Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

92 LO STATO MODERNO l'indipendenza indiana a quella dell'Indionesia e dell'Indo– cina: un giornalista indiano, :amentava recentemente che i conservatori ing!esi mettessero in dubbio l'utilità de:J'indipen– denza del:'Indqstan e del Pakistan, che i giornali di Parigi e deH'Olanda traessero argomenti dai massacri del Pungiab contro J'indipendenza del Viet Nàm e de:l'Indonesia e per aiz– zare :a Lega Araba· contro l'lndia. Così la situazione indiana tocca la situazione di tutta l'Asia sul!e vie dell'emancipazione dall'Oc.cidente. Al contrario dell'India, dove i comunisti non rappresen– tano che una forza esigua poichè il gandhismo impedì loro ogni sviluppo anche fra i paria data la situazione capitalistica delle caste, in Cina :a situazione può essere misurata tutta sul rapporto di furze fra Ciang Kai-scek e Mao Tse-toung, fra il partito del Kuomintang e il partito comunista. Ciang Kai-scek rappresenta H ramo e la derivazione nazionalista de:-:•orienta– mento di Sun Yat-sen, cioè di quel « triplice demismo » nel cui segno nacque -la repubblica cinese imperniata sui principi de:la democrazia, del'.a nazionalità; del socialismo. Egli rap– presenta anche, come è stato detto, il momento bonapartista ne:la rivoluzione cinese. Contro di lui .Jottano i comunisti: essi avevano lottato in seno al Kuomintang nell'a:tro dopoguerra contro le armate antirepubblicane, fino e che Ciang Kai-scek non li schiacciò in quet:a reazione del 1927 che sta sullo sfondo de « La condition humaine » di Malreaux. Oggi la guerra civile riprende: il Kuomintang dispone di un eserc_itodi 7 milioni di uomini, i comunisti di 2 mi•:ioni:in questi u:timi tempi il Kuomintang si è limitato alla difensiva, mentre il partito comunista, 't:he conta quasi 3 milioni di ade– renti, governa cento milioni di cinesi su quattrocentocinquanta. Ciang Kai-scek dopo 'la lotta condotta assieme coi comunisti contro i: Giappone, dopo quasi due decenni di 'POiitica di equilibrio, ha scelto definitivamente l'appoggio deH'America. Contemporaneamente i suoi avversari hanno ravvisato nella situazione cinese postbellica « tutte le condizioni materiali per una nuova rivoluzione -democratica ». La Cina è così giunta ad una svolta decisiva che sembra distinguersi nella serie infinita delle sue guerre civili per una inso'.ita chiarezza. La guerra civile risponde e corrisponde agli opposti interessi delle potenze, cioè dell'U.R.S.S. e deg'.i Stati Uniti, e delle classi sociali della Cina stessa: grande capitale monopolistico in mano alla classe politica ora a~ governo,.pro• prietari agricoli e ricchi contadini da una parte, e contadini. poveri, picco'.a borghesia, artigianato e operai da;l' altra. Il problema del:a riforma agraria si pone al centro della lotta civi,le che si iSvolge all'interno e 1,'appoggia ai contadini e ài confini dell'U.R.S.S. La questione agraria è il pernio di tutta la faccenda ed è perciò j] vero limite delle ;po55ib~litàdi Ciang Kai-soek, costretto a,d appoggiarsi a:lle classi feudali e semi– feudali che avevano anche sostenuto l'invasione nipponica. La Cina sta al centro della politica comunista in Asia: Mao Tse-toung, che non è un comunista ortodosso ne: senso stalinista della paro'.a, ma che è il capo comunista più auto– revole dell'Oriente, ha dichiarato recentemente: « Noi ci tro– viamo a una svolta decisiva verso l'abolizione del regime con– trorivoluzionario del Kuomintang che dura da venti anni e della dominazione secolare del:'imperialismo in Cina. E' questo un grande avvenimento.E' -grande perchè 6i produce in un popo:o che conta 450 milioni di uomini ... Questo avvenimento è tanto più importante in quanto si svolge nel continente orien– tale, in una parte del mondo che conta più di un miliardo di abitanti ... cioè la metà dell'umanità». Come si vede -le ambi– zioni del generalissimo comunista non sono pocbel In realtà la Cina occupa un posto centrale sia nella politica sovietica sia in quella americana in Asia: la ripresa della guerra