Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LV STATO MODERNO 83 conda de/de disponibilità in loco di materie prime e di pro– dotti ausiliari, consent<>nostrutture di costi assai differenti. Da questo punto di vista, quindi, ripeto, 'vi sono rami di atti– vità nei due paesi svantaggiati ed avvantaggiati. E' da pen– ~are che g1i uni compensino gli altri. Ma oggi si deve /Jener conto che acconto a questa strut– tura permaruml!e di èosti vi sono anche differenze dipendenti da particolari politiche economiche attuate nei due paesi: e, quindi, modificabili. Ad ·esempio esistono sperequazùmi nei carichi sociali e fiscal,i. Per parte nostra è su.fficient!e pensare al ·gravame del 10 per cento del diritto di licenza~ del 4 ·per cento cw(l'imposta entrata che colpisce le materie d'importa– ;:-ione,gravami che in Fra·ncia'non trovano riscontro. Mentre, per ciò che concerne i carichi cosiddetti ·sociali, si ha 1-a persuasione che essi gravino sulla nostra produzione in mi– sura superiore almeno ,d,el 20 per cento a quelli vigenti in Francia. Non parliamo, poi, dei 'carichi dipendenti daJ blocco dei licenziamenti, dal costo del servizio banca1lio, ie così via. In altre parole, 'm Italia, oggi, si è venuto formanà<Jun cam– plesso di costi, sempre più irrigiditi, ,in reìaz•ione alla nostra mano d'orJera che non trova 'adegudta occupa:,:;ione. Bastin-0 queste o=vazioni per far vedere che non è sufficiente levare la cortina 'dei dazi doganali; occorre, in– vece, andare più a fondo per eliminare altre ragioni di dispa– rità fra le 'due economie. Ad esempio bisogna carusiderare molto attentamente il .problema monetario in quanto non è pensabile ,un'unione daganale fin quando franco 'e lira non saranno stabilizzati con un potere di acquisto interno ade– guat-0 a queUo 'internazionale ed ambedue legati di, doUMo. Inoltre bisogna senza dubbio attUMe misure per rendere il più ,possibile spÒstabili, da un paese 'all'altro, capitali e mano d'opera. Cioè, per dirla con parole povere, oocorre sincroniz– zak la politica 'economica dei due paesi. Oggi tanto Francia quanto Italia si trovano con le ri– spettive economie impoverite ddilla guerra, con una forma– zione difettosa di capit<di, con la necessità di esportare, con sperequazione per quanto 'riguarda il livello di vita, e così via. Inolt1'e, proprio per quanto si è appena detto, si cerca di attuaire una politica 'del pieno impiego che in taluni casi è in contrasto con quella dell'unificazione doganale. La sin– cronizzazione delle due economie può 'senza dubbio portare a perdite di -rnvestimenti. P~r que/h produzioni che in Italia si ottengono a 'minor costo, la perdita è da parte francese, menl.'re, viceversa, è da parte italiana qtìando è più econo– mica la produzione france.se . E',' quindi, neoessaria una certa gradualità nkl'attuazione dei provvedimenti per l'unione clo– ganak, o, meglio, e001uimica. Anzi, a 'questo proposito, è bene osservare che la Francia ha in animo di attuare un 'piano Monnet, il. quale prevede cospicu,j incrementi 'nella produ· zione di molti beni che già t!engono ottenuti in Italia a minor costo. Se si tien conto di 'quello che ha appena detto, non vi è dubbio che occorre subito proporsi il problema degli inve– st·imenti, perchè ·non è supponibile che in F-rancia, proprio alla vigilia, se si può chiamare vigilia, di un'unione econo– mica con i'ltalia s'investano capitali per 'produzioni che già si ottengono neU'area comune. La « Francit » troverà il suo più forte apporto nell'Euro– pean Recovery Program. Non dovrà, però, rappresentare una addizione deNe due economie ma, quasi, la creazione 'di una nuova economia a -raggio più. grande, con comuni sbocchi coloniali, 'con possibilità di aggregazione di altri ,paesi come la Svizzera. Solo così, in un tempo abbastanza breve, vi po– trà essere un incremento del reddito 'nazi-Onale in ambedue i pdesi e quindi un reciproco vantaggio. ' L. L. FEDERALISMO· IN MARCIA Se tutta la storia è storia contemporanea, e ,se la storia è - insomma - autobiografia, l'umile sottoscritto quando si mette oggi a far la storia, verbigrazia, d'un congresso tenu– tosi ieri l'altro, fa - con tutta la buona vo:ontà d'essere ob– biettivo - nient'a:tro che dell'autobiografia. Rimedio al guaio? un so:o: che domani un a:tro ... storico faccia sul medesimo argomento un altro pezzo di... autobiografia. Così ci sarà caso che il lettore curioso di questa cosa -riesca a farsene un suo giudizio {autobiografico, si capisce, anch'esso). • • • Id Congresso del M.F.E. tenutosi a Milano nei giorni 15- 16-17 di questo febbraio ha ben ·dimostrato, anzitutto, la importanza che ha assunto, oggi in Italia il M.F.E. Prove di <1uesta importanza: il numero degl'iscritti (12.000 in cifra tonda) e dei delegati (115), il numero dei soci venuti da fuori per -proprio conto, l'assiduità degli invitati, Ja presenza - e su questo insisto - di attive e vivaci delegazioni del Mez– zodì, Napoli, Bari, la SiCMa, luoghi dove al tempo deì I Con– gresso (Venezia) l'organizzazione del M.F.E. ancora non s'era affermata. Altra prova, assai probante: la curiosità e l'interesse effettivo di forze politiche '110stre,che fino a ieri avevan mo– strato per 11 Federalismo Europeo un amore assolut~mente platonico. Prova dell'importanza che al M.F.E. si dà fuori d'Italia. la presenza e la partecipazione solerte, ininterrotta, intelligente, equilibratrice ai :avori del Congresso di Henri Brugma.ns, pre– sidente dell' Union des Fédéralistes Européens, l'organismo cui fan capo i movimenti federalisti di tutta Europa, e, fra parentesi, temperamento politico di prim'ordine. Della quale accresciuta importanza e attenzione il merito spetta - in modo assoluto - agli uomini che da Firenze (Gennaio '46) a Venezia (Ottobre '46) e quindi a Mila.no (Feb– braio '48) hanno sorretto e diretto - nessuno immagi'lla at– traverso quali difficoltà - il -Movimento; e - in modo rela– tivo - alla temperie politica interna e internazionale, in cui sì -rapidamente è venuta a maturazione la formula del fede– ralismo europeo . Il II Congresso Nazionale del M.E.F. come organizzazio– ne è stato perfetto: ed anche solo con ciò, in un paese così... in un paese come il nostro, con' la sua meticolosità, la sua inappuntabilità, il Congresso è 5tato per 'i partecipanti, specie per i giovani che erano d ,più, una bella lezione di tecnica democratica e parlamentare, Ohe cosa sia 5tato come andamento e -risultato dei lavori vediamo. Centro del Congresso era la questione dell'atteggia– mento che i federalisti europei d'Italia devon tenere di fronte alle ,reazioni - positive o negative - delle massime potenze mondiali verso l'idea e Ja pratica federalistica europea, e - più precisamente - di fronte al novissimo « idolo • p.olitico che è divenuto il Piano Marshall. Sull'argomento c'eran due relazioni: la relazione Devoto e la relazione Rossi. Della relazione Devoto il succo era questo: a) fedeltà alle de:iberazioni del I Congresso (Venezia '46), cioè propa– ganda per la ·formazione d'una coscienza repubblicana fede-

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