Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LU STATO MODERNO 93 LE11ERE AL DIRE11(JRE RIFORME CONTRO LIBERTA': DI CHl LA COLPA'? Signor Direttore, Sa~ ed oneste parole quelle J'.lll'O– nunciate da1l'oratore ohe sabato scor– so ha tenuto una conferenza su « Libe– raLismo moderno» aHa Casa della Oul– tura; ma nello stesso tempo.hanno su– so:tato Jn me un sentimento dii com– passione. Oi Si il1ude di sperare in una Terre Forza isolata con idee progres– sive in una ltalfa dlove il ·ceto medio e la classe diirigente ita'Mlana non han– no mad fatto .un passo avanti nelle ri– forme sociaU concrete ed operanti! Quando sono ritornato da,l camoo dd concentramento tedesco, speravo vera– mente in un riilll1ovamento sociale che partisse pil'Oprio da Joro; ed tnvece sono rimasto deLuso. La creazione di questa Ter:aa Form credo l'abbia tenltata Par– li; ma Sii sono vf.sti i risultati! Estro– messo e dalla Destra e ·dalla Siniistra! Forse è troJ'.llPO tar<li; nOli dobbi•amo fa– talmente cadere o sotto una d,ittatura di destra, sia t)Ure camuffata, o sotto una diittatturn di siniistra. Ogni popc>lo ha i;1 governo che Si me– .niita! A'bb:amo una gJra!Ilde massa di ·«poveri», purtroppo i®noralilte, o bi– gotta o estremista, che si lascia trasci– na.re o da~li uni o dagli altri; ma con– temporanea men te non si, oossono non riconoscere .in essa delle doti di gene– rosttà. di sincerità, di solddarietà e di •compattez~ moral-e; 1:Jisogn,a prende.r– ia così come è, .perchè nessun regim11 o monairchi<X> o fascista o clericale– moderaito ha ratto, e si oa,IJlllSCe, qual.– che cosa per mig!Jiorarla dal la,to cul– turale e sociale. 11 fumosissimo ceto me– ·dio, con Ja sua ristrettezza mentale ve– ramente pietosa, pieno di pregiiudèzi, nemico di o,gni rinnovamento sociale, egoista, disorientato, ,i:nconcludente, am– bizli,oncello; ed una classe dirigente fur– ba, codarda, egoista, sfruttatrice, cama– leonte po!JLtiçamente, che conosce sol– tanto, e m~o bene, la p,olii,tica del pro– fitto e dello sfuiuttamento. M1gl!iorare le masse? Ma prima hlsogllletebbe cam– biare le teste, del ceto medio e deJ.l~ classe dirigente. Ad ognd modo questa Terza Forza a cui accennava l'dnsi,gn.e oratore è morj:a pr:ma di nascere. Ho avuto anZli l'impressiorue che alcune Parole deU'oratore fossero ·state pi,ut– tosto du.e pe_r l'udito delioa,to e sen– slbile di quaikhe genti,Je s,i,gnora pre– sente nella sa,la. Eld allora, o predominio democratico cristiano o predomiruio ~omun.ésta. Personalmente non ho una paTtico– }are simpa'1lia per J,a Democraztla CT·i– stiana, sia p·er ill suo confess:onalismo. sia per 1a sua ~pocris,ia ed ambiguità bimillenarie, sia per l'interesse di par– te; ed in quanto poi a violenze, credo che i suo.i elementi dell'Azione catto– lica, supererebbero g!J stessi comunisti. Oomunque sarebbe sempre una dHta– tura di destra, cioè roccaforte de,! Ca– pi talismo e del La tifondlismo. Oome prestatore d'opera ho quindi tutto !':interesse a mettermd dalla par– te della· ide<J1logiiaprogiressi,v,a, a scapi– to purtroppo di quella famosa libertà di cu1 ha paI'l,ato l'oratore ed alla qua– le ·io somo naturalmente portato; ma niella peggioce delle ipotesi fra le due J.ibertà proclamate tanto dalla D. C. quanto dal Oomuruismo, preferisco ac– cettare senz'a'1tro queHa del secondo. Non si vrlve soltanto di materdalismo, è V'0ro! M:a credo eh-e il 90 per cento del nostro modo di vivere sia mater-ia– lf.smo; senonchè la nostira società riC9'1'– rendo a COIIlvemJiom•al·ismie ad altre forme ipocrite e