Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LO STATO MODERNO Cronache di "Stato Moderno" · Molti amici e molti avversari (leali avversari, si intende) al discorso politico di Nicolò Carandini, domenica 15 feb– braio. L'aula della Casa della Cultura era gremita, e il pub– blico affollava anche le sale adiacenti, fiducioso (ma talvolta illuso) nell'alto parlante che ogni tanto, sussurravano i soliti maligni, sembrava fare dell'ostruzionismo. La chiara e into– nata lettura dell'ancor giovane e aitante ambasciatore (semel abbas, semper abbas) ha suscitato consensi e dissensi, negli animati dialoghi che lo hanno seguito. Segno evidente che aveva inciso nell'attenzione e nelle coscienze degli ascolta– tori. Ex azionisti, socialisti dipendenti e indipendenti, comu– nisti, autorevoli democratici, insomma, di ogni gradazione, hanno trovato qualcosa con cui consentire nell'aperto libera– lismo denunciato da Carandini. Magro conforto, d'accordo, chè le battaglie politiche allontanano poi, nella loro amara dialetfica, le linee più convergenti. La sera di domenica gli amici di « Stato Moderno » si sono poi raccolti in intima festa intorno a Nico>!òCarandini: un'amabile e cordiale conversazione, inframmezzata da one– sto vino e altrettanto oneste viwrnde. In una sala adiacente i .repubblicani festeggiavano !'on. Spallicci. Clii ospiti del– l'una e dell'altra compagnia hanno ,iaturalmente fraterniz– zato. Sembrava (ma non era, purtroppo) l'alba di una solida repubblica democratica. Nicolò Carandini ha infatti auspi– cato, in un conciso ibrindisi, questa intesa fra due forze po– litiche affini; e Mario Paggi, con un intervento che se è sembrato smorzare gli ardori, è stato però un caldo richiamo alla realtà, ha esortato i convitati a operare in concreto questa unione delle forze politiche affini, in vista delle prossime ele– zioni, per il consolidamento di una feconda e sostanziale democrazia. L'on. Spallicci ha simpaticamente esaltato i co– muni ideali, che traggono ispirazione dai più genuini pensa– tori del Risorgimento. Al levare delle mense, i dialoghi si sono moltiplicati, mèn– tre Gaetano Baldacci ~i affannava a cercar proseliti per un nuovo fronte della cultura; da contrapporsi a quegli intel– lettuali che hanno aderito al Fronte democratico popolare. Commentava Arrigo Cajumi che la parola « fronte » suona male alle sue orecchie, fin dal tempo di Luigi Cadorna ... Il 28 febbraio nuova ·riunione, essa pure affollata, per ascoltare Mario Ferrara che ha sviluppato con spunti origi– nali e profondi lo 1,tesso tema della crisi del liberalismo nella vecchia accezione e la sua insopprimibile funzione equilibra– trice nell'urto delle forze che caratterizza questa nostra tor– mentata età. Il calore persuasivo e la concitata fecondia, ricca di simpatico humor, dell'oratore, hanno tenuto viva l'atten– zione degli ascoltatori, fra cui autorevoli -rappresentanti di tutti i partiti e della '5tampa ·milanese. Con un tono spregiu– dicato, realistico, appassionato ed aperto, Mario Ferrara ha in– ·quadrato gli scopi e le possibilità concrete di un liberalismo moderno, il quale si faccia interprete e risolutore delle esi– genze storiche, senza porre sterili e anacronistici limiti ali' e– voluzione politica ed economica della società umana. Questa politica liberale, tesa verso la realizzazione di una società che risolva positivamente· 1e proprie contraddizioni e non ostacoli ma raccolga e inquadri in una realtà economica e sociale la necessaria pressione dei partiti rivoluzionari, è l'unica guaran– tigia di uria leconda, sostanziale democrazia. Frequenti ed espliciti