Studi Sociali - anno I - n. 1 - 16 marzo 1930

• • • Ancora una decina d'anni fa, la maggior parte dei rivol'Ltzionard, non escluso qualche anarchico, vede– vii la rivoluzione solo neJ suo lato tumultuoso della ri, olla che frantuma le vecchie forme della socie· t:\ borghese, ma non nel S'UOlato positivo ricostrut– tivo. La rinascita economica, pur tanto di primor– diale 'importanza in una rivoluzione, in quanto le pu6 permet.era tutte le arditezze possibili, la si vedeva sorgere quasi come per incanto secondo i proprli de– sideri, facilmente, senza contrasti e senza attriti. Cosi abituati, i piii trascuravano com1,letame11te affidanrlolr, al caso, la soluzione di tutta una quanllta di problemi, che allora s'intravedevano appena In tutt<i la loro Importanza e gravita. Si pensava, abl– tualmenie, che abbattuto il vecchio regime, requisi– te le merci ne; magazzini e ripa, lite queste fra tut– ta la popolazione, si avrebbe avuto poi 1u1to il tempo ùl trovare la strada che ci avrebbe facilmente porta– ti alla sc,aiet:i nuova. Del resto tutta la rivoluzione la si concepiva solo o plu.tosto come una breve lotta armata che, se vincitrice, avrebbe posto fine lriime– dlatamente a tutte le ineguaglianze sociali e rad– drizzati tultl i torti di cui siamo attualmente vlt time Gli avvenimenti svoltisi poi cl 1resentarono una ve– rità ben diversa. Gli anni che immediatamente se– guirono la grande guerra furono ricchi di movimen– ti rivoluzionar.i, riusciti o falliti, ma tutti pieni Ll'in– segnamen1 f, per chi ha potuto e voluto esaminarli da vicino. Questi Insegnamenti sono di vario genere, ma l1tt· ti per6 tendenti ad arricchire la nostra esperienza I i– voluzionaria fino aI:ora troppo deficiente, e di con– seguenza ad aumentare anche le possibilità, nelle prossime lotte, di una ,·ittoria. Cl hanno Insegnato sopratutto la ne,"ssita. di svolgere un vasto e pro– fondo lavoro di preparazione pre--rivoluzionaria, per– ch6 un buon raccolto dipende specialmente da una buona seminagione oltre che da una buona prepara– zione e lavorazione del terreno. Ed infatti il terreno eh~ si deve lavorare per rendere possibile un:t ri– voluzione, non deve essere soltanto per la prepara• zlone della lotta violenta, che dovrà demolire tutta la cattiva organizzazione sociale attua!e, ma anche il terreno per lotte "positive" per l'erezione della nuo' a soci eta. Cl6, perché nel periodo delle lotte armate per la ùifesa e l'af!ermazione del1a rivoh.1zione, l'opera pilt dura da svolgersi sa1"a appunto l'azione "posi'iva'', uerché questa sarti pili ancora di quella demolitrice, contrastata e resa difficile, sia dalla situazione for– zatamente caotica del primi tempi, sia dalle lotte continue contro i numerosi nemici della rivoluzione; mentre grandi e sempre impellenti saranno I bisogni Che sorgeranno, fra i quali quello di apportare, al 1,iU presto, qualche miglioramento reale all'es·istenza ,lei lavoratori che avranno contribuito all'opera di libetazione .. •• Gli avvenimenti rivoluzionari del dopo-guerra cl hanno mostrato di quale natura siano questi proble– mi e come dalla loro soluzione dipenda la riuscita d~lla rivoluzione. Per esempio, si é visto oome. nel campo della lotta, esistano per noi due questioni della ma~sima Importanza, che non possiamo trascu– rare. Ess'i sono: 1. La lotta contro i nemici esterni ed Interni della ri1•oluzione; 2: La lotta per impe– dire lo stabilirsi di un nuovo governo al posto la– sçlato vacante dal vecchio spazzato via dalla bufera rivoluzionaria. Questo ~ul campo della lotta; per quello della ri– costruz'ione, poiché anche ad esso blsognera pensare l,umedia(amente, subito fin dal primo giorno dalla prima ora, dal primo minuto, se non si vorra.' perde– re su questo terreno tutto quanto si era guadagnato nella lotta, due problemi si imporranno principal– mente: 1) Riforn'imento delle grandi cltta. (che quasi sicu– ramente l.!.uan_no state le prime a scendere in lotta) di tutti quanto pu6 loro occorrere, e sopratutto re– golarizzazione di tale rifornimento per