Studi Sociali - anno I - n. 1 - 16 marzo 1930

6 cercano di arrangiare alla bell'e meglio una soluzi<>• ne; ma voglio fare l'Ipotesi di uno sciopero nel qua– le J'Qz'ione diretta venga realmente praticata e co– stringa i padron( a r,edere su tutta la linea. In questo easo se tutti gli operai avran participato alla lotta, bè g!l ol>e~iilav1'arjn6 la coséiérlzà dello sforzo oom– hiHt~ é éJ~Il~c8nb.lìlste &ttéhble, ijuésli riitsEira!lno irl– ~iiplbi~-ltlin\e ~. _filr ~l.s~ettar~ Ìe c,oriqil!ste othin~té, e la v1hohil sara feale. bbptire; _toni'.é piiJ .vro!Jaode oggigiorno che Il movimento opera'io é diviso, Jo sbio– pero sara l'opera di una minoranzQ, l'azione diretta snra es,1rcitata In mezzo all'Indifferenza dei piu e al– lora anebe se gli Industriali avranno ceduto sotto la prewlone della violenza, essl approfitteranno del primo momento propizio per riprendersi quanto ave– vano concesso prima. !-o rleonosco tutta l'Importanza dell'azione cl!l'etta he!le lotte fra càpltàle e làvoro, sono convinto che uno sc_lopero colle l>raccla Incrociate é gil, compro– foesso in J?recedei:tza; ma non si pu6 trascurare di V& 4ere quest'altrq J~to \Jella medaglia. Quanti soho e ij~'lle sçrlo Jh.. i,~dlìstriail elle, _pagan6 ie larif(e slà– lJ,ule dal slndacat'i? Quanti sono gli operàl che rie– sçonéi a farle rispéttare? È' molto phi cÌifficile far rispettare 1in coritratlo di Iàvoro che introdurlo. Se pei' ottenere cÌate conqtilste basta l'azione diretta, per conservarle é neces,hria l'azloné <iuotid'iana vigile e concorde di tutti gli Interessali, ragione per cui occorre cù<· Il proletariato sia unito e non che una frazione éerc~i di dlni'iniìire é di distri1ggere guarito é stato c<'nqui_stato dalla frazione concorrente. Nella rnaggior parte del r,asl non é tampoco Il si• sterna di organizzazione che divide il prolelariato. La pratica federalista, Il sistema di organlzza1.io– n0 dal basso In alto é questione di svil11ppo della ~qsc!enz~ operaia e. tli ciipàé'lti\ tlelJa classi! òperala !'d _autogo~ernms.i. l\!nli;raào ltilta la buonà volonlf,, t,dlgrndo _gli :u·f.lcoli 81 olatltto e le dichiatazioul cli pl·i\lcipio, che si hominl un un coinihrto Esecritivo " im Uomitoto biret/'iro, se heiia massa r,'é l'indlf· ferenza, 11 dislnle~·essamento é J'Ìncapacitt. 1J Comi· lato M.,ecittH!o sara co$lrètlo; pér far funzionare il sindacato, a tar le funzioni di <J'O?>ti~crto 1Jiretrivo; viceversa r-'3 negli associati ci sara. interessamento capacita e coscienza il Co"'•itoto Dfrettivo si trasfor'. mera In semplice C'01Mtato Esec·uti,,U, La dlscu~slone avvenuta al congresso della "Contl– nental'', sii l'organizzazione per mestiere o per in– di1strlà. lia dlmostratò eh@ ctnclte stl (jues•o pùnto la d'itlérenza hon é sostanziaie e ~he rtort vi é Incompa– tibilità fra i due sistemi. • •• Come aharchi;I cl interessiamo del movimento o– peraio irt qur nto Il proletariato é la parte maggior– mente oppressa dell'umanita, ma 'il noùtro sogno, il noMro Ideale, In nostra missione, il nostro compito é di redimere tutta l'umanità; per cui o I sindicati ::,\"olgono Un'azione anarchica e allora div{'ntano un doppione dell'organ'izzazlone anarchica e devono f<1i1•· satament~ trascurare le questioni economiche 1,er le <tuali Il proletariato lotta giornalmente; oppure si prwde ct:in di questi e allora deve necessariamente trascurare l'azione politica. Quando poi I sindacat'i \'ogllono fare l'una cosa e l'altra si fanno male Je :lue cose. Un esempio r,e lo ha fornito la "Conlinen tal" durautc• il suo congresso. Nella dichiarazione di r,rlnclpi progettata e pubblicata dalla PROTESTA figur.ava, tra i ,liversi metodi di folla "l<,inswrrezio– "" armata d~ lawrator-i ver ~111porreai sudi nemr i.ci 1•ivencticazioni totali o parziali a f(JJVOre 'dei 1>rocb11t– tori". Tutto il congresoo fu unanime nel respingere que• to accapo, e il compagno Santilhin dovette sudare set– te camicie ver far passare questa mozione anodina: La "C'ontincntal" 1numifesta la s11a stmvatia a• te:i1r tativi del vroletariato rivoluzionario vei· conseyui.