Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

332 quel,Jo deH'antitesi fusoismo-antifasci– smo. L'impostazione, in sede critica, è delle p.iù attraenti. Che non sia st1ta attuata la linea di condotta qui sugge– r.ita, è pure fuol1i dubbio; ma il critico dovrebbe fare un passo ulteriore e do– mandarsi perchè non sia stata attuat1. Escludiamo la risposta semplicistica che De Gasperi non è un Cavdtir. Se voglia– mo approfondire la tesi di Erasmo, dob– biamo notare che essa si fondl sul con– cetto giustissimo che la politica dei pro– feti disarmati, la politca moralistica, pecca proprio non in quanto cattiva po– Mtica. che è la tesi machiavellica, ma come cattivo attegiamento della co– scienza morale in-sede poli,bica. Giacchè, senza addentrarsi nella vessatissima e qui sproporzionata questione del rap– porto di morale e politica, è pur noto che solo la buona pobibica è la politica moralmente buona. Scnonchè si pecche– rebbe ancora di semplicismo, se si cre– desse che· la buona politica si dia allo stato puro, e non invece costantemtnte, sebbene in misura diversa, commista al– la politica moralisti{:-3 -0 a quella imp~– rialistica. E allora bisogna domandarsi: era possibile trovare ora in Italia la buon'.! politica allo stato puro? Se fosse lecito avanzare sin d'ora la prospettiva d,i un giudizio storico, credo che si do– . vrebbe rispondere di no. Ainzitutto perohè la nuova classe di– rigente e-soe da un vèntennio d:i vacan- 7,a politica, e quasi tutta ha inevitab:1- mente «consumato» il senitimento po– litico, in questo ventennio, sul piano del,]e dmma~ni o del pensier-0, o al massimo su quello de!J' opposizione clandestina, che è ben ailrtlra cosa che l'azione di governo. In secondo liuogo, l'azione politica si è presentaita, senza possibilità di evasione, commista ad una revisione, storicamente inevitabi•!e e •p<5i-00logicamente a,tteggiava insieme a senso di penitenza e a senso di ri– volta, de.! sentimento patrio: di fatto l'lJta,Jia sentiva, ·cioè, che n.on poteva sostenere una po:itica nazionale senza cercare di fonda.re s,u nuovi prin-cipii il sentim~nto n.az. :ionade stesso: è da stupire aJ'lora che in questa fase sto– r:ca tipicamente e accentuatamente mo– railisbica, l'l't.a.!,ia aibbia condotto una politica in oui atteggiamento storici– stico e atteggiamento moralistico si compene1Jra,vano con un.a certa indub– bia confusione? L~one di «di– fesa elastica • adottata da Erasmo pro– va che e~ stesso si rende conto del carattere ffluido di questa azirone, non unicamente moralistica, c o me egìi sembra insistentemente accusa.re, ma oommoista d,i rea,lismo e di mora:ismo. Nel che non vo~iamo dlire che non sia da rHeva~e il limite stesso del'le possi– bilità de1la nostra pontica estera: ma vogliamo dire che questo limite deve essere non soltanto accusa.to , ma an– che compreso. A®gi,u.ngecei a queste motivazioni una terza, e poliitioamente più gt"ave, ed è che la politica estera italiana è stata appun,to mora,lmente LO STATU MODERNO una politica debole, perchè si è lascia-. ta ,imporre 'la sua impostaz.i-0ne dalle dl<rettive di propaganda dei vincitori. Questi dicevano: siate antiif.asci.sti al– l'interno, e vi tratteremo da antifasci– sti ne:•le questioni dd po:litica estera. Non bisognava credere a1'le promesse di nessuno, chiederci ifireddamente qua,!e interesse avirebbero avuto i vin– citori a considerarci riabiilitabi come antiroscisti, e rispondere che interesse immeddato e dd breve portata non c'è mai, dalùa parte del \nincitore, a riabi– liitaxe il v'iJlto: che questo int&esse può essere percl}Pito soltanto da un idealismo 1un®irod,rante, e nt>n era cer– to il caso, dopo la morte di Roosevelt, di fa~&i soverchie illusioni su questo punto. Bisognava quiindli, per rag,ioni morali prima di tutto, dare una Impo– stazione nostra alla nostra poldtica, e non subire quel:la dei vànoitori. Ma per arriva-re a questo risultato doveva evi– dentemente essere già superata auella si,tua11;ione mora'1istico~po!itica del d·ua– Usmo ~sc'.smo~•ntifascismo che solo dopo il refereooum oominéia a riso!