Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

.LO STATO MODERN◊- 369 F ASCJSMOE AN1 JCOM-UNJSMO Il fascismo fu, prima di tutto ed essenzialmente, an– tiliberalismo? unica forma di vita; ancor più che semplice forma politica, con cui non solo.-non volle, ma non riuscì mai, per una specie di repugnanza intrinseca a mimetizzarsi? Per cui essere veramente contro il fascismo significhi non già volere questo o quel programma di riforma sociale, ma ama– re la libertà per se stessa, « senza c;>mpanatico » secondo la frase di Croce? - O -invece, anzJtutto ed essenziaknente 'anticomuni511lo? di modo che ·la sua esperienza dimostri come la negazione de) comunismo importi, se spinta sino in fondo, anche la negazione dei tradizionali valori di civiltà? Come, l'antico– n:'Uni\imo,anche se po51Saatteggiarsi a 1iberalismo e ,a cristi'll- . nesimo debba coerentemente finire nella negazione del libe– ralismo e del cristianesimo? 1943 - il cui orientamento è proprio perciò assai diffe– irente dalla pooizione iniziale di Rosselli, anche se lé tesi sembrano combaciare - si vuol salvare .la cultura ideali– stica, nella sinistra cristi;ma il cattolicesimo:. e si spiega ipure la maggior vicinanza al comunis1no, e la sua defini– tiva risoluzione in esso, di quest'ultimo movimento, la cultura che voleva difendere non essendo quella del mondo faico moderno. Ora un -recente e molto interessante libro di Lucio Lombardo-Radice (Fascis"mo , e antioomunismo - Appunti e ricordi 1935-1945, Einaudi) ci dà come il diario iii questo processo: ci mostra il passaggio di questi giovani dall' equazione fascisrno-antiJiberaliSI]lO a quella fascismo– anticomllll!smo e all'identifiéazione dell'antifascismo col co- munisrno. Il difetto essenziale del giudizio liberale appariva 'nel suo non pçter portare che ad un antifascismo statico, ad un antif3.5Cismoohiuso in una posizione etico-.eligiosa qhe non riusciva a farsi politica: fermo ad una posizione di con– danna che non diventava azion -'positiva. Perchè? Non certo perchè i suoi sostenitori mancassero di impegno e di corag– gio, ma per la sua· effettiva impotenza a ·raggiungere la realtà storica. La prospettiva della fotta su due fronti, contro il .fascismo·e contro il comuni~mo, pgrtava l'antifascismo..Jibe– :rale alla doma~da: « abbattere il fascismo, ma quale sarà il .dopo?... Non potrà darsi che si stabiliscono con ciò le con– dizioni -per una dittatura ancora <peggiore?» e lo portava altre– sì alla conseguente speranza deli' « accadere di qualcosa" che, mutand?, la situazione storica, permettesse l'operare. Si evade– va cioè aalla reale situazione storica: « prepararsi negli studi », OSéta s·a:lva·r-si i\anima, ma abbandonando al m'ale il mondo e con esso ll'Dch~la propria vita esteriore. Fermarsi all'antJa– scismo liberale sembrava fermarsi a una sistemazione moral.è, con quell'ombra di ipocrisia ohe c'è in una tale situazione; a una dissociazione <li interiorità e di esteriorità, che è poi ,il .;isultato di una rottura tra rii passato e il presente· L'an– ,tifascismo liberale segnava la dualità del presen1e e del pas- E' noto come il primo giudizio sia stato quello della « intelligenza)> europea del ventennio, stranamente una– nime,.. nei suoi filosofi e nei suoi politici, come nei suoi Jet– terati e nei suoi storici: Ctoce su questo punto pensa come Nitti, Mann come Huxley, Benda come Huizinga eoc. Da una parte i r gimi liberali: carattere 9acro della persona, metodo della persuasione, rispetto del valori spirituali, uni– versU:ità umana ecc.; dall'altra i regimi totalitari: persona rJdotta. a strumento, negazione deH'universalità umana nella nazione, nella razza, nella classe, metodo della violenza, va– lori spi,ritua1'i stnmiento dei valori vitali, elevazione della