furono i consensi, anche, diciamo cosi, a scena aperta; e assai complimentato l'oratore al ter– mine del suo discorso. Mentre la simpatia degli amici si è manifestata in due lieti incontri conviviali (ed uno ravvivato dal:a presenza di genti!i signore) durante i quali ai nostal– gici ricordi de! passato si sono intrecciate :e aperte discussioni sui gravi problemi del presente. Sabato 20 marzo, a:tra riunione alla Casa della Cultura con l'intervento di Italo Pietra che parlerà sulla « Cecoslo– vacchia, ponte levatoio»; mentre il 27 l'avv. Bergmann svol– gerà il tema: Stato, Regione e Federazione Europea. _Intermezzo eccezionale: il giorno 15, sempre alle ore 21, il dott. Antonio Calvi, direttore de « La Voce Repubblicana », parlerà su: « li problema dello schieramento politico italiano ». Em:TA Politica A cultura Sul problema dei rapporti tra Politica e Cultura si dibatte da tempo una polemica, che è apparsa specialmente vivace su Politecnico e su La Cittade::-a. Se interveniamo dalle pagine di una rivista politica, è perchè Ul problema ha anche un aspe/Jto politico, che è stato piuttosto IPrascurato, ma che a noi preme ·im:Jece di mettere bene fo luce. Per meglio dire, /con la <stessaespressione verbale si i:n– dicaoo due problemi a/fa.Pto distinti: uno idi oultura e uno esclusivamente politico. L'uno riguarda i rapporti tira l'attività Cultura e l'attività Politica, -e la defimzione in gene-ral.e della funzione sociale e politica deNc !Scrittore; l'altro _il pratico compontam,ento d,e/, Potere rispetto alle imanifestazicnri arti– stiche e letterarie. Riguardo al primo, ci .limiteremo ad osservare che male lo si imposta trattando di Politica e Cultura come di due categorie chiaramente distinte, a somiglianza di Teoretico e Pratico. La sola distinzione da fare è quella tra giudizio critico, cioè arti– stico, e valutazione storica d'un' opera d'arte, onde si tien conto anche del suo ruolo nello sviluppo sociale; ed infine tra que– sta e la ricostruzione storica della figura dell'artista nella com.. plessità dei suoi aspetti artistici e sociali. Si tratta di tre diffe– renti ricerche, i cui risultati possono esser messi insieme nelle cosiddette Storie Letterarie, ma che non si devoAo perciò confondere e turbare a vicenda. In lagni caso, ~ traflta sempre e solo di problemi storici, vale a dire relativi ad opere e scrit– tori determinati; mai di ,problemi astratti, cioè riguardanti il rapporto tra un'ipotetica forma e un ipotetico contenuto let– terario e quel che si pretende essere fa politica o il progresso sociale. E lasceremo a confusio1wri e bizantini d'inventare simili problemi ed esercitarsi a risolverli; a condizione che essi non preten·dano di. menomare la libertà 'dello scrittore e d'imporgli una funzione qualsiasi; perchè lo scrittore, come scrittore e come uomo, ha diritto - al pari '.d'ogni altro - di scegliere da sè ;la propria funzione, d'inserirsi come a lui piace ne/fa pole– mica l.etteraria e jn quella valitica, d',esse,<e futurista o passati– sta, progressista o reazionario, senza maestri o pedagoghi che decidano per lui. L'altro problema, che riguarda i rapporti tra le forze poli– tiche e gli uomini di cultura, chiede una risoluzione analoga. Occorre lasciare agli twmini di cultura la possibilità di difen• dere le .proprie idee, qualunque esse siano; d'essere totalitari– sti o anarchici, cli fare del!' arte sociale, dell'arte non-sociale, del!'arte antisociale e della non-arte, senza pressioni o impedi– menti di sorta. La libertà d'opinione e cli propaganda è pro– babiltnente r aspetto più civile della società, proprio come

RkJQdWJsaXNoZXIy