dargli la con– tinuità necessaria permettente ai lavoratori urbani non solo la continuazione della lotta, ma anche del– la produzione, per garantire cosi il massimo succes– so della rivoluzione; 2) Organizzazione della ripartizione dei viveri, de– gli alloggi, delle materie prime per le industrie per mantenere in efficienza le fabbriche, ecc., In modo da pro•·veclere anche al fabbisogno e attrezzi pei con– tndlnl, per non 1rovarsi immediatamente nel caso In cui la campagna (avendo dato e poco o nulla ricevu– to In cambio) finisca col non clare pili nulla, - co– me, del re:(o, é avvenuto nella Rivoll1zione russa. portando alle famose quanto terribili r qulslzloni bolsceviche, le quali determinarono non poco il tm– monto della rivoluzione. • •• Né que~te saranno le sole ed uniche questioni che ci assilleranno. benché le su enumerate cl sembrino le piii immediate e quelle phe subito esigeranno un~ soluzione, buona o cattiva, ma sopratutto pronta. Nel campo dell'educazione e cultura cl sarà mollo da fare; e qui difficoltà maggiori saranno cagio– nale dall'urto contro l'abitudine che la vecchia cultu– ra. ha nudrlto per secoa e tl:eoli nel seno della so– cleta.: quella di lasciare a pochi pririleg'iati 11 com• pito ed il· piacere di studiare e di sapere per tutti. BibliotecaGino Bianco STUDI SOCIALI Ci saranno poi le difficoltà matel'iall, Insufficienza d1 scuole, d'insegnanti, o di materiale didatilco, ecc., che ci obbligheranno a procedere lentament~ nella vla che i,ortera tutti gli uomini alla possil,ilita di fa.migliarizzatsi col saper\t A tutte que,J e eù altre questioni di tarattere gene– rale se ne aggiungeranno nitre di dettaglio, ma di non minore importanza per la riuscita vitlo1'iosa ùe- 1,(l avvenimenti rivoluzionari. Su tutte queste q'Ue· stioni occorl'el'a sopratutto di avere delle idee ab– bastanza chiare e precise, por l)oter. dinanzi nlle clif• ficolta che sorgeranno, trovare delle soluzioni pronte oJlre che sodtlis[acenti, E' a quetl.a chiarificazione delle idee che liisogna dedicarsi in questo attua•e periodo, che non deve es– sere di scoraggiamento perché il nemico sembra.. più phe mai e dappertutto forte, bensl di prepaiazlone ideale e pratica. Bisogna passare In rassegna )e nostre pos,Jibilità e quelle che la massa del popolo ha magari gla. un po' elaborate durante la sua lottu passat~ per la con• quista di un maggior benesdere e libertd.; st'tidlat'· le. vedere 'il loro lato pratico e buono, èèrcàrne ail– clw gli eventuali lati nocivi e perièolosl, onde tagliar– li fuori. Cosi noi potremmo esaminare q1rnlf. i!npor tanza potrebbero assumere, sia nel campo dell'edu– cazione e cultma, sia in tiuello dellà 1'icostruzion~. in specie ))er la organizzazione degli scambi diret– ti fra produttori e consumatori associati, .to CL'OPé· ralire ed 1 s·.indacati. D·ue organismi, qUesti, Ht cui ,~zione sara. dì grande importanza. n1a che nndrttnno completamente mutati, poiché mutati si ,,errunno a trovare allora e ln lorb l'agione d'essere e la loro azione possibile. • •• Il sindacato rivoluz'.ionario é attualmente un'arma di lotta ,, di azione contro Il capitalismo. E' un òuo11 niezzo per arrivare alle grandi masse lavoratrici 0(1 indicare loro la via da se;,Y\lire, se veramente vo– gliono conquistare Ja loro completa emancipaziot~e. Ma per la sua base attuale, per la sua stessu. rag10- ne d'essere odierna, cd anche per la i.Jt€ssa compo– sizione della sua forza, 'in quanto raggruppa o do– vrebbe ragg1'uppnre nel suo seno le grandi mnsso Iarnratricl, poiché nel sindacato "v'é ponto per lutti i lavoratori senza distinzione ù'i tendenze e di par· liti". Il sindacato é Impedito di divenire veramente qualche cosa di omogeneo e di profondamente posi.len– te. Esso quindi, quaJe é ora, non potl'U.essere ?i un grande ausilio che nel primo periodo delln rivolu– zione Perché se la sua larghezza di basi pu6 esse– re utile nel periodo preparlttorio, antecedente alla rivoluzione, dato che la si possa ottenere, tale lar– ghezza non Lhra plt\ _possibile domani, a 