– Vlersi, presentando i due termini d~t– l'antitesi non più, rispettivamente, co– me due possibi.li forme di azione, ma come un fatto storico, e perciò, oggi,• come materia dell'a:l'lione. Tutto ciò sia osservato sen2a ricor– ,rere agli altri a,rgomenti che ci~colano oggi a doisco:pa ,della poLiti"ca degaspe– riana. C'è chi dà 1a colpa di tutto ali;; mona.rchia (« Affari esteri», Avanti! del 30 giugn,o): « La verità è che noi siamo stati traditi daUa. monarchia: dali/.a propaganda monarchica che, per fini egoistici interni, -ha ,eccessivamente ed ~esolu,sivamente battuto ,swUa questione di Trieste; così costringendo anche gli a,lbri -pa.rtiti, per ,non perae,r terreno, a seguirba; e ,c,reainào in chi ci guarda– va ila ,tota,le convinzione ohe ,so!o Trie– ste premesse -al popdLo italiano; che, levata Trieste, i51u.l ,,esto ,si poteS11>11 bran– qui!tamente fare man -bassa... La verità è che la Repubblica giu~e troppo ta7'– di: a cose ormai ;fatte, ,a posizioni pre-· se, a fette di torba lll,SSegnate ... ». Peraltro ,s,on,o noti gli atteggiamenti difensivi dei democristiani (v. « Ingiu– ste recl'imi.nazioni •• naH'Ita-lia del 4 lui,lio): anzitutto che non c'è una poli– tica estera di De Gasperi:, ma una po– litica estera soli.daile deld'iin.tero go– verno; poi, che i comunisti hanno sabo– tato col loro moto extragove<rna.tivo fi– lorusso Ja politica dia ·essi stessi accet– tata in sede di •governo, tendente all'e– q.uidista.n:za .tra i due b1oochd; poi, che le destre hanno di recente fatto una severa opposizJÌone a,l capo de1 ,go~no, e diminuHo con ciò l \und.ca carta a di– sposimone di De Gasperi, quella de'l- 1',l.lhità del pQPO'.o italiain.o. Il valore di queste argomentazioni è quello che è: ma al di sopra di esse sta senza dubbdo dl fatto che quella che l'Erasmo, da noi citatp, chhma la « cor– te• è composta di ,uomini risoluti ad attua.re la politica come mero rapporto di potenza; e siccome forse d popoli so– no g.ià un poco al di là di questa vec– chia conceZJione assolutistica, può non essere privo di efficien7,a un energico rJchàamo ,~gli impegni ddeali che i po– poli stessi, nel \lardo timore dei pericoli e della morte, si assunsero per il futuro. e che; se furono un mito animatore nel– la guerra, possono essere ancora la più saggia idea regolatrice per una pace sensata. ... e intorno al governo Qui, com'è evidente, trep'.dano di gioia i democristiani, e Si rodono i. socialisti. Citeremo per i primi Giulio Andre_otti, « Prime impressioni•, nel Popolo del 14 luglio. Era giusto che i democristiani avessero gl'Interni, « perchè la respqn– sabi!ità della politica interma e dell'or– dine pubblico incombe sul partito di maggioranza»; era giusto che rimanes– se loro Corbdno, per essere certi che nessuna avventura si sarebbe impru– dentemente corsa nel settore economi– co; era giusto che Gonella avesse l'I– struzione, pe,rchè ...: «,ladivisione fra cri– stiani e anticristiani è netta; e nel cam– po di questi ultimi le venerande vec– chiaie di Benedetto Croce- e dell'on. D' A– ragona perdono - nel!a lotta a Cristo qualsia.si differenziazio-ri-e politica ». Pe– riodo un po' forte, come ogn,uno può giu– dicare; resta da domandarsi con quale autorità l'Andreotti pronunzi &imili giu– dizi di cristianesimo é anticristianesi– mo; e qu.i bisognerebbe riprend~re il discorso anche intorno alla polemica Popolo-Unità a proposito dell' infe:ice frase del presule ambrosiano, « Roma o Mosca •: ma sarebbe un d-iscorso dnu– bile per i democristiani, per i quali la storJa della cultura si arresta spesso ;a situa:l'lioni di universalismo medievale. D'altra parte non tutti i socialisti hanno tran_guillamente ingoiato ·il ·boc– cone amarn della quasi sconfitta (tre rionunzie, e la vaga promessa degli E– steri a N !m.nd ); il discorso più intelli– gente ci sembra que1lo di Lelio Basso su•a 'Avanti! del 14 luglio, « Tra Scilla e Cariddi •· 11 Partito è, spiega il Bas– so, diviso bra la sua tendenza c!assista e la sua necessità di agire oome partito di gov&no. E crune pa~tito d1 governo esso è o~ purtroppo legato ad « una politica socia'Ldemocratica nel senso ·de– teriore delta parola ..,, una politica cioè che mira, si, a! miglioramento dell.e condizioni economiche dei tavoratori, 1lUl lascia ,sussistere -intatte tutte le stn-u.tture deNo sitato capitalistico, anzi– chè incidere su di e&se -con •profonde riforme ». L'analisi del Basso mi sem– bra particola!rmente ~alice se - si p:lnsa a.!Jia mortimoazione che i socialoisti han– no subito nella formazwone del gover– no: è infa,tti la mortifi.cazi.one di chi, di fronte a due Mm diversi, non si ri– solve deliberatamente nè per una par– te nè per l'aoùtra, e rimane battuto, per buona logica, sui due 11ronti. u. s.

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