Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

378 1lri.onfo di due partiti ohe si ributtano a vicenda sulla .fattia l'epiteto di anti– pairiota (a quando l'« anJtinazionale? ») nella speranza - finora fon.data - che gli italiani non si accorgano. che l'uno e l'aUro. si aggirano per nece55ità su strade che non son.o soddisfa:cènti al guicci&rdimano « paorticulare '» dell'Ita– lia nostr,a. E aflora? E allora tu, "che pure hai combattuto e operato, oggi deluso più che scora-to, reputi buono accettare quel che c'è, e il gioco come viene :llatto, e i parti,ti come sono e, denundam:lo spietatamente i fatti e gli errori (perohè gli occhi li hai conser– vati lucidi e l'intelletto chiaro), pure te la prendi con l'opposizione sistema– tica e con l'avversione al regime dei tre pa-rtiti di massa. Oaro POZ2Jani, tu quoque dunque vedi giusto, e ,POi, col– pito da quello strano mwbo tutto ita– liano del compiacersi del solo veder giu– sto e di sa!,vare con ciò non l'anima (ooe è piuttosto un mo).le affure dei nordici) ma l'inl\.'E!'Jiligenza, che· è tutto l'orgoglio dei meridion-aili, preferisci adagiami sulle cose come sono, traduziàne culta def vecchio stellone ohe salverà !'.Ita– lia, in cui credette SÌJl1 Gioacoh~no Vo~pe çon -le conseguenze che tutti vedono. O che forse l'aver de-tto -in tempo de– bitJo che la pollti<la estera di De Ga– ~i era un tessuto trama,to di infin– garda,ggine e di i.ncaipacità si è dimo– sti,ato, alla resa dei conti, un'ingenua svalLutazione o non piuttosto un,a dolo– rosa constata:i;iorue? O che i-I ribattere dell'impossibilità di una solida intesa tra Corbino e Scoccimll!lTo (anche con ogni p i ù imprevisto trasfoNI1ismo), Stanlio e Ollio detl'economia e deL!a fina,nza italiane, ti pare ,piuttosto- una in<lebita trasposizione polLtica del cine– na che un segno ddloroso deil.l'impos– biQiità di darci una chiara pol.iJtica pro– duttivistica? O forse tu pensi che ma– mfesµizioni come quel-le di RivoUa I<ieaJe, di R,osso e NeTo, e di quel Ma– nifesto barese dove è apparso recente– menl'e un !Wti.coloÌJl1titolato a tutte let– tere « I fascisti attendono • (col per– messo, .naturailmente, di tutte •le autori– tà repubblitCane del loco) siano indice !li sa-n.ità come certi foruncoli de'll'età giovanile, e che per tutto il resto la nostra poli°tica interna non merit'i che stupore e ammi,razione? Oppure fai an– che tu· come Tog,lia-tti che ya a Parigi, di li fa scaraventare le più atroci ac– cuse (da.Ila incompetenza alla corruzio– ne, a,l cosciente tradimento degli inte– ressi naziona:li) contro il Governo di cui è ' parte e corresponsabile il suo partito, se ne toma bel belilo in Italia, e interrogll'ÙO su:L!Japossibfilità di un'a crisi risponde con un umorismo tutto inglese (non se ne •offenda Tog(liatti): « Una critica non è una crisi•? E tu sai ·quanti altri in-terrogativ:i mi resti– no sulla penna, ivi compreso quello di domroidare (e questa vdlta anche a me) se a Pa,rigi si giocano i destini del Pae– se o I resul~tl delle prossime elezioni legislative: • ta stATò MòpERNò E bada che la domanda, ohe potreb– be sembrare ,un màlizioso processo al– Je intenz.iòrll, può domani di,ventare una cosa seria, ma allora vedrai che la risposta non piacerà nè a De Ga– speri nè a To~iatti, e forse, purtrop– lP<>, nè• a me nè a te. Perohè pare im– possi•bile ma destino della democrazia italiana è queHo di esser giocata ai" dadi da partiti che democratici non sono. ~ E qui dow~pe inn~tarsi il <liscor– so, divenUJ.to ormai più d\umoso che fa– moso, del quarto partito di cui tanto van cianciando i,,nostri giornali' sul– le orme di una specie di articolo-te– stamento di Borsà (a proposito, la– sciami cog.Uere l'occasione di salutare in Borsa l'ultimo, chissà per quanto, direttore democratico del « Corriere della Sera» - ogni :tanto .fa bene usa– re antiche _locuzioni - e di rimprove- 1ra-11gli il modo troppo felipa.to con cui si è lasciato allontana;e dal,la sua cat– tedra giornalistica. No, caro Borsa, rion ragioni di salute ,ti hanno costret– to a Jasciare il « Corriere », ma pres– sioni politiche hanno voluto che la tua autentica ivoce di democratico re– pubblicano non ammonisse più da ,una cattedra ancora capace di tanta eco, e tu lo .sa-i e hai