Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946

LO STATO MODERNO 13S scuola media veramenfJe unica che fra noi, allo stato attuale deHe cose, sarebbe una grama pianta esotica, dovendo - se mai - innestarsi su tutta una riforma dell'uso e del costume sociale che non è in atto. Unica ma molteplice, sia per la fortunata mancanza di un pesante complesso burocratico e livellatore, &ia perchè ogni singola high school rispondente ai bisogni di una data comunità, è un'istituzione complessa che si adatta alle ten– denze dei diversi scolari mediante la scelta dei corsi praticata su scala molto «mpia. Guidano a tale scelta le coordinate che gli americani trac– cianp nel piano del &apere,le linee del general e del vocatwnel training, cioè della cultura generale e di quella professionale e specializzata: diciamo le coordinate perchè in America, più che altrove, è sentita l'interdipendenza fra -le varie fasi della cultura, e lo sviluppo che anche nella scuolà media vien dato ad insegnamenti politici, scientifici e tecnici, non è il frutto di una tendenza alla specializzazione ma al contrario - e non sembri ,paradòsso - _esprime una ~eazione in verso opposto: contro un insegnamento inte:lettua!Istico, talvolta retorico; contro quello « specialismo » estetico-letterario che coglie un lato solo dello spirito e de!la vita, e in cui le scuole - per loro natura - cadono facrlmente. Il corso di cultura generale comprende inglese, matema– tica, fisica, scienze naturali, filosofia, storia, materie civili e sociali. A queste ultime è data importanza sempre crescente, come queHe che tendono al:a formazione di un cittadino con– scio della struttura e del significato delle proprie istituzioni, degli aspetti più importanti delle relazioni internazionali, delle responsabilità -dichi appartiene ad una società civile. Non lasciate che lo faccia solo Giorgio.., La odierna high school è molto sensibile a tale esigenza; essa vuole servirsi àe!l'insegnamento specialmente pei' conse– guire la formazione di un tipo nuovo di cittadino, socialmen– te più sensibile e generoso: fit fvr democracy. Ci esce dal cuore un grosso sospiro di soHievo nel vedere come la piantjcella del vero « uomo democratico » apparsa un giorno sulle rive miracolose dell'Ellade, è così difficiJe da col– tivare anche nel suò terreno più naturale e propizio. Confor– tiamoci dunque, e speriamo! I testi parlano chiaro: ancora oggi i ragazzi americani preferiscono attendere ai foro interessi e godersi in pace i loro pranzetti e le sieste relative, piuttosto che occuparsi di cose che « non li riguardano », La detestabile ma attraente filosofia del « let George do it » (lasciate che lo faccia Gior. gio) ha ancora troppi seguaci fra i discendenti di antichi salva– zionisti, i qua:li reagiscono con una semplice scrollatina di spalle alli'dea luminosa « of maki:ng the world a better piace in which to live •· E' Maxwell Stewart che lo lamenta in uno degli opuscoli del Public Affairs Commitee. In queste pagine, fra pupazzetti-scolari che alzano la mano, o che restano tran– quilli in riposo, trovano posto i risultati di una orriprllante sta– tistica, desunta da un psychological, test, e il loro sugo è que– sto: più i ragazzi avanzano negli studi, e più divengono indif– ferenti, e seguaci del deplorevole « let George do it ». La figurina parla chiaro: sotto la domanda « uno stu– dente deve prestarsi volontariamente a pulire il cortile deMa scuola, rinunciando a una parte del tempo destinato a:l lunch? », ci sono quattro pupazzetti a mano alzata, e otto e mezzo che se ne stanno tranquilli sull'attenti, Ogni pupaz– zetto rappresenta o/ine di studenti del settimo grado su cui fu condotto l'esperimento: siamo cioè in seconda-terza ginnasio. Se· sl passa al dodicesimo grado (fine del liceo), la fila dei sornioni·& allunga interminabile (siamo a dieci e mez– zo), e i