Lo Stato Moderno - anno III - n.19 - 5 ottobre 1946

LO STATO MODERNO 435 Criminali di guerra e·collaborazionisti Abbiamo, in 1Unprecedente articolo, espresso alcune criti– che sul modo come è stata regolata dai vincitori fa questione dei cirminali di guerra propriamente detti. Ma ci sono altre catego– rie, per cui viene talora impropriamente usata la denominazio– ne stessa di criminali di guerra, a proposito delle quali Je no– stre riserve dovrebbero essere anche maggiori. Si t,ratta dei « re– sponsahili della guerrn » nei singoli Stati, .cioè dei membri dei governi di guerra e degli altri esponE:nti dei regimi di quei paesi che combatterono a fianco de:la Geronania, e dei « col– laborazionisti », cioè di coloro che nei paesi membri o cobel– ligeranti delle Nazioni Unite collaborarono in qualche modo con le autorità tedesche d'occupazione. Per queste categorie l'accusa parte generalmente, non da governi stranieri ex ne– mici, come per i « crimina:i di guerra » propriamente detti, ma dagli stessi governi dei paesi cui appartengono gli accu– sati, che per i paesi vinti sono naturalmente governi « anti– fascisti » antitetici di que:li che a suo tempo fecero la guerra; e per essi si par:a, ora a proposito ora a sproposito, di tradi– mento, come se ne parla a buon diritto per quei, pochissimi cittadini di paesi alleati non invasi (tipico il caso di John Amery in Inghilterra) che fecero pure causa comune con i tedeschi. E' tutta questa, una materia assai complessa, a propo– sito della quale si è fatta molta confusione tra principi giuri– dici, politici e morali, tra idealità nazionali e spirito di parte; e si è fatta purtroppo anche molta retorica e usata molta ipocrisia; onde non è male sforzarsi di chiarire alcurri con– cetti, e introdurre una nota di sincerità in un campo che per tanti rispetti sembra refrattario ad ogni visione serena. Cominciamo da:ìa responsabilità per l' intervento in guerra e Ja continuazione della guerra da parte dei minori alleati de:la Germania. E' chiaro che in questo caso non si può parlare di reati ,perchè i governanti prebellici - se tali erano ,legittimamente - di questi paesi, per esempio ·dell'Un– gheria, avevano perfettamente il diritto di far la guerra: si potrà in qualche caso imputar~ tali governi di avere tenui.o illegittimamente il potere, di essersene impadroniti con la violenza, e di questo allora, che è il vero reato, chiamarli a rispondere. Tale è, tipicamente, il caso dei governi albanesi insediati dagli occupanti fascisti, e del governo romeno di Antonescu, anche se a loro vo!ta essi avevano preso il posto di precedenti dittature di individui poco raccomandabili, co– me re Zog e re Caro!. Ed è questo anche il caso de:J'Italia, dove appunto gli esponenti del cessato regime furono perse– guiti a causa degli atti rilevanti compiuti per dargli vita o per mantenergliela: ma lo furono assai poco, chè la legge fu applicata assai blandamente, e infine praticamente elusa con l'amnistia. Per l'intervento in guerra come tale si potrà parlare di errcfre politico quando si ,poteva fame a meno, iin quanto oi si sia posti dalla parte perdente, ma questo non è condannabile in sede penale; o, ciò che è iben più colpevole, si potrà, quando ne sia il caso, condannare il fatto di aver preso una decisione così rgrave contro l'evidente 'VOiontà del paese, contro i suoi interessi, contro i suoi ideali. Ma nel caso della Bulgaria, e, più ancora, della Fin– landia, siamo ben lontani da ciò. In Finlandia c'era un go– verno indiscutibilmente democratico, da fare invidia sotto questo rispetto a qualcuno dergli stessi popoli vincitori: e la guerra rispondeva al sentin)ento del popolo, che non solo vedeva nella Russia l'oppressore secolare, ma che per due volte in un