Lo Stato Moderno - anno III - n.19 - 5 ottobre 1946

454 destre laica e democristiana, Saragat si prestò con eccessiva condiscendenza al gluoco di Togliatti, e sferrò sulla Tribu– na dei 18 il contrattacco con l'articolo « Prevenzioni comuniste e tendenze so– cialiste•, difendendo nell'autonomia socialista, continuamente minata dai co– munisti, l'impostazione antitotalitaria della democrazia socialista, l'indipen– denza di questa dalla Russia, la possi– bi!i,tà e il compito socialista di un as– sorbimento dei ceti medi. Nello stesso tempo, sul Sempre Avanti! del 18 set– tembre, Luigi Chignoli, membro della Direzione del Pal'tito Socialista, defini– va «prematuro e sospetto• l'intervento di Togliatti tendente a rigettare sui ri– formisti la responsabilità dell'inefficien– za del patto d'unità d'azione; e spiegava come il P. S. ne stesse rielaborando tut– ta la materia, in vista di un'azione ef– ficiente socialcomunista contro le destre. Doccia fredda in questo senso, sui fre– miti di speranza della destra reaziona– ria (v. « Parentesi: comunisti e sociali– sti • nell'Avanti! di Milano del 19 sett.). Ma Togliatti rispose durissimamente a Saragat (• Tre colonne di piombo», Uni– tà del 20 sett.) tacciandolo di qualunqui– sta, di provocatore, e poco meno che di sciocco per le sue speranze di convoglia– re i ceti medi verso un parti,to socialista autonomo anzichè verso un partito uni– co dei lavoraori. Il Partito di Saragat ne prese allora la più pacchianamente de– bole delle difese: accu~ò Togliatti di ec– cesso polemico, e difese Saragat come un caro compagno ingegnoso ed onesto: ma senza pronunziarsi sulla concezione sa– ragatiana della democrazia socialista, e ribadendo la necessità di una unione di– fensiva socialcomunista a tutela del pro– letariato minacciato dalle destre ( « ... E il terzo gode;., di Pertini, Avanti! di Ro– ma del 21 sett.). Non soio; ma, diviso co– me è, il P. S. non poteva neppure vera– mente difendere Saragat: infatti il Sem– pre Avanti! di Torino pubblicava il 22 sett. un articolo di Camillo Pasquali (« Saragat e la Medusa»), la sostanza del quale confermava le accuse di To– gliatti in forma evidentemente edulco– rata ma non meno recisa: Saragat non veniva accusato di qualunquLsmo, ma di democrazia liberale, che, in termini di sinistra socialista, non comporta diffe– renze fondamentali: e solo venivano scongiurati i comunisti di non alterare la distinzione tra i due partiti. Togliat– ti rispose naturalmente a Pertini che egli aveva semplicemente difeso l'onora– bilità del suo partito e della sua pen;ona. Da questa polemica ancora una volta i socialisti sono usciti diminuiti rispetto ai comunisti. Pertini ha potuto dire ro– manticamente che i socialisti preferisco– no andare in carcere coi comunisti piuttosto che al potere contro i comuni– sti. Il che è molto nobile, _ma del tutto inconcludente. In realtà la pretesa «Po- 1izione chiara• di Pertini ( Avantì! del 1• ottobre) è la oscurissima posizione di un partito che rivendica a ogni momen– to la ~ua autonomia e invoca dai, co– munisti Il rispetto di questa, senza sa- tò STATO MÒDÈRNÒ pere affatto in qual modo impiegare questa stessa autonomia. Ora la pecu– Harità del «borghese• Saragat, nei'Par– tito, sta appunto in questo, nel conce– pire e desiderare un socialismo parla– mentare, che egli non vuol riconoscere quanto sia estraneo allo schietto mar– xismo. Per questo 15carso coraggio in– tellettuale, Saraga t stesso non ha poi l'ardimento di costituire un suo parti– to radicalsocialista, e i suoi propositi re– stano letteratura in seno al P. S. Medio– cre letterato, Saragat; e politico morti– ficato e mcongruente Pertini. In queste secche il P. S. si arena e giuoca il suo prestigio elettorale. Non ci stupirem– mo che un bel giorno I pochi socialisti più seriamente preoccupati della fun– zione di un partito di umtà proletaria manovrassero la fusione coi comunisti, allo scopo di salvare, sia pure con un colpo di tàsta, hl socialismo, dalla sua attuale inconcludenza politica. OPINIONE DI CENTRO SINISTRO Un lettore appena attento rimane gradevolmente colpito dall'accento « wallaciano • degli. editoriali del Mes– saggero, dovuti tutti o qµasi alla penna g:à compromessa ma sempre molto ric– ca di Mario Mlssiroli. Il 25 sett., ii Mis– slroli ammoniva Ja Democrazia