civile dimostra però che la Cina non è affatto quella grande potenza che figu~ava ne:l'O.N.U., ma soltanto un punto centrale della strategia internazionale, sia rivoluzionaria che controrivolu– zionaria. Mentre la Cina e l'India stanno al centro del movimento di emancipazione nazionale de:I'Asia, rappresentandoné mo– menti e fasi diverse, il quadro generale dell'attuale situazione politica de:l'Oriente è completato da fenomeni di evo:uzione democratica che si svolgono in tre zone comp:etamente di– verse: nell'estremo, nel medio e ne: vicino Oriente. In Giap– pone assume grande rilievo :a distruzione dell'ordine teocra– tico e .J'instaurazione di un regime democratico sotto l'infuenza americana: nella nuova democrazia, di tipo liberale, il socia– lismo, dato il passato feudale del paese e la servilità delle classi proletarie, costituisce ancora una forza secondaria. Men– tre -:a democrazia politica istrada il Giappone, il primo paese che assorbì la tecnica occidentale, verso una civiltà spirituàl– mente più vicina alla nostra, il regime borghese avvia a una lenta e contraddittoria ma non per questo meno sicura evo– Iuzione sociale. Nel vicino Oriente si nota la conquista di una maggiore indipendenza politica del mondo arabo, che, ancora più o meno insidiata, si sta rafforzando ed è entrata, dopo la fase di elaborazione intellettua:e e po:itica del panarabismo e pa– nislamismo, in un momento di concreta realizzazione, che tro– verà i suoi centri animatori nel!'Arabia Saudita e nell'Egitto e una fonte di energie intorno aI:a Lega Panaraba e allo spi– noso problema palestinese. Un processo meno marginale e secondario di questi ri– spetto a,la situazione complessiva dell'Asia è la lotta di eman– cipazione dell'Indonesia e dell'Indocina, condotta dai popoli dei due paesi, guidata dai rispettivi partiti naziona:i:sti, e so– stenuta dai partiti comunisti dell'Asia e dell'Europa. Si tratta dell'ultimo colpo inferto ai residui deH'ancien régime coloniale secondo -:a tecnica del Comintern, ma per' iniziativa autonoma de!le popolazioni loca:i: un fenomeno che ricorda la politica di appoggio a:le nazionalità autonomamente risorgenti dell'In– ghilterra liberale de:l'Ottocento. L'invasione nipponica fran– tumando il potere e il prestigio della Francia e de:J'Olanda, ha spinto all'indipendenza il Viet-Nam, l'Indonesia, la Bir– mania. L'esempio del nazionalismo indipendentista di questi paesi 'ha dato l'ultima spinta all'emancipazione nazionale della ste.ssa India che aveva iniziato !a lotta molto prima. Poichè la lotta degli indonesiani ha costretto l'Olanda alla co:laborazione anglosassone, ecco che sulle coste dello stretto di Singapore si incontrano oggi gli interessi del capi· ta1ismo occidentale e si scontrano i movimenti di emancipa– zione naziona'.e e sociale contro l'imperialismo dominante degli anglosassoni. Scomparso il Giappone, il quadro si completa nell'allargata rivalità fra l'America e l'U.R.S.S. che chiude nella sua cornice tutta l'Asia. Il punto più indefinito ed enigmatico, ed anche il più vicino a noi, di tale contrasto giace nel settore palestinese. ove njl: conflitto arabo-ebraico .J'U.R:S.S. non ha ancora so· stanzialmente deciso se giuocare la carta ebraica, cioè delle co!onie agrarie comuniste, oppure quella islamica contro gli anglosassoni. Ed anche qui si coglie, come nella fine di Gandhi, come nella rinnovata lotta civile del:a Cina, come nell'emancipa– zione de:l'Indonesia e nell'evoluzione borghese del Giappone. la grande svolta èui è giunta tutta l'Asia. Una svolta diversa e forse maggiore di quella sognata dal genera'.issimo corno· nista della Cina: se la prima guerra mondiale si ripercosse sull'Asia spingendola alla emancipazione pura e semplice, questa seconda guerra esprime per l'Oriente il drammatico contraddirai dei motivi nazionali e dei motivi sociali, degli spiriti occidentlListi e degli spiriti autonomisti nel quadro com· plessivo della rivoluzione contro l'ancien régime coloniaie teocratico e feudale. SANTE REALI

RkJQdWJsaXNoZXIy