-e 1,. propria c,nun.ci1,azione politica, econonii'ca e sociale a 1nezzo dell'i11.s1irrez.fonc. Dopo che la "Continental 1 ' s'el'a dlchlarata per il socialismo liber' ario, dopo l'af– fermazione di voler continuare l'opera iniziata da B<v kunin nella l.• Internazionale, dopo aver negato ogni !erma di domin!lzione economica e politica, dopo aver affermato la plu assoluta intransigenza, non accettare il principio dell'insurrezione armata sigalfica o cre– ~tlre ,che la borghesia e lo Stato si convincano delle nostre buone ragioni, o non avere una n ozionE> e::iat ta della lotta rivoluzionaria, In quanto la rivoluzlr.ne non pu6 principiare che dall'insurrezione; op pure bi– sogna concludere che la "Continental" é un organi– sino inadatto n funzioni rlvolu'zionarie. Né vale J,1 scusante che nelle repubbliche ciel Sud e del Centro America le insurrezioni spesso hanno carattere di lotta di fazioni n beneficio di questo o quell'avventu- 1 icro; ,~he fn <!UCsto caso si poteva, per la chiarezza, aggiungere una dichiarazione esplicativa, m'l se le parole hanno un significato non si 1m6 concepire la rivoluzione disgiunta dell'Insurrezione armata. Per6 la spiegazione di questo atteggiamento con– tmdditorifi s'i comprende se si considera ch e la "C on• tinental" é un'organizzazione di classe, Ja qua.le pu6 hensl compiacersi di approvare ardite dichiarazioni Ideologiche, ma non pu6 impegnarsi a fondo nell'ac– cettara !"insurrezione armt':\tatra i suoi metodi di lol• t.a. Arang-o molto giustamente osservava che il ron– gresso abbondava troppo In dichiarazioni e che ac·,• cettando l'insurrezione armala fra i S'uoi metodi d! lotta, si porterebbe questa più sul terreno politico eh, su quello economico. E 11 compagno Aladino rltenev"' BibliotecaGino Bianco STU DI SO.CIA.ti - <ruesta proposta inutile e sconveniente, mentre si trà– scurarnno prob:emi urgenti e Importanti come quel– lo ciel lavol'o a domicilio. .Per 1R omogPueità, per la serieta e per la !·espon• sabillt,\ del nostro movimento ritengo che devono es· sere gli anarchici e le aggrup-Ozioni anarchiche a di· scutere è !l deliberllre di cose che rig-uardauo speci– ficamènle il nio\iinJento ;,nnrchlcò 1 !! rton lasciarle nl– h mercé di orgtlnisnii che godono ili tlltta là 11ò9trn silnp,.1lla, n1a clie per Je loto funzioni inglolJiuiò Ilè· cess2riamente ànc!Ìe elelnènti rioìi i!nal'cllicl: or,ta– nismi che non peci.sonosvolgere un'azioné prHttlrrlen– te anarchica e che domani potrebbero anche degen& rare come hanno degenerato· tant'altre organizzazio• ni di origine rivoluzionaria e libertaria. In principio ilo affermato che il sindicato deve ispi– r~rsi a. ideali di redenzione 'Umana per non cactere nel gretto corpor.ativismo; e naturalmente, come a· !lart:llico 1 iC' \'Onei che tutti i sindacati fossero ispi– rati dull"idealita anarchièll, ma vorrei che questo fosse perch!! la massa prOlEtar ia fa su e le nostre idee. A un anemico sindacato ann.rtb.ir: o Vivente ai margini ùti1l'anarchia e clel movimentò o peraio, pre– fe:rlsco ii sindacato ,nl'icò anche ~e tjueslc é sol.I<> l'influenza. elci l'iformisli o dei comuuh .. (i. Nel sindicato unico noi possiamo, noi àobbia11io fà· re opera ùi critica e di propaganda deli.e nvsth:: idee. r; nei momenti decisivi della lotta nessuno ci im– pedisce di svolgere individualmente o in gruppo, l'a– zione rivol'Uzionaria; se la massa c'i segue vuol di· ro che elba subisce l'influenza nostraj é conquistata alle nostre idee; se non ci segue non ci rimane che continuare a fare !a nostra opera di critica e di pro· paganda. Critica e propaganda che dovrebbero esse• re fatte con maggiore obiettività. Se si comincia col pretendere. che sia accettato come ver~ta rivelata tutto qllello che noi Oic!amo e facciamo, se cltiamla· mo tradi'ori tnui quelli the non la pensano e non agiscono romr noi, é chiaro che l'Intesa é lmpoRsibi– le. Ma se ci limitiamo a prete!ldeI'El