Studi Sociali - anno I - n. 4 - 1 giugno 1930

Socialismo ed Anarchia La pili grande ùifficolta per Intendersi, quando st discutono questioni d'ordin°e morale e sociale, dipen– de dal signHicato vario ed incerto che si attriDutsce alle parole. Ogni partito, e spesso ogni individuo, da alle parole p'ili generali un significato diverso; e queJ che é peggio, lo stesso individuo adopera. la stes– sa parola a volta a volta in sensi diversi e magari opvosti. Cosi, per esempio, socialism.o e anarchia si usano a volte ioome termini antagonisti, a volte come sinoni– mi. V'é di quelli che combatttono !'11ndividwalis-,no, quando significa il ciascun per sé della società hor– ghese, e poi dicono di essere individualisti per esprt– mere il loro 'ideale di una s0ciet:i in cui nessuno sia oppresso ed ognuno abbia i mezzi di raggiungere il pieuo sviluppo della propria individualità. Oggi combattono l'immoralita della borghesia e domani protesteranno contro ogni 1norale. Dicono che il cti-- 1"itto é la forza, e poco dopo si vantano difensori dei diritti dei deboli. Deridono ogni idea di sacrifizio e di abnegazione e poi si dicono - e si mostrano -pron– ti a sacrificare benessere, libertà, vita, per il bene delle generazioni future. E aimili osservazioni potrebbe·ro farsi sull'uso delle parole etvoluzione e 1jV1::1luzi01ie, or[ii.. ,niztaz·iQ1le, a11i- 1iL.inistrazioné, autoritd 1 governo, stato e quante altre mai si riferiscono ai problemi morali e sociali. Cosi avviene che molte cose vere appaiono Irragio– nevoli per difetto d'i espressione, e molte scissioni si producono fra compagni che nel fondo sono real– mento d'accordo; mentre invece spesso si crede ct1 esser d'accordo, solo perché si usa la stessa termi– nologia, fra persone di idee e di tendenze diametral_ mente opposte. Cosi avviene pure 1ohe si accettano sulla fede di una parola, delle idee assurde o antiso– ciali, e che degli <egoisti, del maJfattori veri si fram– ntischiano a coloro che, buoni e generosi, fan mostra d'immora.lita per la piccola ·vanagloria di sembrare originali. E non solo questa mancanza di un linguaggio cll!a– ro, comune e costante rende difficile l'intendersi rra uomo e uomo; ma la confusione dell'espressione or_ fusca in ciascuno la chiare2za delle idee e finisce 1~oll'impedire che uno intenda sé stesso. .i,;semplo, pur troppo doloroso! tanti giornali nostri elle sem– brano scritti dagli abitanti della leggendaria torre di Babele, ed in eni ciascun scrittore mostra gene– ralmente d'i non sapere qneJ che vuol pire, ed avere !tppena appena una vaga ed . oscu~a visione di uno svanevole ideale. ch" non sa tradurre In termini in– telligibili. Definiamo dunque le parole di cui cl serviamo. Io non pretendo che IJ senso che io d6 alle varie parole sia il loro senso vero. Il s!gnlflcato delle pa_ role é sempre una cosa convenzionale e pu6 solo es– sere stabilito dall'uso comune e costante del piu gran numero. Per6 ar,cade generalmente che quando una parola é stata inventata per Indicare una data idea, tutte le trasformazion'i e le deviazioni che av– vengono dopo nel suo significato hanno· tra. lol"O un nesso logico, che permette di rimontare al significato originario, o di ricavarne un significato gener~le cbe risponde al pensiero pili o meno cosciente ùi tutti. Questo fondo comune nei varii sensi In cui og– gi si usano certe parole, lo mi sforzo di determinare per rendere pili chiare le idee e pili facile la dis_ cussione. Comunque sia, le mie definizioni serviran– no, se non altro, a far ben comprendere quello elle intendo lo, e forse a dar un esempio di lingnagg'lo preioiso, che altri potra meglio elaborare. * * • Nello studio della societa umana e nelle costruzio- ni ideali ch_e si posson fare di una nuova socleta c'è da considerare due punti: 1, i rapporti morali, o giuridici che. si voglian chiamare, tra gli uomini, va– le a dire lo scopo che si attribuisce alla convivenza sociale; 2, la forma in cui s'incarnano questi rappor– ti; vale a dire il modo di orgatlizza.zione che asS'icu1·a l'osservanza dei diritti e doveri rispettivi, 11 metodo col quale si tende alla realizzazione dello scopo pro· posto alla societa. Sul primo riguardo si pu6 r,oncepire la societ:a. umana in tre modi fondamentali: o come una mas– sa di uomini che, nascono e vivono per servire uno o pochi individui privilegiati per diritto di con– quista, mascherato poi con il preteso diritto divine,; BibliotecaGino Bianco s•rtrot MèìAU e questo é il regime aristocra<ico che é essenzialmen– te