Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LU STATO MODERNO tuttavia nessuno forse eb'be mai nel suo paese un ascendente paragonabile al suo; Indù di _stretta ooservanza, fu ammirato -e amato e -talvolta seguito dai Mu..rulmani; profeta convinto -della non-violenza, parve provocaTe sommosse e tumulti san- ,guino~i; animato da un impeto mirabile di amore :intelligente per tubti gli IUOmini,rimase non di rndo i.noompreso, e fu tra– dito da ,troppi che si va.J.serodi lui e del suo verbo per ricoprire la propria impurità. Per comprendere la complessità della figura di Gandhi e .J' apparente controdditorietà -di taluni dei .suoi atti, occo~re distinguere fra l'elemento tradizionaJe indiano presente nella sua mentalità, e le reazioni che in lui, come nel suo mondo, suscitarono le jdee dell'Occidente: non dimen– tichiamo mai che le idee di ldbertà, òi giustizia sociale, di pro– :gres.so civile, che l'Europa, più o meno consapevole, diffuse negli altri continenti, hanno spesso sconvolto forme di vita non adatte per accoglierle. Il conllra&tofra ,li nuovo e r antico as– sume I cosìl nQn di ,rado aspetti drammatici" nella storia dei popoli, per un ritmo incomposto e violento, e nella coscienza degli ,uomini superiori, che cercano di conciliare ciò che è più :intimamente loro rperchè deri,vato dalla storia della pro– pria gente, con ciò di.e gli stmnderi insegnano o fanno cono– scere. La -necessità di una sintesi nella quale si rplachino i di:ssensi e si fondano in aJ1111onia elementi cos1 contrastanti, è possibile solo in menti il 1 luminate e in a:ltissimi ~riti: e tra questi fu, anzi è e rimane, certamente Gandhi, pur nella appa– rente incoerenza d:i taluni aspetti della sua vita esteriore. Alcuni vollero vedere nei principi etico-uengiosi a cui si ispirò il pensiero di Gandhi, l'influenza di elementi della civiltà -oocidentale, primo fra tutti il Cristianesimo, o addirittura di scrittori europei, e si oitano fra gli altri ·il Tolstoi e perfino il Mazzini. Il che è per lo meno inesatto: tutt'al più si può par– lare di coincidenze, quali si determinano inevitabilmente nella storia delle grandi confessioni Teligiose (e Gandhi è certamente .un ,rappresentante tipico della più spiritualizzata ll'eligiosità indiana), o si ,ri:scontrano nelle posizioni di principio dei grandi pensatori e dei 11ifomiatori. In ·realtà, Gandhi si proclama fe– d~e alla tradizione .religiosa e ctilturale del suo paese, e non riconosce per Indù chi IJlOnaooebti l'autorità dei sacri <testi, e sostiene che perfino l'istituto del:le caste ha una ragion cl' essere -e un valore sociale positivo. Nella sua predicazione ritornano i motivi fondamentali deH'etica indiana, quaib si esprimono nei precetti delle principali conression<i: e 1o stesso impeto ispirato con cui egn afferma il dovere di astenersi dal male e -di praticaTe ,la viirtù, sembra ['ulNma eco ne1lretà presente di -voci che, nel S1Uocedersi dei secoli, hanno ripetuto neN'lndia la pamla di saJute. Invero, Gandhi è anzitutto un predicatore salutista: e come tale fu sentito dai contemporanei. Anche il suo ascetismo, iper quanto subordinato a fini ·altissimi, è di tipo schiettamente induistico. Il popolo sente che Gandhi gli ap– -partrlene, per fa comunanza di tradizioni, per la fedeltà alle sue credenze, per la volontà di comunione neJ.l:asofferenza e nella speranza. E crede in lui, come si crede in un profeta. E qui è il pericolo, e qui comincia quellfo che potremmo chiamare il dramma spinirua.J.e di Gandhi. Il contatto con le idee ,po1itiche e sociali europee im,portate dagl'Inglesi tin dal principio del- 1'800 avevano vaTiamente sovvertito iJ modo dd pensare degli Indiani colti, provocando dapprima un abbandono dei1la<tra– dizione e una precipitosa adesione alla cosiddetta libertà di -pensiero, e poi un ·ritomo deciso alla tradizione momentanea– mente -rinnegata e un'esal,taz;ione ardente del patrimonio spi– rituale indo-ario: pooizioni estJremJste che in campo ,pontico dovranno poi tradursi, da una parte in un adeguamento alle ·forme consuete del liberalismo ,e dall'altra, in un nazionalismo esasperato re 'in un estremismo di sinistra. Gandhi, che fu sem– pre, in realtà, un moderato, si trovò ad agire in un