Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946

136 LO STATÒ MODERNO Questo termine « universitario • può produrre veramente qualche confusione perchè una traduzione esatta dei nostri titoli di studio, in equivalenti ·del mondo nuovo non è pos. sibile. L'università americana ha tre gradi, e perciò tre lauree successive: il bachelor of arts, il master of arls, e il doctM of phylOS<>pliy. Le prime due lauree si conseguono in un College, l'ultima in una University vera e propria. I termini arti, filo– sofia, collegio, non vanno presi alla lettera: le arti possono essere tanto quel:e di un pittore come que:le di un avvocato o <li un radiotecnico; filosofia è anche guella di un medico o <li un legale, ed infine Ja massima ~rte degli studenti di un College, specie nei grandi centri, consuma in casa •propria la quotidiana tornato s<>Up. Salvo incidenti, il titolo di bachelM si consegue dopo due anni, e lo studente è paragonabile al:ora al nostro licealista maturo, con la differenza che nel College si dà rilievo alle materie professionali. Dopo altri due anni si diviene master uf ads, e si è già veramente specializzati in un ramo del sapere così da poter esercitare una professione: l'ingegneria, l'agraria, la legge, ecc. Il titolo di maestro, o master of edu– coticn si incontra a questo punto della traiettoria accademica: 1e in alto o in basso, lo giudichi il ,lettore. Finalmente la terza laurea, il dootM of prnlosopliy, si ottiene dopo almeno altri due anni di studio, quando il can– didato ha già prodotto qualcosa di suo. Non si può dire che questo titolo equivale alla nostra libera docenza, comé leggo in un foglio di informazioni destinato al nostro paese. Tut– tavia è certo che il numero di studenti che lo conseguono è piuttosto ridotto, sebbene numerose siano le faco:tà che lo rì1asciano: medicina, ingegneria superiore, chimica, legge, lettere e fì1osofia. Una tendenza tradizionale dei CoMeges e delle Università è quella <li integrare lo studio delle materie professionali con que1:o di argomenti sociali, o con nozioni re:ative alle scienze e alle arti. Molte scuole superiori compiono un ,serio sforzo per mantenere i giovani in quell'ambiente di cu!tura da cui veramente il professionista non dovrebbe mai allontanarsi in una moderna democrazia. Anche questa è una reazione allo specialismo, in senso inverso a quella che abbiamo osservato nelle high schools. Fino ad ora le varie università hanno seguito su questo punto <lei criteri molto diversi, e non in tutte è stata viva- Biblioteca dello STATO MODERNO Cul1uraPoli1ica MATTEOTTI, di P. Gobetti CASA SAVOIA NELLA STORIA D'ITALIA, di L. Salvatorelti NOI E GLI ALTRI, di C. Sforza DEMOCRAZIA CRISTIANA, di R. Murri IL PENSIERO DI LENIN, di W. Giusti LA DEMOCRAZIA, di W. Giusti LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA, di W. Giusti ANTOLOGIA DELLA« CRITICA SOCIALE», a cura di G. Pischel IL CPtTECHISMO DEI COMUNISTI, di F. Engels STUDI SUL MARXISMO, di A. Graziadei IL PROBLEMA DEI CETI MEDI, di G. Pischel mente ,sentita l'esigenza umanistica. Ma la famosa couìm!i– sione dei dodici professori della Harvard University (presi– dente P. H. Buch) raccomanda ora che dei sedici ceni ne– cessari a conseguire ,Ja laurea, almeno sei siano di cultura generale, e comprendano lo studio del pensiero e delle isti– tuzioni occidentali, delle opere letterarie più importanti (la Bibbia e ,Ja Divina Commedia sono rammentatè}, e dei prin– cipi fondamentali delle scienze fisiche e bio!ogiche. Sono raccomandazioni che saranno certo tenute in gran conto da tutte le scuole su,periori, perchè lii conclusioni di simf:i ,commissioni ufficiali sono sempre ascoltate nei paesi di lingua inglese. Ad ogni modo esse sono già molto signifi• cative di per sè, in quanto esprimono un orientamento che - assieme ad altri di .cui ci duole non poter dire in questa breve nota - non mancherà di suscitare interesse anche fra di noi. UMBERTO FORTI Pregiudiziali e obiettivi A proposito del dilemma monarchia o repubblica si fa in Italia gran spreco della parola «pregiudiziale•· Ora que– sta fMma aggettivale è piena di equivoco, così come è piene di equivoco il sostan,tivo - pregiudizio - da ooi deriva, che significa originariamente giudizio anticipato, nel Ungooggio saputo danno o inconveniente, e in quello <fogni gi.omc giu– dizio falso o malato. La forma aggettivale di cui ci occupianw si avvicina al primo significato, ma non senza incllJYPllll - assunta neiJ regno della politica - nel daooo e nel giudi– zio folso. Essere « pregiudizialmente • nwnarclùci o repubblicam significa che Ji assume una delle due fMme istituzionali come miglf.ot 'e dell'altra rin oia assoluta, e ~za riferimento alle ragicni steriche in mezzo alle quaU il problema si pone. E questo è grave errore che fa fare al pe,mero pd/Jiticoun saUo di porecc/ii secoli indietro. Ma nel corso della nostra vita politica la parola « pre– giudJziale » ha assunto un altro e non meno rischioso signi– ficato, e cioè quello pèr cui i repubblicani si rifiutavano di andare al governo in regime 11WTIOl'Crnco e i rocialisti decU– naoano offerte ministeniaU in regime capLtalistico: tra i tmlti inconvenienti Mti anche dal. concorso di ta1Ii atteggiamenti ne cif;eremo due soli, i/. mJS/Mrnismo e il fascismo. Il trasformismo fu - tra l'altro - lo evasione individuale alla sterilitd del gruppo; il fascismo fu - tra l'altro - uno reazione popolare aU'inerzia .di cdloro che il popolo conti, nuava a mandare a Montecitòrio, e sempre inutilmente. La veritd è che in politica mm esistono pregiudiziali do cwtodire, ma solo obiettivi da raggiungere. Confondere l'una cosa con l'altra significa confondere l'estasi di Santa Teresa con ·le missioni in partibus infidelium, il caso di coscienza col fatJto politico. Le cattedrali non si costruiscono con le .stim– mate, nè si fondono gli .stati o gli istituti politici con la con– templazione del:l'avoenire e il rifiuto del presente. Il presente bisogna accettarlo per superarle. Rifiutal'lo non serve a mente; o serve solo a farlo rest«e pam-one an- che dell'avvenire. · vrrroa.

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