Studi Sociali - anno I - n. 2 - 16 aprile 1930

8 le cura meticolosa ponga Max Netllau nei suoi lavo– ri storici, come pazientemente ricerchi ed ordini il suo materiale documentario e lo presenti al lettore in modo da facilitargli ,Juccessive ricerche e le più ampie deduzioni. Egli non si affida a occhi chiusi f!.llt• affermazioni altrui, e neppure al suo medt!simo intuito, pure cosi acuto. Vaglia, wnfronta e discute tutto; e qqando gli resta la più ,piccola incertezza, Invece di negare o affermare tassativamente, prefe– risce a, vertire (ìel dubbio il lettore. Si può quindi seguire la sua narrazione con 1a piti assoluta fidu• eia che es,:h é veritiera. La traduzione di questa edizione castigliana si de_ ve al nostro compagno V. Orobon Fernandez. L'edi– zione ne é accuratissima, e segna un progresso su quella tedeoca, in quanto Nettlau l'ha, riveduta ed cumentata in qualche punto, poich.é ultimamente e– gli ha potuto aver cognizione di altri carteggi di Re– clus e famiglia che non aveva presenti quando ne ecrisde la prima volta. Ripetendo ciò che ebbi a dire altrove, insisto qui sopra una idea di Nettlau che mi pare molto interes– sante per la valutazione ùella individualitU. di Eliseo Reclus. "Il Bakunin (dice Nettlan nella prefazione dell'opera) é sempre vivo, e sara con noi nelle ore dflla lotta, ma penso che Reclus é quello elle meglio vuò pre1>ararci ad essere uomini completi neire ore supreme". Lo spirito che emana dalla personalita di Reclus é cosi elernto, che chi se ne compenetra si peone in grado di raggiungere le più alte cime del disinteresse e del sacrificio. Qua:,do poi si prescinda dal mondo odioso nel quale ora viviamo, quando si prnsi superato anche il periodo forzatamente violen_ to della lotta materiale., e si cerchi di figurare qua– le potrii. essere il mondo di liberta. e di giustizia li– berato da tutte le miserie e da tub~e le oppresrnoni, allora Eliseo Reclus ci appare come il cittadino au– tentico di quel mondo fraterno ed umano nel più alto senso della parola. Si suol dire sovente che gli scritti di un uomo sono la testimonianza perenne della sua personalita; e cruesto in molti casi é vero. Ma purtroppo é anche ve_ ru che spesso ci6 non é; spesso la vita reale dello scrittore non é stata quale si potrebbe arguire dagli scritti. Non é il caso di disperarsene, s'intende; la natura umana é sempre troppo imperfetta per pre– tendere da tutti e t•?mpre una completta armonia fra il pensiero e la vita. E'gia qualche cosa di guada– gnato o'he la natura umana riesca a superare se stes– sa almeno qualche volta, almeno nell'espressione del pensfiero è del sentimento. Ma un progresso reale P.d effettivo, un progresso duraturo non si sara raggiun– to che quando vi sia nell'uomo civile e progredito una concordanza sufficiente tra il pensiero e l'azio_ ne, tra le parole e gli atti, tra le idee e la condotta. Orbene, Eliseo Reclus questa concordanza l'aveva rag– grunta a un cosi alto grado, che pw-troppo sara dif– ficile che Io possa essere dalla generalit.a. degli uo– mini ancora per molto tempo. Questa biografia di Reclus scritta da Netuau mo– stra nel modo pi(1 chiaro quale armonia vi fosse, in quegli, fra lo scrittore e l'uomo, fra lo scienziato e l'anarchico: sempre, in tutte le parole e gli atti del l'esistenza. Nettlau cl mostra la persona vivente del nostro grande scomparso con la forma che gli é abi– tuale, senza fronzoli rettorici o declamatorii, ma con semplicità, facendo parlare con citazioni numerosi<•· slme appropriate Rech1s medesimo, o i suoi familia– ri (specialmente il fratello, cosi grande anch'esso), o i suoi contemporanei. Sarebbe troppo lungo qui seguire passo passo lo srnlgimento dell'opera di Nettlau. In fondo non fa– remmo che riaruumere la biografia °di Reclus nel mo_ d" sommarlo che gia tutti conoscono; (, sarebbe cosa troppo fredda. Perché uno dei pregi non ultimi