1'ivoluzione incominciata quando a seconda delle loro concezioni P dei partiti cui apparterranno, le massP sindacate si scinderanno per applicare ciascun gruppo il pro– prio metodo di lotta e per pigliare ognuno la propr'ia via In coerenza con le propie credenze o principii. Perché, se nelle linee genera'!, gran part6 ùella massa che compone attualmente I sindacati, é con– corde nel 1Jitenere nocjvo il regime borgllese, non 1 0 é pill con la medesima unanimitfl quando é il ca– so di tracciare le forme ùella futura ,llcleta. e le vie da seguire per attuarle. Per queste _ragioni, il sinda– cato si trova nella 'impossibilita. di svolgere da solo ed assicurare poi la "dlf.,sa della riYoluzione", per quanto possa, ben parteciparvi ed essere di valido aiuto. Esso sara ancora. durante lo stesso periodo d6lla lotta e dell'elaborazlol\;, non altro che un mezzo pel quale si potra. arrlvlire alle grandi masse e svolgervi un'opera educativa e preparatrice. Per quauto riguarda la riorganizzazione degli scam bi della produzione, esistono fin da oggi dei mez2i abbastanza perfezionati e In condizioni di farlo, quali, ad esempio, le cooperative. Le cooperative, col loro opparato tecnico ed i lo– ro organ•i gla. atti e capaci alla funzione che si po– trebbe affidar loro, sono più Indicate eh, o:;ni al· tro. a prendersi l'impegno degli scambi e della di• stribuzione de:le materie prime e rnauifatturate, co• mc pure del rifornimento <li viveri e utensili alle ciltU. ed alle campagne. Poiché sino a che non saran– llv regolarizzati razionalmente gli scambi fra città e campagne, - ed occorrerà qualche tempo per arri– varvi, anphe perché le forze controrivoluzionarie tenteranno di rendere nem'iche ]P campagne e le ctt– ta, sapendo che le \me senza il :JJstegno delle altre non potranno vivere, - 1a rivoluzione non avrfl. pos– slbll'ità di affermarsi stabilmente né di svilupparsi. E' fuori dubbio che alle cooperative occorrerà in– fcmdere uno spirito ed una coscienza, che att'ual• mente :,e proprio non n1ancano loro del tù! to, snno pero cosi poco profondi da non scorgersene ;1u1'1 le tracce. Aù ogni modo eEse hanno gia una intela'iaiu· ra capace di contenere e sostenere il nuova compito che loro si potrebbe affidare. Ecco per ora presentati a grandi linee, in un qua– dro d'insieme, alcuni fra gl'i svariati problemi della rivoluzione, che don-ebbero attirare la nostra atten zione ed il nostro studio. Pel momento, quello che ml premeva era di riassumere in qualche maniera le question'i, per trattarle poi volta per volta con piii ampiezza, e dare nel contemplo la possibilita di una larga discussione a tutti i volenterosi. Hugo TRENI 5 Problemi teoricie tattici nella lotta quotidiana (1) Valore del sindacato e suoiii1nitL II sindacato é ben lungi dal bastare a se stesso. Il sindacato deve ispirarsi a ideali di redenzione uma– na per non cadere nel gretto corporativismo. Inoltre deve essere fianclleggiato e sorretto da a~– tri organismi che Integrino la sua azione di difesa e di off,,sa nells1 dura lotta quo !diana; ;,he abituino ed educhino il prolet1riato alla vita clell'associa– zionc, "a fare da sé", ad acquistare la caJ)acita mo· 1ale e te.!nica 1,tr organizzare la societ!à, futura drtJ basso in 11Ito. Se il mndacalp deve essere ispinltfl da ideali di redenzione ilmanu non Yuol ùi1·c ehe es– so debba abbraccinre l'ideale cli questo o quel purt ilo, che ne diventi un doppione, una. succursale, m:i che ne subisca il fascino e l'ispirazione, pur restando un org:tnismo r,revalentamenle classista, che renda. possibile l'unio1w degli operai nella loro c1ualitt\ di sfruttnti o di opprecl;i. . Discutendo ,lellè piissibllila, dei limiti e dallà cil– pacità del sindacato come organo di difesa proieta· ria, mi si permi?tta di spezzare una Ian,.ia a f:ivore dcll'unit(t, oueraia in quanto solo nel uni ù. il prole· t,iriato pu6 ottenere dal sindacato il risultato mas– Pimo (2). Dalla 1. 