sparito nei paesi pili avanzati e che va man mano sparendo nel resto del mondo. O come la conviven.r,a di individui originariamente e teoricamente uguali, che lottano l'un contro l'altro, ciascuno per accapar rare il pili di ricchezze e di potere possibile, sfrutta– re il lavoro altrui, e sottoporre gli altri al suo domi– nio; e questo é l 1 indivJdualism,o, che domina nel mondo borghese d1,ll'oggl e produce tutti i mali so– ciali che lamentiamo. O come un legame di soli rta– rieta fra gli nomini tutti, ciascuno clei quali coopera cogli altri per il maggior bene di tutti; come un mezzo per assicurare a tutti Il massimo sviluppo, la massima libertà, il massimo benassere possibile; e qui é il so.tialismo, che é l'ideale per lJ quale lot tano oggi tutti gli amici sinceri ed illuminati del genere umano. I Sul secondo riguardo, vi sono a1!cora tre modi prin– cipali di organizzazione sociale, tre metodi, tre costi– tuiioni politiche, 1. Il dominio esclusivo di uno o di pochi (11wnarchia ass<oluta, cx,saris11w, dittat-,,ra) I quali impongono agli altri la propria volonta, sia nell'interesse di loro· stessi e della loro casta, sta colJ'intenzi.one, che pu6 essere anche sincera, di rare il bene di tutti. 2, La 1 oosidetta sovranita popolare, • cioé la legge fatta, in nome del popolo, da coloro elle il popolo ha eletto. Detta legge rappresenta, teorica– mente, la volonta della maggioranza, ma in pratica é il risultato di una serie di transazioni e di fin. zioni, dalla quale 1·esta falsata ogni genuina espres– sione della volonta popolare. E questa é la de'1l4Ji•·a– zia, la repubblica, il parlamenta11'.s-mo. 3, L'organiz– zazione diretta, libera, cosciente della vita sociale fatta, e mutata quando occone, da tutti gl'lnteressa– tl ,ciascuno nella sfera dei suoi Interessi, senza de– legazioni fittizie, senza legami Inutili, senza Imposi– zioni arbitrarie; e questa é l'anarchia. I vari! concetti sull'essenza e sullo scopo dell\l so– cieta umana Si accoppiano tanto nella storia quanto ·nel programmi de'l partiti, colle diver– se forme di organizzazione. Cosi possiamo avere una republicano, o anche anarchico. LO: societa borghese societa aristocratica con un regime monarchico, o o iudivlduallstlca, esiste In monarchia o In repuDDll– ca, e parecchi dei suoi partigiani sono \lII.Cheanarchi– ci, poich''é desiderano che non vi sia governo o che ve ne sia il meno possibile. Cosi per il social!smo, che alcuni vorrebbero realizza.re per mezzo della dit– tatura, altri per mezzo del parlamentarismo, altri per mezzo dell'anarchia. Per6, malgrado che gli errori degli uomini e le azioni e reazioni dei fattori storici possano determi– nare ed all>b"ianodeterminato nel fatto, I plu Inve– rosimili connubi! tra costituzioni sociali e forme po– litiche di nature disparate, egli é certo che I fini ed i mezzi sono collegati tra loro· da un nesso intimo, Il quale fa si che per ogni fine vi é un mezzo che meglio gli con viene, come ogni mezze tende a rea– lizzare il fine che gli é naturale, anche Senza e con. tro la volonta di coloro che lo adoperano. •• La monarchia (; la form., politica ·che meglio con- viene per far rispettare p1•ivilegi di una casta chiusa; e perciO ogni aristocrazia, qu.al 'i che sieno le condizioni in cui si é formata, tende a stabilire un, · regime n1onarchico. franco o larvato; come ogni mo• narchia tenùe a creare Elrendere fissa ed onnipotente una classe aristocratica. Il sistema parlamentare, cioé la repubblica (poiché la monarchia costituziona– le non é in rea.Jta r,he una forma Intermediaria In cui la funzione del parlamento é ancora ingombrata da sopravvivenze monarchiche· ed aristocratiche) é il sistema pol!tico che risponde meglio alla società borghese; ed ogni repubblica tende alla costituzione di una classe borghese, come d'altra parte la bor– ~hesla, in fondo dell'anima se non in apparenza, é sempre repubblicana. .Ma quale é la forma politica che pili si adatta alla realizzazione del principio di solldarieta nei rap– porti umani? Qual é il metodo· che pili sicuramente pu6 condurci al trionfo completo e definitivo del so– cialismo? Certamente non pu6 darsi a questa domanda una risposta assolut\lmente sicura, poiché trattandosi di cose non ancora uvvenute, alle deduzioni 1og1c11e manca necessariamfnte la riprova dell'esperienza . .l!J. necessario quindi contentarsi di quella soluzione elle sembra avere In •uo favore Ja pili grande somma cii probabilità. Ma se quel certo dubbio, che resta sem– pre nello spirito quando si tratta di previsioni stori- che e che del resto é come una porta lasciata aperta nel cervello per l'entrata di nuove verita, ci deve disporre ad una larga tolleranza ed alla pili cordiale simpatia verso coloro che cercano di raggiungere per altre vie lo stesso nostro scopo, esso non deve però paralizz~tre la nostra a.zione ed impedil•ci di sceglie-. re la nostra via e camminarvi risolutamente.