Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946

,... i44 _______ _ LO STATO MODERNO--- vietlca, ed aggiunse, riferendosi agli accordi di Yalta, che è necessario sta– blllre chiaramente e sin dagli inizi li limite massimo del compromessi cui si è disposti ad al'rivare. Questo grande discorso Idi politica "6tera ha suscitato una tanto più viva Impressione, in qllllnlo con esso l'incon– testato capo del repubblicani si è pooto, nelle questioni fondamentali di politi– ca estera decisamente a sootegno del Governo. Ciò significa che, come già durante 1a guerra, le forze politiche a– mericane rimangono su di una stessa !lnea e che il Governo 'dispone, almeno in questo campo, di un solido appoggio ln tutti e due i partiti. Ciò varrà a con– ferire alla politica estera di Washington una forza che no, mancherà di farsi sentire nel prossimi tempi. Se si ripensa ai tempi quali quelli del senatore Borah, -si può ben vedere, in confronto con questo discorso, quale strada abbia compiuta la politica esté– ra americana in questi ultimi anni. Ciò non significa evidentemente che nel paese esista 'l'unanimità degli assensi per la politica di Bymes in ogni singola questione o sul grado• di decisione ne– cessario secondo i casi. Su di ciò sussl– i;teranno evidentemente sempre de 11 e divergenze. Decisivo è però l'unità circa U fine. Ciò ha compreso anche l'ex se– gretario di -Stato Cordell Hull, le cui ,:!lchlarazlonl hanno aperto a molta gen– te gli occhi. Il problema rimane per.), se e quanto le dichiarazioni di uomini cosi eminenti possano frenare un peg– gioramento del rapporti tra le grandi potenze, anqpe se esJe provengano ,:a una figura quale quella del « padre del– le Nazioni Unite •· Allorchè alcune set– timane fa l'ex ambasciatore Davies fe– ce nello stesso se'lso un rich:amo e un avviso, non trovò migliore sorte, chè non si richiamò a qua~to fa più presa sulle folle. Pare quasi che solo Roosevelt sarebbe in grado, oggi, di manovrare la na;i– cella alla deriva della politica estera americana. INDONESIA OM Le trattative In Indonesia sono_entra– te in una fase decisiva. Il primo mini– stro Sharir ha dimissionato, ed ha d:– chlarato che continuerà a svolgere la · propria attività solo se I nazionalisti gli awanno concesso ampia libertà di ne• goziare. Già nelle sue conversazioni ·col governatore generale van Mook egli a– vev a sottolineato quali dlfficJltà a– webbe dovuto incontrare per convin– cere i suol stessi seguaci radicali a sot– toscrivere ad un accordo, e lo stesso presidente Soekarno si mantiene per li momento ancora J,ra I due partiti, e pre– cisamente tra I nazionalisti moderati di Sharlr e quelli radicali, che hanno con~ dotto sinora la ,guerriglia contro i bri– tannici e 1gl1 olandesi. Come sia tesa la sltuazlonP.•sipuò va- lutare da un m~orlale che Shar!r stes– so ha pubblicato appena prima della sua nomina a presidente dei ministri alla fine dell'anno scorso, e che solo re– centemente è gtato reso noto. In esso Sharir dichiara come l'Olanda da akuni decenni sia oramai solo un rinforzo degli interessi dell'Impero britannico nell'Asia Orientale, e che perciò la pre– sa di posizione del nazionalisti indone– siani deve dirigersi per forza altrettan– to conko la Gran Bretagna quanto con– tro l'Olanda. Inte11Pretando il signifi– cato della lotta di •liberazione dell'In– donesia, egli sostiene che questa è de– terminata in parte dal desiderio della libertà e in parte anche da ragioni eco– nomiche. Le potenze capltalisticheJ la America e la Gran Bretagna soprattut– to hanno un grande interesse a sfrut– tare per I loro scopi i popoli dell'estre– mo oriente; ma però, qualora esse ve– dano tutelati i propri interessi anche nell'ambito di un nazionalismo liberale si potrebbe contare sul loro benvolere. Da ciò Sharir trae la conseguenza, che i nazionalisti ,che In Indonesia tendono alla libertà debbano trattenersi da ogni eccesso e cerchino di tendere