Lo Stato Moderno - anno IV - n.2 - 20 gennaio 1947

Lo STATO MODERNO 35 8. Esami al pLural.e. Esami di Stato al plura!e, e non esame di Stato. E' noto (3) che .nei cinque articoli proposti alla Costituente dal:n sottocommissione· per la scuola (re!atori i proff. Moro per i democristiani, e Marchesi per i comunisti) si sta– bi:isce molto pericolosamente che « per assicurat'e un impar– ziale contro&,c,dell'andamento degli studi, e a garanzia della oollettiDità, I{' legge dispone che i titoli legali ds ammissione agli studi S1.11)6riori e di abilitazione professionale siano con– feriti mediante esame di Stato». Ciò significa che fesame di Stato è fatto soltanto alla fine_deg:i studi liceali 1 o magistrali, o dei vari istituti t~nici specializzati (ragioneria, edilizia, radiotecnica, ecc.). Non è difficile comprendere che qui un buon punto a favore è stato segn~tb dal prof. Moro, legittimo rappresentante dei co11Si.5teoti interessi finanziari e « mora:i » che fanno capo alla vasta rete delle scuole confessionali. Da un punto di vista sociale m.L!a più assurdo di un provvedimento che abbandona all'iniziativa privata, senza alcun controllo da parte dello Stato, proprio le scuole che per essere essenzialmente- formative, e dirette a!le masse, · sono que:Je che hanno importanza 50ciale di gran lunga mag– giore de:le altre. le elementari, le scuo:e professionali~ gli istituti tecnici inferiori, e perfino ,j ginnasi. Chi potrebbe - per citare uno dei danni minori - garantire la scuo:a p.ub – blica contro la concorrenza sleale di scuole private che con– ferissero i loro diplomi per merito politico o -altro che sia? Anche dal punto di vista tecnico si affollano le obie– zioni contro un unico esame di Stato posto so!tanto al:a fine di un periodo di dodici anni di studio: vi 50110interi sog– getti di studio - come le lingue straniere in certe scuole - che non figurano in 5ede di esame di Stato; e chi ha pratica sufficiente sa quanto riuscirebbe farraginosa una prova la cui ampiezza è già eccessiva, se ad essa si aggiungesse l'ac– certamento - in certi casi doveroso - degli studi antecedenti. Quale scopo confessabile può indurre a rifiutare il prin– cipio di prove graduali e ascendenti, limitate nei 'Soggetti e opportunamente distanziate nel tempo, in modo da offrire al:a comunità e a!le stesse famig:i:e quella tempestiva in– formazione, que:Ja piena gar_anzia. che non sempre riusci– rebbe convincente se affidata ad un solo esame, sostenuto magari a Roccacannuccia? Nessuno a parer nostro. Obb:igo dunque di frequenti esami nelle scuo!e pubb!iche, come già nel 1907 sosteneva il Salvemini: è questa la « sola efficace ~orveg:ianza possibile su!le scuote private», la sola che porrà !e fa1J1iglie « in grado di distinguere dagli effetti le scuole buone dalle cattive». 4. Una scuola più vicina alla vita. Mentre dunque facciamo voti perchè una fom1ulazione così intimamente JJ:nberale, e assurda, e gravida forse delle peggiori conseguenze in un non lontano futuro sia evitata ne:la carta costituzionale del nostro popolo, dobbiamo con: eludere' con una osservazione che varrà se e quando :e fone oongiunle degli uomini. ,di buona volontà avranno sventato il colpo che si cerca di vibrare alla scuola nazionale. L'attuale tendenza a procacciare l'ingresso ne:le Uni– versità mediant~ i buoni uffici ·dei gestori di scu_oleprivate - cioè la tendenza a solt«e gran parte del curricU:um li– ceale - è frutto della scarsa levatura intellettuale di molti che non intendono il valore e l'importanza di tali studi, e richiedono solo il peuo di carta che consenta :ibero ingres– s?. nell'Ateneo; ma in parte è dovuta anche ad un ·graduale Lontanamento della scuola daJa vita per cui molti - igno– ranti o no - sono indotti a pensare o a sentire che non pro– prio per opera de:Ja scuola si formano personalità e carat– teri più efficienti per una vita degna dei •nostri giorni, o menti più aperte a speciali studi superiori; che - comunque - molto di ciò che dovrebbe dare, fa scuola di oggi non dà; e molto di ciò che impone è caduco. Tale convinzione diffu. sa ha contribuito a togliere ogni freno alla ricerca della licenza per la licenza, cui siamo debitori della vasta fi-oritura del privato commercio scolastico. A nessuno salterebbe in mente di pagare H biglietto del cinema solo per il gusto di uscire in qua'.che maniera dalla sala, e nessuno penserebbe di versare la sua quota ad una casa di curo solo per non farsi medicare, e -uscirne più ammalato di prima. Eppure è proprio questa la C<?ndizicine paradossale in cui si pongono molte famiglie. Gli esami di Stato elimineranno molti abusi, ma non saneranno tale loro fondamento psico:ogico. Per questo occorre che la scuola di domani elimini la vaga impressione di dubbio e l'ombra di scetticismo che pesa su quella di oggi. Occorre che essa dia più sicura la convinzione del servizio - diciamo pure questa brutta parola - che rende. A ciò gioverà, da un lato, un'effettiva democratizzazio– ne. per cui la voce di sindacati e assoaiazioni e pubblico in genere possa sempre più e sempre meglio essere asco:tata, e si sviluppino le iniziative •locali, e magaTi si rendano local– mente elettive le cariche di preside e di provveditore, rico– noscendo più ampie mansioni al collegio degli insegnanti, in modo che il Paese si rispecchi meglio ne:la ~ola, e qu'esta « viDificandosi delle idee dal di ftWri risponda con maggiore rmmediatezza dN,e esigenze democratiche e progressive del– la nazione» (4). E gioverà dall'altro un largamente meditato e. discusso nmmodemamento della scuo:a che porti, almeno nei centri principali, a:la costituzione di scuole integrali come si hanno ;n altri Paesi, nel!e quali famiglie e giovanr possano trovare maggior rispondenza alle proprie idealità e inclinazioni, con una pù fibera scelta, in un più vasto complesso di soggetti di studio e di attività; determinando la possibilità di promo– zione da una classe all'altri grazie ad un minimo totale di punti che l'alunno possa attingere dalle materie predi– lette, fatta eccezione'per quelle poche considerate indispen– sabili - in maggiore o minor misura - 11 tutti. E gioverà che fra le materie a sce!ta alcune, di va;ore pratico o mo– rale, rispecchino la vita di oggi: educazione civica, conoscen– za e uso di macchine dall'auto alla radio, aspetti delle scien– ze e delle loro applicazioni all'agrico:tura, all'igiene, ecc., educazione alla vita familiare, e via dicendo. Da-!la prima ali' ultima classe, tale scuola integra– le dovrebbe essere perçorsa dalle tre coordinate che segnano anche i vivi indirizzi della cultura quale si è venuta costi– tuendo dalla Rinascenza in poi, e massimamente nell'ulti– mo secolo: la feconda tradizione classica, la scienza intesa come filosofia nella sua sostanza logica e ne!la sua organi– cità, la tecnica per cui il pensiero ritorna alla realtà da cui ha preso le mosse. Nello spazio abbracciato da tali coordi– nate i giovani dovrebbero potersi muovere con Te:ativa liber– tà durante tutti gli anni di studio orientandosi secondo le preferenze proprie o della famiglia, seguendo i maestri pre– diletti, acquistando una più completa esperienza del sapere che varrà anche a scoprire le vere attitudini individuali. Fra l'altro in una scuola siffatta i risultati raggiunti dai gio– wni sarebbero valutati con spirito più aperto e sereno, che - senza esserne una media - starebbe fra la troppo mo– derna disinvoltura di certi giudici privati e il troppo rigido giudizio di pubblici esaminatori costretti a riprovare. per in– sufficienza in Qualche partico!are materia, giovani che sono destinati a studi del tutto diversi. UMBERTO FORTI 1·1 (3) u. SEGRE: Le Scuola oUa Co.tltuente, In • stato Moderno •• n. 2Z, 20 nov<,mbre 1H8, · (4) A. OASANO: Avrem-0 ,.,. Ministero del.l'TsttllLZ!one Prl'vata7 nel giornale • 14 Si>mtnena'le •• 2 ,novembre lHI. ·

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