Lo Stato Moderno - anno III - n.19 - 5 ottobre 1946

436 LO STATO MODEaNo che aveva denunciato l'alleanza e rotto le relazioni <liploma– tiche con la Germania e i suoi satelliti, furono condannati \ sotto ¼'accusa di aver messo l'U.R.6.S. nel:a necessità di di– chiarare fa guerra, guerra che fu infatti dichiarata il 5 set– tembre, dopo che da due settimane Ja Bulgaria negoziava con gli Alleati l'armistizio. E' questo un caso tipico della con– fusione che si è vdlutamente fatta, in qualche paese, a propo– sito di criminali di guerra e affini, tra ideali nazionali e posi– lZ"ion'i di :partito, e del modo come certe :leggende 'Tiesoono, in buona fede, ad acc7ditarsi anche all'estero. Passiamo, nel campo dei membri delle Nazioni Unite o co– belligeranti invase dalle Potenze def Tripartito, ai così detti « collaborazionisti », che sono, nei casi estremi, a rigor di legge, responsabili del crimine di alto tradimento, in quanto prestarono man forte, in posizioni di alta responsabi:ità, quali capi di governo o di milizie o di corpi di polizia politica, ad uno Stato in guerra rontro il legittimo governo. E' questo, tipicamente, il caso di Quisling in Norvegia, di Mussert in Olanda, di Nedic in Serbia, dei capi della Repub'b"licaSociale in Ita:lia.Comtletamente diverso è il caso -de:!presidente Hacha . in Cecoslovacchia, eh' era lui stesso il Capo dello Stato legit- timo (è dubbio tuttavia se tale potesse anrora considerarsi dopo la firma del trattato di protettorato che aveva evidente– mente oltrepassato i suoi poteri), democraticamente eletto, mentre eguale legittimità non si poteva attribuire, specialmente in un primo tempo, al governo di Londra, che pure, visibil– mente, ·tanto meglio rappresentava ~e idealità nazionali. E diverso è il caso dello ~lovacco Tuka, il vecchio combattente anticeco testè impiccato, che già sotto la prima Repub– blica eh Benes aveva scontato una lunga pena di carcere. Esponente di un partito che ancor oggi ha, con mutato nome, la maggioranza assoluta in Slovacchia, egli era divenuto capo del governo nella Repubblica Slovacca di Tiso, sviluppatasi sotto la pressione tedesca da quella •Slovacchia autonoma che oggi è risorta con presidente comunista, benchè i comunisti siano risultati in netta minoranza alle elezioni: onde è dubbio in qual misura tale posizione rispondesse alla volontà popo– ·Jare. E diverso è infine il caso di Pétain e dei suoi collabo– ratori, Lavai in testa, il cui regime si era insediato bensì in modo inconsueto, ma pur semp,e con una investitura della Assemblea Nazionale. Onde il problema si sposta per costoro-- quando non vi ~iano responsabilità specifiche per crimini di diritto comune - dal terreno giuridico a que:llo politico e morale. Politi– camente essi, impegnandosi così a fondo su di una linea che sapevano contraria a quella tradizionale ·del ,loro paese (e per Tuka non si può forse neppure dir questo), dovevano sapere di assumersi una responsabilità gravissima, di cui avrebbero scontato le conseguenze se quella linea fosse stata condannata dai fatti. Un giudizio morale, infine, dovrebbe prendere in considerazione i singoli uomini ad uno ad uno, per il che è chiaro- che non sempre disponiamo di elementi di giudizio sufficienti: Poichè evidentemente costoro ritenevano sicura la vittoria tedesca; e in una simile ipotesi essi potevano in buona fede pensare fosse convenientll per la Francia o per la Ceco– slovacchia rispettivamente (facciamo sempre astra~ione dal oaso Tuka) inquadrarsi per tempo nel « nuovo ordine » euro– peo: che la loro condotta sia stata dettata dalla convinzione, che questo fosse veramente il meglio per il loro paese o al contrario dal desiderio di personali vantaggi, implica, indi– pendentemente dai risultati, un giudizio nettamente opposto sul lorv operato. Ipotesi che si può fare del resto anche per tallll_li collaborazionisti