Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

LO STATO-MODERNO 151 più malafede che incompetenza nei riguardi dei vari prob:emi dell'Isola. Molto si è specu:ato, ad esempio, e non certo in buona fede, su: Separatismo, b.en sapendo che i fattori che gli avevano dato vita erano tutt' aftatto contingenti, e che il mo– vimento non rappresentava un serio pericolo all'integrità ter– ritoriale della nazione. Anche Don Sturzo, d'a'ltra parte, ha pubblicamente de– nunciato di recente questa ma:afede deg:i organi centra:i nei riguardi dei prob:emi dell'ùola. Come conseguenza di questo stato di cose è naturale che la Sici'.ia si sia buttata oggi « toto corpore » nelle braccia di Giannini. Al momento attuale, e senza tema di esagerare, la Sici'.iaè per 1'80 per cento qua:unquista o paraqualunquista. Già i sindaci delle tre più importanti città dell'Isola, Palermo, Catania e Messina appartengono a:J'U. Q. Ma l'attuale trionfo de: qualunquismo in Sicilia non è un vero e proprio trionfo. E' un'al'ffia a doppio taglio. A un os– servatore acuto non può sfuggire che ·le posizioni di Giannini non sono, al momento attuale, stabili. Che lo divengano o no sta in lui. In Sicr!ia si crede a Giannini non come al:'uo– mo de:la Provvidenza, ma come al « monoculus in regno cae– corum » come a un « ultimo tentativo da sperimentare». E di questa precarietà de:le posizioni dell'Uomo qua!unque in Sicilia se ne sono dovuti render conto gli stessi capi qua– lunquisti e democristiani, se si sono battuti con tutte le !oro forze per ottenere che le e:ezioni regionali, previste per il 20 apri:e, non fossero rimandate. E' vero -che qualunquisti e de– mocristiani non condividono in tutto e per tutto i rispetti– vi punti di vista, ma è a:trettanto vero che ne: corso del!e passate elezioni amministrative « U. Q. • e « scudo crociato » hanno fatto in numerosi comuni, anche grossi, lista unica. E non è escluso che una a:leanza di tal genere possa venir wnclusa, anche se non in via .ufficiale, alle prossime elezioni regionali, le prime che si terranno in Italia. Opposto, natura:mente, l'atteggiamento dei socialisti e dei comunisti i qua:i, consci anch'essi di questa precaria po– sizione di primo piano di Giannini, avrebbero visto di buon occhio un rimando a lunga scadenza delle e!ezioni regionali. Quando cioè :a cambiale di Giannini sarebbe entrata in sca– denza, al momento ossia in cui i vari sindaci qualunquisti avrebbero cominciato a dover render conto a:Je rispettive po– po:azioni della loro sufficienza ad amministrare la foro città. A pochi giorni intanto dal 20 apri:e, di e!eziorii regionali in Sicilia se ne parla poco o niente. L'avvenimento viene agi– tato più che a'.tro nei fogli quotidiani, ma •ha poca rispon– denza ne]'opinione pubbnca. Lo scetticismo nei riguardi di quel:a che sarà i' assemblea regionS:e è lo stesso di queJ:o verso il Governo. Il sici:iano sa che mi'.la ha fatto per le"sua regione l'A. M. G., nU:la l'A:to Commissario, nu:Ja farà l'As– semb!ea regionale. E a~!ora invece di interessarsi di politica pensa a gioca– re alla S.I.S.A.L. con un comp:icato sistema di cooperative che studiano tutti i mezzi per poter ottenere frequenti vinci– te con la minore• spesa. E di cooperative ne vengono orga– nizzate di ogni genere e in ogni paese. E' questione di auto– difesa più che a!tro. Un fatto che sintetizza lo stato d'animo dei Siciliani e la situazione po:itica de:Ja regione al:a vigilia deJ:e elezioni c'. è occorso mentre in taxi ci recavamo da!4'a:bergo alla sta– zione fel'Toviaria di Catania, in una strada che per quanto di gran traffico era tutte buche. A uno scossone piiì ·vio:ento deg:i altri chiesi ali' autista come mai la strada si trovava in quel deplorevo!e stato di manutenzione. « Non c'è niente da