· Ca,•attere esseni,ale del socialismo é di applicarsi"' egualmente a tutti i membri della società, a tutti quanti gli esseri umani. Per e2so nessuno deve poter sfrnttare il lavoro altrui, mediante l':tcca.parramentn dei mezzi di produzione, e nessqno deve poter im· porre agli altri la propria volonta, mediante la forza brutale o, il che vale lo stesso, mediante l'accaparra– mento del potere politico: sfruttamento economico e dominazione politica essendo due aspetti di uno stes– so ratto, la soggezione dell'uomo all'uomo, e risolven– dosi sempre l'uno nell'altro. Per raggiungere dunque e consolidare il .socialis– mo \ippare necessario un mezzo, che non possa esse– re a sua volta una sorgente di sfruttamento e di cto– minazion;, e che meni ad un'organizzazione tale che si adatti il pili possibile agl'interessi ed alle prefe– renze varie e caJ1gianti dei diversi individui e grup– pi umani. Questo mezz.o non può essere la dittatu,, ~ (11wnarchia 1 cesarismo., ecc) poiché essa sostituiscJ alla volonta ed all'intelligenza di tutti, la volontà e l'intelligenza di uno o di poch',; tende ad imporre a tutti una regola unica malgrado le d!fterenze ,11 condizioni; crea la necessita di una forza armata per costringere i recalcitranti all'obbedienia; fa sorgere interessi antagonistici tra la massa e coloro che so– no pili vicini al potere; e finisce o colla ribellione trionfante, o colla consolidazione di una classe go– vernante, che poi naturalmente, dlviene anche classe proprietaria. E nemmeno seml;lra un buon mezzu il p,,1·la111entaris-nw (democrazia, rcpiib!-ica,) po·,chò esso !lllre sostituisce la volonta d'i pochi a quella tii tutti, e se da una parte lascia un po' più di 1ibrrta che non faccia la dittatura, dall'altra crea maggiori illusioni, ed in nome di un interesse collettiv[! fi'.tl– zio, palpesta ogn'interesse reale, e contraddice, attra– verso la trafila delle elezioni e dello votazioni, aJJa volonta di ciascuno e di tutti. Resta l'organizzazione libera, dal basso all'alto, dal semplice al complesso, mediante il. libero patto e Ja federazione delle associazioni di produzione e di con– sumo, cioé l'anarchia. E questo é il mezzo cne nu1 preferiamo. Per noi dunque socialisnw e anarchia non sono ter– mini opposti, né equivalenti; ma sono tellmiiti stn:t. ta1nente collegati insie·me come Io é il fine al suo mezzo necessario, come lo é la sostanza aJla forma in cui s'incarna. ' Il social!smo senza l'anarphia, cioé il socialismo di Stato, ci pare Impossibile, poiché sarebbe c!islr,,ttcJ dallo stesso organo d~stinato a mantenerlo. L'anarchia senza il socialismo ci pare eguatmeuta Impossibile, poiché in taJ caso essa non potrebbe es– sere che il dominio de"i pili forti, e quindi metteret– be subito capo all'organizzazione ed alla consoli<la– zione di questo dominio, cioé alla costituzione del governo. ··Errico l\1ALATES'l'A (Dal nwmero 1,nico "L'anarchia'' Lonara, aoo– sto 1896). Questa rivista h.a nel suo titolo l'indicazi01iè di "bimensile". In realta poi, siamo gia al N.o 4 e S'fUDI SOCIALI é uscito fin qui solo una volta al mese. I kttori avrebbero ragione di ac– cusarci di non mantenere la parola <lat,a. Pm-c anche noi non abbjamo torto, perché una quan– tita di. circostanze, re<l,azionali, amministrative e tipografiche, ci hanno ora l'una: ed ora l'al– tra impedito di uscire regolarmente. Ne chie– diamo scusa ai l~ttori co.mpagni ed amici, e li assicuriamo di essere animati dalla maggiore buona volon'ta di metterci al corrente. Non facciamo una nuova )?l'Omessa, che speriamo di mantenere prima ancora di ripeterla. :Inutile dire, poi, che coloro che han p,agato l'abbona– mento non perderanno nulla, in quanto essi conservano il loro diritto di ricevere dodici numeri della Rivista se abbonati semestrali, e ventiquattro numeri se abbonati annuali. Qua– lora le difficolta persistessero, e si rendesse i,rn– possiblie definitiv,amente l'apparizione bimen– ~ile della Rivista, lo diremo e cambieremo an– che la qualifica della periodicta nella testata: :!VIa speriamo di non essere costretti a ci6. ·

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