Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

370 LO S 'l' A T O MO D E.R NO • 6i può non essere comunisti senza essere fascisti? (quanto meno nel senso di camplici inconsapevoli del fascismo?). La ,-isposta del Lomoordo-Radice è quella 'solita: « superare i pregiudizi anticomunisti tnon signifièa diventare comunisti ». IMa quale sarà la figura politica di questo non comunista non anticomunista? Evidentemente sarà un non comurtista che ,non dovrà più parlare di antireligim;e o di antilibertà comu– niste: la sua funzione sembra quindi soprattutto quella di « calcolare le resistenze », collaborando col comunismo col mostrare l'inadeguatezza di certe tattiche nella situazione esistente. Ancora: per il Lombardo-Radice la via per cui l'an– ticomunismo tenta oggi di <riemergereè la tendenza alla « crea- • llione di un grande partito di centro, di tipo democratico, che escluda i comunisti dalla direzione politica e li <rinchiu– ida, isolandoli, -in una ,posizione statica di OJ)posizione ». Per essere anticomunisti basta insomma per l'autore non volere i comunisti al governo,. sia pure in un governo di coalizione. Questa posizione comunista meriterebbe un lungo discorso; non iposso farlo" qui e mi limito a osservare che• il non co– munista non anticomunista sembra non poter essere per il Lombardo-Radice che una specie di comunista. in via: che .vqrrebbe diventarlo, ma ohe è ancora dubbioso su certi prin- cipii e su certi metodi, e che ,praticamente aiuta i comunisti, dissipaodo nell·e zone di opinione cattoliche o liberali o socia– liste le pregiudiziali anticomuniste. Ho chiamato questo libro « diario » e9ntro le intenzioni del suo autore, che s'i propo!Ile':a.1piuttosto un'ana\isi storica tlel .rapporto di fascismo· e di an_tioomunismo. Ma ho usato il termine perchè mi sembra che l'autore descriva un pro– cesso spirituale ormai concluso; dico questo fondandomi su di un fatto d'esperienza: la tendenza <leg]i intellettuali verro il comunismo sembra ora arrestata. Non dico certo che oon possa iriprendere: ma se ciò accadrà, sarà in un'altra forma di cui si possono fin d'ora prevedere le linee. (Se non si riu- 5cirà ~ organizzare una forza politica che non sia rispetto al comunismo in termini di semplice opposizione, ma di su– peramento; parlando con rigore, anche se iii bJcoa qui un tema pochissimo familiare, se apparirà l'insuperabilità del marxismo come filosofia). E' mia persuasione, anche se per ora condivisa da pochissimi, che la filosofia marxista rappre– senti una critica decisiva dello storicismo idealistico come pure delle forme esistenzialistiche p neopositivistiche o prammati– stiche, per cui il suo su.perame;to, se è possibile, deve impor– tare una vera rivoluzione filosofica; se pur questa possa pren– dere la forma non già dell'affermazione di qualcosa di assolu– taménte nuovo, ma di una purificazione della tradizione filo– sofica ellenico-cristiana, come riscoperta <lelsignificato di prin– cipi ohe furono nell'età moderna dimenticati. Perchè questo processo verso il comunismo si è arrestato? Perchè quelli che l'autore \.'UOI considerare - tali anzi gli appaiono necessariamente nella.sua prospettiva - come sem– plici swgan, comunismo come antiliberalismo, antireligione, maschera dell'imperialismo slavo, iii iiono manifestati più fe– sistenti di quel che i giovani comunisti credessero. 'Conside– riamo pure il più inefegante dei .tre, fa veoehia critica trotzki– sta che rappresenta fo iitalinismo come un impantanarsi del comunismo nel naziortaltsmo slavo. Essa è indubbiamente su– perficiale quando venga intesa irt un senso, dirò cosi, machia-. vellico, qùan'do si pensi a una Vi>lontàpositiva dei politici russi a una specie .di inversione del -sensodel comunismo: non più la Russia per la rivoluzione mondiale, ma il pro!etariato mondiale per Ja Russia. M.a diventa degna di ben altra rifles– sione se inserita in una prospettiva non più machiavellica, ma vichiana: <lella Provvidenza, dell'eterogenesi