politica e deUo Stato a valori assoluti. Si distingueva t.a il bolscevismo, stOria russa di un popolo che non aveva fatto l'esperienza ,dell'umanesimo e della dviltà moderna; se inserito in q.uesta storia: suscettibile forse di essere inter– pretato come un progresso, onde la speranza di una· sua evoluzione; e le sue -repliche eur pee, il nazismo e il fa– scismo, fenomeni di involuzione nella barbarie. « Ciò che si può spiegare i,n un paese primitivo come la Russia, di– venta, ripetuto in Germania, un terribi:e fenomeno di de– cadenza mentale », cito, tra i mille analoghi, quesfo giu– dizio• di Nit'ti (La disgregazwne q.ell'Europa, pag. 210). Perchè, chiaramente intorno al 1939· e silenziosamente già dar 1935, in relazione insorrufla allo sfociare nella guerra della c;:isi europea; questo giudizio cominciò a perder cre– dito? Sottolineiamo l'importanza, anche immediatamente politica, di questa domanda: equivale a chiede-rei la spie– gazione del processo - ora almeno nella sua prima forma, già esaurito - <di mqlti giovani intellettuali verso il COf!.lU– nismo (si potrebbe ~e, allargando, dei ceti medi, se ca- .ratteristica dei ceti mi,di è di formulare il giudizio politico in termini non meramente economici, ma cu!turali ed etici). Un p-rocesso che ehbe una struttura e necessità sue proprie, e che fu percorso da quasi tutti gli inteflettuali che si sono formati nell'ultimo decennio (si intende, parlo so!tanto di quelli tra essi ohe vol~no vivere secondo lo spirito), an– che da coloro che· al comunismo non hanno mai aderito o da coloro che sono 'oggi suoi avversari. I suoi caratteri essen– ziali mi sembrano questi: anzitutto, · al comunismo non si perveniva affatto attraverso la persuasione teorica della ve– rità del· materialismo dialettico e neppure dell'economia di Marx; esso veniva piuttosto ritrovato .nella ricerca di una coerenza tra un pensiero e una vita antifascista, di una libé– ~azione dal fàscismo che non si limitasse alla sfera del pen– siero. In secondo luogo, questo processo ,non appa:re mai formato da considerazioni propriamente politiol1e, ma solo qa resistenze cl,l_lturaH: nel movimento liberalsocialista 1939- o . snto ma senza riuscire a 'superare il presente. Dal primo momento di disagio (negli anni 1938--1941), si passò, dopo l'entrata in gÌìerra de:Ja Russia, alla constata– .zione di una tesistenza che non ,riusciva a realizzarsi che sul piano dell'unità antifascista e dell'ultima carta fascista giuo– cata sullo spezzamento di q~1esta unità in nome dell'antfoo– rnunismo. E di qui alla Tiflessione <liima inconsapevole com– plici.là dell'anticomunismo antifascista col fascismo. L'anti– coU:-unismoapparve come la seé"onda linea del fascismo e fa solidità del fascismo determinata dalla solidità di essa. Solo • -1' unità antifascista permetteva 'all' antifascism~ di passare da <posizionemorale a posizione politica e di vincere: perdhè il fascismo repubblichino non riuscì a organizzairsi, se non perchè la seconda li_nea era crollata, essflldo sorto 'llP nuO"o schieramento politico s4:1tto la bandiera dell'unità antifascista. Sono chiare le conseguenze di questo passaggio. Gli aspetti antiliberali e antireligiosi <lei lascismo si risolvono in aspetti derivati da un fondamentale anticomu!l,ismo: dimo– strando con ciò che l'anticomunismo importa la negazione idi ogni valore. Quindi, in tale p-rospettiva, la scarsa sensi– .bilità o la ribellione alle critiche sull'antilibertà o l'antire!i.... ,gione comuniste. E anco1a -in campo più strettamente poli– •tico: l'affermazione che l'essere democratici importi la liqui– dazione dell'anticomunismo. Sorge qui un problema impor– tante. che il Lombarao-Radfce. yela piuttosto che affroutare.

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