Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

150 LO STATO MODERNO ·Alla vigilia delle elezioni 1n Sicilia Non c'è niente da obiettare: Roma dista da:Ia Sicilia an– cora oggi mig:iaia e migliaia di chi:ometri, MiJ.ano spazi side– ra:i. La carta geografica e l'orario ferroviario sono dati di rapporto privi di significato. Purtroppo questo non è un fenomeno caratteristico del– l'Isola. Forse a base delle molte incomprensioni che -ancora oggi sopravvivono fra italiani de: Nord e italiani del Sud sta proprio questa « lontananza • che supera le distanze chi:o– metriche effettive e che v.;eta gli uni ag:i altri di ben cono– scersi. Ma in Sici!ia il fenomeno troV'a la sua fase esaspe– rata. Noi italiani, la verità è questa, ci conosciamo retorica– mente: attraverso « legg~de » o notizie di gente che le ha apprese « per -sentito dire », o con gli occhi del turista che osserva so:o le carto:ine il:ustrate, chiuso a quelle che sono le rea'.tà socia:i e po'.itiche dei paesi che visita. E la Sici.Jiaè la regione che più de!le altre vive in questa specie di « isolamento alla naftalina ». E ne soffre. Ancora oggi si par!a, ad esempio, del brigantaggio sici· liano come di un probJ,ema inso:ubile. Pure, oggi, in Si– cilia; si ,viaggia tranquilli, si dorme tranquilli. I camions dell'I.N.T. che di giorno e di notte viaggiano carichi di generi a:imentar.i si muovono senza scorta armata. E ci sono boschi sterminati, montagne a:te 2000 metri, e paesi che sono stati per 37 giorni senza ,pane di tessera. (Durante :a recente eru· zione dell'Etna abbiamo ,:asciato per due giorni la macchina incustodita a Passopisciaro e l'abbiamo ritrovata indenne aJ ritorno de]a nostra escursione aJ:a colata la~ca). Nell'Iso:a, poi, la media dei delitti a scopo di rapina è fra le più basse di tutta l'Italia. Ma chi riuscirà in!Janto a strappare quella a'.legorica carto'.ina illustrata che definisce la Sicilia « terra dei briganti »? Ed è stato forse da questo s!Jatodi cose, da questa specie di tragico isolamento che è derivata }a incomprensione di tutti i governi presenti passati e preteriti per i problemi del:a Sicilia. Prob:emi la cui importanza è di portata nazionale, la cui soluzione si riflette notevo:mente ne! destino politico e socia''.e della nazione, ma che sono stati sempre considerati, e a torto, di secondaria importanza. E questo stato di cose, questo perpetuarsi di incompren– sione da parte dei governi centrali nei ,riguardi della Sicilia, ha provocato una s·ituazione rparticolarmente complessa nel– l'Isola e uno stato d'animo quanto mai grave e ,pericoloso per gli uheriori sviluppi che esso può assumere. « Non .si è ancora compreso - ci diceva un amico mìla– nese che vive neJ:'Isola da o'.tre 30 anni - che i! vero pro– blema dell'Italia è il problema del Mezzogiorno. Nei riguardi di ques!Ja parte di territorio nazionale, e de:la Sicilia in parti– colare, si continua in quel~a che è stata :a vecchia politica. In Sicilia fino a oggi non c'è stato un « Piazza'le Loreto»; ma lungi da cadere nella retorica, ci sono stati i «Vespri», che sono stati fa conseguenro di un lungo periodo di incompren– sione da parte del governo nei riguardi dei costumi e dt>: carattere del Siciliano, e da parte di questo, esplosione di un contenuto ma'.contento che -si concretava in una specie di demoralizzazione, di scoramento, di attesa. E questo dram– matico stato d'animo si nota nuovamente oggi in Sici:ia ». Par-leremo appresso della situazione ,politica, quanto mai' strana, attualmente esistente in Sicilia, per quanto ortodossa alla coscienza deduttiva del Siciliano; ma è bene precisare prima qua:i sono le cause che l'hanno provocata. Il Siciliano è un ingenuo dotato di un penetrantissimo spirito critico. Ciò porta a uno ·stato d' anin)O tipico per il qua'.e paradossa!mente diremmo che