Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

LO STAro MODERNO 143 l L CONNUBIO Il 25 mano passerà alla storia come la data in cui il Ri– iorgimento ba. sofferto la peggiore offesa e umiliazione. Cre– devamo che il fascismo, prima e dopo 1'11 febbraio del 1929, gli avesse fatto toccar il fondo. Confessiamo il nostro errore, battiamoci il petto; l'antifascismo lo ha superato con la vota-· zionedell'art. 7 della Costituzione. Chi lo ha approvato, può ben vantarsi di aver enfoncé Mussolini, ìl quale nelle sue schiereaveva almeno dei provetti anticlericali come Italo Bal– bo e Leandro Arpinati. Se l'ombra di Cavour ancor si aggira ne: torinese Pa– lazzo Carignano, lo spettacolo che Victor Hugo raffigurò nei Chàtiments, dev' essersi ripel'llto: .... Baissam les yeux, dressant de.s mains épouoontées. Les Vicwires de marbre à i.a porte sculptées, Fantomes blancs debout hcrs du sépulcre obscur, Se faisaient du dcigt signe, et s'appuyant au mur, Ecoutaient le tit!an pl,eu.rer àans /es ténèbres .. In testa a coloro che sono corsi, ~ome diceva il Giusti, a insudiciar primieri le ginccchia, stanno i conservatori del Partito Liberale Ita:iano, da Benedetto Croce (dal cui mini– stero ricominciò !'invasione clericale nella scuola), il quale non ha avuto il coraggio di votare, agli altri « duri a mori– re», gli Orlando, i Nitti, i Bonomi, i Corbino, tutta la vec– chia Italia di Caporetto, ben degna del suo passatoi Quei quattro - di numero - che hanno tenuto alta la bandiera laica, vadano, col monarchico on. Villabruna, impreveduto al– fiere, a Sàntena, e cerchino òi placare i mani irritati di Ca– vour. E Sforza cessi Òi proclamarsi suo erede, solo perchè ne tiene il portafoglio, che sappiamo ora cosa gli è costato. Mentre i qualunquisti, con la proposta di un certo Pa– tricolo(«La ,religione cattolica è la religione ufficiale della Re– pubblica italiana»), pigliavano degnamente (l'Italia non cam– biai) il seguito di Franceschiello, il fondo romagnolo di Nenni lotravolgeva a far dispetto al suo Tog'.iatti, i repubblicani, per bocca di Pacciardi, dicevano « no » protestando di voler la « pace religiosa», e ~e facezie di Oalosso erano al l:iveJloin– tellettuale dell'ambiente. Nessuna voce è sorta a proc'.amare quel che Leonida Répaci, uno scrittore che non amo ma che stavolta avrei abbracciato, ha detto sul:I' Umanità milanese: la lotta anticoncordataria cominciai E' mancato un kader dell'opposizione, che riassumesse il dibattito, e mettesse le spal:e al muro i congiurati: Calamandrei s'era già scoperto e sfogato nella precedente discussione, e poi ha dietro di sè una pattuglia; Saragat, che già aveva perduto la prima, con il pallido e fiacco discorso in sede di esame generale, ha man– eato anche la seconda occas~one. I soli che, in un certo senso, debbano venir ammirati, so– no i clericali: De Gasperi ha posto i1 suo ricatto: repubblica pretina, o monarchia, in tem1ini precisi ed espliciti; ha par– lato chiaro e duro. Era al suo banco òi domatore, e ha fatto schioccar la frusta. La capitolazione comunista, per quanto prevista - e il– luminata in anticipo da un eccellente articolo di Mario Mis– siroli nel Messaggero, che ci aveva spiegato perchè il senso dello Stato è prerogativa liberale, sconosciuta e incomprensi– bile al P. C. I. - ha fatto gronde .impressione, e av,rà conse:. guenze vicine e lontane. Possiamo sin d'ora riaprire il Dare a Cesare di Missiroli, e pregustare le baruffe fra i due soci ne!l'art. 7. La parola d'ordine del P. C. I. è ohe queste co– succe: libertà individuale, divorzio, laicismo, ecc. interessano soloi borghesi, e non debbono « distrarre » i proletari i quali ( enni lo ha confessato proprio nel suo discorso) mirano al so<lo:Consigli di Gestione,•riforma agraria, ecc. Ma il ragio– namento non sta in piedi. Sappiàmo,benissimo che nella re- ligione comunista il partito col