fa-tto ma.le lf non dir– lo, anche perohè il Paese ha il dirit– to di sapere e di ~ vedere » come e quanto la situazione si tenda tra un partito comunista che sta forse imboc– cando Je sue vecchie vie e una situa– zione che, per natural difesa, si spo– sta sempre più su posizioni meramen– te conservatrici). Ma prima vorrei accennare a un certo tuo, come dire?, metafisico e in– sieme affettuoso accelll!lo ail parti.to so– cialista che io avrei il torto di troppo acerbamente icl1iticare. !Bada, siamo d'accordo sul,la ~ione eccezionale che ha ogg-i il partito socialista in Ita– lia, ·siamo d'accordo che esso rappre– senti oggi Ja sola ·difesa dehla demo– crazia italiana, ma è appunto per que– sto che si ha il dovere di parlare a– spramente. Appunto perohè è ~orme la sua re.9I)OJIS3:bilità, deve essere (denunciata Ja sua lin.sufficienza, ap– punto perchè Ja nostra democrarzia_è affidata aile sue spalle è necess;irio ad · ogni passo ricordargli che occorre go– vernare, governare bene e senza ri– torni di fiamma classisti o material•i– sti. E anche Mazzali •bisogna si decida L'ITALIANO Ossen,atore politico settlmana!e Comitato di redazione: Luigi Boniforti, Manlio CaÙcagni, Sergio Lepri, Elio Selvetti Redazione ~ Amministrazione: Firenze, p. Duomo 2, teL 292-312 Un numero: LIRE DIECI ESCE LA DOMENICA se vuol fare LI massimaiÌsìa come àl Congresso di Firenze o il possibilista secondo certo suo lllltimo. atteggia– mento. E non aiver pa,ura di farsi chiamare «azionisti» solo· perohè si scrive che il partito socialista dev'es– sere « duttile, rivoluzionario, ·vivo, agi– le, democratico, deciso, libero e sot– tratto ad ogni vernà aprioristica ... », dove, con .,qua,lohe aggettivo di trop– po, si fà un di.segno stranamente simi– le a quello ohe su queste colonne in tempo clandestino si fece del Partito d'Azione, fa•cendoci accu.~a-re di destri– smò dai soliti mi-tomani. Ma il partito socialista può essere -« sottratto ad o– gni iverità apriJOristica » solo si.no al limite ... <lei socialismo, e cioè sino al limite del · tenden2liale assorbimento dell'economia <la (P~te dello Stato e di una ,volontà di p:aruficazione che, o è di sviluppi limitati, e al!oria non arriva ad essere integralmente socia– lista, o~è di sviluppi illimitati e allo– ra è sinonimo di ditfàtura politica. ·se poi il partito socia-lista, ,!nuncerà, ma seriamente, oltre al classismo operai– stico e al materialismo storico anche a questi più sottili resi<lul del marxi– smo la sua conveèfsione democratica sarà completa e, quel che più conta, la sua efficienza •politica r~sa certo più salda di q.uel'1a, evanescente, esercita– ta oggi. E' ,vero ohe qui c'è un gross~ argomento, quello del pericolo di per– dere l'appcggio. dehle irnasse proleta– rie· a profUto dei comunisti. Forse ,un po' di fiducia ne11e masse non g-uaste– rebbe e, comunque, questo è il: rischio dell'operazione. A vantaggio grosso, ifischio grosso. E così, de plano, sono ricondotto al– l'argomento del quarto ~rtito. Argo– mento in reailtà _più ,buffo che sca– broso se si -pensa ohe gli italiani que– sto qua.to partito ce U'a•vevano già, ed era frutto insieme di patimenti e d'ingegno, di meditazione e d. sacrifi– cio: i.I parti,to d'azLone. Almen « quel partito d'azione per il quale tu ed io, caro PozzaJ'.!i, ci siamo sempre battu– ti contro la cieca ,incomprensione dei nostri e la interessata ironia degli av– versari. Ora .che quel ,partito è mor– to annegato in un rigagnolo ecco che . se ne lamenta da mancanza e da più 'parti, accora-tamente si ohiede il quarto pa,rtno, che sia demo.cratilCo e soltan– to democratico, ohe sia ,capace di sta– re al governo e di stare a-ll'opposizio– ne senza sollevare nuvole di prote– ste metafisici! , che non s-ia ancorato a interessi particolaristici o regionali– stici, che badi a,lla storia ed ai fatti d'Italia ohe è il solo modo fecondo di baidare ai fatti e alla storia d'Europ!l e <lei mondo. Si tratta dunque· di• ri– d'ar~ « quel • pa,rtito \d'a:z.ùone? Forse noi siàmo troppo malati di scetticismo e troppo timorÒSi del sarcasmo, e ci sentiremmo riisuonare neLle orecohie :il i!Ìtolo ibseniano « Quando ,noj/ morti ci destiamo». Eppure ... Mario Paggi

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