Studi Sociali - anno I - n. 2 - 16 aprile 1930

Problemiteorici e tattici nella lotta quotidiana II La cooperazione . Di fronte all'insufficienza dell'azione sindacale oc. corre che gli operai intensifichino, nel partito politi– co cui a,ppartengono, l'opera. di propaganda, di edu– cazione politica e di preparazione per Influire sul corso degli avvenimenti onde determinare quei cam– biamenti sociali cui essi a,:l;)irano e che si Impongo. no con improrogabile necessità. La nostra propagan– do, la nostra preparazione e 1a nostra educazione sa– ranno rivoluzionarie e insurrezionali per abbattere l'att.u'lle règime; antiautoritarie e solidarlste per fa. rnrire Io sviiu,ppo di tutte quelle forme d'associazio– ne e di libero accordo che abituano gli uomini a "fa. r,, da sé", ad autogovernarsi, a rendersi capaci di ln– tl:aurare un regime organizzato clal bas5o In alto ba– salo sulla solidarietà e sulla vera libertà. Fra que– ste una delle pili importanti é certamente la coope– razione. Questa parola non si legge sovente sulla nostra stampa; essa puzza, a gi'u'dizio di molti compagni, di riformismo e di collaborazionismo. Eppure Eia si esa. minano le forme possibili dell'organizzazione nella 1,r-0duzione e nella distribuzione dei prodotti neées– sarl all'e,;lsteoza, noi non ne vediamo clte due: l'all– toritaria e Ja cooperativa. L'autoritaria é quelia do– ve la produzione e la distrib.Uzlone dei prodotti si srnlge sotto la direzione, il controllo, la responsabili– tii, l'arbitrio di un individuo a scopo di lucro. La seconda avviene mediante J'asiliciazione, la coopera. zione di più individui che direttamente organizzano la produzione, il consumo, iJ credito, ecc., e iJ cui sco– po non é li lucro ma l'intereLl.sedi lutti coloro che han contribuito allo sviluppo dell'associazione stessa. La nostra scelta non p\16 essere dubbia. La forma coope- 1.'ltiva, malgrado i suoi difetti é quella che meglio si presta a tlrganis1,are una società come noi la voglia- ino, 1 Il sistema cooperativo non é necessariamente pro– letario e classista. Vi sono cooperative di credito formate da commercianti, cooperative di ricchi agri. coltori, per l'acquisto collettiro di concimi chimici, sementi, macchine agricole, ecc. Per6 la sua natura é essenzialmente proletaria e progredisce o s'arresta a seconda che il movimento ,proletario progredifl::e o s'arresta. Non Intendo qui fare la storia deila coope– razione; mi limiterò a qualche accenno per dimostra– re la esattezza di questa affermazione. Le cooperative tji consumo st svilupparoHo in In– ghilterra ail'epoca dei Cartlsmo e a Lione all'epooo. del movimento proletario che culmin6 colle note di. mostrazlon! operale del 1832. La decadenza del movi– mento operaio segn6 pure la decadenza del movimen– to cooperativo che riprese all'avvicinarsi dei 1848. I.a costituzione dell'Internazionale ha per conseguen– za un nuo,·o slancio del movimento cooperativo •tan– to in Francia che in Inghilterra, si estende al Bel– gio, alla Germania e un po' dap,pertutto. La sconfit– ta dei comunardi parigini e la reazione che ne segui segn6 una nuo,a tappa d'arresto per il movimento cooperativo, che riprese verso l'82 e l'83, quando la reazione é stroncata. e il movimento operaio riprende la sua marcia. In Italia malgrado il regime fascista ab·bia fatto di tutto per lmpa'dronirsene e poi continuare il ri– goglioso movimento cooperativo, sviluppatosi nell'uL timo trentennio (1), esso attraversa una profonda crisi cli decadenza ed é condannato a sparire; mentre in Russia la rivoluzione ha impresso a1 movimento cooperativo un'enorme forza di espansione. Dunque la cooperazione benc)lé non sia nece<.i,a– riamente un movimento classista, attinge la sua forza Yitale dalla class proletaria, é un completa– mento dell'azione sindacale, é un allargamento deila lotta di classe. Con la lotta sindacale l'operalo cer– ca di ottenere iJ pili elle pu6 dal prodotto de! proprio lavoro e di difendersi nella sua qualità di produtto– re; con la cooperativa di consumo si difende neila Llua.qualità di consumatore, loti.a contro iJ caro-vita cercando di ottenere i generi di consumo al miglior prezzo sopprimendo l'utile