P. maiuscolo è tutto, e lo Sta– to zero, e che pel Partito si scavalcano e si affrontano· le più stridenti contraddizioni morali e materiali: la Compagnia di Gesù rossa, e la nera, hanno gli sl'essi ordinamenti e presup– posti. Con questo ·sistema, infatti, si aderisce al patto russo– tedesco nel '39, salvo a fare i patrioti dal 22 giugno 1941, quando la Russia entra in guerra, e tornare in veste di inter– naziona:isti a favore degli indocinesi nel 1946-47; ma a Jungo andare gli occhi si aprono, le diffidenze si lll()Crescono, e si resta isolati e a mezza strada, .come in Francia. Le abilità tat– tiche, specie in un paese di furbi come l'Italia, o di smaliziati come la Francia, sono controproducenti. Tutti ci ricordiamo che il fascismo mutò volto e programma apparente (chè il reale, era di far bottino) cinquanta volte, e aJla .fine si trovò addosso i seguaci delle più disparate opinioni, dai fumaioli ai comunisteggianti. • E' stato scritto che Togliatti ha agito per timore di tro– varsi vittima di una coalizione destre-Democrazia Cristiana, oppure socialisti-Democrazia Cristiana. L'aver contro la prima, rispondeva al,la naturale posizione del suo partito; credere al– la possibilità della seconda, oggi come oggi, ossia con Nenni « ai suoi ginocchi placidamente assiso », e Saragat sbal.Jottato tra le velleità marxistiche e i canti delle si,rene •borghesi, è aver paura delle ombre. Vorrei veder la faccia di Carlo Mu– scetta, la più .recente recluta intellettuale del P.C.I., che stava presentandocelo come il Sainte-Beuve italiano (poverino!)°ed era intento a spiegare che le ,posiz.ioniliberali si difendono col comunismo! Ma forse l'allenamento crQCiano lo ha pre– parato a scivolare sulle montagne russe senza provare emozioni. Dunque il gioco. è fatto, e gare à la congrégation/ Si accorgerà Togliatti della buona fede clericale, man mano che chiederà che la riforma industriale e l'agraria escaqo òal limbo, e il progressivo e precipitoso aggrawrsi delia situa– zione metterà De Gasperi nella occorrenza di !batter cassa agli S. U. che del comunismo non voglion sentir parlare, nè vivo, nè dipinto! Con la svalutazione alle porte, le ma– l'e:r:ieprime, dal carbone al grano, in mani altrui, tiri fuori pure le nazionalizzazioni, gli al ti sa1ari, le la:r:ghezzee sov– venzioni statali: la necessità sarà un eccellente pretesto per rinviar tutto alile calende greche, éd egli avrà lasciato, come nella favola di Esopo, la preda per l'ombra. Non senza la macchia degli scanda!i compensati, giacchè l'~taliano, solita– mente di manica assai larga nelle ,proprie faccende, soffre periodiche crisi di moralità pubblica. L'anticlericalismo era nato spontaneamente, negli ul– timi mesi, causa il dilatarsi pauroso dell'invadenza cleriéale; il qualunquismo era sorto quasi per incanto contro il « peri– colo rosso». Adesso, in moltissimi strati dell'opinione, si acco– munano i due pericoli, ~i corre ai ripari. Non so quanto il qualunquismo sia ancor di moda, e mi pare che la monarchia « si porti » di più quest'anno. Certo, socialisti e liberali veri avrebbero una gran partita da giocare; e se non sapranno impostarla e condurla, non ci ,resta più nulla da fare ohe cultiver ne/tre fardin, e aspettare che ci vengano a seque– strarr Voltaire e a impol'l'e il v.iglietto di confessione. Le sini– stre (e le destre) laiche, debbono al più presto pigliar con– .tatto con il partito dei santi, cioè i protestanti anglosassoni (che fu grande aHeato di Cavour), mobilitare massoni, eb1ei, valdesi, liberi pensatori, e mettersi all'opera. Non si tratta di offendere e conculcare la « pace reHgiosa•, be~ di non essere offesi e ·conculcati, o di far la fine di Giordano Bruno. Difesa della repubblica e difesa del laicismo, debbono mar– ciare di pari passo, E lascl11II10 pure che •ci accusino di es-

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