del lavoro é Il calore di sentimento che l'A. vi mette, e chf' non si pu6 riprodurre o, peggio, riassumere. Inol– tre la vita cosi interessante e multipla di Reclus da modo a Nettlau di illustrare tutto il movimento a– narchlèo con cui quegli !u più intimamente mescola– t'l, e di parlare insieme di una infinita di altre per– sone che con Reclus furono in rapporto, sia nella lot– ta e nella propaganda, sia negli studi e nel Ia1·oro srientlflco. I capitoli più interessanti dal nostro speciale pun– to di vista anarchico sono: nel primo volume quelli 'Il !Vi e V) che si riferiscono al primo sviluppo delle tendenze anarchiche In Recluse gli ultimi due (X I e XII) che seguono Reclus attraverso la guerra del 70 e l'assedio di Parigi e sopratutto nella Comu– ne; e nel secondo volume i capitoli (XV e XVI) sulla partecipazione di Reclus al movimento internazio– nalista anarchico, e sopratutto quelli (XIX, XX e XXI) della vita di Reclu,l durante il periodo tempestoso ed eroico dell'anarchismo dal 1890 al 1895, e poi fino al 1902. Nettlau fa risaltare ma– g1,ificamente l'atteggiamento fiero e dignitoso di Re– clus di fronte ai persecutori degli anarchici ed an– che di fronte a certi filistei della borghesia che, protestando la loro grande ammirazione per lo ~cienzato, cercavano separarlo dai suoi compagni e dalle sue idee. Abbiamo trovato nel secondo volume del Nettlau alcune pagine, tlte bisognerebbe ripubblicare a parte sullo spirito di tolleranza di Reclus e sulle sue idee e atteggiamenti s•u questo argomento, che ci pare ph'.i di attualità per il movimento anarchico in mezzo al quale le troppe polemiche e questioni personali han fatto troppo dimenticare che la mutua tolleranza é la principale condizione della liberta e quindi di tutto un moYimento che vuole essere libero anche all'in– terno, nel suo sviluppo e nella sua azione. Vedere Biblioteca Gino Bianco da pag. 130 a pag. 140. "In. fondo (scriveva Reclus " Gio,-gio Renard) l'anarchia non· é altro che tolle– rnnza perfetta, il riconoscimento at•3oluto della li· LHta degli alt:·i". - "Io opero diversamente (da al– tri) per uatura, costume, tendenza personale; ma ,-on che diritto direi io: imitami nel mo'do di pro_ cedere?" - "Non ho consigli da dare. Cia~uno fac– cia quello che crede il •bene. L'uno tiene ragione; e l'altro anche tiene ragione ... Lavorate per la Yo– stra parte, noi lavoreremo per la nostra, e finiremo per compiere l'opera". Naturalmente Eliseo Reclus aveva le sue idee e quindi 1111a sua linea di condotta; ma cercava di comprendere chi pensava o agiva diversamente. "Era tollerante (dice Nettlau) nel più ampio senso, e solo si limitava ad appartarsi recisamente dai settori o P<>n.bne in cui vedeva meschinita. nel sentire o nel pt:,nsare". Ma se dovessimo spigolare nel libro di Max Nettlau tutto ciò ohe più ci interessa dal punto di vista a– narchico, dovremmo scrivere pagine e pagine. Ci li– mitiamo a riprodurre la conclusione con cui egli fL nisce l'esame della "vita di uno scienziato giusto e ribelle": 0 L 1 anarchia, l'avvenire àell'tim.anitd., é in vai, e a.1la vc,·tata di ciascuno che in sé, a.ttor3'o a sé e traverso s,, stesso, vuole reaHzzare una parte d'i essa. Eliseo Reclus ebbe questa "volonta." ed orient6 la sua vita in tal senso. Noi dobbiamo cercare di fare altrettan• to. invece di cercare mille scuse per abbandonarci a ~n vile ripiegamento e ad un languido fatalismo, che ci farebbero contim1are ad esilere gregge sospinto, tosato e condotto al macello. "Lavoriamo dunque, in tutte 1e direzioni, per ogni lato, con tutti I mezzi per rlconqutstare la liberta naturale propria di ciascun organismo, liberta. che o– scurantisti, sfruttatori e dominatori hanno strappata all'umanità da tanto tempo. La vita, il pensiero e il scntim-.nto di Eliseo Reclus furono consacrati a que– sto fine, che egli con ferma volonta. cerc6 di render– ci