padronale e tutta una serie di Intermediari e di speculatori che fanno rin– carare artificialmente i prodotti. Siccome i lavoratori sono la stragrande maggioran– m dei consumatori, cosi la lotta contro il caro-vita é In ultima analisi una forma della lotta di clas-– s~ un completamento dell'azione sindacale. La coope– rativa di consumo tent!e a fornire agli associati o al pubblico (secondo la forma della società) prodotti genuini e a un prezzo inferiore al commercio priva- '(l)RelcIZione ai Secarido Congresso Anarchico in Santa Fe. (1) Si varia q1ti delle coo-perative clte, fino a/l'av– ve·nto, al votere d-el fascis,no, era11'<1' ri1tsc,ite a sdt– tra,·si alle distrnzid>ii, in('l'Jn<U, saccheggi, ecc. ~le ban<le fascisto, che ne anni,entarcmo un cosi gran n11111.ero ffow al 1a f~ne ael 1922 ect anche d!ovo. Que– st" JIDist1•uzioint,vro.s'e(J'lti anche <lovo e vrosegi,e an– ccra (ca11,Sa .,wn vJti,na 'de'lla crisi dli c11i si parla ai,presso) attraverso i metvd~ ia<11·eschie ia1&tti d'awi– minl-strazione <lei versonaie rJ,ir,igente fascista iJlWP'o– st,, per forza alle cooverat/tve amcora, ri?1i<1Jtein vie<U. BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI to. Questo generalmente si pratica vendendo la mer– ce al prezzo di costo, più le spese genera!L, oppure vendendo al prezzo corrente sttJ mercato e rimbor– sando gli acquirenti del più pagato in proporzio• nn degli acquisti fatti. Il primo sistema preaenta trcppl rischi e generalmente Viene adottato ii secon– do. Durante la guerra, tl\lrante la rivoltlziorte russa, durante periodi cli carestia e di calantita, qùando il ccmntercio privato specula sulla miseria collettiva, le cooperative di consumo banno funzionato effica– cemente come calmiere, Le cooperative di produzione tendono a organizza– r~ il lavoro sostituendosi all'Industriale e garantire agli operai associati il frutto del loro lavoro. E&t; ri– chiedono generalmente l'immobilizzazione di forti ca– pitali per l'acQuisto di macchine, stabili, utensili, materie prime ecc.; richiedono capacita. tecnica e un più sdluppato senso della responsabilità per cui il Icro successo é stato fin'ora meno rapido che per le cooperative di consumo. Ci6 nondimeno le cooperati– ve di produzione si moltiplicano egualmente. 111 cer– to città d'Italia esWtevano cooperative di produzio– ne anche nelle profesioni più lndividtlaliste come i ciabattini e i parrucchieri! Ma vi erano pure impor– tanti cooperative di ml1ratort, di meccanici, di tipo– grafi, di falegnami ecc, Le cooperative di contadini asst1mono spesso la ferma lnisla. Sono cooperati ve di consumo quelle che acqt1istano collettivamente macchine agricole, conci– mi, semenze. ecc.; che comve1 1 ano o prendono in af– fitto lotti di terreno ma poi si spartiscono tutto e ciascuno lavora la terra per proprio conto. Hanno l'aspetto della cooperaliva di consumo e di produzio– ne al tempo stesso, quelle cooperative in cui oltre agli acquisti collet-tivi., anche il lavoro e la vendita de; prodotti viene fatta collettivamente. A seconda dei grado di sviluppo dei sentimenti di sociabilità e di solidarietà queste ultime possono assumere le for– me più perfette della colonia comuniuta. Le cooperative, tanto di consumo che di produzione, oltre all'utile immedLato che ne ricavano gli associa• E é il tentativo di organizzare la vita nelle sue sva– riate forme nell'Interesse della collettività stessa e di abolire l'intervento di coloro che fanno queut~ a scol)O <'11 speculazione e per il loro esclusivo interes– so persona1~. E' l'organizzazione di una sociota. nuo– va che va sostituendosi all'antica. Per6 la medaglia ha il suo rovescio. Vi sono coope- 1ative che, sia per l'a1nbiente in cui vivono, sia per necessita economiche e sia ancora per la mancanza di una educazione cooperativista e solidarista dan– no luogo a inconvenienti, e non sempre raggiu 1 ngono lo scopo che teoricamente si prefiggono. Ci sono del– le cooperative di consumo che hanno raggiunto un tale sviluppo e una tale importanza, cl10 trovano conveniente fabbricare esse stesse certi generi di maggior consumo. Generalmente gli operai elle esse Impiegano godono d'un trattamento