il diritto di pra• ticare i nostri metodi e di lasciare ngll altri la 11· bert,\ di praticare i loro, l'Intesa sarà possibile e s·1 potra colpire Io stesso bersaglio dà due parti diffe– renti. "Mà allora - ci si obiettera - se il E.lindaoato é influenzato dai riformisti o da! collluttisti dovre· mo noi adotlare e propagare i loro metodi?" ln prl· mo luogo se c'é l'unillà. e le forze dei partiti si equl– liùrano ii sindacato sara influenzato da tutti i parti– ti e la sua azione sara di propaganda e di solida· rieta generica con tutto il movimento dei partiti proletari, come era in Italia del sincl.scato ferrovieri. Nel caso di ceùtri prevalentemente riformisti o co· muniE.1.1 la nostra prima missione é di far la propa– ganda; e di fronte a fll ti conc1•eti nessuno cl imp& disce JI lasciare agli aliti la In t:ra responsaùillta del loro metodi, cli spiegare il nostro punto di vista con dichiarazioni, con comizi e con altre manifestazioni di propaganda. Nel sindacalo metallurgico di Reggio Emilia (in cui prevaleva l'indirizzo social-democra· tico), dove noi anarchici contavamo un gruppetto fra simpatizzanti e compRgni e dove esercitavamo nna certa influenza, il nostro p,mto cli vista su tutte le questioni non manca 1 a mai, spesso le nostre pro1>0- ste venivano discusse e accettate. Durante la occu· pazione delle fabbriche (non oisogna dimenticare che 6 nelle situazioni rlvo1uzionarie che gli anarchi– ci hanno la posslbi'ita di adotta·re I loro metodi o di esercitare la loro 'influenza) · ,•opera di difesa e di direzione tecnica , • 'ca aelle officine era In ma• no nostra e L · ,,o!\ del nostro gruppo sventola• n1 su!la clmim ·1 , • rlncipale stabilimento della clttft. A fin d'a1 · , ~ rio s'i stornavano fondi per la propaganda, in P' orzione delle nostre forze, il s1ndro 1 ---ntometalurgico concorreva a sostenere il no– stro movimento. La verità é che la maggior parte delle scissioni é dovuta al settarismo che vuole tutto monopolizza· re, a puntigli personali, al mall'ezzo cli trattare co• me nemico l'avversario politico, ecc. Non mi faccio illusioni, aimen~ per ora, sulla possibillta dell'unita operaia. Troppo odio si é sem'inato, troppo settari– smo ret!na, troppi interessi eono in gioco, troppi sono coloro che furono colpiti nel loro amor proprio per– ché l'unil.'1 operaia sia realizzabile. J\fa prima d'i trat· tare delle posc(bilita del sindacato operaio, bo volu· lo precisare le e-ue funzioni e ho voluto insistere su di un problema che, agli effetl'l della lotta del prole• tariato, é della massiltla importanza. • •• Allorquando gli operai riescono a slreppare un aumento salariale la <liminuzionc delle ore di lavoro o allre I Jvrndicazioni di classe, I capitalisti non vo– g:iono rimetterci di lasca loro e quindi: o si rl– ffìnno completamente sul c_onsumatore: oppure si rl· fanno tiJlo in parte su di questo, ma dovendo tC'ner testa alla. concorrenza, sono obbligati a tifarsi con altri mezzi come l'introduzione di macchine nuo– ve, il t)iti intenso sfruttamento degli operai, la pro• duzione di merci di qualit{L 'inferiore, la realizzazio– ne di economie s111lespese generali, sull'ac.1uisto del– le materie prime, ecc-.; e qu'lndo poi le condizioni dell'industria non permettono di rifarsi sul consuma– tore e l'industriale non riesce O non ha interesse a rifarsi per altre vie, allora gli industriali chiudono gli stabilimenti per impiegare i loro capitali in in· dustrle che diano loro piu f<1cilita di guadagno. Nel primo caso si entra In un circolo vizioso; li rincàfo éÌelltt 1·1tà In breve avra assorbito Jé ml&ll<i– rie ottenute e lit Iohà sitr>Ì §tl!UI vana, Nel secondo caso la conquista, almeno In parte é real~ e la lol· ta di classe é un fattore di pr'é/grèsso e6flitlej Il una forma indiretta di collaborazione di èlas~ iri"ijti!iìi(ò spinge gli industriai! a sempre nuovi perfezloiuimèil' t.1.Nel terzo caso, chiusi gli stabil'imenu, gli operai rim'3.Sti disoccupati saranno costretti a offrirsi ad ai– tri