volonterosi si riducono a due soli. Gome risultato de- gli studi non ·è molto incoraggiante! · Gt s,an o Altra dqmanda. . Un uomo di àffari deve accéttare la carica di sindaco se ciò implica un dispendio di tempo tale da pregiudicare i suo,i interessi e - in genere - il suo tenore di vita? Lo spoglio de1!erisposte dà al.l'incirca, gli stessi risultati. Forse la vita muterà -le attitudini di questi ragazzi, spera M. Stewart. Ad ogni modo, egli asserisce « un giovane ameri– cano che ha finito la high school. deve avere una reale com– prensione del nostro sistema di self-govemment, e deve p06- sedere una fede attiva nella democrazia. Alcune scuole di New York - ove gli esEerimenti sono stati condotti - svolgono bene tale compito. Ciò che esse fanno deve essere fatto an– che altrove se il civic training è riconosciuto come uno dei principali scopi del nostro sistema educativo ». Democracy canndt exi# withau.t educaticn, egli senten– zia: « niente democrazia senza educazione, ma - per l'op– posto - l'educazione non può crescere e fiorire senza la de– mocrazia», Vocatlonel training. Queste parole danno un'idea di alcuni fondamenti mo– Ì-ali della scuola americana. Con l'insegnamento civico, a cui esse si riferiscono, ·sichiude la lista delle materie obbligatorie per tutti. Non cosi è di quel complesso che forma il vocatio– nel training, e che ha estensione vastissima: dalle lingue an– tiche o moderne, al commercio, ali' agrico:tura, ai lavori ma– nuali, ~le arti domestiche, alJe be:Ie arti: danza, disegno, pit– tura, musica. E poi l'igiene, gli sports, la puericol tura, il go– verno della casa, l'educazione del consumatore, o particolari corsi di scienze e lettere. Il numero del:e materie è grande, e lo studente sceglie secondo le proprie attitudini e intenzioni: se vuole può passare al Colkge (non ci sono appositi esami, ma solo le prove sostenute a scuola, con i propri maestri), ma se crede può invece imparare un lavoro in modo da guada– gnarsi la vita appena uscito dalla high school, come mecca– nico esperto, o agrico:tore, o impiegato, o chimico, o radio: tecnico, e via dicendo. La sua scuola ha tali risorse pratiche da poter sostituire l'apprendistato artigianale o indmtriale ohe ormai - in molti casi - non è più che un ricordo dei vecchi giorni della colonizzazione. Basti l'esempio seguente: . In una città - che non viene precisata meglio non co– me nelle favole, ma per semplice modestia (Bulletin n. 12, 1941 U, S. Office of Education: America Builds a School Sy– stem) la metà di un edificio di otto piani è destinato a scuola per 5000 alunni e 228 istruttori. L'edificio contiene: un appar– tamento di sette stanze per lo studio delle scienze domestiche, serre e giardino sulla terrazza superiore per lo studio della botanica; gabbie per racchiudervi animali presi a prestito dal giardino zoologico; lavanderia meccanica; impianto di lega– toria; banca comp'.eta di uffici, macchine ca;colaJrici, ecc, Quattro palestre con bagni; campo pet'basketbaR sul terrazzo; sette ampie stanze -con 200 macchine filatrici, 200 macchine da scrivere in apposite aule; classe attrezzata a negozio per insegnare a vendere varie merci; safa da pranzo per 700; auditorium per 1500; una biblioteca. L'edificio - si avverte infine - costa circa un quarto di milione di dollari, cioè qualcosa come un centinaio dei nostri milioncini... D maestro In America. Collegi senza collegiali. Usciti dalla high school si possono fare in America mille cose importanti, utilissime a sè ed agli altri, ma non si può fare - come da -noi - il maestro. I! paese hà compreso l'importanza di quel compito. Si sono convinti che a:- school can be no belter than its teachers: una scuola non può essere. migliore dei suoi•maestri; e per fare i buoni maestri occorrono alcuni anni di studi- universitari.

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