superiore a qllel• lo in ttso nell'industria privata, ma avviene delle vol– t~ che i cooperatori vedendo la situazione solo dal punto di vista del consumatore, trascurano i loro dc,veri verso i produttori e si son verificati casi nel quali gli operai han dovuto ricorrere allo sciopero per far valere I loro diritti. Al contrario avviene per al– cune cooperative di produzione le quali fan pagare più caro che l'industria prlvaw. Qui la situazione é pili complesro. La mancanza di danaro costringe la cooperativa di produzione a cercare capitali a condizioni tali che Je assorbono tutte le risorse; oppure le cooperative sono costrette a produrre in condizioni antiquate che non possono tener testa all'industria privata. A ci6 Lii aggiunga chP spesso gli associati mancano delle capacità tecni– che e che son portati a vedere la situazione dal pun• to di vista di produttori i quali vogliono migliorare le loro condizioni senza curarsi dei consumatori. Co– me avviene pure che per grettez~'l~, egoismo e sete di guadagno alcune cooperative approfittino della 10- l'I) condizione di monopolio per taglieggiare il consu– matore, come é il caso della Unione delle cooperati– ve lattiere di Parigi. •(2) Altro pericolo della cooperazione - come del resto di ogni altro movimento at.tociativo - é la burocra– zia, la quale minaccia di sostituirsi ai p,1dronato che si vuol distruggere. Il me~zo pii! efficace per con,– b&ttere questo pericolo é lo sviluppo della cofl::ienza negli associati, é l'acquisizione di una maggiore ca– pacità ad anl.odirigenJi .. Piu questa capacità si af– fmma piu i sentimenti di giusti;,ia sociale e di soli– darietà sono sviluppati, e meno sarà la potenza e il puicoio della burocrazia. Tutto ciò non pu6 essere che il risultato di uno sforzo per e1e,·arsi e della pratica quotidiana. Si afferma pure, da parte di molti anarchici e ri– voluzionari che la cooperazione svolge azione rifor– mista e piccolo borghese, che i cooperatori legati da interessi alla società borghese dimenticano le fina– Etft ideali e la lotta rivoluzionaria, in una parola s'imborghesiscono. Se si chiama azione riformista e piccolo borghese la lotta per riuscire a sbarcare il lunario nel migliore dei modi 1 la lotta sindacale é r-i!O[gij~1;4 allo steEso modo che é riformista la lotta -,, \ -(2) ,t JJarigì. I:• 1li_s4ribuiio,,e de/ latte é 1nonopo- l1:,-zata da dme societd copn111,ercia!iborghesi e d<llla Ur.i-one delle, Cooperative lattiere. Ebb0n13 aU'avvros– si11H>rsi dell'i1werno la U,iione delle Cooveratit<e l<tt• tiere <I quelle, che vro1,one ed insiste ver ~tte11Rre .'a1mwnto c/c/ 1mezzo del latte e. quan<to 11;i1ni. )ç, b1wna s~ agio.we é quef.la che sv opJJ0'11e a _.che 'ti ll fii,. zo <fiel la/!te d,imàbiuisoa, ,J1))1J!U~ 6 che giornalmente la massaia sostiene contro i botte– gai per risparmiare due centesimi. A meno di non essere per la "teoria del tanto peggio tanto meglio", stimo che noi dobbiamo interessarci e favorire tutte le forme di lotta tendenti a migliorare le condizioni cli vita dei ltixoratori, perché dai ventri vuoti e dal– la disperazione ai potranno avere degli atti violentL, m>1non degli atti rivoll1zlonatl, La rivoluzione, per rivoluzionare realmente, deve essere l'esp!Oslone violenta di una vita moralmente superiore che si afferma malgrado la compressione delle forze conservatrici e reazionarie, dev'essere la violenza che abbatte gli ostacoli ci1e si frappongono alla realizzazione di istituzioni sociali tliu giuste e più umane, cter'essere l'atto violento con cui il 1>re– sente distrugf;e il passato e spalanca le porte all'av– venire. Da questo punto di vista le cooperative LiJno istituzioni potentemente rivoluzionarie, perché miglio– rando le condizioni materiali di esistenza del lavora.