dei fini. Equiva– lendo allora all11(lomanda se non sia destino (lel marxi$UO il non potefs,i realizzare come tale nella storia, ma risolversi nella formazione della nazione russa: comunismo in un solo paese, entrare della Russia come nazione· in una guerra che la sua pace dimostra non già rivoluzione =dia!e, ma guerra di nazùmi come nessun'a:tra mai nella ,storia ... Non pretendo di risolvere qui la questione, dico che sono cose da far riflet– tere, e che i fatti della storia dal 1917 a oggi l'liprestano assai più facilmente a essere intesi in questa pr~spettiva che come processo verso la « società degli eguali ». Si vuole con ciò respinge~e del tutto il processo descritto dall'autore e ritornare semplicemente all'equazi:one fascismo– antiliberalismo? Penso inve contenga un e:emento irnpc,1- tante di verità, ma inesattamente interpretato. Per me i! rap– porto fascismo-comunisiuo-liberalismo si pone in sintesi nel seguente sche~a. Assenza nella cultura europe,a <liun effe~tivosuperamènto del marxismo, per cui questa cultura non può che rifiutare il comunisll}o (cioè, sotto il rapporto immediatamente politico: impedirvi l'afflusso dei ceti medi), ma non organizzare e gui– dare una forma p,:>liticasuperiore. Autorizza quindi fa resi– stenza al comunismo, ma non può <liriger:a: questa perciò non può realizzarsi che sotto la forma di anti. Quindi la piena verità dei giudizi secondo cui il fascismo è anticomunismo • senza superamento e che l'anticomunismo è la sua seconda li- nea di difesa. . . Questa resistenza, per ,la sua posizione di puro anti, non può che assumere la forma di una repliça tlel comunismo sotto segno contrario. Il fascismo obbedisce alla duplice legge dei fenomeni reazionari, <li ridurre a strumenti quei vafori che pretende difendere (onde ti suo aspetto di negazioi;e dei va– lori) e di dipendere nei suoi earatteri dalla rivoluzione che pretende combattere (onde la sirmnetria dei suoi aspetti a quelli del comunismo). Sotto questo rapporto è vera, anche se inesattamente formulata, fa tesi liberale del nesso organico tra comunismo e fascismo; e ci si rende pure conto della validità che mantengono ae critictre sul-1' anttlibertà e l' antireligione co– muniste. In re.altà fo due tesi opposte, fascismo come~antili– beralismo e fascismo come anticomunismo non sono che aspetti parziali di una verità più ampia. Da una parte il marxismo, dall'altra la civiltà europea che -non·ha saputo compiere il suo superamento; sotto la pressione del marxismo avviene all'in– terno di questa civiità una rpttura tra una cultura che •non riesce a raggiungere la rea1\à politica (onde 4'impotenza pra– tica dell'antifascismo liberale) e una politica che, disgiunta così dai valori, -prende fa forma di attivismo. Quanto all'attività antifascista su cui l'autore tanto insi– ste, bisogna vederla nel suo carattere di contro. Non poteva costituirsi che in occasione di una guerra in cui la Germania nazista, ponendosi come distinta per razzà, entrasse di fatto in lotta contro tutto il mondo; la guerra contr;> i vari fasoi– smi nei paesi euròpei fu in realtà contro di essi in quanto su– bivano ~'a1:eanza<lel nazismo. Si costitui un'unità di fatto che non bisogna confondere con l'unità di un principio ideale: destinata a decomporsi, come accadde, con la fine deHa guer– ra. Non e'è quindi da restar sorpre?i del risongere del!' anti– comunismo nelle sue forme più immediate e più prossime al fascismo. Questa. guerra, espressione di una crisi ideale, non può esser vista come la sua sòluzione; niente <li strano che ab– bia lasciato la situazione spirituale sostanzia:.mente identica; come avrebbe potuto sopprimere le sue radici? Se si guarda alla sostanza e non alle forme contingenti l'antinomia di comu– nismo e fascismo permane e non può essere altrimenti, non potendo esser tolta che <lall'app:\rife di un principio ideale superiore che finora manca. · AUGUSTO DEL NOCE

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