momento . in cui i fermenti politici e l'w-.to fra il nuovo e l'antico si erano fatti più tntensi e più pericolosi. Egli sentì! ·la necessità di una sintesi di equilibTio, e forse fa realizzò entro di sè; ma comprese che, per tradurre in atto quanto egli vedeva ne1 pensiero, doveva traspo11tare strl terreno rpratico della iotta politica quei principi di alta umanità, di rinuncia, di generosa dedizione al bene comune, che erano Jn lui ragione di vita: e divenne cosi, quasi supraffatto dagli eventi, quehlo che egli in realtà non era e non poteva essere: un uomo politico. C001,traddizione, questa, veramente drammatica, e che divenne più di una volta tragedia. 11 suo ascendente morale su Je foHe seM! troppo spesso di aiuto ai trafficanti della po– ntica, e troppo spesso la sua predicazione di non violenza e di di9ubbidienza passiva condusse a ribeHioil!i sanguinose e inutili. Le sue idee fondamentan, che egli predicò fin da prin– cipio cercando di diffonderle fra le masse, senza tuttavia riu– kire a far s~ che, per queste, diventassero principi di vita, sono nobilissime: adesione costante e fedele alla venità e al bene, astensione da ogni forma di violenza. Sono principi che si riconnettono alla più pura tradizione etico-reldgiosa indiana, e che, applicati nella vita quotidiana, portano aUa: non resi– stenza al male, e, nella lotta ,politica, a,lla re&istenza passiva: la quale però diventa disobbedienza civile, e, se accompagnau. allo sciopero (hartal) quale Gandhi io insegnò e lo promosse, degenera facillmente in conflitti violenti, per ['urto di interessi offesi o per inevitabiile giuoco di ireazJoni psicologiche. Le idee sono pericolose, e possono diventare micidiali, se chi le acco– glie non sa controllare la forza bruta dell'istinto. I fatti san– guinosi del marzo-aprile 1919 a Delhi, a Lahore, ad Amritsar, in seguito ai hartal proolamal!i da Gandhi, sembrarono la con– danna della sua predicazione: ed egli stesso· dichiarò di aver commesso un errore « grande come il Himalaya » nel giudicare la maturità morale delle masse. Ma il suo errore era di altro genere, e più grave, e con– sisteva, in ultima anali&i, nella mancanza di senso politico: errore, ma non colpa, o almeno, non colpa volontaria. Nel-la lotta più prqpriamente politica, in cui tuttavia si trovò immerso e dalla quale non seppe straniarsi, Gandhi fu uno spostatÒ. La sua vera funzione storica è da cercarsi altrove, in poche idee elementari, professate con coerenza e quasi con ostinaztione, con sipirito di sacrificio e con dedizione tot.vie. E si riducono, nel campo morale, all'affermazione della necessità di una ele– vaziione interiore déll'individuo, in una rJcerca e in una pra– tica di purità e di virtù; nel campo politico, alla proclama– zione del dwitto deil'India ad esser libera politicamente e spi– ritualmente ull!Ìta e concorde. Egli divenne COSI:', e rimarrà nella memoria degli uomini, simbolo di un'epoca, perchè il male che egli ha combattuto nell'India è male di tutti gli uomini. Ma, più ancora, egli sembra riassumere in sè il dram– ma secoìare dell'India, che più volte si è ~i:solto in tragedia: e la sua morte v·iolenta, che è tragedia di un attimo, sta per diventare il segno di un n!peter5i della drammatica persistente angoscia dell'India, che è Ja vana ricerca di un equilibrio in– terno, di una pace deglti spiriti sentita come un d•iriHo e come un dovere: e anche questo è dramma .di tutti noi, oggi, nel mondo che non sa trovaTe la sua paoe. LUIGI SUALI NOTA. - Mk>Cit'o, forse troppo, Si è soniltllo ,ru Gandht: <r-11 vo– #1)·mo dnò: .ca.re soi.Q due Mb..rd,, eoeù.t1 iper til Il.oro ddve.rso ce..rattere: R. ROLLAND: M'tllwltma, GandM, J'laris, Stock, 1924; CH. AND-REWS: Mahatma 'Gandhi: hls own stcrry, London, Alll<>n ,md UmvJ.n. 1930. con ili suo segutto: Ma.hatma Gandhi, his own Stcrry çon,tlnued. - Per fili avverwnenti che sono no sfondo dell'attività di Gand1'!. ml sia lroilto t1n:viaa-<! a: L. SUA.LI : Storia moderna detl'lndlla, 2 vot., Mi– lano, rsmuto per gli Studi <U Po:.itlo_a In~erna,:,,ionale (I.S.:P.L), 1941, v>edaS! ,m'dhe, [l>l""'90 no stleSSo .,dlltore, V. VACCA: L'India musul· mana, M'iJ<ano, 1941.

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