Lo Stato Moderno - anno III - n.19 - 5 ottobre 1946

452 sicura della sua sincerità nel rinuncia– re, una volta per tutte, ad ogni aspira– zione di far passare delle navi da guer– ra attraverso gli stretti. Il punto di vista americano coincide con quello britannico, specialmerite per quel che riguarda la necessità della li– bertà del commercio mondiale. L'Ame– rica ha inoltre essa pure dei vitali in– teressi nel Medio Oriente, per i nuovi investimenti nei pozzi petroliferi: en– trambi i paesi hanno quindi interesse a che non venga spostato l'equilibrio di forze nel settore, con il ,prevalere della potenza russa sulla Turchia. La soluzione migliore sarebbe, tutto sommato, e !'.allestimento di basi delle Nazioni Unite che controllino interna– zionalmente gli Stretti, ma non è faci– le ;tabilire come la cosa potrebbe pra– ticamente effettuarsi. Se se ne facesse la proposta, la Russia richiederebbe ·cer - tamente il controllo internazionale di tutti i punti strategici del mondo - da Suez a Gibilterra, al Canale di Panama. e La prossima mossa non è chiara– mene prevedibile. La Russia può solle– citare una decisione o può concludere che il tempo, nei riguardi de!la Tur– chia, giuoca in suo favore. Se la sua pressione ne!!'« incoraggiare» l'indipen- • denza « democratica » cwrda, per esem– pio, dovesse oltrepassare un certo limi– te, la Turchia potrebbe far ricorso alle Nazioni Unite. e Il punto di vista britannico ed ame– ricano nell'intera faccenda sembra di– mostrare chè vi saranno miglior,i possi– bilitd di una composizione amichevole quando fosse, dipipata l'atmosfera di tensione che accompagna la discussio– ne dei trattati di pace». I DISEGNI RUSSI J,J governo sovietico - riprende J. L. Garvin pochi giorni più tardi sullo stes– so giornale - è deciso a irifarsi de'!Jafor– zata astensione della Russia dalla pace se.guita alla prima guerra mondiale, e, ne.J nostro caso, a rifarsi della man~ata partecipazione al trattato di Sèvres e della parte secondaria avuta nella re– dazibne dei trabtatJ di Losanna e di Montreux. Essa sa perfèttamente che la Turchia rappresenta un ostacolo àJ &uoi disegni e che non è più il caso di spuarè ni.ill1aàal piano di contrappor– re la quova repubblica so 7 ta dall'Impe– ro ottomano alle Potenze oècidèntali: negli ~ltlmi anni precedenti la seconda guetra motldialè ,)a Turchia di Ataturk sJ è resa befl. conto di dove stava il pe• rlcolo per la sua indipendenza e per le sua integrità nazionale; la sua natura– le .ispirazione, all'epoca <;leiconflitto fra nazismo e bolscevismo, era che Germa– nia e Russia sj distruggessero a vicen– da. Le recenti proposte per un nuovo regime degli Stretti è la naturale con– seguenia d1 un plano di penetrazione e di Intimidazione che trova il suo ante– cedente più diretto nella denuncia del trattato ventennale d"-amicizla turco– soviet:co. avvenuta nella primavera del 1945. « Le formali proposte sovietiche LO STATO MODERNO de!L'8 agosto scorso lasciano da parte alcune delle rivendicazioni non ufficia– li tendenti ad un ingrandimento terri– toriale. Non vi è menzione nè di Kars nè di Ardahan nè del ca.so divertente dei àue profeuori georgiani che formu– lavano grandi aspirazioni appoggiando– si, come fonte, ad Erodoto'. • In effetti le praposte ufficiali del Cremlino contengono tre richieste pri7ll– cipali. La prima non presenta reali dif– ficoltà. Le altre due mèttono le cose in termini inconciliabili con lo spirito, lo statuto, l'intento e l'esistenza delle Na– zioni Unite. ...« La totale esclusione dell'influen– za delle potenze occidentali per il fu– turo significa l'applicazione della dot– trina sovietica delle « aree chiuse • - terra, fiumi e mare - a!l'Europa orien– tate ed all'Asia minore». ...