pili vicino. Abbiamo noi quesl.a ferma volonta?" l3isogna averla rhlpondiamo noi; ché altrimenti sarebbe inutile persistere in un'opera che si risol– verebbe in sole e vane parole. CATILINA •• P. ,T. Proud.hon: LETTRES, choisiés et anno– teés par Daniel Halévy et Louis Guilloux. Editore Grasset, Parigi, 1929. -- Un volume (pagg. 360) - Prezzo: Fr. 15. Questa raccolta, fatta con cura ed amore, da due ccmosciuti scrittori francesi che le hanno scelte ed annotate, - l'Halevy ci diede gia. un libro notevole sulla gioventù di Proudhon e L. Guilloux é autore di un bel romanzo ("La Casa del Popolo") - ci pre– S(;lntaun Proudhon veritiero, non deformato come fre• quentemente avviene in opere simili, né nelle sue idee né nella dua vita. Non sono numerose le lettere qui raccolte se si i;~n– sa che tutta la corrispondenza di Proudhou riempie ben quattordici volumi. Ve ne troviamo solo 85 e non dc-Ile più lunghe. Però la scelta é stata fatta abba– stanza bene, e le lettere che abbiamo sott'occhio sono sufficien~i a presentarci un quadro preciso del pemJie– ro e della vita, austera e piena di mit~ria dell'inde• fesso lavoratore, che fu Proudhon, non a torto chia– mato "il padre dell'anarchia". E' un libro, insomma, che, anche per le note che lo completano, merita di essere cono.~ciuto e conservato. Anna Swansen: LES HOMMES ONT SOIF. Edizione de "La Renaitbn.nce du Livre", Pari• gi, 1929. - Un volume (pagg. 255). - Prezzo Fr.12. "Gli uomini hanno sete" appartiene a una serie di volumi che hanno per titolo generale "Ma Chanson de geste" (letteralmente "La Mia Canzone di gesta"), e non sarebbero che le note autobiografiche di una Russa che da giovanissima entr6 nella lotta ri1•OIu– zionaria. Essa era ancora al liceo, quando si dette con pas_ sione e abnegazione alla lotta, allora fomentata so– pratutto dai membri del Partito Socialista Rivoluzio– n.1,rio. La giovane pass6 diversi anni nelle prigioni politiche. Fu deportata in Siberia, da dove evase co– me, tanti altri rivoluzionari. Il volume che é sott'occhio, veramente é il secon– dù della serie; ma uno dei pili vivi, in ~ui l'A. rac_ conta la sua adolescenza tormentata dal sogno dell'a– nima e dal deslideri 0 del sacrificio per l'idea. Ella si dti. a questa come ad una nuova religione, col me– désimo spirito, il medesimo entusiasmo, la stessa al.megazione. Forse queste note rivelano in ra,ppor– to al tempo cui si riferiscono, un animo troppo gio– vane cd acerb.o, 1>er potersi con frutto dare compie_ tamente alle idee. Inoltre esse sono forse troppo tor– mentate. Ma sono sempre interessantissime, e si leg– gono con piacere, anche perché riescono a infonderci quell'entusiasmo che incomincia ad essere troppo raro. Paul Gille: L'ERREUR INDIVIDUALISTE. Editore René Van Sulper, Bruxelles, 1928. - E· si.ratto dalla rivista "Le Flambeau". - Seconda edi– zione. - Opu!kolo (pag. 10). "L'errore individualista", opuscolo del nostro vec_ cbio compagno Paul Gille, professore all'Istituto de- gli Alti Studi del Belgio, si com,pon-e di poche pagi– ne, ma dense di pensiero e di meditazione. Riassu– mendo quanto é quasi irriassumibile, dirò che queste pagine sono 1111 richiamo a non confondere due cose es9anzialmente differenti: l'individuàlismo e l'auto– n,,mia individuale. "Il primo é un sistema semplicista e falso come tutti i sistemi, mentre il secondo é la disciplina personale riElultante dalla sana e piena comprensione della relativita universale 'delle cose, il risultato dell'emancipazione progressi1•a della co_ scienza umana sbarazzata alfine di tutte le morali autoritarie e cercante, secondo la legge primordiale di ogni energia, l'azione glmita". Ma queste pagine meriterebbero d'essere Intera– mente tradotte e riprodotte, specialmente pel lettori ohe han dimestichezza con l'idioma francese. HemDay: LA VERITABLE ET INTIME PENSEE DE FRANCISCO FERRER. Edizione di "Vie et