fa!lse, ha sempre cer– cato di mascherarlo o di: attutil"lo. Gettiamoci qu.indi neWavventura, dal momento che le riforme socia1i non so– no state attuate dalla classe dominan– te e responsabile; il che s,igmifica che essa non è, più all'a·ltezza del suo cqm– .J)ito e perta:nto l'attuaztloo.e delle rifor– me ooci•allò.sairà ,compi.io deil Quarto Stato, sia pure a danno di quella li– bertà concepita dall'oratore. Da colpa fu, è e =à del ceto medio itali-ano e della classe dliri.gente ita– l!ia!Ila. _Con la massima stima. MilLano, l' m,a,rzo. LUIGI PENATI Sorw 1certo <che .Mario \Ferroma saird H ,e.to 1 e perplesso insieme per questo rispos1la 'di ,un i« !avoro,toi,e •. Liie.to 'per &? ccmca1'danza, 1:iw:lpu.1"e lp'latoniea, peir– plesso tP0'T lnct 'moti>va2'ione •che :il nostro Penati !(noi ,non Jo (oonosoi;amo, e ,ap– pwn,to per ques;t,o 'fo seni.amo veramen:– te -n,ostro) dd deUa sua adiesione elet– toralle (Il! E'rot111te demooratico. Poi.chè Femu1"a è troppo ~mno per rispon– dere con Ila opportuna -rapid,td, cerche– rò di .çQS1t,i,tui-rmi a lui. IN= 'Le pa'l'e, Pena.ti, troppo d-rastooa ta condanna di tutta 11a, nostmn classe dirigente? Non' so se abbfo voluto aU1udiene solo al fa– sctismo. E (IJ[lora Le 'di,rò che il faisdi– smo ccnnivol.ge -re51po-n.sabi,Utd !(intendo responsabi.nBtd pdlitiche) di tutti i !set– tori, da,; governativi a que!U di oppo– si2lione, e che anch,e dia! 'punto di vistla sociale è assa,i problematiloa ·,1a ingenua spiegazione dlia.ssi8ta data dali comuni– sti. Ma prima? 1 C=oooe proprio cosi bente i;! P=ti, ·peir diisprezz=U tanto, gli sforzì operati da una sparuta schie– ra di ooLentn.wmini per fwre deU'Italia, dopo l'uniltd, un grande paese' ~ no, dJal quel piòc,ol<> coacervo di provin– ci(IJ!ismi mecb>oeva,bi che e-ra? E poi? Twtt:i sanno -chie 1110i sia171-0 stati tra i più sever.i OJìiltici dei governi succedu– tisi dopo la 'Liberazione. E wttavia q,1 Pemi,ti non ' deve dimentmoare eh.e ù:L sorte de,/;!'Iba:lia non è pairagcmabi'le c= qoollla de'D!a Germani,a o ' deU' AusbM, deLl'Uinigheria o deL!a Roma.ma; e que– sfJo non soLtanto per viJ7,tù del,!e cos-e. Il i,torto del Peroalti è 'dunque qu,emlo di guarrdar,e ,aJXl,a pobitica, anzichè come a u·nn foticosa opeira quotidui,na, quasi fosse una ; prodigiosa O'.ivelazione che mette ordiln,e '-negli spi,n!ti e neUe cose in vilrtù di magici interventi. Se l'amko -Peioo:tli voterd per .;,i Fr<m– ·te con \na, cosclem.zia precisa che tempi dumvssi~ venxmno anche con un go~ verno Togliatti, 'che ·nemmeno con un regime comwnista tutti andranno 'alte Ulllli'v.er5'ità, o vedirammo '7'isdlti i ')>ro– biemi, 'd.e! ,i;aro 'VliVIEire'qu,otidiano, sie voterd senza 'atte~e mi-racoli>Sffi,che, ben vada il S'U,() voto -al! F1"011,te popolare. E' certo 'un voto onesto, nè 1lhi voglmno immischiMci '.negli affari di coscienza a!PrUi, e Ja-sciJamo ad alt>r1i scomuniche od anatemi. , I Ma se ·dovesse votame 'per iwlusioni, si gllJal7'd.i bene, chè sarebbe 'deluso. E se l'am'!oo F,€11'71a/Ta I<> ha convi;i,bci che 'oell– la e d.ei; mu cosa ,samebbe Ila Terza For,za, vobi per -la 'Terza Forz,a. Non,av,rd ri– mol'SI! per quello' che verrd dopo. E chtssd che, voto w voto, non ci 'si ac– corga dhie la 4emoorazma. m :Iro!ia. ~ graciie sì, ma 'non così t,am,to che con– venga 'buttamla via, senza che ne~tnf– no i suoi innamorati tentlino o!memo di ,tenem!a m 'vita. E in ognti modo, comunque voti, con– tinui k? venilre fra noi. F1i1lM'e!tl1-0 per in– tender<:i, m. p.

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