quarto di secolo aveva dovuto difendersi anche contro l'aggressione della Russia nuova, e dopo la pace del 1940 aveva ancora dovuto sottostare, indifeso, a una serie di pressioni e d'imposizioni da 1 parte del:a potente vicina. Che in queste condizioni la Finlandia non abbia saputo opporsi alla richiesta tedesca di passaggio, che abbia preferito. far la guerra ai Russi, contro cui aveva fogittime rivendicazioni da affacciare, anzichè ai Tedescbi, è umano; e se si -aggiunge che essa non diede alcun apporto alla guerra fuori del teatro delle sue rivendicazioni nazionali, e che non fece atti di osti– lità contro a:cun'a:tra de!le Nazion~ Unite, che, sola tra i sat~lliti della Germania, non firmò il Tripartito, non si vede proprio di ohe cosa ,j Finlandesi possano accusare i loro gover– nanti di allora, se non di aver visto ma1e al pari di tutti, e col conforto della maggioranza par!amentare e del:a pubblic·a opinione. Eppure, anche in Fin:andia si è parlato di crimi– na:i di ,guerra e solo la superiore civiltà del paese ha impe– dito che si commettessero eccessi; ci sono stati tuttavia pro– cessi ad otto ex ministri e « responsabili della guerra », dovuti soprat~utto all'esterna imposizione: che è poi intervenuta an– che in un secondo tempo per rec!amare condanne più gravi di quelle che la Corte si era sentita di pronunciare. Non molto dissimile - democraticità del governo a parte - il caso della Bu:garia. La Bulgaria si trovò di fronte a una precisa domanda di passaggio della Germania, che per attuare i suoi piani doveva passare, e sarebbe passata: il che per la Bulgaria significava sceg'.iere tra il far la guerra contro la Germania, al:eandosi con la Jugoslavia e la Grecia che erano le sue 1radizionali nemiche (contro le quali si appun– tavano le sue rivendicazioni nazionali, fatte proprie, quelle verso la Grecia, anche da:!' attuale governo coipunista) e l'al– learsi con essa, realizzando le, sue aspirazioni nazionali. Fu un calcolo sbagliato, senza dubbio, ma non si può negare che fosse umano. E si noti che la Bulgaria aveva in pr~ce-· denza respinto, pare, la proposta di Mussolini di unirsi a lui nell'aggressione alla Grecia, e, se -poi firmò il Tripartito, si limitò alfa guerriglia cont1o i partigiani nei territori ad essa attribuiti, non mandò truppe su alcun fronte, non di– chiarò guerra alla Russia, e iniziò trattative con gli Alleati prima della capitdlazione della Romania, quando i Russi era– no ancora lontani. Eppure anche in un autorevole settima– nale italiano si parlava recentemente, a proposito dei gover– nanti bU:gari del periodo della guerra, di traditori della causa nazionale, e in nessun paese, salvo forse in Russia, si sono condannati a morte o a gravi pene detentive tanti « crimi– nali di guerra ». E' vero che il governo non era qui, a diffe– renza che in Finlandia, espressione. democratica del paese - per quanto la Bu:garia non fosse più da qualche tempo in regime strettamente dittatoriale -, e che il gruppo di oppo– sizione diretto da Muscianov si era pronunciato contro l'ade– sione al TTipartito, ma, quasi. per iTonia, Musciancw fu trà gli arrestati dal nuovo governo filosovieJico, il cui presidente del Consig:io è per contro quello stesso che 111el1934 pose fine in Bulgaria al regime -parlamentare, instaurando la dit– tatura. In a:tri termini l'epurazione ha servito in Bu!garia gli interessi di un partito e di una corrente, anche se essa sj chia– ma Fronte patriottico. che ha trovato il modo di sgomberare così il terreno da molti dei suoi avversari. Tutti i pretesti sono stati buoni: basti pensare che i membri del gabinetto Muraviev, gabinetto aotinazista costituitosi il 2 settembre 1944 e °"i-ovesciato una settimana dopo dalle truppe russe,

RkJQdWJsaXNoZXIy