Lo Stato Moderno - anno IV - n.2 - 20 gennaio 1947

• LO STATO MODERN<. 39 * * Non possiamo però qui spingere più avanti questa ana- lisi generale. Quanto abbiamo detto può b'astare a farci in– tendere che cosa oggi avvenga in Europa, in che consista la crisi profonda del nostro continente, quali siano le forze che la determinano. In Europa è. in atto fa grande rivolu– zione contro ,o stato nazionale, il ·quale non è più in grado di rispondère alle esigenze dei popoli europei, dato il grado di 5viluppo economico, sociale, culturale da essi raggiunto. Lo stato nazionale, sorto per proteggere la formazione e fo sviluppo de:Ja cultura nazionale minacciati da un potere cen– tralizzatore e uniformatore, non so:o ha esaurito il suo com– pito storico, ma ha o1trepassato i limiti della volontà da cui è nato, a causa de:la sua tendenza a mantenersi indipenden– temente dai suoi motivi originari, Oggi, i popoli europei, accresciuti enormemente di numero e mutati nei loro bisogni e nelle loro aspirazioni, tendono ad abbattere le strutture dello stato naziona1e, sia phché esse, per i prob-:emi interni, hanno un carattere che non si adatta alle nuove condizioni economiche e sociali,.sia perché non consentono all'esterno que:la faci1ità e immediatezza di rapporti che sono richiesti appunto da:la profonda trasformazione dell'attività produt– tiva della società moderna. Lo stato naziona:e, premuto al– l'interno dalle esigenze della Vita moderna, non può rispon– dere ad esse che tentando le vie deJ:a conquista, deJ:a do– minazione. Ma poiché l'Europa è uno spazio esiguo in con– fronto alla densità dei suoi abitanti, e non offre più a:cuna libertà di manovra, ,e tensioni dei popoli contro le pareti delle loro armature statua1i determinano continui urti e quindi generano una condizione di perpetua minaccia. D'altra parte, lo sforzo cui è, condotto lo stato per far fronte alle difficoltà internazionali, lo costringe a sottomettere la società a una disciplina ~ a un ordine che rendono impossibile ogni pro– fonda riforma sociale, quafo è que::a richiesta dal!'ada~ta– mento alle nuove condizioni di vita della società .moderna. La Russia costituisce una eccezione che conferma la regola, giacché Ja sua rivoluzione (del resto tuttora incompiuta) é stata possibile grazie alla immensità dello spazio in cui poté atfuàrsi e a:Je circostjDZe storiche, po:itiche, sociali, econo– miche e geografiche, anzitutto geografiche, che le hanno permesso di vivere separata dal resto del mondo. * * * La crisi dell'Europa (dico dell'Europa e non del mondo, anche se tutto il mondo è per causa sua in disordine) dipende dunque dal dissiçlio esistente fra le strutture dello stato na– zionale e le esigenze de:la vita moderna dei popoli europei. Gli stati nazionali non solo non sono ormai più in grado di soddisfare a quelle esigenze, ma costituÌiCOno l'ostacolo de– cisivo alla costituzione di un ordine più adeguato alle· con– dizioni maturate in Europa nel corso degli U::timi tre secoli, dura°'e i qtuii l'Europa s'è venuta fissando nelle sue divisioni nazionali. I popoli europei sono entrati in una fa90 rivolu– zionaria di cui certamente non riescono ancora a misurare il vero significato, ma che tuttavia, pur inconsapevolmente, attuano giomo per giorno. Quando però essi conosceranno la giusta via da percorrere per giungere a quelle mète cui aspirano ansiosamente, quando cioè entreranno nella fase più veramente politica de:Ja grande rivoluzione europea, il ritmo di questa rivoluzione diverrà sempre più rapido, fino a.J::a sua conclusione. Già i segni di una coscienza politica nascente de1!a nuova Europa appaiono ali'orizzonte; e mentre si a - grava il processo disgregativo dello stato nazionia:le,-logoran- tesi ntll suo sforzo per ristabilire il prestigio di una legalità scaduta e cercare un assetto internazionale tollerabile, i ,po· po1i lavorano, spesso senza saperlo, a creare quegli organi che sono oggi lo strumento del loro collegamento e de:Ia loro collaborazione, ma che potranno domani ,divenire le strutture stesse della società politica europea nuova. · * * * Segni del processo costitutivo della nuova Europa ci appaiono appunto i vari incontri e congressi internazionali che hanno avuto luogo di recente in diverse città della Sviz– zera e specialmente a Ginevra. Ginevra nei vent'anni deJ:'esperienza societaria, era solit<aa ricevere, a quest'epoca, i rappresentanti ufficiali degli stati del mondo, che si riuni– vano sulle rive de: suo bel lago in so:enni assemblee, da cui il mondo per qua1che tempo aspettò con fiducia l'ordine e la pace. In questi ultimi mesi invece Ginevra ha accolto uomini che rappresentavano non più, ufficialmente, degH stati, ma, effettivamente, i loro popoli rispettivi. Questi uomini hanno insieme esaminato e dispusso problemi fondamentali della vita materia:e e morale dei popoli d'Europa, con la coscienza di 08Cuparsi di questioni di comune interesse. Fra i vari con– vegni internaziona:li di Ginevra ha assunto una particolare importanza quello promosso da:le « Rencontres Internatio– nales ». Un comitato costituito da eminenti persone della politica e della cultura svizzero., consapevoli della grave crisi che l'Europa sta attraversando, aveva ,invitato uomini di cul– tura fra i più insigni dei diversi paesi d'Europa, per sotto– porre alla loro indagine il problema forse massimo del nostro tempo, quello cioè de:Je condizioni dello spirito europeo, quali esse sono venute vel'ificandosi al termine della seconda grande guerra. « Le temps est venu ...,...essi dissero - de 1,e demander ce qui est vivant, ce qui .est va:able, ce qui est juste, dans la pensée humaine et européenne •. Le conferenzé e i dibattiti assidui ~ frequentatissin1i di cui è stato dato resoconto su diversi giornali e riviste, hanno avuto tutta !a serietà che si addiceva al foro carattere e al loro scopo, onde sembra lecito trarne i· migliori auspici per r opera di ricostru- • zione dell'Europa intrapresa dai popoli europei. Negli stessi giorni si sono riuniti, pure a Ginevra, i diri– genti del movimento in favore della pace e i rappresentanti delle numerose associazioni federalistiche dell'Europa. In tutti era vivo, il sentimento (e le esplicite dichiarazioni non sono mancate) che gli uomini ivi riuniti rappresentavano, in con– trapposto all'Europa degli stati, la nuova Europa dei popoli, che cercava per la via dela solidarietà la soluzione dei suoi problemi fondamentali, mentre gli .stati si affannavano, nella loro disperata impotenza, a cercar di puntellare il vecchio edificio rovinante de:la loro politica di equilibrio. Forse non tutti questi uomini separavano nettamente, nel doro pensiero, i due processi antitetici del:'Europa che nasce e di quella che si spegne, ma la fede nel trionfo della nuova Europa dominava in tutte le loro assemb.:ee. Non sempre si é saputo interpretare ·-Io spettacolo dell'universa:e debo!ezza presente dell'Europa, distinguendo le incertezze della giovane Europa che solo ora comincia a mettere le ossa, e la senile debolezza degli stati caduti in un mortale marasma; ciò non di meno la convinzione che l'Europa debba vivere e che essa vivrà, questa convinzione, fondamento certo della 5ua rinascita, si è affermata in tutti i discorsi e in tutte le discussioni. UMBERTO CAMPAGNOLO

RkJQdWJsaXNoZXIy