Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946

rlcano - ohe )a Russia t>r=ebbe utilità dallo studio del no,,tDI,rapporti con il Mes– sico. Tutto si riassume nelle quatt>ro pa– role seguentJ: mutuo rlspe~o, concessioni reciproche. Ciò Implica libertà <Il suftre– glo Jn 1uttl i paesi già oooupati dall'Asse. Bisognerebbe poter. con,tare O'IIUnque su e– lezioni [ibere <lai terrore e <la passioni, effettuate sotto la sorveglianza <lei russi, degli Inglesi e <Il noi stessi. Le <lemocra– me 6ono -degli 6tatl pachficl e partlcolrar– mente len4I a mettersi in !stato <licollera. Noi non vogUamo dÌll'igere a•Europa contro la Russ1a, e non vogliamo nemmeno che si verillchl il contrarlo •· Nulla di originale nel principio, for– mulato da Lindsay, di una dipl~azia basata sulla franchezza e sulla chia– rezza: è un. vecchio a~oma caro agli americani, cui già rispose il principe di Bismarck quando argutamente commen– tava: e Se voi <leslderate comperare un caval– lo non an<lrete gridando al quattro venti il prezzo massimo che siete disposti a pa– gare; e viceversa se volte vendere un ca– vallo non proclamerete il prezzo mJnimo a cui siete disposti a cederlo •. Ben notava Il Varé che gli americani sono i primi, quando sl mettono all'o– pera, a seguire I principi della dLplo– mazia tradiziona.Je, che non conoscono epoche o regimi, ma semplicemente sl fondano su interessi ed asp:razioni; molti di essi non sanno, probabilmente, che lo stesso principio di una diploma– zia franca, esplicita e pubblica, fu già rielaborato con intenti scientifici dalla storiografia francese e in ispecie dal De Meulnes riguardo alla politica francese dell'epoca rinascimentale con la stessa mancanza di concretezza e di specifica aderenza ai fa ttl. E' di caso di rioordare un esempio fa– moso di una personalità entusiasta del– la « nuova • diplomazia: Il presidente Wilson, che tuttavia amava discutere, a Parigir ,Je queistioni delicate, in una stanza Isolata con i soli rappresentanti inglesi e francesi e con una sentinella americana davanti alila porta che vie– tava l'ingresso a qualunque altra per– sonalità politica. Realistica è Invece ~•esortazione a comporre I.a disparità di vedute e di in– teressi con Il vecchio sistema del com– promesso, cioè delle reciproche conces– sioni; poichè è ,chiaro che nessuna delle due parti può mutare da propria con– cezione della ,vita e della storia e che ciascuna ha un campo di attività abba– stanza ·ben delineato, è certo che questa sarà la via migliore nella composizione di attriti e di rivalità. Sempre che o– gni pàrte abbia il senso della misura .... Strategia atomica Non ci siamo mal occupati, nella pre– sente rassegna, de li a bomba atotnica, perchè la stampa italiana non manca di dare rilievo a questo nuovo elemento della politica lntemaz1onale, Investito, per cosi dire, di una sua personalità, che si impone agli· stati come al •sin– goli Individui. Esamineremo ora un ar- LO STATO MODERBO · ticolo dell'ammiraglio Pierre Barjot, comparso sul Figaro del 6 marzo, Il quale, mentre#on accenna all'angoocio– so problema presente del monopolio del– la bomba atomica da parte delle po– tenze anglosassoni, nonohè dell'oppor– tunità o meno dell'internazionalizzazio– ne del processo, lumeggia la possibilità futura di combinazione strategLca fr.:.a la bomba atomica e l'aviazione a gran– de autonomia attraverso la calotta ar– tica. L'uso dell'atomo come esplosivo bel– lico ha coinciso con la costruzione della superfortezza B. 29, quadrimotore rapi– do capace di un'autonomia di volo di 10 mila chilometri. Nell'agosto 1945, il capo de-ll'aviazio– ne americana, generale Arnold, annun– ciava l'invenzione di un nuovo super– bombardiere il cui raggio d'azione sa– rebbe stato da ,due a tre volte superio– re a quello <le! B. 29, cioè di 25 mila qhllometri circa più della metà quindi del meridiano terrestre; agg:lungeva poi che si erano sperimentate .delle bombe guidate con Ja televisione da 1fn avia– tore volante a 25 chilometri dietro cia– scun ordigno, e che le bombe steGse sa- , rebbero state dotate di apparecchi di orientamento sensibili alla tuce ed al calore, ciò che avrebbe l'effetto di fare attirare questi apparecchi di distruzione dagli obbiettivi stessi: città, alti forni, camini di