Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

.tb&onameneo·r,er un· ann,o L. eoo soc. Ed. Lo stato Moderno • Am– ministrazione e Direzione: Mtlano, Via senato 3B, tetef. 72.440, 71.913 • Esce il 5 e il 20 di ogni meKe LOSTATO MODER CRITICA POLLTlOA ECONOMICA E SOCIALE Anno IV - N. 7 5 APRILE 1947 Una copia L. ··30 SOMMARIO ,MARIO PAGGI: Fremiti di primavera ,ARRIGO CAJUMI: Il conniibio , ENZO SANTARELLI: Imbroglio legislativo in materia religiosa •UMBERTO SEGRE: La « journée des dilpes » ,BRUNO PAGANI: Una politica estera . , SANDRO DINI: Alla vigilia delle elezioni in Sicilia EZZETA: Cronache di via Morone •GUSTAVO PREDAVAL: Ridurre le spese. f L. L.: Si può salvare la lira? . . . . . . ERNESTO BASSANELl..I: Consigli di Gestione • I: L'esperienza sovietica . pag. )) » » )) )) )) 141 143 144 146 149 150 151 152 153 154 'ANTONIO BASSO: La difficile pace della Germania . o ROLANDO BALDUCCI: Aspetti nuovissimi del– la questione armena . 1 ANTONIETTA DE SILVESTRI: Una /<Nma di schiavismo statale . RASSEGNA BIBUOGRAFICA VITTOR: Beau De Loménie, La responsabilità delle dinastie borghesi RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA NOTE QUINDICINALI - , pag. » » » )) » )) 156 · 158 159 161 162 163 164 FREMITI DI PRIMAVERA, Questa giovine, aspra e pigra a nascere primavera pare abbia iniettato nuova ed improvvisa energia al Governo. Ed eccolo, finalmente, lanciare da Roma, molle sotto un sole ridanciano, un grido d'allarme. O meglio, eccolo formulare in voce ufficiale quel grido d'allarme che qualche ostinato già lanciava da parecchio tempo, e che era diventato, strada facen– do, un coro lamentoso di un popolo tutto. Ora anche il Governo si è accorto che qualcosa non va nella nostra vita economica e finanziaria; ed ecco fiorire il « piano Campilli », il « piano Moran– di », il « piano Cerreti ». Anche qui giova il vecchio adagio « meglio tardi che mai »; e speriamo che ven– ga pure la volta buona di una politica estera, èhe venga il giorno che anche il Governo si accorga: che occorre una politica estera, non più abbandonata né a risentimenti, né a ideologie, né a uno stracco « ré– vival » di antichi e nobili linguaggi. L'esame tecnico dei piani sarà fatto da altri. Qui sia lecito· solo accennare a una certa fiacchezza gene– rale di impostazione dei provvedimenti finanziari, ri– flessa nella mancanza del cambio della moneta (solo provvedimento capace di agire con la urgenza che appare necessaria) e nella levità delle aliquote di tassazione del denaro che piuttosto ingenuamente si è tent~to di giustifica;e da parte ufficiosa dichiarando che il liquido sarebbe oggi nelle mani degj.i operai, 1t1entre le classi agiate lo avrebbero investito il\ be– ni reali. Il che, in altre parole, significherebbe che la mo– neta spesa per !'·acquisto dei beni reali sarebbe re– fluita npUe tasche dei poveri diavoli, chissà mai in base a quale misterioso processo, visto che essi non erano P!'."Opriogli antichi detentori.delle « cose » in cui il danaro delle classi agiate si sarebbe, più che consolidato, letteralmente vanificato. In realtà,. affermazioni di questo genere scoprono _soltanto la debolezza della impostazione politica ge– nerale dei provvedimenti, anch'essi vittime di quel compromesso per semplice giustapposizione e contra– sto di principi, da cui è isterilita la vita politica ita- µana. · Ma qui preme piuttosto accennare a dµe riflessioni scaturite dai provvedimenti, e rimaste finora un po' in ombra. La prima è che, finalmente e comunque, ai provvedimenti ci siamo arrivati. Ma perehè o~, e soltanto ora? La seconda riflessione, strettamente )egata alla prima, è che il problema della nostra -mo– ,neta, e quello più generale della nostra economia, sembra ormai essere fuori daHa fase della riparabi– lità tecnica, ed essere entrato iI_lquella in cui il suo dominio è solb possibile in sede politica. Perehè, dunque, ora, e soltanto ora? E'. chiaTo che questo è il primo frutto tangibile dell'ultima crisi mi– nisteriale, e del conseguente rafforzamento delle po– sizioni democristiane nel gabinetto. In sè e per sè considerato, si 'tratta senza dubbio di un frutto posi– tivo. Dal nichilismo di prima'si è passati a una fase intervenzionistica; scarsa, di dubbia efficacia, Pt:iva di vigore politico; ma è un passo avanti. La perplessità nasce se si lega questo primo debole atto di coraggio democristiano, al continuo - e qui già denunciàto ...:._ declinare della efficienza politica

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