padroni a un prezzo Inferiore allo stabilito e cosi la conq'tt'ista sara frustrata. Inolti'e l'altezzn del salari e le condizioni generali dei laYoratori diMndortO dall'abbondanza o dalla pe– nuria di màno d'epei'/i eh& oom0 ogni altra merce, (, regolata dalla domanda e '<iaIÌ'atterta, A Pari&!, per esempio, dove la mano d'operà noli é MAI abblln• dante come a Bruxelles i salari sono superiori, mal• grado che a Parigi 1l proletariato sia quasi d1sof• ganlzzato mentre a Bruxelles é unito In potenti or– ganizzru<ioni. c•~ di piii. li sindacato legatori di Bru• xelles (parlo per esperienza personale) é riuscito a d1ac!plinare la mano d'opera femminile affinché que– sta faccia concorrenza il meno possibile alla mano d'opera maschile; conseguenza d'i quest9 é che parto ciel lavoro di legatoria e di cartonaggio viene es& guito a Parigi dove, grazie a_ un plu s1•lh1ppato nt• trezzamento industriale e all'impiego su plu vaste r,roporzionl della mano d"opera femminile, quegli In· dustriQll pagano salari plu elevati che a Bruxelles e nello stes&o tempo rleacono a tar loro concorrenza. Fino a qualche anno addietro gli operai, coaliz– zati nel loro sindacati di mes:tlere, avevano spesso buon gioco sulla iaoncorrenza e sulla rivailta degli industriali. Ma man mano che questi si coanzzano, essi pure formando possenti monopoli nazionali, con– tinentali e internazionali; man man 0 cue l'!ntrodu• zione di nuove macch'ine e Il progresso tecnico ell• minano dalla produzione un'.\. crescente quantlta di mano d'opera - di mano d'opera specializzata so· r,ratutto - gli Industriali con la polltica degli aì– t, salari, con premi, con la partecipazione agli utl li e con cento altri mezzi riescono a legare al loro cano un piccolo numero di operai disposti a tl'ad'i· re la loro cJQsse. Grazie al trust e ai cartelli gli Industriali sono or– mal pailror.i della produzione e della dlstl'ij)uzlone, e qua hanno Interesse a migliorare le condizioni de• gli operai per fini politici e Imperialisti e lo tan· no; U\. vogliono stroncare uno sciopero, tannò chiu• dere gli tltabillmenti, condannano alla tame migliaia e migliaia di operai, fanno eseguire I lavori su al• tre piazze, e gli Industriali colpiti daJla serrata ven– gono lndenizzati dalle casse delle assoclazlon1 indU· striali. In queste condizioni l'azione sindacale é sempre più ridotta e circoscritta. Solo potenti sindacati na• ~·ionaJi e internazionali possono ancora tener testa alle potenti coalizioni padronali. Torquato GOBBI una lettera di Menri de Man A proposito di "Al di la del Marxismo" I lettori de La Lotta Umana di Parigi ( di r,ul quee– sta rlvlzta é, totto certi aspetti, una pro11e1,uzlone) ricorderanno che quel periodico pubbllc6, negli ulll· ml tre numeri cùe potemmo pubblicare In Francia prima velia partenza in seguito all'espulsione, - e precisamente nei n. 8, 9 e 10, del 15 e 28 marzo e del 18 aprii,, 1929, - un ampio studio del nostro Torqua– to Gobbi sul recente libro dei noto scrittore sociali– sta belsd H. de Man "Al di la del Marxismo". Henrl De lii.In, cui Il Gobbi aveva mandato copia dei suo! utlcoll, ha scritto su di eesl a quest'ultimo una Jet.tera che merita di essere conosciuta dal let– tori, per l'Importanza delle affermazioni dei suo au– tore. Ecco la lettera: Plims·Waldhaux (Svi:tzera), 8-VII-29 Caro compagno, Vi ringrazio di avermi mandato la vostri\ critica. Bssa mi ha ·molto interessato, ed io so· no assai piu vicino che voi forse nQn immagi– niate 11daccettare le vostre conclusioni. Cosi 'io accetto completamen'te la vostra for– mula positiva "li berta eoncrete sempre piu lar• ghe ". Da dtt·J anni io lavoro ad accentuare le mie conclusioni in un senso conforme alla vo· stra critica dei miei ultimi capitoli, e sar6 fe– lice di ~apere nuovamente il vostro parere in merito qnaudo le avr6 pubblicate. In quanto poi a ci6 che il socialismo deve al- 1'idea le anarchico come voi ·lo conèepite e co-

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