degli altri paesi citati che agivano d a contro il loro Jegittimo governo, i quali pure potevano agire non per scopi personali, ma nella convinzione· di giovare in taJ modo al loro paese. La .varietà dei casi che pur vanno. nei diversi Stati, sotto Jo stesso nome, è grandissima. Che, per esempio, in Albania si ieondannino a morte i capi fascisti locali sotto g;liauspici di un capo dello Stato che era stato fascista fino a .pochi anni I9rima, può essere comodo, ma non è· .cer– tamente edificante. Di vivo interesse e di alta drammaticità è il caso Mihaj– lovic, del quale già si è occupato nel n. 14 di questa ~ivista un nostro collaboratore. Orbene, il Mihajlovic è stato ,giusti– ziato in capo ad un processo, della cui serenità - a prescin– dere dal fatto che il C-Ovemo jugoslavo respinse ,la richiesta di Washington di ammetrere testimonianze di ufficiali ameri– cani da lui salvati - può essere indizio l'affermazione conte– nuta nel comunicato ufficiale che « le colpe del itraditore Mihajlovic contro il popolo jugoslavo sono ,troppo grandi ed orrihili perchè possa essere, o si permetta che sia messa in discussione la sua colpevolezza ». E allora, perchè il proces– so? Evidentemente per la preoccupazione che hanno anche i governi totalitari di dare parvenza di legalità, di giustizia e di devozione all'interesse nazionale alle .Joro azioni, e tanto più quanto più son dettate dallo spirito di vendeHa e daH'in– teresse di parte. Si vO'levauccidere il monarchico e militari– sta serbo: si è preferito fingere di giustizi:ire con i ,tutti cri– smi un traditore della patria. Altro .caso int-eressante è quello del Gran Muftì di Geru– salemme: una delle grandi pedine dell'Asse nel mondo arabo, che gi6cò in (PÌeno la carta sb·agliata, con Rascid Alì el-Kai– lani, ,capo .del ,governo ,dell'Iraq, e .con .un principe .della casa reale egiziana, il Nabil Mansur Daud. Non v'ha dubbio che il Gran Muftì, citl'adino della Palestina sotto mandato bri– tannico, divenuto propagandista delle radio nazista e fascist~. sia, se non criminafo di .guerra come sarebbe stato dichia– rato, colpevole di alto tradimento verso la .Potenza mandataria. Ma .come si potrebbe ·escludere che egli, nemico dell'In– ghilterra per ragioni nazionali, .credesse - evidentemente a torto - di far l'interesse diel suo popolo, che pure nella sua ,grande. maggiwanza fu perfettamente leale verso l~ Naziioni Unite, appoggiandos•i alla Germania? .Di fatto, dopo il suo arresto ci .si ,limitò a -sistemarlo -in un .confi-nodorato presso Parigi, donde potè quaJohe tempo dopo « fuggire " ,,enza difficoltà \Per rnggiungere J'ospitale Egitto. A ;sua volta el-Kailani è ospite del Re d'Arabia, membro essa pure delle Nazioni Unite, mentre Mansur Daud, messo ~I bando dalln famiglia, J1a dovuto accO'lltentarsi di esercitare un modesto mestiere a Parigi. L'Inghilterra insomma,' vuoi \]?er ragioni di opportunità po'1itica, vuoi in omaggio alla loro, reale o presunta, buona fede, nO'll ha jnfierito, nè direttamente nè •'.lttraverso i ,rispett-ivi Stati., contro questi uomini. Anche Soekamo, il « Presidente della Repubblica Indo– nesiana », è, di fronte all'Olanda, nelle st:esse condizioni. ·Anch'egli, suddito olandese, ha .collaborato in pieno con le autorità d'occupaztione, ed ora pretende di farsi ~iconoscere dall'Olanda medesima presidente .di quella Repubblica che egli ,ha creato coi mez:lli fornitigli <lai Giapponesi. Anche per lui si può sostenern che ,pensasse in buona fede di far l'inte– •resse del suo popolo, sostenendo i Giapponesi. L'Olanda tratta, :se nD'llcon Jui direttamente, ,col suo governo, pur non senza una certa diffidenza; l'U.R.S.S. lo appoggia, pur avendo da parte sua deportato, previe .abbondanti sanguino.se _epu– razioni, •intieri ,popoli sospetti o accusati di collaboraz1omsmo, I

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