Cristia– na ~ntorno alla necessità di fondare un programma di autorità dello Stato su realizzazioni non equivoche di giustizia sociale (« AutorLtà e giustizia sociale»); il 26, accettava per buona l'intervista pacifista di Stalin (« Perchè no?»); il 29 appoggiava l'unitarismo di Terraci– ni contro l'autonomismo di Conti (« U– nità •l. Il 27, contro Io spregio qua– lunqu~ta delle divisioni di partito'e il volgare motLvo di destra, della superio– re uni-tà della patria, scriveva una di– fesa dei pal'titi, come organi per eccel– lenza della disciplina e dell'educazione del suffragio unilversale ·(«I partiti»). Gli aùicoli di Missiroli sono tra i rari articoli di stampa mdipendente, che non pendano verso la demagogia di de– stra e non indulgano a complessi d'in– feriorità verso la sinistra. DEBOLEZZA DEMOCRISTIANA Augusto del Noce, tra i giovani stu– diosi del marxismo, ha preso pocl:if me– si fa una sua posizione con lo studio ; Attualità della filosofia di Marx• nel n. 2 della rivista Costume; e in questa rivista (Stato Moderno, n. 16 del 20 agosto u. s.) ha chiarita la sua convin– zione che lo storicismo marxista non sia stato sinora superato da un prete– so oltremarxismo idealistico. Un'inda– gine di questo genere è il presupposto del notevole articolo sul «Dramma dei democristiani•, apparso sul Corriere Lombardo del 28 sett., nel quale il Del Noce indica la misura della debolezza democristiana nell'incapacità di De Gàsperi di fronteggiare veramente il « doppio giuoco • dei comunisti: incapa– cità che deriva, anche da parte del de- mocrlstiani, da un mancato superamen– to del marxismo: « H superamento del marxismo è un problema culturale, e si presenta oggi in termini nuovi e singolarmente diffi– cili, perchè in parte inadeguati sono ap– parsi it superamento revisionisico, da Croce a De Man e le forme politiche a cui esso da' dato luogo. Problema cul– turale dunque, a lunga scadenza e di pochi; mentre il problema poMico non ammetbe dilazioni di tempo ed è di masse. E inoltre la posizione di oltre: marxismo è un problema mentre per un ripiegamento sulle facili linee di un an– ticomunismo clericale ci sono invece gid tutte le premesse e tutti gli interessi. Opporre a un più o meno larvato tota– litarismo comunista un più o meno lar– vato totalitarismo cattoltco, facendo 'leva sul confessionalismo, mascherato ma– gari nella più allettante forma di inte– graltsmo e di cristianesimo senza com– promessi, se non è la linea finora se– guita dal partito, è però quella auspi– cata da molti settori dell'opmione cat– tolica. E' incredibile-quanti cattolici an– che colti ripongano l'essenza della po– litica cristiana in un'opera di 'demoli– zione dello Stato laico: che altro voglton dire, p, es. per restringersi ad un cam– po, certi progetti tendenti a favorire oltre mtsura la scuola privata contro la scuola di Stato o certi discorsi sulla li– bertd di insegnamento che dimentica– no proprio quella che è la libertà es– senziale da rivendicare nella scuola, la libertà dell'insegnante? Si riprodurrebbe allora quella tragica vicenda di cleri– calismo e anticlericalismo, che è troppo noto quanto sia stata esiziale alla sto– ria del nostro Paese. Tuttavia, anche una posizione di ec– cessivo pessimismo avrebbe il difetto del-Cesoluzioni di riposo. La situazione del partito democristiano è la situazione di un partito che ha già le sue masse: il suo problema non è quello del loro agganciamento, è quello "della formazio– ne delle élites. Quindi i! suo destino - se vorrà procedere verso una forma di cristianesimo politico moderno o retro– cedere verso forme antiquate e rovino– se - può dipendere in gran parte dal– l'imziativa dt piccoli gruppi. Il cui ~em– pito, che non direi Gi revisione dei principi classici della politica cristiana, ma piuttosto di loro aggiornamento ri– spetto ai proble'1111ieffettivi dell'espe– rienza storica, potrebbe in qualche mo– do essere facilitato dalla stessa relati– va stasi politica di oggi. B~ogna dir chiaro che l'inadeguatezza delle forze politiche organtizzate attualmente esi– stenti è, tale che il loro giuoco non può portare che a qualche crisi parlamento.– re. Di questa stusi dovuta alle loro defi• •cienze bisognerebbe approfittare per la ricerca di nu01Je prospettive». u. s.

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