Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

Aboonamento per ufl anno L. 4&'1 SOC, A>I, Rtt•sc> Eclltorc - MIiano Vl4 Meravfgll N. 7 - Tele/. a1 971 conto corre1t:, po.raie N. J/309C& • E ce il 5 e il 20 Ili ogni mese LOS·TATO MODER ORJT1.CA POLLTlOA EOON01'11IOA E SOC1.A LE - ··~. -- -=-==- ======------·----- -----=- \11110 III · 14 20 LUGLIO 1946 Unu copia L 20 SOMMARIO MARIO PA<;;Gl: L'ombra su" toma ANTONIO BASSO: lnsegname111i di una con• /eren.:rn pag. 313 315 UGO ZOVbTTI: Il proc1:sso Mihailovic • 317 VITTORIO ALBASI I SCROSATI: Una C'osti- tu:iione boccitta ERNESTO BASSANELLI: CrW got'ernative e agit":iioni sal?riali . ARRIGO CAJUMI: Il dito mig,.olo . » 319 » 322 • 323 VITTOR: Aria nuova i11provincia . pag. 324 GIORGIO DIE A: L'opposizione democratica (1) » 325 EMILIO TACCANI: lliflcui pratici del proble- ma salariale » 328 L. L.: Gli inseparabili . RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA. RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA NOTE QUINDICINALI » 330 » 331 » 333 » 335 L'OMBRA-SUA TORNA • • • Durante la crisi del '24 un parlamentare ebbe a domandare al Cardinal Gasparri quale sarebbe stato, in caso di caduta del fascismo, l'uomo a cui il Re si sarebbe rivolto per la successione. Senza esitazione l'alto prelato rispose « Giovanni Giolitti». « E se il fascismo cadesse fra venti anni?» - incalzò il par– lamentare. Il cardinale ebbe una lieve esitazione, e poi « Ancora Giovanni Giolitti». Allora, molti credettero a uno scherzo, a un modo elegante di togliersi cli impaccio da parte dell'inter– vistato di fronte all'indiscretezza del collocutore. In realtà si trattava di una cosa molto più seria; si trattava di un giudizio politico su certi dati fonda– mentali e permanenti della vita politica italiana, che U cardinale, in sua saggezza o in suo scetticismo, non riteneva suscettibili di rapida variazione, nem– meno dopo la sparizione di quella_ degenerazione tumorale del giolittismo che fu il fascismo. Se le sinistre italiane avessero inteso la lezione prelatizia, e non si fossero invece lasciate invischiare da illusioni ·e falsi giochi prospettici da fata morgana, oggi non si troverebbero costrette a registrare quella sonora sconfitta costituita dai resultati elettorali del 2 aiugno e dalla formazione del governo, sua logica conseguenza, anche se aggravala da errori di uomini e cedimenti d1 gruppi. Chi invece non fece orecchi da mercante di fronte al chiaro linguaggio della realtà post-bellica, linguag– gio di necessità limitato, mediocre, balbettante fu la democrazia cristiana, classica erede di una democra– zia giolittiana, dopo il franamento di tutto il settore della laicità. Ci sarebbero in realtà da scrivere cose golose sul contemporaneo avvento della Repubblica e del Vati– cano al governo d'Italia. Si direbbe quasi che il Ri– sorgimento in Italia non vuol saperne di. seppellire i suoi problemi. Ha appena risolto il suo dissidio istituzionale, che subito riappare il dissidio morale. E adesso non ci sono Lambruschini e Capponi da parte cattolica; c'è invece Gonella con la sua precisa presa di posizione massiccia e ortodossa, per nulla disposto ad indulgere agli « errori » del secolo, ma deciso per ora a denunciarli, e poi chissà, visto che in fondo le sinistre italiane sono così bonaccione, di perseguirli non ci sarà nemmen bisogno. Dunque·« l'ombra sua torna, ch'era dipartita ,.; e il gioco è ancora quello giolittiano. Fatto di cedevo– lezza, di lassismo, di compromesso sterilizzatore, sul

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