officine, ecc. L'estensione di potenza de 11 a bomba atomica come arma strategica risulte– rebbe da tre nuovi principi tecnici: lo accresciuto raggio degli aerei condutto; ri, l'automaticità del làncio•a distanza e l'impiego di aeroplani di guida. Ma il fatto strategicamente più im– portante risulta dal rilievo d~le distan– ze via Polo Nord di tutta la zona mon– diale di alta produzione. Infatti: • La quasi totalità delle ricchezze Indu– striali <lei mondo (acciaio, ca,rbone, petro– lio, officine meccaniche) è concentrato In vicinanza del 45° parallelo dJ latitudine nord. Il 50' parallelo nord passa per la Manica, il BeJ,glo, la Ruhr, la Slesia, Il Donetz, Magn1togorsk, Vancouver e Win– nlpegrll 40° parallelo nord passa per Chi– cago, P.lttsburg, Flla<lelfla. Madirid, Baku, il Turchestan, Pechino e taglia, in due Il Giappone, Guatid,Lamo U .globo terrestre dall'alto: 11 40- meridiano nord è situato a 5500 chilometri dal polo e di 50- meridia– no a 4500 ohllomet>rl. c&l la irotta artica mette le rJcchezze del mondo, situate pu– re In <lue emisferi! opposti, a 10 mil-a ch!– lometrl a volo d'uccello le une <la•llealtre, cioè a <lire alla porfuta delle bombe ato– miche•· Un altro elemento attira l'attenzione su1Ja calotta artLca; essa è ricoperta per la quasi totalità di ghiaoci perenni che rendono pressoché impossibile 'l'istalla– zione -clistazioni radar, di postazioni an– tiaeree, o di campj di apparecchl da caccia. Se i due terzi del percorso po– tessero essere effettuati senza la reazio– ne nétnica, il volo attraverso l'Artide pemietterebbe la sorpresa. Ciò non fa ohe aumentare l' ltnpor- 141 tanza delle terre più settentrionali dei continenti eurasiatico ed americano, che verrebbero cosi a costituire gli antemu– rali de11a difesa e le basi di partenza per l'offesa: Ja penisola di Tamyr, in Siberia, non è che a 2400 chilometri dal– la terra -cli Vittoria, situata a nord del Canadà; i centri industriali di SeatUe e di Portland non sono che a 5000 chilo– metri dalla penisola di Tamyr, e d'altra parte Magnitogorsk, la capitale dell'ac– ciaio dell'Ural, non è che a 6000 chilo– metri dal-la Terra di Vittoria. Se si ag– giunge che l'uranio viene estratto so– prattutto dalle rive del gran lago degli Orsi nel Canadà settentrionale, si c6m– prenderà l'importanza attribuita dagli amerkani e dai russi a queste terre set– tentriona'li che costituiscono le chiavi di volta dei loro i-eciproci sistemi di sicu– rezza, e si riattaccano a due immense regioni, il Canadà e ,la Siberia, desti– nate probabilmente a diventare i ba– stioni dei due continenti asiatiço ed a– mericano. I problemi polacco e jugoslavo Sotto Il titolo di « Rivolta contro. la tirannia•• l'editoriale della Weekly Re– vtew affronta' con franchezza Ja que– stione dell'atteg,giamento anglo-amerl– cano di fronte ai •p.olacchl e agli jugo– slavi. • Come gi Stati UniJ1JI, scrive la J:ivl\Sta, Il nostro Govemo iha I'lconosciuto la ode– ca <li Lublino e la dittatura di Tito, mal– grado vi siano nel nostro e.serci·to·di oc– cupazione In Germania delle truppe po– lacche e, sotto gH ordini del ,generale An– ders ,in Itali.a, un esercito polacco di 100 mila uomini che si rifiutano tutti catego– ricamente <liTlcoooscere Il governo Osub– k,a-Morawskl e di ,..ientrare in Polonia prima del ,ritorno di un governo polacco auteIJJtico•· La Gran Bretagna si trova attualmen– te in un atteggiamento di equilibrio; I soldati polacchi ai anno valorosamente combattuto al fianco degli Alleati e aa InghilteT-ra non ha alcuna intenzione di contrariarli facendoli rientrare a forza nel Joro paese. D'altra parte essa ha ri– conosciuto ufficialmente il governo· che è cosi Inviso ai soldati stessi. ,E Ja Weekly Review termina con una nota di tagliante severità: e I .govern,t ,dJ Gran Bretagna e degll Stati Uniti non potranno differire per molto tempo l'espressione ufficiale di una verità che diventa di giorno In gl:irno più chiara a loro stessi -come ,al loro po,>wi. Se essi tuttavia lo facessero, senza cu- • rasi dell'onore e <I.i ,tutti I princlpil della realtà, si · accorgeirebbero J:apidamente ~be il mondo corre verso una guem-a. Perchè Ja pace non può KluNll'e molto tem,po in condizioni di palese inaiu– stlzla •· O. Z. MONT8

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