmne consumatrice, non ha saputo fin qul trovare mezzi di difesa, ed ha la missione, il dovere e la necess'lté. di scoprirli in seguito. E chi dice difesa contro gli alti prezzi, dice anche difesa contro la cattiva quallté. dei prodotti, poiché un peggioramento di qualité. dei prodotti di consu– mo e d'uso, anche se accompagnato da un ribasso di prezzi, resta un male da combattere, uno sfrut– tamento invariabile del consumatore. Sarebbe con– veniente qui riprodurre delle statistiche sul prezzi di costo e I prezzi di vendita, della differenza tra i quali vive tutta una fauna speciale di Interme– diarii; bisognerebbe citare esempt di quanto si pa– ga al contadino pei suoi prodott"i agricoli o di be· L'èiame, e ci6 che li si fan pagare al consumatori nelle cltté. Queste cifre sarebbero· sommamente il– lustrative e ci condurrebbero spontaneamente a com– prendere la utilita che v'i sarebbe nella soppressione del parassitismo intermedlario, facendo si che I pro– dotti arrivassero direttamente al con,Ju.matore, co– me una delle difese contro la carestia. Ma questo aspetto del problema sociale é stato pili volte espo– sto ampiamente da'L partigiani del cooperativismo, e non abbiamo bisogno di soffermarci su ci<i. SUDDITI E SOSTENITORI DELLO STATO Continuiamo questa enumerazione dei modi di sfruttamento dell'uomo !Alll'uomo. L'individuo e la societé. sono sfruttati, e non sol– tanto oppressi, dallo Stato. Lo Stato non é soltanto un organo di oppressione aJ servizio del privilegio; esso é anche, per l'enorme parassitismo cho, lo co– El::ituisce,un caiJico pesante a sostenere n quale de• ve provvedere forzatamente il lavoro. D'altra parte il parassitismo statale costa sempre piiì caro ai po– poli; e nelle file del proletari-alo militan¼ non ve– diamo né l'idea né la rnlonta di contrarrestare tale aumento di costo dell'apparecchio della nostra schia,. vizzazlone. Alcune cifre comparative ci daranno una idea di ciò che chiamiamo rincaro dello statal"ismo. L'Inghilterra spendeva nel 1913 per sostenere il suo parassitismo politico, il suo appar-ato statale, 172 milioni di lire sterl'ine, e nel 1926 le sue spese si elevarone a 766 milioni; gli Stati Uniti spendevano nel 1913 pili di 700 milion"i di dolla1i, ma nel 1927 le sue spese passavano i 3600 milioni. La Svezia spendeva nel 1913 poco pili di 211 milioni di coro– ne, e nel 1926 le sue spese ascendevano a 634 mi- 1,oni; la Germania spendeva nel 1913 piu di 4000 milioni di marchi, ma nel 1925 questa cifra era ar– rivata a pili di 10.000 milioni. Approssimativamente ci sono in German'ia un mi– lione e ottocento mila funzionari che vivono sul bi• lancio dello Stato, l'amministrazione del quale con– suma un 25 per cento del totale delle entrate, secon• do gli uni; secondo altri, la terza parte. Lo Stato moderno si converte cosi in una vasta atisociaziono

RkJQdWJsaXNoZXIy