0 Internazionale e fino a quanto l partiti 1;0Iitlci non avevano raggiunto lo sviluppo e la vitalità ciel giorno d'oggi, tutti coloro che aspi– ravano a migliorare le loro condizioni di vitfl. e .!. lrailiormare l'a.lluale regime sociale si confonùevano in un unico organisn1O, gli operai forma vano un solo sindacalo a tcndcnY.\ socialtsta o anarchica a seconda dei pausi e degli ambien,i nel quali il nucleo p1·0· pulso1·e clel h10vlm~nto operaio era fol'Ill<tto da so• cialisti o da aual'chici. li p1'0letarlato presentava un biocco unilo corltrò là borgliesla, la lotta aveva m1111 gior pos:.Jibilità di successo, 11 Sindacalo Psercilave\ Uu rarpino tnìe éhe anclle i pi(i sce:ticl e i. piti lndif– r~renti , i erano attratli, i sindacati dperal prosjìera– vano ttumentavano di numero e d'importanvt, ottelt• nero• delle ,Jtrepito~e vittorie; e l'.<lotta slndaca'.e, Id sdopero generale suscitavano le pill rosee speranze negli s[ruttali e in tutti coloro che anelavano a tru– s[ormare l'attuale regime sociale. Per6 Io svihtilPo dei vari partiti politici di email· cipazione }Jroletaria e Ja Joro sempre crescente dif· ferenzazione han portato l:i divisione nel campo oper'1lo proprio nel lllsOmento iu cu,i il pro·ctarlato a· eva bisogno di essere unito per tener testa alla Atrapotenza del capitalismo e alla reazione interna– zionale. Il proletariato é diviso in tante organizzazioni sindacali quan ti sono i partiti e le tendenze politiche dt!l movimento opera.io ; queste organizzaiioni invece di comùattere il nemico comune, si fanno un'apcanita e settaria guerra, non sempre leale, fra cli loro. Con: seguenzti di questo stato di cose é l'iudebolimQnto del movimento operaio, Io scetticismo e la sfiducia ne1le masse, il rinfo1zarsl della reazione ... Tulle queste divisioni nel moviménto opèraio han– no esse ragion ù'esistere? Io non esito a negarlo. Per 1Joro che si esamini e che si ,analizzi J'essen;.m della lotta sindacale quotidiana ci si accorge che essa é riformista nella sosta nza e che solo eccezionalmen– te, per cause pa~sioni !l.li ed emotive, come nel caso dello scoppio d•una gu erra , di eccidi 1>rolctari, cli av– venimenti politici straordinari, ecc., la lotta sinda• cale pu6 assumere forme d'azione rivoluzionaria e insurreziona:e. Ne'la lotta quotidiana contro !'OP· presr{one cli cui é vittima l'operaio, egli s•i coall 1za nel sinclicato e si vale del la sua riso rsa princip3.le ri– nutandosi di vendere all 'industria.le l a sola me rce di rui \lispone: la sua p restazione di ls.voro Il rl1iuto di lavorare a certe date condizioni e lo sciopero sono l'arma specifica del proletariato per migliorare le proprie condizion'L Scioperare per ottenere un'aurnento di salario, per avere 1nigIJori condizioni di lavaro o per far soppri– mere un'ingi\1stizia é oper.1.uec~~t.;aria e doverosa al la. quale noi a1J.srchici dobbiamo portare tutto il nostro contributo: ma é opera rHormatrice nella sostanza anche se nella forma si ammf.lnta cle"la fra– sPolog:a rivoluzionaria. La differenza é negli agget– tivi un po' pill accesi, nei propositi più intransigenti, ma nella realtà 99 volte s-u 100 I-i proc·u1111ta "azio– ne dire:!a" resta una vana predicazione: e questa vale .b il 1novimento é generale se é l'espressionr> cl, tutia la rnnssa in lotta e non il gesto rmicr, m·, cli~perato, d'un gruppetto. Prendiamo il caso di uno sciopero fatto da un sin– dacato a lrndenza ri,•oluzionaria. Non vcg-lio qui fa– re l'ipotesi - che del resto si re--'\lizza di frequente - nella qua 1 e gli operai dopo 20, 25 ,:riorn;, un m"– se, due r.~esi, vari mesi di lo'.ta, stanchi e stremati (1) u, serie ài qaesti. a,·tico:i é l<trelazione sul X cvmmu, ac1 Congresso che Oli a1t·n-chici argentini tf'rranno prossinuamcnte a Santa 1/e; pe,r cui. h 1 J u~r– cato, J)er quanto nl.i é stcito possibile, di inquculru,. r, i •miei argomenti 0011,l'amb·iente ael paese. (2) I si11aac11listinetSuà America e, tcnaono a/are dichiarazion-; ,li fi11alita anarchio., e q1wsi tntta rat– tivita degli anarchici é aS'ftQrbita àa; s-inàacati. Na– t11rallnente non c'é l'11nita operaia.

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