invece ad un'amichevole collaborazione con le po– tenze anglosassoni. Sharir dichiara nel suo memoriale che nel momento attuale esiste una sola grande potenza che in - tervenga in pieno e completamente vzr la libertà dei popoli soggetti, ed è la Unione Sovietica. Le trattative condotte sin'ora hatl"lo mostrato che Sharir è pronto a metter– si d'accordo con gli olandesi e con gl; inglesi, ma è altrettantO' dimostrato cna la pressione dell'ala radicale 'del movi– mento ha piuttosto acquistato di forza che perduto. Sharir ha dichlaràto agli olandesi che egli è pronto a continuare le trattative sulla ba.ie di uno statuto di Dominion per l'Indonesia, una volta che sia sicuro dell'appoggio del proprlo gruppo radicale. Egli ha deciso il pro– prio ritiro nella evidente intenzione di costringere l'ondeggiante «presidente> Soekarno a prendere partfto ed a deci– dersi se vuole inserimi nel gruppo d1 quelli pronti' a trattare o vuole gettare il proprio peso sulla bilancia del par– tito che è pet' la guerra. ... ED INDOCINA Uno sviluppo simile si delinea ne:la Indocina france6e ove è stato or è poco firmato Wl'accordo tra la Cina e la Francia, in base al quab le armate- ci– nesi di occupazione che s I trovavano nell'Indocina del nord verranno in un prossimo tempo ritirate e sotituite con tr~pe francesi. I cinesi si sono astenu– ti da qualsiasi intervento nelle questl?– ni lnteme degli annamitl, mentre la Francia lnsL.te a che il suo dominio co- loniale venga ristabilito. Cosi vengono attualmente a trovarsi di fronte il «pre– sidente» del Governo nazionale anna– mita, Ho Tschi-minh e la potenza co– loniale francese. Il .grosso pericolo, ad– ditato anche da circoli inglesi e ameri– cani, stà nella po~ibilità che si addi– venga .ad un conflitto aperto tra gli annamiti ed i francesi. In un tale caso l'Unione Sbvietlca, nel ruolo di protet– tore degli interessi nazionali del popoli soggetti, verrebbe probabilmente ad ap– poggiare questi ultimi ed a tentare ma– gari di aiutarli con a·mii e con d,anaro; ciò porterebbe a stabilire l'influsso del– l'Unione Sovietica nell'Indocina. A tut– t'oggi l'ln.tluenza del p!irtlto comunista è minima, per quanto e6SOsia bene or– ganizzato: gli annamlti stessi sono riu– sciti, a quanto si dice, a costituirsi una opinione pubblica per loro; non salo, ma hanno anche formato un'armata di guerriglia e implaptato numerose fab– briche per piccole armi da fuoco, con l'aiuto delle quali essi dovre9bero es– sere in grado, secondo il parere di os– servatori militari americani ad Hanoi, di disturbare anche per anni le forze rrancesi. Che la moderna armata fran- ·cese, costituita in parte di reparti della legione straniera, affiancati da un va– sto apporto di elementi tedeschi, debba riuscire ad avere in mano le città md~– giori, le ferrovie e le strade è fuori di dubbio. Il retroterra però, montuoso e impraticabile, è già completamente nel– le mani del movimento nazionale an– namita. Di fronte a tali sviluppi la Gran Br-– tagna assume un ruolo abbastanza pas– sivo. Clerk Kerr, il suo Inviato straor– dinario in Indonesia, si recherà ancora nel corso di questo mese ad assumere il suo nuovo posto di ambasciatore a Washington, e con ciò l'influsso politico della Gran Bretagna ritornerà In secon– do piano. Si parla anche di Iniziare il ritiro delle truppe indiane da Giava e si dichiara che lo sgombero d~U•!~ola sarà terminato entro I prossimi cinque mesi. I circoli britannici e la stampa mantengono anche di fronte ai proble– mi dell'Indocina francese un atteggia– .mento riservato e ci si sforza ora evi– dentemente di non ·rimanere un'altra volta gcottatl, a non aggravare le già diltficlll trattative proprie· con gli In– diani con un incauto immischiarsi nei problemi di altri Stati europei. L, M- Reapon,abtle: GAETANO BALDACCI Stabilimento Tlpoara1lco: Via Senato, Il · Autorizzazione N.'U - P.W.B.

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