Action", Bruxelles, 1929. - Opuscolo (pagg. 8). - Fr. O, 50. E' un opuscolo del compagno Hem Day, e'dito dal gruppo di compagni belgi "Vie et Action" per ricor– dare, in occasione del ventesimo anniversario dell'as– sassinio di Ferrer (13 ottobre 1909 - ottobre 1929) la vita, l'idea e l'Ideale del nostro martire di Bar_ cellona. Hugo TRENI • •• A. De Carlo: - REFLEXIONES DE UN OBRERO. Editoria! Tor, Buenos Aired 1929. - Un volume (pagg. 156) - Prezzo $ 0.50. Ecco un libro da raccomandare per la propagan– da. Niente raffinatezze letterarie, niente astrusserie filosofiche; e neppure dottrinarismo teorico. Sono mt:, di un operaio che commenta col suo spirito sano ed evoluto, man mano, I piccoli fatti della 1ita quotidiana, riporta le reflessioni altrui facen– èole sue o confutandole, e trae dagli avvenimenti più comuni le conclusioni del buon send~ popolano, che spesso é cosi rivoluzionario. Il libro, come si rileva dal titolo, é in lingua spagnuola; ma essendo scritto con un linguaggio alla b'Uona, senza le ricercatezze dei letterati di professione, é accessibilissimo ai lettori italiani, spe– ci<> di quelii residenti nel Sud America che fan presto a familiarizzarsi con l'idioma locale An– ch'essi, certamente, gusteranno questo libro di pro– paganda libertaria a bada di meditazioni ed esem– pi brevi e chiari, che può avere molta efficacia fra– i lavoratori incolti e che non co)loscono il problema sociale, non essendosi mai messi a riflettere sulle proprie condizioni morali e materiali in relazione con gli altri UO!l)ini che li circondano. Non di rado, fra queste riflessioni se ne incon– trano di quelle che rivelano ne1i•autore anoh'0 I uomo di spirito, li quale non disdegna a tempo e luogo lo scherzo arguto e garbato; e talvolta e,.~ so si spinge fino al paradosso, Il quale, come si sa, é una specie di esagerozione della verita per far– la penetrare con più forza nelle menti. Per6 li com• pa.gno De Carlo non abusa né dello scherzo né dP.l paradosso; sicché il .luo libro resta intero col suo vr,lore (lhe più lo raccomanda: quello della sem• plicltii. e della sincerita. Per la propaganda delle nostre idee sono certa– mente utilissimi, anzi necessari, llb.-i di carattere dottrinario, letterario, polemico ecc. Ma sono anche necessari libri come (l'lle,Jti del De Carlo che, men· tre si fanno leggere volentieri anche dalle perso· ne più colte, sono della maggiore efficacia per quel• la propaganda spicciola con cui si apre la via e !Ji rende possibile la comprensione alle idee più va– ste e complesse di critica e di ricostruzione sociale. L'elegante volumetto é in vendita presso l'auto· r& (calle Nicasio Oroiio, 1883., a Buenos Aires) e presso i periodici di parte nostra a Buenos Aires e Montevideo. BIBLIOFILO Nel ,w,nero sè~rso rivrod1tce,tào l'artioolo tU M<r latesta, "Q1tel che vogliwm,0 11 ài1ne'nJ.ica111.tndo di avver• tire, - trei letto,·; che amano la vrec ,isione b ibli.O· grafica, - che <quell'articolo, 1'n. or.iglne firms.to sepn,– pHceniente "Noi", conteneva 1:n f'ine poche paflOle 1·e· àazionali, t11tte C()IJitil1g(Jn'tlt,che l(J11{ riportiamo ver scruvolo di esatl!ezza.: "Gia in molte VMti <L' ]:taJia si avverto,, se{;'\ni di rinnovata attwita, cU rinata fidmcia, di volont<i ope· rosa. Noi apportia11io il nostro concorso al lav'dro co- 1n,u11e. 1 Co,oro che saranno d..'accor<lo C0'11, wt e flhL– dicheranno utile l'O'J)era nostro ci ai11itino a sostener– ,,, e ad allargarla; Ci aiutino n fare dJi q11esro gior– nale un'ar•ma ef!icac~ d~ propaganda e cU v,·evara– zione ri1J0i,1tzi-0naria". La rivista STUDI SOCIALI non pubblica corrispondenze locali, comunicati, circolari, né altro che ne abbia il carattere. Se ne ricevera, essi sa.ranno passati nella "Pagina in lingua italiana" del quotidiano "La Protesta" più adatta. a tal genere di pubblicazioni.

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