fare - mi rispose l'uomo -;- eppure lo abbiamo fatto sinda– co perchè era qua:unquista. Ma !e cose vannq come prima. La prossima volta però voto per mio nonno •. Quell'autista era anticipatore. L'opinione pubb:ica oggi è decisamente per Giannini. Troppo poèo tempo è passato d~!e e:ezioni amministrative. E senza vo:erla fare da profeta, mo:to probabilmente l'Uomo sotto il Torchio si affermerà anche al prossimo richiamo deJ:e popo:azioni al!e urne. Ma sarà un'affermazione duraturà? La risposta non dovrebbe essere difficile! SANDRO DINI Cronache di Via Morone Mo:to pubb!ico e numerosi correligionari a:la conferenza di Renato Mi~:i, direttore dell' • Unità» (giovedì, 20 marzo); intervento notevole, seppure in tono minore al discorso di Guido Mazzali, direttore dell' « Avanti! » (27 :marzo). Renato Mie:i ha tessuto intorno a un tema impegnativo (Partiti e Politica) un ca:do e:ogio de[a democrazia, le cui sorti in Ita!ia sarebbero pressochè unicamente affidate al par– tito comunista. E' una inte11pretazione ufficiale, diremo dog– matica deJ:'inserimento comunista nella prassi politica ita:iana. E Mieli non ha vo:uto naturalmente porsi fra g:i eterodossi. E' stato quindi ~ereno e obiettivo nel!a critica al:e fa!se demo– crazie del:e nazioni a regime capita!istico (la termino:ogia è puramente informativa), equi'.ibratamente appassionato nella rappresentazione de]'autentica democrazia sovietica, modera– tamente deciso quando ha conc:uso che solo i partiti dei lavo– ratori (e qui ha posto l'accento sul partito comunista) aiutano con efficacia dinamica lo sviluppo de:la democrazia in Ita:ia. Molti, persuasi che non esiste una democrazia astratta ma diverse democrazie in concreto, si sono domandati: ~ua!e democrazia? La risposta era imp:icita, anche se Renato Mieli non ha creduto di esprimerla clamorosamente. Serata calma, senza nè contradditori nè discussioni. Più aperta e meno elusiva :a paro!a di Guido ..Mazzali, seppur~ imbrig'.iata in una oratoria discorsiva ma vigi!ata e in punta dei piedi, con que[a simpatica cadenza e appro– priata aggettivazione cui sono assuefatti i lettori de:!'« Avan– ti I •· L'argomento (Critica e Socwsmo) è servito a:l'oratore per sviluppare una diagnosi pessimistica de: costume italiano, legato a una serie di formule compromissorie che non hanno alito di rinnovamento e di feconda libertà. Eg:i ha poi identificato il costume ita:iano con la borghesia ita:iana, che avrebbe con– sumata la sua funzione storica, ridotta a un corpo putrefatto donde non possono più scaturire germi di vita. La classe destinata a determinare la prossima storia po!itica ed econo– mica d'Italia è il proletariato. Mazza!i non ha avuto timore di pronunci~re questa paro:a pudicamente fuori moda, è di in– sistere sostanzia:'.mente nelle formule classiche del socia:ismo scientifico, lotta di classe e dittatura del pro:etariato. E' ap– parsa· evidente, però, la sproporzione tra la premessa - mi– seria dia:ettica del costume italiano, immaturità de!la classe operaia - e :a conc!usione: esigenza storica attua:e di una dittatura del proletariato. Fra la borghesia moribonda e il proletariato infante rimane un vuoto, un enorme vuoto da co:mare. Hic sunt ire011es. Gli interventi polemici - Melloni, Zanotti, Caleffi, Citi - non hanno affe~rato il punto vivo del discorso, chiaramente programmatico. Gli interlocutori si sono persi dietro posizioni marginali, soffermati ad all'lllli aspetti contingenti, trascurando la vera polemica che avrebbe doiruto incidere, in un crrcolo di studi politici, sulla necessità dialettica, <Storica ed economica del:a dittatura classista. Renato Mieli e Guido Mazzali hanno avuto prolungati applausi, e non solo di cortesia. EZZETA

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