– lori, In questi si sviluppano bisogni sociali moral– mente superiori; eppoi perché le cooperative, orga– nizzando la, vita economica e sociale nelle sue sva– riate ro,·me e sottraendosi ail'intervento della specu– lazione privai.a e dello Stato abituano gli individui "a far cla >¼", ad autogovernarsi, ad autodirlgersi, n vivere la vita dell'associazione e dell'aiuto reciproco. Se si sono verificati cnsi di cooperative che han degenerato ve ne ilino anche molti degni di ammil'a– zione. Citer6 li caso ormai universalmente conosc!u, to, di Molinella. Molinella é un comune della valle pa<lana dove i lavoratori eN1no riusciti con dece1111I di sacrifici a organizzare si pu6 dire tutta la vita coo– Pfrativisticamente. Venne fJ fascismo, e questi ri• formisli, questi piccoli borghesi, questi "imb'orghesi– ti", han prefedto, veder distruggere l'opera che a– ve,·a costato tanti ànni di lotta e di sacrifici, han preferito la miseria, la fame, Io sfratto, ramingare in massa, vivere d'elemosina e d'espedienti piuttosto che iscriversi ai sindacati fascisti. Nel Reggiano, al• tro centro cooperativista, buona parte deile cool)O. rative han preferito es:l}re bruciate e distrutte dal– l'ondata dei nuovi Unni, o di morire di morte lenta, piuttosto che cedere; e delie pochissime cooperative che- si sono inserite nel nuovo regin1e, nessuno degli uomini che davano vita al mo,•imento cooperativo, nessun impiegato nelle cooperative ha messo le sue capacità e la sua eLiperienza ai servizio del regin1è: questo per confessione delle stesse gerarchie fasciste. Ebbene, se a Molinella, nel Reggiano e in tanti altri posti le cooperative avessero "imborghesito" gli ope– rai, se le cooperative fossero Lita.te soltanto delle aziende commerciali era nel loro interesse di adat– tc.rst al nuovo regim.e. Lo stesso Kropotkin nel "Mutuo Appoggio fattore di solidariet8.'\ scritto in un epoca in cui egli non era ancora mollo favorevole al movimento coopera– tivo, p,,1rlando delle cooperative Inglesi - ,·aie a di– re delle più conservatrici - affermava olle "I suoi più ardenti promotori sono persuasi che la coopera– zione condurrà l'umanità ad una pili perfetta armo– nia nelle sue relazioni economiche, e non é possibile iJ soggiornare in qualcuna delle piazze forti delle cooperative nel Nord dell'inghilterra senza convin– cersi che il pili grande numero., la massa dei coope– ratori condividono questa opinione. La maggior par– te di essi perderebbe qualunque Interessamento al movimento se non avesse questa fede, e bisogna rico– noscere che durante gli ultimi anni, un ideale pili alto di benes:.bre generale e di solldal'ietà fra pro– duttori ha incominciato ad aver corso tra i coopera– ti\"lsti". La conclusione é ohe, oltre all'utile materiale, Je cooperati\·e sviluppano pure sentimenti d'indipenden– za, di solidarietà, di sociabilità di libera inizia– tiva e abbiamo la classe operaia 011 a fare da sé". • • • Se noi qui in Argentina avessimo un fiorente mo– vimento cooperativo, se a BuenoLI Aires e in altri cc•ntri della repubblica eLfstessero degli spacci coo– ptrativi che vendessero a miglior mercato, oppure permettessero alla massaia di avere gratuitamente un vestitino per il bambino, un paio di scar,pe O al– tri oggotli., come rimborso <lei di più pagato negli acquisti fatti aJla cooperativa, questa massaia che prima. era ostile a1l'attività svolta dal marito nel sindacato e nel partito (1) diventa una partigiana del– la cooperazione; e quando saprà che la cooperativa é forista e ispirata dall'azione di classe del sindacato e del partito, verrà a poco a poco nell'orbita del no– stro movimento, si trasfor.rr1eri in una buona compa– gna di lotta. I contadini in genere sono refrattari al movimento sindacale per la difficoltA che esiste di armonizzare gli interessi del fittavolo con quelli del mezzadro, quelli del fittavolo e dei mezzadro con quelli del gior– rn.1.Jicro.Sarebbe invece po:JJibile attrarli nena no– stra sfera d'azione e armonizzare i loro interessi co– slituen<lo cooperative agricole. In un paese dove c'é il Iatifondismo, come qui, sarebbe possibile l'acqui- . slo o l'affitanza collettiva di vast estensioni di ter– reno, lavorarle coi pili moderni metodi di colti\·azio- 1w, sottrarsi al dominio dei monopolisti impiantandt• latterie, mulini ed altre lavorazioni trasformatrici (1) 'l'ener vresente che qu·i la va1•a.1a"partito" é i1lles<t non in senso ristrerttori ma i1n senso generico d.t·aggwppazioi,e costituita, con ·scopi idctilistici, non esclusivameil.m, ec01tom4di.

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