« Inoltre, ciò significherebbe che vi sarebbero delle ba.s! russe negli Stretti e forse a.U-rove su territorio turco Se una aperta aggressione di tal gene– re potesse esse·r compiuta da un mem– bro delle Nazioni Unite verso un altro membro di quella pacifica organizza– zione, quale fatale beffa sarebbe per la nuova Magna çarta dell'umanità!». WORKING THEIR PASSAGE HOME? Frase di Winston Churchill, questa, con cui l'ex Premier voleva caratteriz– zare la posi~ione di molti paesi nemici che « si stavano faticosamente guada– gnando il biglietto di ritorno>, cioè la ammissione fra le Nazioni Unite; e, pri– mo fra tutti, l'Italia. La Tribune del 16 agosto si chiede se la politica britannica, diversamente da quella americana che « non è insen– sibile abla presenza di qua~~he milione di votanti italiani negli stati dell'est» non stia rendendo inutilmente faticoso questo sforzo. E' vero - scrive la ri– vista laburista - che l'Italfa deve ri– cordarsi che « essa prese parte alla guerra dalla parte «sbagliata». Ma non Si può fare a meno di far os– servare l'incongruenza per la quale i delegati della nuova Ita>ia non otten– gono a Parigi la stessa accoglie<nza di quelli deJla Grecia. De Gasperi è dopo tutt6 altrett;mtb lontano dalla dittatu– ra mussoliniana, nello spirito e nella forma, quanto lo è Tsa(ldaris da Meta~ xas. E' verç, che Metaxas d]ch:aròguer– ra all'Asse, ma molti Inglesi hanno af– fermato che la rivoluzione italiana a– vrebbe dbvuto compòrtare una éiiversl– tà di trattamento verso l'Italia dèl do– poguerra. • Dopo tutto Mussolini è stato rovesciato e po'i ucciro ...; trabtare la Grecia. come un alleato e l'Italia come un nemico ~. quanto meno, un errore di tatto. Sembra strano che! ~opo aver prestato il loro contributo alla lotta co– mune, gli italiani debbano essere trat– tati senz'altro come i rappresentanti di mi paese sconfitto ex-nemico. I partiti democratici. per cui quei rappresentan– ti parlano, traggono la loro autoritd dalla sollevazione contro Mussolini ed i' tedeschi. Avvilirli vuol dire minare tale loro autqrità •, .. Se firl dall'Inizio H comportamento degli alleati fosse stato diverso, il pro– getto di e trattato• avrebbe avuto una diversa accoglienza in Italia. Le Poten~ ze anglosassoni avevano di fronte a lo– ro due alternative: esse pote-Vano o ap– plicare i brutali <termini d'armistizio del 1943 - « tanto oltraggiosi che nessuno osò mai ~bblicarli », - oppur:e can– cellarli e stabilire nuovi rapporti• su altre basi. Invece « fu applicato il solito compromesso privo di principi e di lo– gica•. L'armistizio fu quietamente po– sto da parte, ma con molta incongruen– za si continuò a considerare l'Italia ere– de delle colpe di Mussolini. « Cosi le pedanti rivendicazioni di frontiera del– la Francià basate su « motivi strategi– ci~ (nell'epoca atomica!), invecè di es– sere affidate a. negoziati diretti franco– italiani, furono solamente inserite nel progetto del • trattato di pace » che è stato imposto a De Gasperi ed ai suoi colleghi con la punta delle baionette al– leate. Allo stesso modo il regolamento del problema di Trieste, invece di esser sottoposto all'U.N.O., • che ne avrebbe delegato la discussione alle potenze - con ?iisultati in sostanza corrispmvdenti a quel!! elaboratj a Parigi - fu deciso dai . Quattro Grandi come parte del • Diktat » generale. E' probabile che Trieste avrebbe dovuto essere in ogni caso sottoposta a controllo internazio– nale, ma non vi è alcuna ragione per cui questa decisione non dovesse esse– re presa come parte di una sistemazio– ne generale a!la quale l'Italia avrebbe potuto partecipare su piede di ugua– glianza con paesi come la Grecia e la Jugoslavia: L'abitudine di usare la conferenza della pace nell'intento di dare soddi– sfazione a tutte le pretese derivanti dal– la guerra non Ila nwtla ohe la possa raccomanda.re, se non una cattiva tra– dizione». La stessa mancanza di immaginazio- ' ne caratterizza le altre parti del trat– tato. La contesa più lunga soI'ta fra i Quattro Grandi nella conferenza pre– paratoria aveva per oggetto le ripara– zioni; è invece accaduto. che gli italiani considerino le ripàrazioni come la par- te meno importante del trattato. L'am– montare richiesto dalla Russia in ultima istanza non è di gravità insopportabile - 25 millqni di sterline - ed il paga.– mento in mèrci può avere l'effetto dJ stimolare la produzione. Ora s,i cqnsid-erino ,an~e,•Je concessioni della Gran Bretagna e degli Stati Uòi• ti in materia di riparazioni, non si può dire che si tratti di una « pace carta– ginese •; ma è « tuttavià, una cattiva pace che metterà seriamente in perico– lo l'autorità morale della repubblica. C'è da sperare che gli Sta.ti Uniti le porgeranno un qualche aiuto economi– co. Ma per quel che riguarda la Gran "Bretagna, è stata trascurata un'ottima possibilità di rendersi amica la nuova ltaLiq, qemocratica », O, B.

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