Firnnde!Jo non poteva nascere se non in Sicilia. La popo:azione s1c1.1anaè oggi esasperhta dal comporta. mento de: Governo nei riguardi dei problemi di politica interna (principalmente di quelli Tegionali), ma più ancora ne, riguardi di que:li di politica estera. In Sicilia non ci si limita a dire « Si stava megli-o quando si stava peggio» 'ma si com– prova, con argomenti il ,più .delle volte dialetticamente con– vincenti, 11perchè si stava meglio quando si stava peggio. Si ammette che l' attua:e situazione è diretta conseguenza del passato regime; ma 5i oppone che se duran.te il fascismo le cose andavano male perchè la democrazia era stata soffocata dal totalitarismo, oggi, in pieno regime ·democratjco, si do– vrebbe eliminare, con .ZO sforzo di tutti, se non tutte, a!meno :e principali cause del ria!essere. Tutto è :ogicamente ortodosso in Sicilia: Questi fattori hanno generato uno stato d'animo « sui generis», questo sta. \o d'animo ha provocato una a'.trettanto « origina!e » situazio– ne politica. Il Governo, come si è detto, è criticato per due 'ordini .di ragioni: per una sua incomprensione circa i problemi interni, e dell'Isola in particolare, e per la sua inettitudine nel risol– vere i problemi di po:itica estera. Ne consegue un duplice atteggiamento del Sici'.iano, che se può sembrare « duplice• in un primo momento, si riconduce invece a que:l'unico -'italo d'animo di accoramento, o se si preferisce di depressione mora'.e, cui abbiamo accennato avanti. Una specie di rassegn~zione senza speranza si nota nel– i 'isolano per quanto riguarda l'azione del Governo centrale per i suoi problemi. Rassegnazione che se da un lato ha por– tato i Siciliani iper fa maggior parte a rinchiudersi in sè stessi, daJ:'altra ha portato una minoranza di essi a «invadere» il continente in una poco pu:ita attività di mercato nero e COll\· mercio d'ogni genere. Ma il fenomeno che più impressiona nell'Iso:a è come i Sici:iani siano rimasti « fiaccati » nello spirito dalle clausole del trattato di pace. In sostanza tutte le critiche alla politica estera che si muovono al Governo centrale si riconducono a questa: I: Sici:iano è rimasto ferito ne}la sua dignità di It111ia– no <!alle ingiuste c'.ausole imposteci dal « diktat ». E se arriv ad ammettere che esse sono state « imposte », non si astienp da1J'obiettare che il Governo «avrebbe dovuto fare qua.Jcosa, per evitare che fossero imposte. Ed è ferita che sanguina. I due fenomeni :si completano l'un l'altro: il primo ali– menta il secondo, il secon<lo a:imenta il primo. E ciò sta a dimostrare come laggiù si sentano i problemi naziona:i più ancora di que:-:i ·regionali. Cicatrice che non si rimargina· nell'animo dei Siciliani è ad esempio, il proclama di Roatta alla vigilia dell'invasionp. « Siciliani - è detto i,n.quell'infausto appello - noi Italiani insieme ai camerati tedeschi difenderemo la vostra terra fi o a!l'impossibilel ». · « E noi non siamo Italiani? » si chiesero allora i Sicilia E forse da questo nacque il Separatismo. E questo diffuso scoramento, questo generale pessimismo nella idoneità degli organi centrali a Tisolvere i vari prob:emi interni ed esteri del paese, ha portato le popo'.azioni sici'.iane, e ciò è ovvio, a un atteggiamento di decisa opposizione al Governo. Opposizione che, tranne casi ecceziona'.i, non esp:o– de in uno stillicidio di atti di violenza o di ostilità, ma i: concreta in un totalitario assenteismo del sici,iano dalla poli· tica. L'isolano, sia esso il contadino del-l'interno o l'uomo medio della città, si disint&essa di po'.itica perchè a:Ja poli· tica non crede più come mezzo diretto per risolvere i pro· blemi della sua ragione e del suo pa~e. Anzi ha o,rmai preso piede laggiù la convinzione che negli organi c(lntrali vi sia

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